I robot cinesi conquistano il mondo e usano competenze italiane

ceo Evolut|Robot Abb

di Filippo Astone e Gaia Fiertler ♦︎ Il Paese guidato da Xi Jinping nel 2018 è diventato leader globale e crescerà ancora. Efort, la principale impresa del settore, si prepara alla quotazione in Borsa e a invadere il mercato europeo e italiano con i suoi prodotti. La base operativa nel Vecchio Continente è l’Italia, dove negli ultimi anni è stato fatto un intenso shopping di aziende eccellenti in system integration e tecnologie di automazione: Evolut, Cma, Robox, Wfc e Olci. Del resto, da noi robotica e machinery sono sempre state un punto di forza. Abbiamo parlato con Antonio Strafallaci, ceo di Evolut, una di queste aziende

Lo sapete che il primo produttore mondiale di robot antropomorfi è la Cina, che nel 2018 ne ha fabbricati 138mila, con una crescita del 63% rispetto all’anno precedente? In questo modo il Dragone ha superato la vecchia leadership giapponese. Nel 2018 il Sol Levante (pur forte di marchi storici come Fanuc, Omron, Kawasaki e Mitsubishi Electric) ne ha infatti costruiti “soltano” 46mila. Spingere l’acceleratore sulla robotica (come anche sui supercomputer, altro settore in cui i cinesi sono leader globali) è uno dei pilastri del maxi piano di politica industriale “made in China 2025”, che prevede anche la massimizzazione del loro uso all’interno del Paese, con uno stock di 473mila automi industriali installati, altro record mondiale. Questa strategia spiega la recente acquisizione cinese anche della tedesca Kuka, una delle aziende che ha inventato la robotica. Inoltre, non è un caso che il colosso svizzero-svedese Abb, molto attivo sul fronte dell’automazione, abbia deciso di costruire una fabbrica di robot anche nel Paese del Dragone, con un investimento di 150 milioni di euro.







Nel grafico la crescita del comparto e la spesa (in miliardi di dollari) nella robotica commerciale

Fonte Idc 2019

 

Il principale produttore cinese di robot si chiama Efort e si prepara a sbarcare in Borsa con le sue azioni e in Europa con i suoi automi antropomorfi. Quello che pochi sanno è che la mossa è in preparazione da anni, che l’Italia è stata scelta come base, acquisendo tutti i principali system integrator attivi sul nostro mercato. Del resto, il nostro Paese (da cui proviene Leonardo Da Vinci, forse il primo ad aver concettualizzato l’idea di automa umanoide) è storicamente forte in questo campo, oltre che nel machinery. Si pensi a Comau (ne abbiamo scritto qui) altro attore di importanza globale, che se fosse stato sostenuto da azionisti in grado di fare il loro mestiere (e cioé di fornire capitali di sviluppo) avrebbe potuto diventare molto di più di quello che è oggi. Ma gli azionisti erano (e sono) gli Agnelli-Elkann, e si sa come vanno queste cose. A un certo punto si era perfino ipotizzato (noi di Industria Italiana ne avevamo dato conto qui) che Comau fosse destinata a venir venduta ai cinesi. Vista con occhi laici e disincantati, non sarebbe stato necessariamente un male, visto che gli asiatici come azionisti (si veda il caso Kuka) hanno sempre dato mezzi finanziari e autonomia al management. Ma tali ipotesi si sono arenate dopo l’annuncio della fusione (o vendita differita? come abbiamo scritto qui) Fca-Renault. Ma veniamo torniamo al merito del nostro articolo.

Nel grafico ricavi mondiali della robotica per segmento

Fonte Idc 2019

Come si diceva, manca poco allo sbarco in Europa dei robot Efort, dove l’Italia farà da testa di ponte. Efort Intelligent Equipment di Wuhu, 350 chilometri a ovest di Shanghai, è un grande produttore cinese di robot antropomorfi che, negli ultimi tre anni, ha fatto shopping in Italia. Quattro system integrator oggi rientrano sotto il cappello di Efort Europe: la bresciana Evolut, la friulana Cma, la novarese Robox e Wfc, il gruppo che comprende la torinese O.L.C.I. Engineering. E’ la quasi totalità del mercato dei system integrator. Resta fuori solo Tiesse Robot (di cui abbiamo scritto qui) anche perché distribuisce e installa i robot giapponesi di Kawasaki e Toshiba. E infatti è partecipata da Kawasaki stessa. Con le loro soluzioni tecnologiche e il presidio del mercato – cui si aggiungono le sedi commerciali in Francia e Germania – le nostre aziende potrebbero garantire il successo dello sbarco. Da parte loro, i cinesi mettono la solidità finanziaria e la forza dello sviluppo globale, con cui stanno rilanciando le nostre aziende. Anche qui, insomma, lamentarsi dell’invasione cinese non ha molto senso. Anzi, a nostro avviso stanno facendo solo bene. Certo, sarebbe stato meglio se un’operazione di aggregazione e rilancio del genere l’avesse fatta un’operatore italiano. Ma da noi non ci aveva pensato proprio nessuno…

