WebScience non c’è più: la software factory fondata da Stefano Mainetti ora si chiama Adesso.it

di Alberto Falchi ♦︎ A un anno dall'acquisizione da parte di Adesso (1,1 mld di fatturato nel 2023), WebScience fa un rebranding e ora si chiama Adesso.it. Da boutique specializzata, l'azienda diventa una agile software factory. E punta al raddoppio del fatturato entro il 2027. Ce ne parlano il fondatore ed executive chairman Mainetti, il ceo e co-fondatore Francesco Micotti e la people care leader Sonia Maccioni

WebScience non c’è più. La software company fondata nel 2000 da Stefano Mainetti cambia definitivamente nome, ma anche approccio al mercato. E vuole diventare più grande. Oggi l’azienda si chiama Adesso.it. Da un anno fa parte del colosso tedesco Adesso, gruppo quotato alla Borsa di Francoforte che nel 2023 ha registrato un fatturato di 1,1 miliardi e che dà lavoro a più di 10.000 persone in 14 Paesi, e nel 2024 è arrivato il momento di un rebranding. Che si era reso necessario per poter scalare. «Ci serviva un approccio più manageriale rispetto a quello da piccola realtà che avevamo in WebScience», spiega Mainetti, sottolineando che l’ha trovato proprio in Adesso. Ma non è l’unico motivo. WebScience era una realtà piccola: 120 dipendenti e un fatturato di 12 milioni nel 2023. E per arrivare ai clienti di fascia enterprise, il talento e le competenze non sempre bastano: secondo Mainetti serve una realtà molto più strutturata. Che dà un maggiore senso di solidità e fiducia. «Se non avessimo alle spalle un’azienda come Adesso, non avremmo potuto arrivare a clienti come Alpitour», dice Mainetti.

Chi era WebScience e perché si è trasformata

Come detto, WebScience nasce nel 2000 da un’idea di Mainetti – professore del Politecnico di Milano, consulente aziendale e imprenditore con 30 anni di esperienza alle spalle e direttore scientifico dello Startup Intelligence Observatory and Cloud Transformation Observatory del Politecnico di Milano – che l’ha fondata insieme ad alcuni suoi studenti. Una realtà che opera nel settore della trasformazione digitale, prevalentemente tramite progetti di modernizzazione delle applicazione e di migrazione verso il cloud. «Con un approccio da boutique», spiega Mainetti. Ma questo non basta, se si vuole crescere: bisogna pensare più in grande. Per farlo, serve il supporto di una realtà più strutturata, di un management più esperto nel gestire situazioni di grande complessità.







Nasce Adesso.it: l’Agile Digital Factory

Stefano Mainetti è professore del Politecnico di Milano, consulente aziendale e imprenditore con 30 anni di esperienza alle spalle e direttore scientifico dello Startup Intelligence Observatory and Cloud. Oggi è executive chairman di Adesso.it

L’approccio alla trasformazione digitale che Adesso.it adotta coi suoi clienti è di tipo Agile. L’obiettivo: creare maggiore valore in maniera iterativa. Senza un percorso lineare e definito dall’inizio. Si iniziano a introdurre modifiche a sistemi e processi, si valutano, si analizzano i Kpi, e si procede col tempo nel consolidarle, per poi portare ulteriori innovazioni. Secondo Mainetti «questo è l’unico modo possibile per gestire progetti di trasformazione digitale. In caso contrario, si rischia di costruire inutili cattedrali nel deserto». Un approccio che presuppone un cambio di mentalità da parte dei clienti. Cosa non sempre semplice da ottenere: il change management non è mai banale da affrontare.

«Ci sono vari livelli di maturità dell’agile. Si parte dall’intuizione per poi arrivare a essere ultra-pragmatici alla fine del percorso. Ma per riuscire in questa trasformazione, bisogna pensare a come cambiare la cultura aziendale», sottolinea Mainetti. «Un percorso che abbiano dovuto affrontare anche noi al nostro interno». Si potrebbe obiettare che adottando un approccio di tipo Agile è difficile progettare strategie a lungo termine, ma Mainetti non è d’accordo. È possibile anche guardare molto avanti, «ma bisogna saperlo fare».

