Da azienda guidata dai processi a data driven company: Prysmian mette i dati al centro

di Filippo Astone e Marco de’ Francesco ♦︎ Tramite risorse per 450 milioni entro il 2022, l’azienda guidata da Valerio Battista vuole trasformarsi in una smart factory capace di controllare lo shopfloor grazie alle nuove tecnologie. E vuole “ibridizzare” i prodotti: High Depth Submarine, P-Laser, Sirocco Microduct, FlexRobbon e Pry-Cam Home. Come? Grazie a Digital Strategy & Innovation Lab, Prysmian Electronics e Corporate Hangar. Ne abbiamo parlato con il Chief Digital & Information Officer Stefano Brandinali e con la direttrice del Digital Strategy & Innovation Lab Carlotta Dainese

«L’innovazione è l’argomento centrale della prosperità economica» – afferma il docente all’Harvard Business School Michael Porter. Lo è, o dovrebbe esserlo, soprattutto per le aziende, che sono il motore della ricchezza. E lo è di sicuro per Prysmian – il Gruppo (da 10 miliardi di fatturato) specializzato nella produzione di cavi per l’energia e per le telecomunicazioni, e di fibre ottiche – che ne ha fatto il pilastro della propria strategia di crescita. Prysmian, guidata da Valerio Battista, è il leader mondiale nel settore dei cavi, la maggiore azienda privata di produzione industriale in Italia, l’unica public company quotata a Piazza Affari. Il processo di innovazione (con un investimento di 450 milioni di euro entro il 2022) si può declinare dal punto di vista dei prodotti, della strategia aziendale e della cultura digitale. Ne abbiamo parlato con il Chief Digital & Information Officer Stefano Brandinali e con la direttrice del Digital Strategy & Innovation Lab Carlotta Dainese.

Sul fronte dei prodotti: quelli di Prysmian, pur disponendo di una componente hardware importante, verranno tutti ibridati con il digitale. È il passaggio dal manufatto alla “soluzione”. «Per ora – afferma il Chief Digital & Information Officer di Prysmian Group Stefano Brandinali – le revenue di dquesti nuovi beni non sono alte, anzi sono attorno ai 20 milioni, ma i margini sono elevati; e poi gli “ibridi” rafforzano l’immagine di un’azienda che investe nelle tecnologie d’avanguardia, e quindi ci aiutano a vincere le commesse». Sul fronte della strategia aziendale: Prysmian è impegnata nella trasformazione in una società capace di controllare lo shopfloor grazie alle nuove tecnologie (smart factory) e in grado di utilizzare i flussi di dati per prendere decisioni informate (data driven company). Su quello della crescita della cultura digitale: si tratta di porre i dipendenti nella condizione di utilizzare nuovi strumenti, e i clienti (che sono industrie, Utility e grandi compagnie di distribuzione di materiale elettrico) in quella di padroneggiare soluzioni all’avanguardia.







Per realizzare tutto ciò, Prysmian ha dato vita ad un’area innovazione articolata, dove convivono realtà complementari ma che svolgono attività diversificate: la componente “classica”, per lo sviluppo dei prodotti e dei servizi; il Digital Strategy & Innovation Lab, Prysmian Electronics e il Corporate Hangar. Tutte queste componenti saranno illustrate in seguito. Così come saranno esaminati al dettaglio alcuni fra i più importanti prodotti “ibridi”: High Depth Submarine, P-Laser, Sirocco Microduct, FlexRobbon e Pry-Cam Home.

 

Gli obiettivi dell’innovazione di Prysmian 

Il Chief Digital & Information Officer di Prysmian Group Stefano Brandinali

Per Brandinali «entro pochi anni ogni impresa sarà digitalizzata e interconnessa con il resto del mondo: le attuali barriere verranno abbattute, rendendo le future aziende osmoticamente porose e dinamiche. Vedremo la nascita di una nuova società cognitiva, e la cultura dell’esplorazione sostituirà gradualmente il mito dell’efficienza continua». Per Brandinali, cioè, l’innovazione non può che essere “pervasiva”, per l’azienda e il suo mondo; non può che riguardare gli strumenti, i processi, i prodotti, e anche la cultura specifica dei dipendenti e dei clienti. Non c’è un’altra soluzione, se non quella di correre al passo serrato per restare agganciati ad una realtà mutevole, fluida e differenziata. Attendere è fermarsi, e fermarsi significa perdere posizioni sul mercato. Dunque, quando si parla dell’innovazione in Prysmian, conviene considerare tutti i singoli layer sui quali è destinata ad incidere.