Robot Efort. Fonte www.efort.com.cn

È il caso di Evolut che, grazie all’ingresso del partner di maggioranza cinese nel 2016, ha potuto risollevarsi dalle difficoltà finanziarie in cui versava e riprendersi con un nuovo slancio internazionale. In tre anni ha raddoppiato personale e incrementato il fatturato, oggi sui 30 milioni di euro con 100 dipendenti. Nel 2016 ha infatti assunto il controllo della Webb Robotica con sede a Musile di Piave, azienda che svolge attività industriali del tutto simili alla Evolut e, non da ultimo, ha messo la propria firma ingegneristica sugli stabilimenti cinesi di Brembo e Teksid (il collaudo finale nello stabilimento Teksid di Huadong è previsto per fine luglio), forte delle sue competenze tecnologiche di processo e di integrazione sviluppate in oltre 25 anni di attività. Ora il nuovo ceo, Antonio Strafallaci, arrivato a gennaio dopo aver guidato per quattro anni la nascita e la sviluppo della O.L.C.I. Engineering India (dal 2017 anch’essa parte del Gruppo Efort), con una lunga esperienza nelle principali realtà dell’automazione italiana, compreso un decennio in Comau, ha diverse sfide da affrontare: consolidare la rapida crescita, portare l’Ebitda a valori sostenibili, proseguire lo sviluppo all’estero, sviluppare tutte le sinergie possibili, industriali e non, con le altre società italiane del Gruppo che confluiranno in una holding europea prevista per il 2020, nonché di aiutare la penetrazione dei robot cinesi in Europa. Gli abbiamo fatto qualche domanda.

Nel grafico ricavi della robotica a livello mondiale divisi per regione

Fonte Idc 2019

Ma facciamo qualche passo indietro, come nasce Evolut?

Evolut nasce da una intuizione vincente di Franco Codini, negli anni Ottanta responsabile della manutenzione di un’azienda bresciana di automazione robotizzata, che prese al volo una richiesta  di Abb: trovare partner per l’integrazione di robot antropomorfi nella provincia di Brescia, che era la vera novità di quegli anni. Con spirito imprenditoriale Codini si mise in proprio e fondò Evolut con Danilo Verzeletti e un altro socio, posizionandosi subito nel settore della fonderia e dell’asservimento delle macchine transfer, all’epoca mercati in forte espansione, e presto integra sistemi di visione guida robot Abb by Optimaster nell’ambito dell’asservimento di macchine utensili e isole di montaggio. Nel 1996 l’azienda si trasferisce in uno stabile di proprietà di 350mq, con due tecnici e una impiegata amministrativa. Nel 1997 sviluppa il primo sistema di visione guida robot su base hardware Cognex. Nel 2000 si trasferisce in un nuovo stabile, dove risiede tuttora, con un organico di oltre 20 dipendenti. Da quel momento vive una forte espansione in termini di organico e mercati come system integrator per macchine utensili, il packaging, la fonderia (come scarico delle presse, ma anche taglio e sbavatura di getti in ghisa e alluminio), l’assemblaggio, il vetro. Stringe collaborazioni con i principali costruttori di robot antropomorfi, come Kuka, Motoman, Fanuc e Comau e si spinge su mercati internazionali. Ormai Evolut dispone di una struttura tecnica che le consente di gestire autonomamente tutta la parte di engineering dal punto di vista meccanico, elettrico e software, con la collaborazione di aziende locali per supportare i carichi di lavoro eccessivi che il mercato richiede, nonché di una rete commerciale presente sull’intero territorio italiano ed europeo. Al tempo stesso, la partnership con costruttori di macchine utensili e presse del nord Italia la porta nel mondo, ampliando ulteriormente il proprio parco clienti, in particolare nell’automotive e nella general industry.

