I progetti di Sap su IA generativa e aziende: passa solo dal cloud. E…

di Renzo Zonin ♦︎ Responsible, Relevant e Reliable: le tre "R" di Joule, l'IA generativa di Sap che sarà disponibile solo tramite cloud. Questo perché il modello si alimenta con i dati degli erp degli utenti. Che dovranno dare il consenso per questo utilizzo. Ma che possono dormire sonni tranquilli: le informazioni riservate saranno al sicuro. L'integrazione del machine learning in Sap S/4Hana. Gli utilizzi nell'HR e nella supply chain. Se ne è parlato al Sap Executive Summit con l'ad Carla Masperi e il cro Scott Russell

I futuri sviluppi tecnologici di Sap saranno basati su due capisaldi: il cloud e l’intelligenza artificiale generativa. Questo è quanto emerge chiaramente dalla 17esima edizione del Sap Executive Summit, evento che annualmente riunisce a Villa d’Este di Cernobbio oltre 100 business leader e aziende partner del mondo Sap.

Nei piani futuri di Sap, le due tecnologie sono strettamente connesse. Tanto che la GenAI sarà disponibile solo tramite cloud e non nelle installazioni on premise. Questo perché l’infrastruttura di GenAI creata da Sap utilizza un Foundation Model che va alimentato con i dati degli erp degli utenti, e quindi non potrebbe essere “addestrato” in modo adeguato utilizzando solo i dati di un singolo cliente. A scanso di equivoci, precisiamo subito che Sap non ruba i dati di nessuno, tanto meno dei propri clienti: l’azienda tedesca infatti chiede loro preventivamente il permesso di utilizzare i dati per l’addestramento del motore di IA, ovviamente fornendo le massime garanzie di riservatezza. Nessuno, quindi, potrà chiedere a Joule (il “copilot” di Sap) informazioni riservate sui propri concorrenti. Al momento in cui scriviamo, sono già oltre 25.000 le aziende che hanno dato a Sap il permesso di usare i propri dati per l’addestramento del modello. Merito anche del fatto che Sap ha basato la sua implementazione dell’intelligenza artificiale generativa sulle “Tre R”: l’IA deve essere Responsible, Relevant e Reliable, ovvero rispettosa dell’etica (Sap collabora con varie Istituzioni impegnate nell’elaborazione di normative sull’IA), in grado di comprendere i contesti di utilizzo in ambito business, e affidabile nel dare risposte precise e utili.







Sap sta accelerando il lavoro di integrazione del sistema di IA generativa nel suo portfolio cloud, grazie anche a un esteso programma di reskilling, con l’obiettivo di rendere l’IA pervasiva nella maggior parte delle funzionalità disponibili. I vantaggi per i clienti che adottano l’IA sono duplici: da una parte, l’alto livello di automazione dei task permesso dall’AI consente di aumentare produttività ed efficienza dell’azienda, riducendo i tempi di esecuzione di molti task in modo estremamente significativo; dall’altra, i dipendenti, liberati da compiti tediosi e ripetitivi, non solo sono più produttivi, non solo hanno più tempo per dedicarsi a compiti a maggiore valore aggiunto, ma in più hanno un’esperienza utente che dà loro maggiore soddisfazione, migliorando il “clima” generale in ufficio.

Il punto sul cloud

Scott Russell,, chief revenue officer di Sap.

La transizione verso il cloud è stata avviata da Sap in tempi relativamente recenti, con la prima versione cloud di S/4Hana resa pubblica nel novembre del 2015. E i risultati sembrano dare ragione al colosso tedesco. «Stiamo facendo un buon lavoro – conferma Scott Russell, chief revenue officer dell’azienda, di cui di fatto è il numero 2 mondiale – negli ultimi 12 mesi, abbiamo aggiunto decine di migliaia di nuovi clienti nel cloud. Gestiamo centinaia di migliaia di sistemi, e ogni mattina 500 milioni di persone fanno il log-in nelle Sap Cloud Solutions».

La bontà dei risultati dipende da vari fattori, primo fra tutti la qualità delle soluzioni offerte in cloud, ma sicuramente importante è stata la convinzione con cui Sap ha abbracciato il nuovo paradigma. Convinzione ribadita da vari relatori in più occasioni durante il Summit, e sintetizzata da Russell con la frase: «Tutto ciò di cui parliamo oggi è disponibile in cloud. Nulla è disponibile on premise». L’introduzione delle tecnologie di intelligenza artificiale generativa, tra l’altro, potrebbe rendere rapidamente obsoleta la versione di S/4Hana on premise. Questo perché la natura stessa dei Large Language Model e più in generale della tecnologia implementata da Sap rende difficile, se non impossibile, la sua allocazione, training e aggiornamento su sistemi di fatto isolati. Staremo a vedere cosa succederà con il cambio del ciclo di rilascio delle nuove versioni, che diventa biennale (con 7 anni di manutenzione), ma la strada prospettata è quella di una versione cloud di S/4Hana potenziata in tutte le sue parti dall’IA generativa, e una versione on premise che non potrà godere di questa tecnologia, tagliando fuori il suo utilizzatore dai miglioramenti di produttività offerti dalla tecnologia. Buona fortuna a chi dovrà competere contro concorrenti dotati di IA.

L’IA è già a bordo

Carla Masperi, ceo di Sap Italy.

Anche se abbiamo parlato al futuro – e non per niente il titolo del Summit era “Generiamo futuro” – bisogna dire che l’intelligenza artificiale è già presente e disponibile nel software Sap. Negli ultimi mesi, infatti, lo sviluppo software nell’azienda si è concentrato sulla creazione di una serie di componenti di IA da integrare nel portfolio business di Sap. A partire da Joule, un’interfaccia utente generativa che in Sap definiscono “Un copilot che capisce realmente il vostro business”; e proseguendo con la AI Foundation, ovvero quello strato che si occupa di fornire capacità IA alla piattaforma di business technology di Sap.

«L’intelligenza artificiale è già una funzionalità centrale e integrata delle applicazioni Sap per il business, utilizzata da decine di migliaia di clienti – ha dichiarato in apertura del Summit Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia – Un’intelligenza che per noi si basa su 3 pilastri. “Responsible” perché come leader responsabile abbiamo a cura le implicazioni dal punto di vista etico e della privacy di questa nuova tecnologia; “Relevant” poiché un’AI efficace deve conoscere il contesto in cui si muove l’azienda e i processi su cui si basa, che siano in area supply chain, finance, customer experience o human resource; e, infine, “Reliable”. L’IA, infatti deve dare risposte precise e di qualità. Diventa quindi fondamentale il lavoro che come Sap stiamo facendo e continueremo a fare di addestrare l’IA e offrire casi d’uso di valore per sostenere la crescita dei nostri clienti».

È interessante notare che, per supportare al meglio lo sviluppo delle tecnologie IA “in house”, Sap ha dato l’avvio a un estensivo programma di reskilling del proprio personale e di acquisizione di risorse esterne già formate su temi IA. Nel programma sono coinvolte circa 8.000 posizioni, e una volta a regime dovrebbe garantire uno spostamento del bilanciamento di competenze interne a favore delle nuove tecnologie, producendo conseguentemente un’ulteriore accelerazione dei programmi di sviluppo cloud & AI.

Mettere al lavoro l’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è utilizzata in ambito aziendale da anni, basti pensare ai sistemi predittivi per la manutenzione dei macchinari, o quelli per le previsioni di borsa. Ma in questo caso stiamo parlando di qualcosa di nuovo, ovvero dell’uso dell’IA generativa in ambito business. Questa tecnologia è “esplosa” all’improvviso pochi mesi fa in ambito prettamente consumer, con l’arrivo di ChatGpt, e da quel momento la crescita (in termini di sofisticazione, numero di siti, numero di applicazioni) è stata esponenziale; tuttavia, la maggior parte delle applicazioni è emersa in ambito consumer, con servizi capaci di creare testi, immagini, video, ma soggetti a difetti di non poco conto.

