Istat: export extra Ue a gennaio +5,4%

L’Istituto di statistica ha pubblicato i dati sui flussi commerciali extra Ue. L'import registra un aumento del 7,2%. Il saldo commerciale a gennaio 2020 è stimato pari a -280 milioni mentre era di -586 milioni a gennaio 2019

A gennaio 2020, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, i dati stimati sono tutti all’insegna del “più”. In particolare: più ampio per le importazioni (+7,2%) rispetto alle esportazioni (+5,4%).

In una nota dell’Istat, lanciata il 26 febbraio scorso, l’incremento congiunturale dell’export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, in particolare energia (+13,6%), beni strumentali (+9,5%) e beni di consumo non durevoli (+4,5%). Dal lato dell’import, si rilevano aumenti su base mensile per energia (+13,2%), beni strumentali (+8,9%), beni di consumo non durevoli (+6,0%) e beni intermedi (+2,9%), mentre sono in diminuzione gli acquisti di beni di consumo durevoli (-1,1%).







 

L’aumento anche su base annua

A gennaio 2020, le esportazioni sono in netto aumento anche su base annua (+4,4%). L’incremento è rilevante per energia (+24,5%) e beni strumentali (+10,1%). Le importazioni registrano un aumento tendenziale (+2,3%), determinato da energia (+11,0%), beni di consumo non durevoli (+6,2%) e beni strumentali (+3,8%).

Il saldo commerciale a gennaio 2020 è stimato pari a -280 milioni (-586 milioni a gennaio 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +2.719 milioni per gennaio 2019 a +3.319 milioni per gennaio 2020).

A gennaio 2020 l’export verso Turchia (+35,1%), Giappone (+33,1%), paesi OPEC (+16,0%) e Stati Uniti (+9,5%) è in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso India (-15,2%), Cina (-11,9%) e paesi Mercosur (-4,1%).

Gli acquisti da Medio Oriente (+17,3%), Stati Uniti (+15,7%), India (+11,7%), paesi Asean (+7,1%) e paesi Opec (+6,8%), registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In diminuzione gli acquisti da paesi Mercosur (-32,9%), Russia (-27,4%) e Svizzera (-3,1%).

 














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