117 milioni di ore di Cig in due mesi fra Milano, Monza Brianza e Lodi

In tutta la Lombardia fra aprile e maggio ne sono state autorizzate 295 milioni

Secondo Scarabelli, direttore di Assolombarda, è necessario Investire nella ripresa del sistema produttivo, quale elemento necessario per un rilancio dell’occupazione e dei consumi
Secondo Scarabelli, direttore di Assolombarda, è necessario «investire nella ripresa del sistema produttivo, quale elemento necessario per un rilancio dell’occupazione e dei consumi».

L’emergenza Covid-19 ha fatto sentire tutto il suo peso nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi, dove sono state richieste 117 milioni di ore di Cig, 53,7 a maggio e 63,5 ad aprile. Per fare un confronto, in tutto il 2010 – al picco della crisi economica del 2008 – ne sono state autorizzate 82 milioni. In tutta la Lombardia fra aprile e maggio, si parla di 295 milioni di ore.

L’impatto della crisi sull’occupazione è stato devastante e nella sola Lombardia si è registrato un calo dell’occupazione di 3.000 unità, affiancato da un calo degli occupati indipendenti (-35.000). Il tasso di disoccupazione è sceso di quasi 5 punti (-4,8%) ma non è una notizia positiva, dal momento che riflette l’aumento degli inattivi, quelli che hanno rinunciato a cercare lavoro.







Significativo anche il calo delle assunzioni (-25,2%) e quello delle trasformazioni da tempo indeterminato, che nel primo trimestre del 2020 fa registrare un -26,2%.

«Un dato preoccupante che mostra chiaramente come i territori di Milano, Monza Brianza e Lodi siano stati tra i più colpiti in Lombardia dal Covid e dal lockdown, con pesanti ripercussioni su produzione e occupazione», spiega Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda. «L’attuale situazione del mercato del lavoro è certamente influenzata dal blocco dei licenziamenti e dall’attivazione degli ammortizzatori sociali, ma si tratta di soluzioni di emergenza che non possono durare a lungo. Servono misure che producano crescita e che rilancino la domanda interna, che attualmente è ancora ferma, investendo nella ripresa del sistema produttivo, quale elemento necessario per un rilancio dell’occupazione e dei consumi. In questa direzione, l’impegno di Assolombarda, attraverso il monitoraggio sul mercato del lavoro, che portiamo avanti insieme con le rappresentanze sindacali, è volto proprio a offrire una fotografia concreta dell’occupazione in relazione al contesto economico. Una bussola a disposizione delle istituzioni per orientare le politiche finalizzate al rilancio del territorio e delle imprese».

Assolombarda, insieme a Cgil, Cisl e Uil del territorio di Milano, ha da tempo attivato un monitoraggio sul tema dell’occupazione realizzato dai rispettivi Centri Studi con cadenza annuale, che raccoglie i dati sul mercato del lavoro e analizza la realtà economico-produttiva del territorio, attraverso l’Osservatorio Il Lavoro a Milano. Tale strumento rappresenterà un’occasione per la valutazione dell’impatto della pandemia sulla realtà del territorio, con l’obiettivo di lavorare congiuntamente per una lettura dei fenomeni che parta da un’attenzione trasversale al “cosa è cambiato e perché”, con particolare riferimento a temi centrali quali occupazione e politiche attive, nuove modalità di organizzazione del lavoro, competenze e bisogni formativi emergenti.

«Già negli ultimi mesi del 2019 anche nel milanese avevamo rilevato delle criticità sul mercato del lavoro e sull’andamento economico, ma la pandemia ha cambiato nettamente in peggio gli scenari», hanno dichiarato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Milano, Massimo Bonini, Carlo Gerla e Danilo Margaritella. «Oggi ci sono migliaia di persone senza lavoro, con un impiego precario o ancora in attesa della cassa integrazione. Per molti lavoratori e per diversi settori il futuro si presenta pieno di incertezze. Sollecitiamo il Governo e le istituzioni locali a intervenire con misure e politiche concrete che facciano sentire il loro effetto nell’immediato e che favoriscano la crescita e lo sviluppo nel medio e lungo periodo. Il sindacato confederale è pronto al confronto e a dare il proprio contributo».














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