L’intelligenza artificiale è già presente e disponibile nel software Sap. Negli ultimi mesi, infatti, lo sviluppo software nell’azienda si è concentrato sulla creazione di una serie di componenti di IA da integrare nel portfolio business di Sap. A partire da Joule, un’interfaccia utente generativa.

Basti pensare alle allucinazioni, ovvero risposte apparentemente circostanziate ma completamente inventate dall’IA. O alle foto con errori tipo mani a sei dita. Solo da poco hanno cominciato a emergere casi d’uso “business oriented”, che chiaramente richiedono l’uso di language model con determinate caratteristiche: per esempio devono essere, come accennava Masperi, “reliable”, ovvero non inventare risposte a caso, e “Responsible”, ovvero, per esempio, addestrati con dati di cui è stato autorizzato l’uso.

Qualche esempio dell’uso dell’IA generativa nel business

Sap SuccessFactor. Utilizzando l’intelligenza artificiale generativa con un co-pilot è possibile automatizzare sia la generazione della descrizione del lavoro, sia la selezione dei candidati migliori. È possibile fornire feedback e ottimizzare il tutto per abbinare il lavoro da svolgere al candidato disponibile.

Ma quali sono dunque i “casi d’uso” dove Sap vede un immediato vantaggio competitivo dell’uso dell’IA generativa? Ci sono per esempio casi specifici dove l’integrazione del machine learning in Sap S/4Hana sta trasformando i processi tradizionali, consentendo agli utenti di concentrarsi su attività strategiche, mentre il software si occupa delle mansioni che richiedono molto tempo?

«Pensiamo ai responsabili delle assunzioni, quindi ai reclutatori – esordisce Russell – È interessante notare che, in collaborazione con Microsoft, SuccessFactors (la piattaforma per la gestione del capitale umano di Sap, basata su cloud e fornita As a Service, NdR) è utilizzato da oltre 200 milioni di utenti, il che rappresenta un gruppo piuttosto ampio. Tuttavia, con SuccessFactors c’è molta attività di reclutamento, e i responsabili delle assunzioni hanno bisogno di completare una serie di compiti. Uno che richiede molto tempo è la stesura di una descrizione del lavoro, fatta senza “bias”, e poi assicurarsi che corrisponda. E quando si ricevono i candidati, automatizzare questo processo richiede molto tempo. Quindi, utilizzando l’intelligenza artificiale generativa con un co-pilot è possibile automatizzare sia la generazione della descrizione del lavoro, sia la selezione dei candidati migliori. È possibile fornire feedback e ottimizzare il tutto per abbinare il lavoro da svolgere al candidato disponibile. Si tratta di un modello semplice, ma molto efficace, che i nostri clienti SuccessFactors possono sfruttare».

A parte il segmento “trasversale” delle Risorse Umane, ci sono esempi più legati alle attività manifatturiere? «Un altro esempio riguarda la catena di approvvigionamento, in particolare la gestione dei trasporti. Attualmente, esiste una verifica manuale delle ricevute di merce. Quando effettui una consegna, ottieni una ricevuta di merce che indica cosa è stato consegnato. Ora, c’è la possibilità di abbinare queste ricevute con le note di consegna, automatizzando il processo di abbinamento. Abbiamo analizzato questo processo a partire dalla consegna dei camion, e di solito richiede circa 10 minuti, ma possiamo ridurlo a 3 minuti o anche meno. Questo rende la consegna più efficiente. E se pensiamo al volume incredibile di merci distribuite e trasportate ogni giorno, automatizzare questo processo su larga scala offre un notevole miglioramento dell’efficienza alle aziende».

È chiaro che l’obiettivo principale è sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per automatizzare il maggior numero di task possibile. Perché è proprio qui che l’IA generativa può dare vantaggi immediati.

«In tutti i nostri scenari – dall’elaborazione delle fatture ai processi di assunzione, dalla gestione dei trasporti alla gestione delle merci e delle ricevute – l’obiettivo è automatizzare quelli che altrimenti sarebbero compiti manuali – conferma Russell – Le aziende, grazie a questa automazione, possono impiegare il loro personale per compiti più stimolanti, anziché dedicarlo a mansioni manuali».

Le possibilità di automazione di task che Sap può perseguire con successo sono decisamente pervasive, visto che la software house tedesca è leader di mercato e gestisce di fatto tutti i processi principali della maggior parte delle grandi imprese: dall’ordine all’incasso, dall’approvvigionamento al pagamento, dall’assunzione alla pensione. Tutti i processi principali sono comunemente eseguiti su applicazioni Sap. La strategia Sap prevede di rendere facile per le aziende l’adozione di questa tecnologia, dando la possibilità di ottenere benefici immediati, utilizzando gli strumenti “così come sono”, per esempio tramite l’interfaccia in linguaggio naturale Joule. In seguito ogni azienda potrà concentrarsi su come realizzare quelle capacità uniche da “ultimo miglio” di cui ha bisogno, sfruttando per questo il livello di fondazione IA integrato nel software Sap.

Gestire i processi S/4Hana con l’IA

L’IA generativa promette processi più efficienti e gestiti in modo più accurato all’interno di Sap S/4Hana. Questo avviene anche in moduli come finanza, approvvigionamento, supply chain.

L’IA generativa promette processi più efficienti e gestiti in modo più accurato all’interno di Sap S/4Hana. Ma questo avviene anche in moduli come finanza, approvvigionamento, supply chain? «Fatturazione, pagamenti, tutte le diverse attività legate alla catena di approvvigionamento, dalla pianificazione fino alla consegna delle merci – puntualizza Russell – Pensa alla previsione della domanda. Un buon esempio di quello che abbiamo implementato nell’ambito degli acquisti è il compito di creare una nuova categoria. Quando sei un category manager e devi fare un acquisto, creare una nuova categoria richiede fino a 12 settimane per comprendere la categoria, identificare i fornitori disponibili e quindi analizzare i benefici della gestione di quella categoria. Noi possiamo farlo in pochi secondi, perché il vantaggio di generare una nuova categoria, sfruttando i dati che abbiamo nella nostra rete Ariba e di approvvigionamento, per un category manager è enorme. Il category manager dovrà comunque esaminare ciò che è stato creato e potrebbe apportare qualche piccola modifica, ma il compito manuale che storicamente è stato piuttosto gravoso per i category manager è scomparso». Ma possiamo ridurre il tutto a una maggiore efficienza dovuta a un uso estensivo dell’automazione dei task, consentito dall’IA? «Possiamo migliorare la produttività, e ovviamente possiamo spingere l’automazione – ribatte Russell – Ma quello che penso venga spesso trascurato è la soddisfazione dell’utente, il piacere dell’utente, che è un elemento chiave in questo caso. E siamo molto concentrati, dal lato dell’ingegneria del prodotto, sull’usabilità e sull’adozione da parte degli utenti. E non sto parlando a livello aziendale, sto parlando dell’utente individuale che accede, che svolge queste attività e rende la sua esperienza lavorativa, la sua esperienza utente, davvero positiva. E quindi, ovviamente, con Sap che è molto forte nei dati di processo e nel modo in cui viene gestito il flusso di lavoro aziendale, l’usabilità è un elemento chiave e penso che ci permetta di differenziarci nuovamente. Forse storicamente le aziende non attribuivano importanza all’usabilità e a un’esperienza utente ottimale. Saremo sicuramente leader in questo in futuro, grazie all’IA generativa» conclude Russell.














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