Lo stabilimento Evolut

Veniamo all’acquisizione del 2016…

La Efort Intelligent Equipment acquisisce a inizio 2016 il 70,2% delle quote azionarie dai due soci fondatori, che tuttora detengono le rimanenti quote in modo paritetico. Danilo Verzeletti guida la Evolut Wuhu, mentre a capo della Evolut Italia si conferma Franco Codini. La partnership con i cinesi è di reciproco interesse, direi complementare, tra un grande produttore di robot e un system integrator con esperienza e competenza, che si trovava solo in difficoltà finanziaria, non per mancanza di ordini o di mercato. La strategia dei manager cinesi è stata di dare fiducia al management che aveva fondato e fatto crescere l’azienda, dando continuità all’organizzazione e, al tempo stesso, offrendole un nuovo slancio internazionale. In questi tre anni, per esempio, sono stati fatti importanti interventi in Cina grazie alla forza finanziaria di Efort, ma anche grazie al supporto ingegneristico di Evolut, in particolare negli stabilimenti di Brembo e Teksid. Stiamo portando le nostre soluzioni anche in Messico e ci sono buone prospettive in India, anche grazie alle sinergie con O.L.C.I. Engineering, una delle nostre sister company.

Antonio Strafallaci, ceo Evolut

Quanto vale l’export oggi?

Come export diretto siamo ancora al 20%, ma c’è un quarto di fatturato indiretto, in Iran, Canada e Francia soprattutto, che è il mercato finale dei nostri clienti italiani, produttori di macchine utensili per i quali ci occupiamo di automatizzare l’asservimento alle macchine. In sostanza, le soluzioni integrate sono oggi ancora oltre la metà (55%) per il mercato interno, ma l’obiettivo è di far crescere la quota di esportazione. In Spagna, per esempio, che si sta rivelando interessante nel settore energetico, stiamo entrando da soli. Siamo poi presenti in Germania e negli Usa nel settore dell’aerospace.

Linea di produzione realizzata da Evolut, utilizzando robot Abb asserviti a macchina utensile

State risentendo del calo del mercato dell’automobile?

Non ancora, il mercato delle macchine utensili è trasversale, copre moltissimi settori e applicazioni e il nostro obiettivo è consolidarci nella general industry, comprese nuove nicchie che iniziano a richiedere automazione, come nell’alimentare per la produzione  di uova di Pasqua! Come si può facilmente immaginare, una crescita così rapida porta con sé problematiche nuove da affrontare, organizzative e tecnologiche. Oltre a cambiare le dimensioni aziendali, infatti, Evolut ha ampliato il campo delle applicazioni tecnologiche su cui si è cimentata, la tipologia dei clienti con cui lavora e la dimensione delle linee che fornisce.

Linea di produzione realizzata da Evolut, utilizzando robot Abb asserviti a macchina utensile

Per esempio quali nuove applicazioni?

Premesso che sulle macchine utensili abbiamo un’esperienza consolidata, le nuove applicazioni riguardano soprattutto l’assemblaggio di componenti meccanici e alcune soluzioni per la fonderia e la forgia e, per questo motivo, nel nostro ufficio tecnico viene svolta una continua attività di ricerca e sviluppo. Come nuovi clienti invece mi riferisco a grandi gruppi internazionali presenti all’estero, dove stiamo arrivando sia con Efort sia in autonomia.

Linea di produzione realizzata da Evolut, utilizzando robot Abb. Nello specifico, sbavatura di pezzo in ghisa da fonderia

Cosa cambierà con la holding europea per le società italiane?

Ci sarà una governance centrale per il personale, la finanza, le figure di staff e la gestione degli istituti di credito per fare massa critica, ma trattandosi di quattro realtà nate e cresciute come family company velocemente e in modo snello, non ci saranno ridondanze sul fronte dei tecnici e degli operatori.

Interno della fabbrica Efort

 Qual è la sua sfida professionale?

Da un lato valorizzare il più possibile tutte le sinergie industriali e commerciali con le altre società del Gruppo in chiave internazionale, accompagnare lo sbarco dei robot Efort in Europa e, guardando nello specifico a Evolut, consolidarne la rapida crescita, portare l’Ebitda a valori sostenibili e proseguire lo sviluppo all’estero.

Stabilimento Efort. Fonte www.efort.com.cn













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