Fca nel mirino della Commissione UE?

La casa automobilistica, secondo il magazine tedesco Der Spiegel, sarebbe al centro di una indagine antitrust assieme a Renault, Peugeot, Nissan e Jaguar Land Rover. Intanto la trattativa per il rinnovo del contratto con i metalmeccanici Fiom si blocca

Il barometro Fca vira improvvisamente verso il segno burrasca, sia sul fronte interno che su quello internazionale. Secondo Der Spiegel, la Commissione Ue avrebbe aperto un fascicolo su di un presunto cartello nella componentistica del comparto automotive continentale che riguarderebbe Fca insieme a Renault, Peugeot, Nissan e Jaguar Land Rover. L’obiettivo del trust, naturalmente, sarebbe quello di tenere alti i prezzi, attraverso un meccanismo che sarebbe stato messo a punto da una multinazionale della consulenza che per bocca dei suoi legali si è già dichiarata totalmente estranea alla vicenda.

Secondo Der Spiegel, il presunto cartello avrebbe portato a un aumento immotivato dei prezzi dei componenti auto anche del 25%. Una storia che a livello europeo si era già visto a settembre, quando Volkswagen, Daimler e Bmw erano finiti nell’occhio del ciclone per emissioni nocive che avevano portato a sanzioni per complessivi 678 milioni di euro. Non solo: l’anno scorso la Commissione aveva multato due brand dell’automotive per la costituzione di due cartelli proprio nel comparto dei ricambi auto, comminando sanzioni per 546 milioni di euro.







 Trattativa sindacale: stop

Ma, dicevamo, i grattacapi per Fca non sono soltanto in Europa. La trattativa con la Fiom per il rinnovo del contratto, infatti, si è bruscamente interrotta dopo la riunione che si è svolta presso l’Unione Industriali di Torino. «Non ci sono le condizioni – ha dichiarato Francesca Re Davi, segretaria generale della Fiom – per proseguire la discussione, a fronte di un’indisponibilità della delegazione aziendale a negoziare il sistema di relazioni sindacali, a partire dal ruolo dei delegati. E comunque rimangono troppo ampie le distanze anche su elementi specifici, a partire dalla struttura del salario».

«Il quadro in cui matura questa rottura – ha proseguito la sindacalista – è tanto più importante, vista la situazione produttiva e occupazionale in cui versa una parte consistente degli stabilimenti e su cui comunque rivendichiamo un ruolo per la tutela dei lavoratori. L’ultima volta che in Fca sono stati toccati i minimi contrattuali è stato nel 2012. Questo fa sì che i lavoratori Fca hanno in busta paga circa 80 euro in meno sui minimi contrattuali rispetto agli altri lavoratori metalmeccanici. Il problema dell’adeguamento dei minimi è stato posto sia da noi, sia dai firmatari dell’attuale contratto e credo che Fca non possa sottrarsi».














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