Comau in attesa di un nuovo padrone: Borsa o azionista di riferimento. Ma un cinese sarebbe davvero nefasto come si teme? Forse no

di Filippo Astone ♦︎ Vendita Comau 1/ Comau è un gioiello di automazione, robotica e tecnologie. Stellantis farà spin-off e poi vendita. Fattura 1,1 miliardi con immense potenzialità di crescita nel mondo robotizzato, iperconnesso e AI driven che viviamo. Con un’azionista deciso a investire quanto merita, potrebbe creare posti di lavoro e sviluppo. Perché un cinese dovrebbe fare peggio degli italiani che non hanno mai varato aumenti di capitale e sostenuto acquisizioni?

Ormai non ci sono più dubbi: entro qualche mese Stellantis venderà la torinese Comau, che con i suoi 1,1 miliardi di giro d’affari è un leader europeo in robotica e automazione industriale, un’azienda-gioiello in uno dei settori tech a massima crescita mondiale e che ha le potenzialità per quadruplicare la sua dimensione. Restano da decidere le modalità della cessione della società guidata dal ceo Pietro Gorlier e dal presidente Alessandro Nasi. Prima ci sarà lo spin-off, evento che ormai è dichiarato ufficialmente. Poi o Comau verrà venduta in blocco a un altro soggetto industriale, oppure sarà quotata in Borsa. In quest’ultimo caso potrebbe diventare una sorta di public company, come Iveco. Le ipotesi che circolavano qualche mese erano di un 70% quotato subito e di un restante 30% diviso proporzionalmente fra gli azionisti di Stellantis, ovvero Exor, lo Stato francese e la famiglia Peugeot. Nulla vieterebbe, però, che più avanti si affacci un compratore attraverso un’opa in Borsa. La prospettiva del compratore straniero, soprattutto se cinese è – come si vede anche dall’intervista che ci ha rilasciato qui Ferdinando Uliano, responsabile automotive Fim Cisl – quella che spaventa di più. Anche se, a nostro avviso, questi timori non sono razionali.

Un cinese, anzi, potrebbe fornire a Comau quei mezzi economici che prima non aveva, supportando maggiori investimenti in Ricerca e Sviluppo (oggi pari al 10% del fatturato, contro una media di settore del 15%) e acquisizioni in giro per il mondo.







Pietro Gorlier, ceo di Comau

C’è un dato di fatto che va evidenziato con forza: Comau è un gioiello della tecnologia e della manifattura Made in Italy. Un campione nazionale. Un soggetto tecnologico e industriale in cui il meglio della creatività, tecnologia e  ricerca italiana dà il massimo di se stessa. Potenzialità immense, ma in larga parte non ancora sfruttate come meriterebbero: servirebbero di forti investimenti. Finora l’azionista di controllo (gli Agnelli-Elkann che la controllano attraverso Stellantis e prima ancora Fca) non li ha fatti. In Comau non si ricordano aumenti di capitale da oltre 20 anni. Perché un eventuale compratore dovrebbe rappresentare per forza un peggioramento e non invece un’opportunità? E perché un cinese dovrebbe per forza essere negativo?

Un’azionista cinese non sarebbe assolutamente un male come si vuole credere. Purché investa. Ma i cinesi lo hanno sempre fatto, ad esempio con l’acquisizione della tedesca Kuka, altro campione della robotica

Dopo l’acquisizione da parte dei cinesi di Midea, il fatturato di Kuka è stato portato dai 3 miliardi del 2016 ai 3,9 miliardi del 2022 (con prospettive di ulteriore crescita del 7% nel 2023) e i dipendenti sono passati da 14.256 a 15.064.

Finora i cinesi sono stati ottimi investitori in aziende occidentali e non hanno mai smantellato aziende per portare il know-how altrove. Anzi, proprio nel caso di Kuka – il campione tedesco della robotica comprato dai cinesi di Midea nel 2016 – gli azionisti del Dragone hanno lasciato centri direzionali e R&S ad Augusta, sede storica della società, e hanno fortemente contribuito a crescita di fatturato ed occupazione, oltre che al processo di internazionalizzazione. Il fatturato è stato portato dai 3 miliardi del 2016 ai 3,9 miliardi del 2022 (con prospettive di ulteriore crescita del 7% nel 2023) e i dipendenti sono passati da 14.256 a 15.064.