Portare innovazione mantenendo la continuità del business

 

Francesco Micotti, ceo di Adesso.it

Adesso.it, come detto, si occupa di sviluppare soluzioni digitali su misura per i propri clienti, e per il 70% il business è trainato dalla modernizzazione delle applicazioni. Il rimanente 30% è generato da progetti di migrazione verso il cloud. Una peculiarità che distingue l’azienda italiana da altre realtà del settore è che non impone ai clienti di interrompere le attività di business per innovare. «Modernizziamo i processi core mantenendo i sistemi in esercizio», dice Francesco Micotti, ceo della società. In pratica, i sistemi aggiornati e quelli legacy convivono per un certo periodo. Perché «è pericoloso interrompere l’uso di un sistema per passare a uno nuovo. Noi abbiamo imparato a fare il passaggio dal vecchio al nuovo mantenendo vivi entrambi i mondi. Solo col tempo andiamo a sostituire il vecchio motore. Ma non c’è mai pausa nei sistemi per il business, che convivono». I clienti di riferimento sono soprattutto in settori quali la moda, il retail, i trasporti e anche le banche. Fra le imprese che hanno scelto Adesso.it Sisal, Alpitour, Grandi Navi Veloci, Pam, Banca Sella.

Adesso.it punta a raddoppiare il fatturato entro il 2027, portandolo a 20 milioni di euro.

La strategia per la crescita? «Migliorare la parte sales, creare un mindset orientato alla crescita, garantire una qualità da boutique ma con un approccio industriale, migliorare l’organizzazione». Parlando di numeri, invece, l’obiettivo per il 2024 è di 14,2 milioni di euro (il fatturato 2023 era di 12,2 milioni), per poi arrivare a superare la soglia dei 20 milioni nel 2027. Fatto che richiederà anche di assumere più persone, passando dalle attuali 113 a circa 140 nel corso di quest’anno, per poi superare i 200 dipendenti nel 2027.

Le persone al centro

 

Sonia Maccioni, people care leader di Adesso.it

«Le persone sono fondamentali. Qui sta il nostro superpotere. Attiriamo talenti trasformando il cambiamento in crescita di successo». Lo afferma Sonia Maccioni, people care leader di Adesso.it.  Cosa si intende con il termine “people care”, esattamente? «Non ci chiamiamo HR appositamente perché vogliamo prenderci cura delle persone. Tutte». L’idea di Maccioni è quella di avere in azienda team multifunzionali e multidisciplinari, mantenendo una leadership che promuove l’agilità. Nei processi, ma anche nella gestione dei talenti, l’approccio è infatti quello dell’Agile. Aspetto che richiede una comunicazione e collaborazione continua con tutto il personale. «Crediamo fortemente che le persone siano il potere delle aziende. Il talento per noi è dentro ogni persona e ognuno ha dei talenti che possono essere sviluppati ulteriormente. Se inseriti in un team, questi talenti possono fare la differenza», dice Maccioni. Nel 2023 Adesso.it ha erogato 4.300 ore di formazione per la propria forza lavoro (composta al 28% da donne), e nel 2024 l’obiettivo è quello di assumere altre 40 figure per potenziare l’organico. Oltre che ottenere la certificazione Great Place to Work, così da risultare un’azienda ancora più attraente agli occhi dei potenziali candidati.

 

Chi è Adesso?

 

Hansjörg Süess, business area lead Central Europe & Nordics

A dispetto del nome italiano, Adesso è una multinazionale tedesca che, fino al 2024, non aveva una presenza in Italia. Ora è entrata nel Bel Paese assorbendo WebScience, rinominata in Adesso.it. Obiettivo del gruppo è quello di trasformare le tecnologie in business, offrire servizi di consulenza sia IT sia di business, e sviluppare software e servizi di IT management. Il fatturato del gruppo (che occupa più di 10.000 persone) è stato di 1.136 milioni di euro nel 2023 e per il 2024 è attesa una crescita sino a 1.250 milioni. Adesso ha sedi in Germania, Svizzera, Austria, Bulgaria, Finlandia, Olanda, Spagna, Svezia, Romania, Turchia, Ungheria, India e Regno Unito. Ora si è aggiunta quella italiana. Come mai la scelta dell’Italia? «Il Nord Italia, in particolare in Lombardia e in Veneto, è noto per la stabilità economica, aspetto che la rendeva molto attrattiva per noi», afferma Hansjörg Süess, business area lead Central Europe & Nordics. Ma non è l’unico motivo: gioca un ruolo importante anche la presenza di svariati innovation hubs, centri di ricerca e un importante ecosistema di start-up, così come le competenze dei lavoratori del Nord Italia. E, inevitabilmente, le infrastrutture, che in questa zona del Paese sono ben sviluppate ed efficienti. L’Italia, poi, ha un grande vantaggio competitivo secondo Adesso: «è in una posizione strategica, un gateway per l’accesso ad altri mercati europei».














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