Il cubo di Rubik del software industriale

di Piero Macrì ♦︎ Arriva Roi 4.0, strumento di Anie Automazione per quantificare le variabili monetarie dei processi Industry 4.0. Perché al di là di tutto, è fondativo capire quanto si spende e quanto si guadagna. Se ne parla al Forum di Messe Frankfurt l’8 ottobre a Napoli

Comprendere l’impatto economico in termini di costi e ricavi che può derivare da un cambiamento di processo. Individuare le interconnessioni, a livello di operation e di business, di tipo verticale e orizzontale, che possono contribuire alla monetizzazione di Industria 4.0. Il Gruppo Software Industriale di Anie Automazione annuncia la nuova iniziativa Roi 4.0, ovvero un modello – realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa, l’Università degli Studi di Firenze e la Scuola Superiore Universitaria Sant’Anna di Pisa – che permette alle Pmi di calcolare il ritorno dell’investimento in tecnologie digitali. Roi 4.0 può essere immaginato come una sorta di cubo di Rubik, dalla cui soluzione è possibile trarre la mappatura corretta tra i processi Industry 4.0 e le variabili monetarie (ricavi, costi, capitale investito e costo del capitale) che determinano la redditività dell’investimento. «È un modo per colmare un vuoto culturale e sopperire all’insufficienza cronica della misurazione economica finanziaria nel mondo delle Pmi», afferma Massimo Marchetti, presidente del gruppo software industriale di Anie. L’iniziativa è stata infatti pensata per essere applicabile in quei contesti in cui spesso mancano dati analitici e benchmark su cui basare le stime dei benefici conseguibili l’adozione di nuove tecnologie. Ampia visibilità al servizio verrà data nel corso della tavola rotonda “Software Industriale 4.0: il motore della crescita” promossa dal Gruppo Software Industriale di Anie Automazione e organizzata da Messe Frankfurt Italia che si svolgerà l’8 ottobre prossimo presso l’Apple Developer Academy di Napoli. «L’evento – spiega Marco Vecchio, segretario di Anie Automazione – vuole rappresentare un’occasione di confronto con le realtà manifatturiere del Sud Italia e di stimolo all’adozione di queste tecnologie, motore della crescita del comparto».

 







Industria 4.0 nel meridione d’Italia. Proseguono le iniziative itineranti di Anie e Messe Frankfurt

Dopo la prima edizione di Forum Software Industriale, l’incontro di Napoli intende promuovere una nuova opportunità di confronto, questa volta nel Mezzogiorno, per discutere i benefici derivanti dalle infrastrutture It in un bacino importante, caratterizzato da una presenza capillare di imprese manifatturiere. Tappa di avvicinamento al Forum, in programma a febbraio 2020, il convegno tratterà quattro tematiche principali: smart manufacturing, virtual manufacturing e smart product, sicurezza informatica. Interverranno i fornitori di tecnologia specializzati in software industriale, riconosciuto come fattore abilitante nel processo di digitalizzazione delle imprese, in un contesto favorito dagli incentivi del Piano Impresa 4.0. All’evento di Napoli saranno presenti Abb, Hpe, Miraitek, Oracle, Rockwell Automation, Schneider Electric, Servitecno, Siemens Italia, Techsol e Var Group. «Intelligenza artificiale e collaborazione uomo-macchina, il valore dei dati nell’integrazione dei sistemi di fabbrica e la necessità, sempre più stringente, di proteggerli dai cyber attacchi: questi sono solo alcuni dei temi che saranno affrontati durante l’evento», dice Marco Vecchio.

Massimo Marchetti, presidente del gruppo software industriale di Anie; Lino Cinquini, professore dell’istituto di management della Scuola Sant’Anna di Pisa; Marchio Vecchio, segretario di Anie Automazione

Competence center di Napoli, un presidio tecnologico per il meridione d’Italia

Per Domenico Accardo, professore associato presso l’Università Federico II e responsabile del competence center, la giornata organizzata da Anie ha una valenza simbolica per discutere nel Sud Italia di Industria 4.0. I settori di attività prevalenti in cui sono coinvolte le 30 aziende che supportano il progetto campano sono automotive, aerospace, Ict, agrifood, trasporti e farmaceutico. «Obiettivo è ricercare un’integrazione verticale e allo stesso tempo orizzontale. Da una parte, far si che le filiere 4.0 delle grandi aziende raccolgano l’adesione delle piccole imprese, dall’altra promuovere competenze e capacità di tipo multidisciplinari trasversali a tutte le aziende». Il competence center è legato all’Università Federico II e si appresta a divenire un vero presidio tecnologico per il meridione d’Italia. Oltre al competence center, nell’area universitaria sono inoltre già presenti la Cisco Academy e la Apple Academy, strutture che hanno l’obiettivo di creare formazione e competenze per accelerare il percorso di digitalizzazione delle imprese.

Le sfide manageriali di Industry 4.0 (Fonte: Schneider P., “Managerial challenges of Industry 4.0: an
empirically backed research agenda for a nascent field”, Review of Management Science, 12, 2018)

Creare la combinazione vincente Industry 4.0

«Roi 4.0 vuole essere uno strumento snello e pragmatico per riuscire a dare una rappresentazione, il più reale possibile, del valore associato alle applicazioni smart più diffuse», afferma Massimo Marchetti. «Può essere utilizzato sia ex ante che post ante. In quest’ultimo caso serve a comprendere le eventuali criticità che si sono affrontate nel corso del progetto, permettendo interventi correttivi e una ri-focalizzazione degli obiettivi primari». Per offrire una sufficiente capacità orientativa sono state poi stilate delle check list di tipo verticale che permettono di declinare il vantaggio economico per tutta una serie di istanze applicative.