All’epoca in Germania ci furono fortissime preoccupazioni. E si invocò il Golden Power del Governo tedesco per impedire l’acquisizione di Kuka. Furono versati fiumi di inchiostro per criticare l’invasione del Dragone e invocare contromisure. Dopo alcuni anni, è diventato evidente a tutti che non c’era alcun motivo per agitarsi tanto. Anzi.

Ancora meglio hanno fatto quando Lenovo ha acquisito, ormai anni fa, i pc dell’Ibm (settore all’epoca in forte crisi), riposizionando l’azienda, facendola crescere enormemente e trasformandola in un caso di successo dei personal computer di alta gamma. O, in Italia, con l’acquisizione degli elettrodomestici di Candy da parte di Haier, che è diventata il centro produttivo per tutta l’Europa, aumentando fatturato e numero dipendenti.

Le dichiarazioni ufficiali di Comau sullo spin-off

A proposito dello spin-off – che è evidentemente preliminare a una cessione di quote, anche se ufficialmente gli azionisti e l’azienda non possono dirlo se non a cose fatte – un portavoce di Comau ci ha trasmesso la seguente dichiarazione: «Come annunciato sia da Stellantis che da Comau, lo spin-off rappresenta la migliore soluzione per lo sviluppo futuro di Comau ma, al momento, non ci sono novità da annunciare. Questo tema è stato anche affrontato nel corso di un incontro tra il ceo di Comau, Pietro Gorlier, e le Rappresentanze Sindacali, tenuto nei mesi finali del 2023, a conferma dell’esistenza di un canale di dialogo aperto e trasparente. Comau sta consolidando gli obiettivi prefissati, con un continuo miglioramento dei risultati. Di fronte a una domanda di automazione che cresce nel mondo più del 10% all’anno, l’azienda ha diversificato le proprie attività, entrando in settori che si aprono alle tecnologie di automazione, come la cantieristica, dove abbiamo un’importante partnership con Fincantieri. Comau sta sviluppando anche innovativi progetti nel campo della trasformazione digitale e della robotica – collaborando con Intrinsic (Gruppo Alphabet) – oltre che dell’e-Mobility, che rappresenta il 40% del business dell’azienda».

In Italia, così come nel resto del mondo, prosegue il rafforzamento del team con progetti di formazione finalizzati alla riqualificazione professionale, in particolare nel settore della mobilità elettrica, insieme a un programma di assunzioni che, nel nostro Paese, ad oggi registra più di 20 posizioni aperte, in aggiunta alle circa 40 assunzioni effettuate in Italia nel 2023».

Chi è davvero Comau: conto economico e numeri di una presenza globale nelle tecnologie avanzate

Comau_Esoscheletro
Comau è tra i leader mondiali nel settore degli esoscheletri. L’esoscheletro indossabile Mate di Comau è stato certificato dalla Fondazione Ergo, ente tecnico di riferimento in Italia in materia di organizzazione e misurazione del lavoro ed ergonomia, tematiche al centro di un progetto di ricerca (“Eso-Eaws”) sviluppato grazie a una rete di imprese, sindacati e università.

Ma come sta andando Comau? Nel 2022 il valore della produzione di Comau Spa è stato di 208,5 milioni di euro, con una perdita netta di 60 milioni. Ma le cose non sono quelle che sembrano, e questa perdita delle attività italiane non toglie che il business di Comau sia in realtà sanissimo. Infatti, il bilancio di Comau Spa, non consolida il business delle controllate estere, che portano il giro d’affari del Gruppo a essere superiore a 1,1 miliardi. In particolare, la controllata Usa fattura 396 milioni, quella cinese 285, quella brasiliana 55, la francese 59, la tedesca 34 milioni, la rumena 19, l’indiana 18, la messicana 26 milioni, la britannica 14 milioni. Inoltre, la società italiana ha una posizione finanziaria netta positiva per 2,5 milioni, il che vuol dire che i debiti sono irrilevanti. Inoltre, può permettersi di investire 20 milioni in ricerca e sviluppo, il 10% del fatturato. La perdita è per ragioni contabili, che hanno imposto la svalutazione delle partecipazioni estere, spalmata sull’esercizio 2021 e l’esercizio 2022. Il dato sui ricavi delle partecipazioni estere ci dice anche quanto sia internazionalizzata Comau. In particolare, il fatturato in Cina e negli Stati Uniti è superiore a quello italiano.