 

1) Il prodotto: da hardware puro a soluzione permeata dal digitale

Per lungo tempo, i cavi sono stati considerati delle commodity di cui non si poteva fare a meno, rappresentando la spina dorsale della comunicazione locale, nazionale e internazionale. Le caratteristiche richieste dal mercato erano la sicurezza e l’affidabilità. Proprietà importanti anche oggi, ma ad esse se ne sono affiancate altre, negli ultimi anni. Le aziende utenti dei settori Tlc e dell’energia puntano sul prodotto digitalizzato, quello sul quale scorrono i dati e grazie al quale si possono fornire e ottenere servizi. Inoltre, si sta imponendo un altro trend, quello della sostenibilità. In un mondo orientato alla carbon neutrality, il cavo è chiamato ad essere della partita; anzi, è uno degli strumenti fondamentali per alimentare la transizione energetica. Va realizzato con materiali biologici, riciclabili e eco-label: ciò richiede innovazione, e quindi un sostanzioso investimento in ricerca e sviluppo.

Prysmian ha dato vita ad un’area innovazione articolata, dove convivono realtà complementari ma che svolgono attività diversificate: la componente “classica”, per lo sviluppo dei prodotti e dei servizi; il Digital Strategy & Innovation Lab, Prysmian Electronics e il Corporate Hangar

2) L’azienda: verso la data-driven company

La direttrice del Digital Strategy & Innovation Lab Carlotta Dainese

«Intendiamo realizzare la transizione da azienda guidata dal processo a data driven company» – ha affermato Brandinali. Questa è un’impresa che considera la gestione dei dati non come un mero fattore tecnico, ma come un pilastro strategico del business. Le decisioni, cioè, sono basate su fatti oggettivi, che derivano dall’analisi delle informazioni raccolte (con frequenza) sul campo. Oggi un Ceo, un manager, un operatore di linea, devono scegliere velocemente, perché i tempi dell’industria sono sempre più incalzanti; e le serie storiche e le analisi metriche non bastano più. «Disponiamo, da questo punto di vista, di un grande patrimonio: 106 stabilimenti in giro per il mondo» – ha commentato la Dainese. L’apparato fisico, cioè, può essere la base del network di raccolta dati. In passato le aziende che avessero voluto intraprendere questa strada erano costrette a selezionare le informazioni, perché c’erano dei limiti tecnici in termini di comunicazione ed elaborazione. Ora è diverso: c’è la banda larga, il Cloud, e ci sono grandi capacità di calcolo e di storage.

 

3) L’elemento umano: Prysmian come digital player

Prysmian intende diventare un player digitale, che consenta a dipendenti e clienti di prendere parte alla Quarta Rivoluzione Industriale. Ciò comporta, per gli uni e per gli altri, avanzamenti in termini di alfabetizzazione digitale.

 

Un piano di innovazione in tre azione 

Per i citati tre layer è stato dunque approntato un piano di innovazione in tre azioni.

Anzitutto, si tratta di spingere per l’evoluzione del portafoglio, con nuovi modelli di business legati a prodotti “ibridi”, e cioè largamente digitalizzati. Si tratta delle “soluzioni” cui abbiamo accennato poc’anzi.

In secondo luogo, si tratta di trasformare l’insieme delle fabbriche in una smart factory, un’azienda che grazie all’implementazione di tecnologie come l’AI, da una parte coordina dinamicamente i processi e ottiene un controllo totale dello shopfloor con la convergenza tra la rete industriale e quella informatica, dall’altra si relaziona con l’ecosistema di cui fa parte, elaborando dati provenienti da una pluralità di fonti. Ma che c’entra la smart factory? C’entra, perché pone il dato al centro del sistema-azienda e quindi costituisce la base per la realizzazione della citata data driven company.

In terzo luogo, si intende diffondere le pratiche digitali come “plancton” nell’organizzazione. Questo significa dar vita ad iniziative e progetti culturali di grande ampiezza, per incrementare gli skill tecnologici del personale e dei clienti, che devono essere in grado di utilizzare le “soluzioni”.

Per i tre layer è stato approntato un piano di innovazione in tre azioni

Le componenti dell’area innovazione di Prysmian 

1) L’area “classica” di innovazione

Anzitutto, c’è la componente che Brandinali definisce quella più «classica, tradizionale, focalizzata sulla ricerca e sullo sviluppo del prodotto e del servizio». Consta di 25 centri di ricerca; il più importante è quello di Milano, che peraltro dispone di un laboratorio di testing dove si lavora con potenziali elettrici pari a due milioni di volt. Coinvolge 900 addetti, di cui 250 specialisti. Negli anni, Prysmian ha depositato più di 5mila brevetti; e l’azienda collabora con una pluralità di università e istituti scientifici.

 

2) Il Digital Strategy & Innovation Hub

ceo di Prysmian
Valerio Battista, ad di Prysmian

C’è poi una seconda componente, dedicata al digitale: è guidata dallo stesso Brandinali. Fa capo ad essa il Digital Strategy & Innovation Lab che, guidato da Carlotta Dainese, opera trasversalmente a tutti i dipartimenti del gruppo e ha lo scopo di dar vita a progetti pilota in vista della realizzazione di prodotti “ibridi”.

Il Lab sarà protagonista di un ulteriore articolo di Industria Italiana.

