Il futuro di Comau, tra cobot, macchine elettriche e…

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Assemblaggio Comau nello stabilimento di Melfi

di Gaia Fiertler ♦︎ L’azienda targata Fca è al centro di speculazioni sul suo destino nell’ambito del megagruppo con Renault. È un gioiello dell’automazione made in Italy, con prospettive esponenziali di  sviluppo e di leadership mondiale. Ha riportato parte della produzione in Italia. E punta su investimenti in R&S.

La nuova Renault-Fca manterrà Comau o la venderà? È presto per dirlo, tutto dipende da cosa decideranno i francesi, che come abbiamo già scritto qui avranno il comando, anche perché un timone guidato pariteticamente da due capitani non si è mai visto nella storia. Comunque voci e ipotesi di mercato, basate su pezze d’appoggio consistenti e dati di fatto, erano già presenti prima dell’operazione Renault-Fca. Comunque vadano le cose, Comau è un gioiellino della robotica e dell’automazione di grande valore e importanza strategica oggi e di enorme potenzialità domani. Stiamo andando verso un mondo completamente automatizzato, robotizzato e interconnesso e, in un simile scenario, potrebbe essere un protagonista su scala globale. Ma cosa fa esattamente Comau? Quali sono i suoi prodotti, servizi e piani di sviluppo?

 







John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles ed Exor

Comau nella storia della Fiat

I suoi robot nascono tutti alle porte di Torino, a Grugliasco per la precisione, dopo una operazione di reshoring dalla Cina che riflette la tendenza a riportare produzione e occupazione in Italia. Investimenti su ricerca e sviluppo sono concentrati sulle soluzioni robotiche per l’industria 4.0: cobot, cioè quelli collaborativi, non più segregati in celle; robot indossabili e Agv, i carrelli autonomi che si muovono tra una stazione produttiva e l’altra. Infine, riflettori puntati sull’e-mobility, in particolare sulle macchine elettriche, combinando le competenze come costruttori di impianti di carrozzeria con quelle maturate nella collaborazione anche con Tesla.

 

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Mauro Fenzi, Ceo Comau

 

Comau è la società del Gruppo Fca che si occupa di automazione industriale e robotica da quasi mezzo secolo ed è attualmente guidata da Mauro Fenzi. Nasce nel 1973, come Consorzio macchine utensili, dall’unione di alcune società impegnate con Fiat nella realizzazione del grande stabilimento di produzione di automobili in Unione Sovietica. Quindi, dalla fine degli anni Settanta diventa una società controllata da Fiat, che svilupperà anche per il mercato libero attività di ricerca e sviluppo in automazione, robotica e lavorazioni speciali. Oggi sui bracci robotici di Comau si formano i futuri meccatronici della rete di istituti tecnici della provincia di Torino e gli ingegneri che frequentano il master di secondo livello in Manufacturing 4.0, co-progettato con il Politecnico di Torino, uno dei diversi programmi di formazione della sua academy. Ma Comau è molto di più: con 1,5 miliardi di euro di fatturato medio annuo nel triennio 2015-2018, 32 sedi, 5 centri d’innovazione, 14 stabilimenti nel mondo, 9mila dipendenti (di cui circa 1.200 in Italia) e una presenza in 14 Paesi, oltre a essere una delle ultime produttrici di robot in Italia, realizza impianti di assemblaggio per la carrozzeria di automobili per il Gruppo Fca e, in quota maggiore, per altri clienti, realizza lavorazioni meccaniche avanzate e sistemi digitali interconnessi.

 

Agv Comau

 

Robot made in Italy

I robot Comau li produce tutti in Italia, nei sobborghi di Torino, dove ha rafforzato la produzione dopo la parentesi cinese, grazie a un team di progettisti, ingegneri, tecnici, operatori, staff e commerciali. Con la robotica Comau contribuisce a mantenere viva quella tradizione di eccellenza nazionale che poi, a partire dagli anni Novanta, ha virato verso le attività di system integration, in cui pure eccelliamo. I suoi robot vanno da dimensioni molto ridotte, con capacità di carico da un chilo per attività di precisione nell’elettronica, come la famiglia Racer e il robot Rebel-S Scara, a dimensioni che consentono di sollevare e spostare fino a 650 chili, con sbracci da 1,50 a 3 metri, come un intero motore da una linea all’altra, nella fase di assemblaggio di un’automobile. Metà della produzione dei suoi robot è destinata al mercato dell’automobile, mentre l’altra metà alla General Industry, con l’obiettivo di sostituire l’uomo nelle attività faticose e pericolose, come la saldatura di un’auto che può richiedere fino a 18-20 robot in azione contemporaneamente in una singola stazione.

 

La famiglia di robot Comau

 

Le nuove frontiere: cobot, soluzioni wearable e Agv

Ora le frontiere più avanzate per Comau sono i robot collaborativi (cobot), le soluzioni indossabili (wearable) e i veicoli a conduzione autonoma per la logistica. I co-bot industriali di Comau attualmente sul mercato sono Aura (Advanced use robotic arm) e il robot mobile autonomo Agile1500. Estendendo infatti le capacità operative del robot e rendendolo sempre più flessibile nei movimenti, rispetto a quando era segregato dentro celle isolate con movimenti velocissimi e ripetitivi, ora è più frequente che l’automa abbia bisogno della prossimità dell’uomo per copiare e apprendere dei comportanti (è il caso delle machine learning), o per riceverne la supervisione o un intervento di maggiore precisione. Sono tutte esigenze che richiedono nuove caratteristiche ai robot: sempre più dotati di sensori di forza, contatto, prossimità, visori che riconoscono oggetti nel campo d’azione e set di oggetti che percepiscono anche le vibrazioni acustiche, in una ricerca continua di compatibilità tra sicurezza, velocità, versatilità e precisione.