Comau ha il suo centro direzionale a Torino e opera attraverso una rete internazionale di 6 centri di innovazione, 5 digital hub, 9 stabilimenti di produzione, in cui lavorano oltre 4mila persone, presenti in 13 Paesi. È peraltro una realtà industriale storica, nata nel 1973 come “Consorzio macchine utensili”, ad opera degli stessi ingegneri e delle imprese di Torino che avevano contribuito alla costruzione dello storico impianto automobilistico Volga in Russia. Comau è nota per la sua vasta gamma di tecnologie avanzate. Produce sia robot industriali di basso e alto payload, che cobot. Propone una gamma di oltre 40 diversi robot, con capacità di carico da 3 a 650 Kg. In ambito robotica collaborativa, fiore all’occhiello è Aura, un automa in grado di sollevare fino a 170 kg e di collaborare con l’uomo senza il minimo rischio. È tra i leader mondiali nel settore degli esoscheletri, e offre anche una gamma completa di interfacce uomo-macchina (Hmi); e realizza Digital Twin. Come vedremo meglio più avanti, Comau collabora con Leonardo per realizzare soluzioni che associano la robotica cognitiva, i sistemi di visione e l’intelligenza artificiale. Last but not least, Comau è impegnata a sviluppare la strategia di digitalizzazione per una piattaforma di verifica di sistemi di batterie di nuova generazione.

Robotica cognitiva: soluzioni super high-tech in collaborazione con Leonardo

Sfruttando l’unione tra robotica cognitiva, sistemi di visione avanzati e intelligenza artificiale, la soluzione sviluppata da Comau e Leonardo esegue autonomamente tapping test e l’ispezione multispettrale della superficie, lungo la pala non lineare, per misurare e verificare l’integrità strutturale con una granularità superiore a migliaia di punti.

Comau e Leonardo stanno collaborando per sviluppare e testare una potente soluzione robotica auto adattiva che permetta di ispezionare autonomamente pale di elicottero fino a 7 metri di lunghezza. Questa soluzione di verifica intelligente è stata realizzata come progetto pilota congiunto ed è stata testata in loco ad Anagni, in Italia, lo scorso anno. Il sistema verrà ora trasferito in un altro sito per poter fornire funzionalità avanzate per servizi Mro (Manutenzione, riparazione e operazioni).

Sfruttando l’unione tra robotica cognitiva, sistemi di visione avanzati e intelligenza artificiale, la soluzione esegue autonomamente tapping test e l’ispezione multispettrale della superficie, lungo la pala non lineare, per misurare e verificare l’integrità strutturale con una granularità superiore a migliaia di punti. Inoltre, la verifica robotizzata garantisce una precisione del 100% all’interno del processo auto adattivo e consente agli operatori di migliorare le proprie competenze, godendo al contempo di una maggiore sicurezza e benessere rispetto al processo iniziale, ripetitivo e laborioso. Infine, il passaggio dall’automazione manuale a quella robotica consentirà a Leonardo di sfruttare appieno i vantaggi dell’ingegnerizzazione di processo rispetto a un’operazione manuale in cui l’esperienza viene spesso trasmessa tra i tecnici in modo non uniforme e standardizzato.