 

3) Prysmian Electronics

La terza componente è Prysmian Electronics, nata dalla volontà del Gruppo di costituire un nucleo operativo in grado di realizzare prodotti basati sull’elettronica e destinati, inizialmente, al monitoraggio dei sistemi in cavo per la trasmissione di energia. Tutto è originato da un brevetto, sviluppato insieme a un team esterno di ricercatori nel 2006, per un dispositivo di rilevamento delle scariche parziali. Nel 2009 Prysmian ha acquisito la proprietà intellettuale del patent e nel 2012 ha creato Prysmian Electronics, società totalmente integrata all’interno del Gruppo e che ha raggiunto nel 2019 15 milioni di euro di ricavi.

 

4) Corporate Hangar, l’acceleratore di start-up

L’ultima componente è un acceleratore di start-up, il Corporate Hangar. Questo è una società partecipata (al 20%) ma al contempo indipendente da Prysmian; ed è anche un team inter-funzionale che integra conoscenze tecniche e commerciali. Ogni membro ha un’area di interesse e competenza: l’équipe è formata da imprenditori, professori universitari, ingegneri, fisici, project manager, designer e altri ancora.

Il Corporate Hangar funziona così. Anzitutto fornisce supporto a Prysmian per i piani di innovazione del Gruppo. In secondo luogo, può sostenere società terze che abbiano idee innovative. Il Corporate Hangar in questo caso definisce una strategia sulla scorta dei progetti presentati, e identifica il modello di business in grado di promuovere il loro sviluppo. Dopodiché si dà vita ai prototipi, con un approccio snello e agile. Infine, si porta avanti un piano specifico al di fuori dei vincoli aziendali, con la creazione di una start-up ad hoc che viene allenata e accelerata finché non è abbastanza matura per essere reinserita nel business dell’impresa. E Prysmian che c’entra? C’entra, perché si viene a creare un ecosistema di aziende le cui competenze sono sperimentate, e che quindi possono validamente relazionarsi con il Gruppo per attività di comune interesse.

Prysmian in pillole

L’assessment digitale a livello di gruppo 

Di recente Prysmian ha dato vita ad un assessment di gruppo, e cioè ad un progetto per analizzare lo stato di digital readiness di tutti e 106 gli stabilimenti. «Non si tratta solo di stare al passo con i tempi – ha affermato la Dainese -: dal momento che l’azienda ha ambizioni digitali e sta investendo in questo campo, certo, è normale chiedersi “a che punto siamo”; qui però si intende introdurre su larga scala soluzioni tecnologiche che valgano per tutti e che abbiano ricadute veloci secondo standard predefiniti. In altre parole, proprio perché si vuole realizzare una lista di azioni prioritarie, abbiamo bisogno di sapere se lo stato di alfabetizzazione digitale sia sufficiente o se sia necessario portare avanti ulteriori attività formative».

Alcuni prodotti innovativi 

1) “High Depth Submarine”, il cavo che resiste alle profondità oceaniche

High Depth Submarine” è un cavo studiato appositamente per le connessioni internazionali e intercontinentali, e quindi interoceaniche. Si tratta di affrontare enormi livelli di pressione, e di garantire al contempo la massima sicurezza. Pertanto, il cavo presenta un’armatura sintetica in un materiale polimerico ad altissime prestazioni meccaniche, la fibra di aramide, più nota come Kevlar e già diffusa per le sue applicazioni nell’aeronautica e nei giubbotti antiproiettile. Questa è più leggera del 30% rispetto all’acciaio, consentendo alle navi di installazione di ridurre il numero di viaggi dedicati ad un singolo progetto, e quindi di risparmiare carburante.

 

2) P-Laser, il cavo completamente ecologico

P-Laser è prodotto utilizzando materiali termoplastici con la tecnologia “zero gas”, che riduce le emissioni di anidride carbonica di circa una tonnellata al chilometro: la fase di degasaggio non è più necessaria. E a fine uso, 500 chilogrammi di materiali plastici di alta qualità possono essere recuperati ogni mille metri. È adatto all’alto voltaggio e può funzionare a temperature più elevate rispetto ai modelli tradizionali.

 

3) Sirocco Microduct e FlexRibbon, soluzioni ultracompatte

Sirocco Microduct è realizzato con materiali riciclabili, come il P-Laser

Sirocco Microduct è un cavo realizzato in plastica riciclata, il cui diametro si è ridotto negli ultimi anni da 250 a 180 millesimo di millimetro, con un sostanziale dimezzamento del volume e del peso. L’installazione richiede sempre meno tempo. FlexRibbon ha un disegno ultra-compatto che utilizza fibre ottiche resistenti alla piegatura, abbastanza piccole da stare in condotti dai 30 a 40 millimetri. Sono presenti più di 1.700 fibre, tuttavia il diametro è stato ridotto del 21% (e il volume del 38%) rispetto al tradizionale design a nastri piatti.

 

4) Pry-Cam Home

Pry-Cam Home è una soluzione intelligente che svolge due funzioni: da una parte, aiuta a prevenire sovraccarichi e guasti alle apparecchiature di casa; dall’altra consente di monitorare l’entità dei consumi. Ciò significa che gli utenti sono guidati verso una maggiore consapevolezza energetica, e che gli elettricisti possono programmare un piano di manutenzione su misura.














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