Otto domande della stampa a Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Terna

di Barbara Weisz ♦︎ La Twin Transition di Terna è un progetto ambizioso, probabilmente il più ambizioso mai fatto dall'azienda. Giuseppina di Foggia, numero uno del colosso, ci spiega i punti salienti. La strategia sulle rinnovabili e sui sistemi di accumulo. L'innovation hub in Tunisia a supporto del Piano Mattei. I benefici per i dipendenti dell'azienda. Sintesi delle risposte date ai giornalisti al termine della presentazione del nuovo piano industriale e dei risultati.

Giuseppina Di Foggia, ceo di Terna

Il Piano Industriale di Terna non è solo «il più sfidante della storia dell’azienda», come ripete la ceo, Giuseppina Di Foggia. E come emerge dall’entità degli investimenti, ben 16,5 miliardi in tre anni, che lo rendono la maggior operazione di sviluppo di questi anni in Italia. È anche un piano al riparo da incertezze legate a fattori macroeconomici, come l’aumento dei prezzi delle materie prime o difficoltà legate alla catena di fornitura. Sono elementi che in realtà hanno inciso relativamente poco anche fino ad oggi nella realizzazione delle infrastrutture, e che comunque non dovrebbero comportare sorprese nemmeno in futuro perché nella maggior parte dei casi o ci sono già i contratti con i fornitori o è stato concluso l’intero processo di acquisto. Come si può leggere nell’articolo più esteso che è stato pubblicato da Industria Italiana qui, il grosso degli investimenti del Piano al 2028 si concentra naturalmente sulla rete: fra potenziamento e nuove opere, interventi tecnici e tecnologici per la stabilità del sistema elettrico (ad esempio, la regolazione della tensione), lavori sugli asset esistenti, vengono spesi 15,5 miliardi (di cui 1,1 coperto da finanziamento pubblico). Obiettivo: realizzare la transizione energetica, in base agli obiettivi previsti dal Pniec (il piano nazionale energia e clima) e dal pacchetto Ue Fit for 55. Durante l’incontro con la stampa che ha seguito la presentazione agli analisti, l’amministratore delegato Di Foggia ha risposto ad alcune domande su aspetti specifici. Ecco che cosa ha detto.

Domanda 1: Nel progetto di transizione energetica acquisisce un ruolo chiave il digitale. Quali sono le strategie di Terna per accelerare la digitalizzazione della rete elettrica?







R: Investiremo il 12% delle risorse stanziate per la digitalizzazione, in base alla considerazione che quella in corso è una “Twin Transition” energetica e digitale. Il ruolo di Terna è garantire la continuità energetica, assicurando la qualità del servizio e la fornitura costante di energia in uno scenario che cambia velocemente. Da un sistema tradizionale con impianti di generazione centralizzati e flussi a senso unico, stiamo velocemente passando a un sistema più complesso e meno prevedibile, caratterizzato da flussi multidirezionali e da un consistente numero di player: Terna fino a qualche anno fa gestiva 800 centrali, adesso ben un milione di impianti. Oltre al fatto che le rinnovabili sono intermittenti per antonomasia, quindi non programmabili. Inoltre, è necessario digitalizzare tante attività, come la manutenzione. Insomma, un nuovo paradigma comporti un importante lavoro su sistemi digitali che lo supportano. Digitalizzazione, però, non è solo questo. E’ anche rendere più efficaci i processi interni, migliorando al qualità della vita e del lavoro delle persone. Per esempio, in ambito human resources, stiamo lavorando a un importante sistema per registrare le competenze e le esperienze delle nostre persone.

Domanda 2: Qual è la strategia per le rinnovabili?

R: L’aumento della complessità [del sistema, NdR] è anche legato alle energie rinnovabili. Ma la piu importante call to action è l’infrastruttura, che deve aumentare la capacità di trasmissione dell’energia supportando il significativo aumento della produzione di rinnovabili.

