5G, prove tecniche di connessione Zte, Wind Tre e Open Fiber

Il fornitore cinese di infrastrutture di comunicazione e i due operatori hanno effettuato la prima video-chiamata con la nuova tecnologia da Barcellona a L’Aquila. L’infrastruttura su cui poggia la chiamata è il sistema end-to-end dell’azienda cinese

Nella prima chiamata con il 5G c’è un pezzo d’Italia. Zte, Wind Tre e Open Fiber hanno effettuato la prima video-chiamata con la nuova modalità di connessione attraverso il Mediterraneo, cioè da Barcellona – dove si sta svolgendo il Mobile World Congress – a L’Aquila, dove ha sede il Centro di Ricerca e Innovazione sul 5G di Zte, l’azienda cinese che progetta e produce dispositivi e sistemi di telecomunicazione. La conversazione, avvenuta rigorosamente in diretta streaming, ha mostrato due prototipi di smartphone in comunicazione su rete 5G conforme allo standard 3Gpp R15.

«Come partner strategici, Zte, Wind Tre e Open Fiber hanno condotto la sperimentazione del Mise in partnership con l’Università dell’Aquila, in programma dal 2018 al 2020», si legge nella nota ufficiale congiunta. «In questo lasso di tempo, Zte, Wind Tre e Open Fiber hanno sviluppato congiuntamente la prima rete 5G pre-commerciale in Europa. Inoltre, in occasione dello Zte Wireless User Congress e del 5G Summit, tenutosi a L’Aquila lo scorso 15 novembre 2018, Zte e i suoi partner hanno effettuato una dimostrazione 5G basata su HD UAV e live streaming Panorama VR».







L’infrastruttura su cui poggia la chiamata è il sistema end-to-end di Zte, che già da anni sta progettando reti intelligenti premium per gli operatori. Le collaborazioni avviate a livello globale sono oltre 30. «In futuro, Zte continuerà a lavorare con i suoi partner per promuovere pienamente la tecnologia 5G e accelerare la sua commercializzazione a livello mondiale, fornendo agli utenti globali esperienze 5G avanzate», conclude la nota.

Il primo smartphone 5G lanciato sul mercato retail dall’azienda cinese sarà lo Zte Axon, che arriverà in Europa e Cina nella prima metà del 2019. L’Italia, dal canto suo, prosegue la sperimentazione sulla nuova tecnologia, con i progetti pilota nelle città designate (Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera) che saranno sempre più completi già nella prima metà di quest’anno. Da ricordare, infine, che la tecnologia 5G richiede una doppia connessione: elettrica, per alimentare le antenne di dimensioni più contenute (ma che necessitano di una maggiore “densità”) e in rame per le telecomunicazioni.














Articolo precedenteUltime da Londra: più tempo per trattare?
Articolo successivoFca nel mirino della Commissione UE?






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui