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di Laura Magna ♦ Parola d’ordine, sburocratizzare. Ma le norme vanno cambiate. L’imprenditore Damaso Zanardo spiega perché l’estensione delle Zone Economiche Speciali (Zes),  e l’ inclusione dell’ area veneziana, può rappresentare una occasione imperdibile per trarre valore dal territorio a favore dell’ Italia tutta. A partire dalla logistica, settore in cui opera, e che oggi è nel pieno della trasformazione 4.0.

Il rilancio dell’economia e della competitività per l’Italia? Passa dalle Zes, le zone economiche speciali. A dirlo a Industria Italiana è Damaso Zanardo, imprenditore della logistica, specializzato in sanità e spirit, veneto, presidente della Commissione Consiliare per la Città Metropolitana di Venezia della CCIAA Venezia Rovigo Delta Lagunare. Ma di cosa parliamo? Cosa sono le Zes e cosa c’entrano con la logistica?

 







Damaso Zanardo, CEO Zanardo Servizi Logistici

Le Zes e il presupposto fondamentale: una buona logistica

Partiamo dalla risposta al primo quesito (al secondo e all’impresa di cui Zanardo è AD dedicheremo la seconda parte di questo articolo). Tecnicamente una Zes è un area geografica «delimitata e chiaramente identificata, costituita da zone che presentino un nesso economico funzionale e una popolazione abbastanza numerosa per la creazione di un indotto. Inoltre, deve essere situata a ridosso di centri logistici, grandi porti o corridoi pan-europei: di fatto le ZES in Europa sono state sempre individuate nei pressi di grandi transiti infrastrutturali, perché partono da un pressupposto fondamentale: una buona logistica», spiega Zanardo, che individua nella presenza di una incompleta definizione funzionale il difetto principale del recepimento in Italia di questa opportunità sancita per regolamento Ue.

Ci vuole un periodo più ampio di defiscalizzazione

«Questi elementi economici funzionali al legislatore italiano non sarebbero dovuti sfuggire. Invece, a quanto pare, la legge che in agosto ha istituito le Zes italiane si è limitata all’aspetto fiscale e al Sud Italia, (nel Mezzogiorno le Zes potranno essere individuate dopo il via libera ufficiale della Ue e in seguito alle proposte che faranno le singole Regioni e dovranno contenere al loro interno almeno un’area portuale. Al momento si parla  di Campania e Calabria, con Napoli-Salerno e Gioia Tauro, cui potrebbero aggiungersi la Puglia, con Taranto, e l’Abruzzo, con l’asse Teramo-Pescara. Per il decreto vedi qui ndr.) istituendo in sostanza per le zone una defiscalizzazione della durata di tre anni che per Centro e Sud può avere impatti tra il 30 e il 50%, mentre per il Nord si riduce a una cifra compresa tra il 10 e il 25%. »

«Già è un limite la scarsa durata temporale di questo incentivo, perché l’impegno dell’imprenditore che vuole investire in una Zes richiederebbe un orizzonte di almeno 7 anni. – da qui deriva la convinzione di Zanardo, secondo il quale- l’aspetto incentivante del contributo è dunque totalmente limitativo e non porterà nessuno dentro le Zes. Si dovrebbe parlare di semplificazione burocratiche, di infrastrutture, di servizi, di interventi governativi per favorire la realizzazione delle infrastrutture», continua Zanardo.

 

Marghera
…e ci vuole una correzione delle norme  in tempi brevi

E’una correzione da fare subito, nella legge finanziaria, se non si vuole perdere il treno: «Non possiamo permettercelo, significherebbe rimandare di un anno e non possiamo farlo perché il Paese sta per ripartire adesso. Ci sono imprese che stanno per tornare a produrre in Italia e se le agevoliamo, -è convinto Zanardo- procederanno, altrimenti potrebbero ripensarci.» Venendo poi nello specifico al caso di Venezia,l’imprenditore osserva che  «Non può esserci un cosiddetto “corridoio della seta” i cui benefici arrivano a Venezia e all’ Italia se non abbiamo come terminale di questo una Zona Economica Speciale». Zanardo lamenta anche dalla catalogazione Zes siano state escluse le aree del Nord Italia «a ridosso delle città metropolitane, o quelle che hanno corridoi paneuropee o i grandi porti», in una sorta di miopia del legislatore difficilmente comprensibile. Anche perché per Zanardo «è dimostrato che le ZES hanno portato cassa per il sistema Paese ovunque sono state create,  hanno restituito all’ennesima potenza quanto il Paese aveva investito per farle partire».