Una ulteriore evoluzione è quella di soluzioni robotiche indossabili per sostenere movimenti ripetitivi che mettono l’uomo in tensione, come quelli ricorrenti di un ecografista o di un dentista per fare degli esempi in campo non industriale, o di chi si occupa dell’avvitamento nell’assemblaggio finale di un’automobile, in posizioni scomode che richiedono ancora operazioni manuali per l’alto livello di minuziosità e precisione, operazioni che non conviene affidare a sistemi automatici. Mate, per esempio, è l’esoscheletro di Comau con una struttura dal design ergonomico, che facilita i movimenti e allevia gli sforzi di chi lo indossa, grazie a un supporto posturale leggero, traspirante ed efficace. Sviluppato in partnership con Össur, azienda islandese leader nel settore dei dispositivi ortopedici non invasivi e Iuvo, spin-off dell’italiano BioRobotics Institute specializzato in tecnologie indossabili, e commercializzato da Comau, l’esoscheletro Mate è in grado di replicare accuratamente i movimenti dinamici della spalla, avvolgendo il corpo come una seconda pelle.

Per ora queste soluzioni sono più diffuse nell’industria che non in altri settori, come quello medicale, ma non appena la tecnologia sarà più diffusa potrebbero avere un ampio mercato. Continua anche la ricerca con l’Istituto di Biorobotica dell’Università Sant’Anna di Pisa per la realizzazione di un nuovo esoscheletro sempre per le braccia, che sta per essere immesso sul mercato. Anch’esso non avrà bisogno di motori né di elettronica, ma tramite una tecnologia passiva metterà l’uomo in condizione di lavorare in posizioni scomode senza far fatica, anche in campo aperto.

Pure l’area dei veicoli industriali a guida automatica è in forte evoluzione. La ricerca è continua per rendere più sofisticati questi Agv (Automated guided vehicle), perché si muovano tra le linee per movimentare i lotti senza più marker ottici a terra o elettrici, raccogliendo invece informazioni dall’ambiente e riconoscendo gli elementi di disturbo. Gli Agv Comau sono piuttosto compatti, per muoversi agilmente in spazi ridotti, ma possono trasportare fino a una tonnellata e mezzo. L’evoluzione sarà quella di avere il carrello semovente con montato sopra il braccio robotizzato, per riunire sullo stesso veicolo presa e spostamento. Al momento sono in corso delle applicazioni pilota, ma il vero limite è ancora la durata delle batterie, soprattutto aumentando il peso da trasportare.

 

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Esoscheletro Comau

 

L’anima ingegneristica di Comau, anche per veicoli elettrici

Il business dei robot, anche se molto affascinante, copre una parte minoritaria dell’ attività di Comau, la cui anima principale sono la progettazione e la realizzazione di grandi impianti di assemblaggio auto, dalla saldatura delle lamiere semplici alla struttura completa con saldatura di ogni sua parte. In questo caso Comau è un grande system integrator di impianti di carrozzeria, con quattro poli principali di progettazione e produzione: in Italia, negli Usa a Detroit, dove ha acquisito un’azienda leader nel settore nel 1995, in Cina, a Shanghai e in altre due location, con circa mille dipendenti in totale, e in Sudamerica, in particolare in Brasile, con circa 4.000 dipendenti. In Francia, invece, ha uno stabilimento di circa 500 persone per la lavorazione meccanica (la terza anima di Comau) e in Romania altre circa 500 per la produzione di impianti di carrozzeria. Tutti impianti ad alta automazione e robotizzazione.

Se prendiamo a esempio la linea di produzione della Panda a Pomigliano, in essa sono all’opera 800 robot distribuiti su stazioni (isole di lavorazioni), che ne comprendono 15-18 alla volta per i vari passaggi fino alla saldatura finale. Sono impianti che possono avere anche un valore di diverse centinaia di milioni di euro di investimento. Ora una parte della ricerca di Comau è orientata all’e-mobility, cioè alle lavorazioni e all’assemblaggio delle auto elettriche, che hanno caratteristiche diverse da quelle con il motore a combustione, tra i primi a sviluppare competenze nell’assemblaggio di veicoli elettrici grazie alla collaborazione con diversi produttori automotive, tra cui Tesla. Le forze in gioco sono diverse da quelle dell’automobile tradizionale: il carburante è rappresentato da batterie pesanti da alloggiare sotto il sedile. L’auto non va saldata ma rivettata, poiché si usa alluminio anziché acciaio e la ricerca continua per realizzare un’auto sempre più leggera, sia per carrozzeria che per batterie, per ridurre i consumi.

 

Assemblaggio Comau per Fca

 

La terza anima: lavorazioni meccaniche di precisione

È l’anima più tradizionale di Comau, ma sempre secondo gli standard più evoluti: lavorazioni meccaniche di precisione per l’automobile. Teksid, altra società del Gruppo Fca, fonde i monoblocchi grezzi e Comau si occupa di produrre le macchine che consentono le lavorazioni successive, anche con il contributo dei propri robot, fino al basamento del motore e al posizionamento dei cilindri e dei pistoni con lavorazioni di precisione di foratura e filettatura, realizzate da macchine a controllo numerico. Queste lavorazioni bene si integrano con l’assemblaggio e il posizionamento dei componenti del motore, che è sempre più sofisticato per l’evoluzione dei cambi automatici che sono arrivati a 10-12 rapporti. La ricerca continua su tutti i fronti applicativi della galassia Comau.














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