Osservando più nel dettaglio questa collaborazione tecnica, entrambe le aziende hanno condiviso competenze specifiche per ottimizzare l’intero processo di ispezione. Queste includono algoritmi intelligenti e una pianificazione avanzata del percorso che consentono al robot di vedere e rispondere all’ambiente di lavoro, nonché un’infrastruttura completa per l’acquisizione e l’elaborazione dei dati, che facilita un riconoscimento ottimale di suoni e immagini. Poiché le pale sono stimolate meccanicamente dal robot intelligente, la risposta sonora viene registrata e fotografata utilizzando una fotocamera multispettrale per rilevare difetti nascosti e superficiali.

Un’altra caratteristica chiave del sistema è la capacità di rilevare automaticamente l’ambiente circostante. Innanzitutto localizza la pala, che è stata posizionata sui suoi supporti dall’operatore, rileva eventuali ostacoli e quindi calcola sia l’ottimizzazione del tempo ciclo che la pianificazione del percorso senza collisioni. Tutta questa complessità tecnica è racchiusa in un’interfaccia utente semplice ed efficace basata su un linguaggio di programmazione a basso codice. Ciò consente all’operatore di programmare il robot utilizzando comandi semplici, simili a quelli umani: cercare la pala, trovare la posizione ed eseguire l’azione richiesta. In tal modo, questa soluzione consente di sollevare l’operatore dall’esecuzione di attività di maschiatura ripetitive e laboriose per poter dedicare la sua esperienza alla programmazione del robot che deve eseguire un processo ora standardizzato.

Questa automazione intelligente aiuta a ridurre l’apparente complessità dei processi e migliorare i risultati, consentendo al robot di percepire e vedere l’ambiente operativo, automatizzare il processo decisionale e ottimizzare in modo intuitivo i processi di verifica. Ciò garantisce una maggiore flessibilità senza sacrificare l’accuratezza o la ripetibilità.

Alcuni progetti di Comau nelle energie rinnovabili e nell’elettrificazione

Il sistema mobile brevettato Hyperflex di Comau consente di assemblare e installare impianti fotovoltaici sul campo, rendendo più semplici, veloci ed efficienti i processi di costruzione e posa.

I progetti di Comau nel settore delle energie rinnovabili e dell’elettrificazione hanno accompagnato la presentazione del 2° “Rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia”, che si tenuta a Rimini durante l’edizione 2024 di Key – The Energy Transition Expo (28 febbraio – 1° marzo). Lo studio, promosso da Fondazione Symbola e da Italian Exhibition Group, in collaborazione con le principali associazioni di categoria del comparto, analizza le prospettive di sviluppo delle fonti rinnovabili fino al 2030, oltre alle caratteristiche e alla distribuzione settoriale e territoriale delle imprese che sono parte attiva della filiera produttiva – dal fotovoltaico all’eolico, dall’idroelettrico, al solare termico, geotermico e bioenergie.

Nel periodo 2023-2030 il mercato globale della mobilità vedrà una crescita superiore al 15%, portando ad un aumento della vendita di veicoli elettrici superiore al 50% e, di conseguenza, ad una maggiore richiesta di celle per le batterie agli ioni di litio (+600%). In questo contesto, nel medesimo periodo di riferimento, l’adozione di fonti di energia rinnovabile, sarà caratterizzata anche da una elevata domanda di tecnologie per la produzione di idrogeno verde (+1000%). Un andamento di mercato che spingerà i produttori ad adottare un numero significativo di soluzioni robotizzate e automatizzate, per ottimizzare i processi produttivi e ampliare la produzione.

In questi ambiti, Comau ha presentato di recente il sistema mobile brevettato Hyperflex, che consente di assemblare e installare impianti fotovoltaici sul campo, rendendo più semplici, veloci ed efficienti i processi di costruzione e posa. Comau supporta inoltre i propri clienti nello sviluppo di processi e tecnologie per la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, offrendo soluzioni di automazione per gestire le fasi chiave della produzione, tra cui la preparazione delle celle, l’impilamento, la compressione, la saldatura e i test di tenuta. Infine, per favorire una maggiore sostenibilità e circolarità nel settore della mobilità elettrica, Comau ha realizzato inoltre il sistema Flexible Battery Dismantling (Flex-BD), che automatizza le fasi di smontaggio delle batterie elettriche esauste con un processo flessibile e scalabile, consentendone il riciclo e il riutilizzo in modo efficiente e sicuro.