Quella in corso è una “Twin Transition, energetica e digitale”. Ci sono due miliardi per innovazione e tecnologie digitali, che vengono utilizzati per l’ingegneria della rete, la manutenzione, l’ottimizzazione della trasmissione di energia. E per le risorse umane, con nuove modalità di organizzazione del lavoro e di decision making.

Domanda 3: Avete intenzione di realizzare un innovation hub in Tunisia. A cosa servirà?

R: Supportiamo il Piano Mattei (di cooperazione Italia-Africa, ndr) con un progetto concreto, che interconnetterà con 220 km di cavi sottomarini a 800 m di profondità Tunisia e Italia. Già all’avvio, il progetto vanta due primati: è il primo collegamento diretto fra Africa ed Europa, e per la prima volta la commissione UE assegna un finanziamento a un progetto a cui partecipata un paese non europeo, la Tunisia appunto». L’innovation hub è associato a questa infrastruttura «e ha gli obiettivi della nostra Fondazione: aiutare le startup locali, promuovere corsi specialistici per formare le persone, fare divulgazione sulle nuove tecnologie per la transizione energetica.

Un ponte energetico tra Europa e Africa: è l’interconnessione Italia-Tunisia che sarà realizzata da Terna e STEG, il gestore della rete tunisina. Il nuovo collegamento metterà in comunicazione la stazione elettrica di Partanna (in provincia di Trapani) con una stazione corrispondente, nella penisola di Capo Bon (Tunisia).

Domanda 4: Sono in programma anche sistemi di accumulo per le energie da fonti rinnovabili?

R: Lo sviluppo del network richiede anche una nuova forma di flessibilità in termini di storage, per sostenere completamente l’integrazione di diverse fonti di energia, come il solare e il vento. . La commissione UE ha recentemente approvato il regime italiano per incentivare lo sviluppo dello storage system, e l’asta sarà gestito da Terna. Le aste per l’acquisto di capacità di accumulo sono previste fra fine 2024 e inizio 2025 (compresa la prima asta Macse, Meccanismo di Approvvigionamento di Capacità di Stoccaggio Elettrico).

Domanda 5: Diceva che gli investimenti digitali andranno anche a beneficio dei lavoratori di Terna

R: Stiamo informatizzando tutti i processi Hr per la gestione delle persone. I manager e tutti i dipendenti avranno gli strumenti sia per accedere a una formazione finalizzata sia al raggiungimento delle aspettative di crescita, sia al tracking delle performance. È anche un cambio culturale, che vuole migliorare i processi decisionali e andare verso nuovi modelli di lavoro.

Domanda 6: Qual è il ruolo della Fondazione in questa trasformazione?

R: La nostra Fondazione avrà un triplice scopo: divulgare l’alfabetizzazione energetica, contrastare la povertà energetica e organizzare corsi specialistici per dare alle persone la possibilità di poter essere impiegati nell’ambito energetico.

Domanda 7: Sono in programma acquisti di asset di alta tensione da altri operatori? O, in generale, acquisti di capacità?

R: Arera il 27 dicembre del 2023 con la delibera 616 incentiva i distributori a dismettere alcuni asset che dal punto di vista tecnico sono molto più funzionali alla trasmissione in alta tensione. Sono quindi in corso degli assesment tecnici preliminari su questo tema.

Domanda 8: Quali saranno le tecnologie che abiliteranno la trasformazione di Terna?

R: Investiremo 2 miliardi in digitalizzazione. Utilizzeremo questi investimenti per gestire tute le fasi, dalla progettazione alla manutenzione delle nostre infrastrutture. I 70.000 km della nostra struttura in alta tensione devono essere monitorati per anticipare i problemi in maniera preventiva. È una lunghezza superiore a quattro volte l’equatore. Ecco, noi usiamo dei sensori che sono posti lungo la nostra infrastruttura. Grazie a data analytics, intelligenza artificiale e agli strumenti che abbiamo sui nostri elicotteri, riusciamo a fare un controllo di tutti gli asset due volte all’anno. Questo ha numerose ricadute positive: può prevenire possibili problemi, ma porta vantaggi anche dal punto di vista economico, e per la sicurezza dei dipendenti.














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