La creazione di valore economico ed i value driver. Fonte Anie

Nel white paper redatto da Anie vengono inoltre elencati i tanti benefici conseguibili: maggiore flessibilità, a seguito dell’automazione intelligente, con possibilità di sviluppare a costi ridotti produzioni personalizzate; tempi più rapidi per arrivare sul mercato (go-to-market) con nuovi prodotti e servizi; maggiore produttività di tutti i fattori (impianti, lavoro, energia); qualità più alta, a seguito del più efficace controllo e regolazione dei processi di trasformazione; maggiore competitività di prodotti digitali, intelligenti e interconnessi (smart product), che diventano meccanismi per l’erogazione di servizi digitali (digital services) ad alto valore aggiunto per clienti e utilizzatori finali.

I tre livelli delle tecnologie abilitanti. Fonte Anie

Efficienza, competitività, cambiamento di modello di business

«Per effetto del Piano Calenda, le Pmi hanno investito in molti sistemi e tecnologie abilitanti Industria 4.0. Ma è importante che questi vengano considerati all’interno di un piano di miglioramento», dice Marchetti. «Pur se gli investimenti per innovare la fabbrica e renderla digitale sono diventati necessari, gli imprenditori hanno l’esigenza di valutare in modo canonico, con il linguaggio del business, la convenienza ad effettuare tali investimenti. Efficienza, competitività, cambiamento di modello di business. Il tutto deve essere visto in un’ottica di capacità di trasformazione organica. È in questa prospettiva che abbiamo volute creare questo progetto. Sappiamo infatti che il valore dell’investimento 4.0 è di difficile comprensione, poiché sottintende un cambio di paradigma che prevede di sfruttare tutto un ventaglio di tecnologie da cui dipendono un numero infinito di variabili. Ecco quindi uno strumento che mette in relazione l’elevato numero di componenti che afferiscono a questo tema in modo da semplificare e rendere intellegibile un percorso di trasformazione».

Indicazioni operative per la stima dei benefici conseguibili con ogni specifico
investimento. Fonte Anie

Servitizzazione: cambia il paradigma della produzione dei beni

«Attraverso questo percorso possiamo dare una mano per sfruttare al meglio gli incentivi fiscali e i fattori abilitanti l’accelerazione del ritorno dell’investimento. È importante che le aziende comprendano che la trasformazione digitale non è un percorso che può essere attivato dai soli incentivi», spiega Lino Cinquini, professore dell’istituto di management della Scuola Sant’Anna di Pisa. «Deve essere individuato e definito un percorso strutturale che preveda un piano programmatico di lungo respiro. Significa creare le premesse per avere un sistema di misurazione delle prestazioni con cruscotti di performance relativi ai cambiamenti strutturali e alla competitività che si può conseguire con l’introduzione delle tecnologie». Il Roi 4.0 entra quindi nel merito dei modelli di business che tendono a rendere il servizio prioritario rispetto al prodotto fisico. «Cambia il paradigma della produzione dei beni. Le imprese manifatturiere si trovano a gestire temi tecnologici e gestionali che pongono il servizio sempre più al al centro della propria attività». È quanto emerge da una recente ricerca Anie: su un campione di 55 aziende, prevalentemente legate al settore machinery, la componente di servizio genera già oggi un 25% del fatturato ed è in crescita costante. Ecco, quindi, la necessità di interpretare i modelli di business da un punto di vista economico per sapere cosa, come e quanto gli investimenti digitali impattano sugli economics delle Pmi.

 

Le variabili di investimento contenute nel Roi 4.0

Il modello implementato da Anie in collaborazione con le Università toscane è di generale applicazione e mantiene validità in molteplici domini (progettazione, produzione, qualità, manutenzione, sicurezza) e per tutte le tecnologie di interesse del Piano Nazionale Industria 4.0.

Advanced Manufacturing Solutions e Cyber Physical System –  Impianti, macchine e robot collaborativi (cobot) interconnessi e rapidamente programmabili, tali da comporre sistemi avanzati di produzione e logistica ad elevato grado di automazione.

Simulation e Digital Twin – Simulazione tra impianti, macchine e robot/cobot interconnessi per ottimizzare processi di fabbricazione (produzione adattativa e manutenzione predittiva, sistemi cognitivi, ambienti di modellazione e analisi stocastica, ambienti di regolazione e controllo adattativo del sistema produttivo.

Big Data and Analytics – Analisi di un’ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi.

Horizontal/Vertical Integration (It/Ot) – Integrazione informazioni lungo la catena del valore (dal fornitore al consumatore), attraverso i differenti livelli di controllo della fabbrica (Mom/Mes) e con le tecnologie di integrazione dei flussi di informazioni (Edge Computing).

Industrial Internet (IoT) – Comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti.

Computer Vision & Mixed Reality – Computer vision e realtà mista (virtuale e aumentata) a supporto dei processi produttivi (automazione, formazione, collaborazione).

Additive Manufacturing – Stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitali (Cad/Cam).

Cloud computing – Gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti.

Cyber-security – Sicurezza durante le operazioni in rete e su sistemi aperti.














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