Progettazione e costruzione di una linea di assemblaggio di motori ibridi per Hycet, azienda automobilistica cinese del gruppo Great Wall Motors

La Dht ibrida L.E.M.O.N. è un sistema di trasmissione di nuova generazione che permette l’uso simultaneo di motori a benzina e motori elettrici, consentendo tra di loro una condivisione efficiente della potenza.

Comau ha progettato e installato una linea di assemblaggio automatizzata ad alto volume per Hycet, azienda interamente controllata da Great Wall Motors, e leader nella produzione di tecnologia Dht (Dedicated hybrid transmission). La Dht ibrida L.E.M.O.N. è un sistema di trasmissione di nuova generazione che permette l’uso simultaneo di motori a benzina e motori elettrici, consentendo tra di loro una condivisione efficiente della potenza. Per soddisfare gli obiettivi di produzione su larga scala del cliente, la soluzione completa di Comau prevede l’impiego di un totale di 12 robot su 6 linee per fornire una capacità produttiva annua di 150.000 unità per linea, con un tempo  ciclo inferiore a 2 minuti.

Nell’ambito del progetto, Comau ha sviluppato interamente tutti i componenti necessari, comprese le linee di assemblaggio dei motori elettrici, degli ingranaggi e degli alberi motore, le linee di assemblaggio principali e quelle di prova. Il sistema include anche processi complessi che garantiscono un assemblaggio completo, dai singoli componenti a unità completamente funzionali. Inoltre, la soluzione di produzione ad alta velocità non solo soddisfa i requisiti stringenti di Hycet in termini di precisione e qualità del prodotto, ma garantisce anche una migliore adattabilità ed efficienza, riducendo al contempo i costi di produzione per i futuri aggiornamenti dei prodotti Dht. Infatti, la linea di produzione progettata da Comau può essere facilmente personalizzata per soddisfare le diverse esigenze del mercato. 

Comau ha anche utilizzato un design complessivo della stazione integrato nel processo, per garantire stabilità e qualità lungo l’intera linea di produzione, con un tasso di disponibilità delle attrezzature del 90%. Un Mes (Manufacturing execution system) consente a Hycet di ottimizzare la gestione e la programmazione della linea. Infine, i parametri chiave del processo, come potenza e spostamento, vengono costantemente monitorati per garantire il controllo di qualità durante l’intero processo produttivo e supportare la successiva tracciabilità dei dati.

Comau è in grado di gestire qualunque progetto relativo alle batterie per vetture elettriche, dalla prototipazione e pre-produzione alla produzione di massa, fino al riciclaggio delle batterie a fine vita.

«La tecnologia Dht di Hycet rappresenta un’innovazione all’avanguardia nel settore dei veicoli ibridi e offre prestazioni eccezionali per il sistema Dht di Great Wall Motor. In qualità di nostro partner tecnologico, le capacità di progettazione e ingegneria di Comau confermano la loro posizione d’eccellenza in questo ambito. Durante tutta la fase di implementazione del progetto, Comau ha rispettato il programma dei lavori nonostante gli impatti ricorrenti della pandemia e ha garantito una qualità di produzione costante. Questa stabilità è fondamentale per i nostri obiettivi di produzione e ci consente di soddisfare le richieste del mercato e mantenere un’efficienza produttiva ottimale», spiega Wu Hongchao, vicepresidente di Hycet Technology.

In aggiunta allo sviluppo di sistemi di produzione automatizzati per celle, moduli e pacchi completi per le batterie (con qualsiasi formato di celle), Comau offre una gamma di sistemi per le diverse fasi del processo di produzione, comprese le tecnologie di formazione delle celle delle batterie. Con un portafoglio completo di prodotti, processi e tecnologie, Comau è in grado di gestire qualunque progetto, dalla prototipazione e pre-produzione alla produzione di massa, fino al riciclaggio delle batterie a fine vita.














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