Il potenziale delle Zes

La portata globale del fenomeno delle Zone Economiche Speciali , secondo i dati della World Bank , viene indicata nella cifra potenziale di 500 miliardi di dollari di valore aggiunto in neanche 50 anni. Cento posti di lavoro in una data Zona Economica Speciale creano a loro volta, in media, circa 72 posti di lavoro nella contea che la ospita e 137 posti di lavoro nelle contee vicine.

«Le Zes hanno come obiettivo l’aumento della competitività delle imprese insediate, l’attrazione di investimenti diretti, soprattutto da parte di soggetti stranieri, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo, attraverso stimoli alla crescita e all’innovazione», continua Zanardo. «Città come Venezia possono utilizzare questo strumento per l’aumento del Pil del territorio, anche senza necessariamente godere di benefici fiscali di natura statale, e quindi oneri per lo Stato.» Quello che fa la differenza, secondo Zanardo «è l’efficienza dei servizi pubblici, le semplificazioni amministrative e le infrastrutture che aumentino investimenti e PIL. Sono gli iter procedurali e amministrativi snelli e veloci a favorire notevolmente la propensione ad investire».

 

Il porto di Gioa Tauro, per il quale la Regione Calabria ha chiesto la Zes ( dal sito Autorità Portuale Gioia Tauro)

La vera rivoluzione è la sburocratizzazione.

Su questo punto Zanardo insiste: «A quale impresa interessa il 10% per tre anni? Un imprenditore che ha delocalizzato la produzione in un Paese come la Polonia o la Romania rientra in Italia se può localizzasi in una zona Zes che abbia un porto, senza rotture di carico, che da lì  consenta di andare in tutto il mondo. Ci vogliono delle certezze: io stesso non riesco a investire nella mia città a causa della moltiplicazione degli uffici amministrativi, dell’accavallamento delle norme, della presenza di tanti e diversi enti locali con voce in capitolo tra Comune, Provincia, Città metropolitana, Asl, Vigili del fuoco: una Babele da cui non si esce. Nell’ambito della Zes tutto l’iter autorizzato burocratico di cui sopra viene svolto con una procedura unica. La Zes deve essere un’entità abilitata a prendere decisioni di governo: per esempio, laddove mancano gli ultimi 5 km di ferrovia, deve poterli costruire andando sopra a tutti gli organismi», spiega Zanardo.

Le Zes per fare rete

Non solo. «Se ben amministrate e se istituite tenendo conto delle peculiarità specifiche del territorio in cui nascono, le Zes possono generare sinergie tra grandi imprese e piccole e medie imprese, sinergie tra imprese straniere e imprese italiane, possono essere luoghi di sviluppo di start up, di spin off attive nel campo della ricerca, luoghi in cui si sviluppano e si ospitano nuove idee per la creazione di nuovi modelli di impresa», continua Zanardo, che intravede anche la potenzialità di una rete di ZES che dialoghino tra loro e si completino.

 

Zanardo e la logistica

Il legame tra Zes e logistica è stretto e sulla logistica la competenza di Zanardo è forte. Nel 2016 il gruppo Zanardo Servizi Logistici di cui Damaso è Ceo ha fatturato 41,6 milioni di euro, il 5,3% in più anno su anno. L’ebitda, per effetto di  una trasformazione in senso hi-tech, è aumentato dal 3,15% del fatturato del 2014 al 4,51% di fine 2016. Anche il personale è in crescita: 130 dipendenti, più i 250 dell’indotto. Fondata nel 1961 a Venezia, l’azienda è completamente robotizzata: nel 2015 è stato attivato un nuovo sito con modalità di stoccaggio intensivo con carrelli trilaterali e sistema di gestione paperless; l’anno dopo il gruppo si è dotato di gestione dei dati presso data center di Telecom Italia, ha adottato politiche di Disaster Recovery e Business Continuity e l’utilizzo di infrastrutture in fibra ottica. Si tratta di quasi 15 milioni investiti in due anni in macchine e impianti.

 

Dal sito Zanardo Serizi Logistici

 

Log-Os e la logistica ospedaliera

Nel 2005 la Zanardo è stato pioniere in Italia della logistica ospedaliera con la somministrazione informatizzata del farmaco per la sanità pubblica e privata. Al sistema di logistica sanitaria Log-Os  sono arrivati diversi riconoscimenti (vedi Industria Italiana), ed è uno dei maggiori fiori all’occhiello dell’azienda. Log-Os è un sistema che consente di avere un flusso di informazioni costante e informatizzato che parte dalla prescrizione e arriva alla somministrazione del farmaco, ottimizzando la spesa sanitaria e migliorando l’assistenza ospedaliera. Spiega Zanardo «Dopo l’anamnesi il medico fa la prescrizione e da qui in poi tutto viene tracciato: dal momento in cui si genera il consumo del primo farmaco, tutto viene monitorato per posto letto e reparto. Parte un flusso che arriva ai magazzini e poi al fornitore che deve riordinare la merce per i pazienti.E questo si può fare tenendo i prodotti nei luoghi e alla temperatura giusta.»

«Lo spazio di crescita è enorme: oggi in Italia solo il 5% della gestione ospedaliera è strutturata così. E i vantaggi per chi automatizza e standardizza i flussi sono evidenti: dal 12% al 17% dei farmaci oggi vengono dispersi o scadono: la sanità che gestisce il magazzino dandolo a noi, riduce il valore dei farmaci perduti o scaduti allo 0,03%. Senza considerare un altro dato eclatante : tra l’8 e il 10% dei decessi in ospedale avvengono per prescrizione o somministrazione errata, che sarebbe quasi del tutto scongiurata con l’automazione del processo».

 

Dal sito Zanardo Serizi Logistici

 

La logistica per il beverage

L’altra anima di Zanardo è quella dedicata al beverage: nel 2007 è stato inaugurato il primo hub ad hoc e nel 2014 è stata integrata una rete distributiva Ho.Re.Ca. (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café o Catering ) a livello locale e su gran parte del territorio nazionale. «Il 72% di quello che consegnamo è in questo settore. Un produttore o un distributore che usa i nostri sistemi logistici riesce a risparmiare dal 7 al 10%. Inoltre sul timing si recupera un giorno: dove si andava in 5 giorni si va in 4 e dove andava in 48 ore ora arriva in 24», precisa Zanardo.

 

Veduta aerea del magazzino di Massalengo, Lodi (dal sito Zanardo Serizi Logistici)

 

A Lodi l’azienda ha costruito un polo d’eccellenza per la gestione degli spirit: dai magazzini doganali, alla gestione di magazzini in outsourcing, fino al copacking. L’hub di Lodi è affiancato da altri due depositi, a Roma e a Catania che servono diverse aree del Paese e alimentano altri 14 transit point regionali, per un totale di 17 in tutto. 92mila metri quadri di magazzini per servire oltre 70mila punti di consegna, grazie alla partecipata BeveRete.

 

Zanardo Servizi Logistici: movimentazione all’ interno dei magazzini (dal sito Zanardo Serizi Logistici)

Logistica 4.0

La logistica è un settore in profonda trasformazione, e grazie alla robotica ed è un abilitatore di Industria 4.0. «Noi siamo un Paese logisticamente indietro: siamo la naturale banchina per tutto il Centro Europa nelle relazioni con il bacino del Mediterraneo, ma non abbiamo le infrastrutture adatte a servire questo passaggio.- spiega Zanardo – Alibaba e Amazon hanno fatto percepire all’improvviso l’importanza della logistica, portando una rivoluzione soprattutto digitale: non è più decisivo dove sta lo stabilimento ma sono determinanti gli strumenti per inviare la merce e che consentono di farla seguire in tempo reale. C’è questo scarto culturale che sta facendo saltare un po’ tutti…questo porta un cambiamento epocale di informazione e formazione e fa rinascere l’attività logistica dell’ultimo miglio. Si aprono magazzini dispersi sul territorio nazionale, perché dobbiamo smaltire l’ordine in 4 ore, ovunque sia il centro di produzione».

 

Open Dream e il progetto di riqualificazione ambientale dell’area ex Pagnossin, Treviso (dal sito Open Dream)

Il polo logistico di Treviso e Open Dream

Zanardo nel 2016 ha inaugurato anche un polo logistico a Treviso, nell’area della ex Pagnossin, gloriosa azienda di ceramica fallita dieci anni fa. In un’area di 100mila metri quadri, collocata di fronte all’aeroporto Canova di Treviso; nel raggio di 8 km, tre caselli autostradali. L’imprenditore inizialmente avrebbe voluto concentrare in questo luogo tutta la sua logistica. Ma poi è arrivata una considerazione diversa :«Si tratta di un’area storica, la prima fabbrica al mondo che nel 1915 si dotò del forno Hoffmann e della produzione verticale che era presentata all’Expo di Parigi del 1889.- dice Zanardo- Aperta alla produzione fino al 2007, è stata rinnovata fino al 2004. Edifici che avrei voluto abbattere ma che poi ho deciso di lasciare là: e ho adibito il sito alla sola logistica ospedaliera.»

«Per il resto sta nascendo un progetto di riqualificazione ambientale che ho chiamato Open Dream perché appunto è un sogno nato man mano e lo ho aperto alla città. Ho aperto un tavolo delle idee da cui è partita la riconversione: nascerà un laboratorio per la valorizzazione dei beni: made in Italy, servizi del turismo, architettura, arte e design. Stiamo recuperando questi edifici di mattoni rossi: è stata la loro imponenza a convincermi a cambiare progetto. A ognuno sarà data una destinazione diversa».














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