PPInox, la meccatronica al servizio dell’acciaio

di Laura Magna ♦︎ Non è un sito siderurgico, ma è l’unica azienda al mondo a produrre profili speciali e nastri di acciaio per il filtraggio e la depurazione negli impianti industriali. Entriamo con Chiara Cormanni in questa fabbrica. Dove know-how e skill promuovono la crescita

Il sito produttivo PPInox a Cerro Maggiore (Mi).

PPInox, a Cerro Maggiore, nella provincia milanese, è l’unica azienda al mondo che produce profili speciali e nastri di acciaio per il filtraggio e la depurazione negli impianti industriali utilizzabili nei più svariati settori – dall’oil&gas all’enologia – a non far parte di un’acciaieria. «Questo ci ha convinto a lavorare con uno stock del valore di 6 milioni di euro che ci concede sei mesi di tranquillità. È una scelta finanziaria impegnativa ma ci permette la stessa flessibilità dei nostri competitor, altri quattro nel mondo.»

A dirlo a Industria Italiana è Chiara Cormanni, responsabile dello sviluppo del business e rappresentante di seconda generazione della famiglia imprenditoriale. Grazie a scelte come quella appena descritta e altre decisioni out of the box, come approvvigionarsi «per policy principalmente da acciaierie europee per tenere alta la qualità», PPInox è arrivata a fatturare 25 milioni di euro a cui vanno aggiunti gli 11 della controllata ITC. E continua a crescere. Tanto da aver acquistato un nuovo capannone, 24mila mq, accanto alla fabbrica principale che consentirà di raddoppiare il fatturato e di entrare in nuovi mercati.







Profili Speciali per l’industria

Chiara Cormanni, responsabile dello sviluppo del business di PPInox e vicepresidente dei Giovani imprenditori di Assolombarda

Nel dettaglio, PPInox oggi si occupa di una nicchia della lavorazione dell’acciaio, con i due prodotti principali, interamente realizzati in Italia per un mercato internazionale, che va dall’Europa (Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio, Polonia) al Sudafrica, all’Australia, all’Argentina al Texas. «Noi forniamo un semilavorato che è una delle componenti degli impianti estrattivi e di depurazione. Due ingegneri si occupano di R&S, ma tutti gli operai sono molto specializzati e contribuiscono attivamente alla ricerca, riuscendo a condurre in autonomia test e monitoraggio». Gli investimenti in R&S variano tra il 5 e il 10% del fatturato e sono senza dubbio un valore aggiunto. Che ha consentito a questa media azienda del profondo Nord di accaparrarsi clienti come «le tre multinazionali del settore della filtrazione ed estrazione mineraria del carbone in SudAfrica.» Ma anche clienti dell’oil&gas in Texas e aziende vinicole argentine.

Nastri e fili trafilati per completare la gamma

Il secondo tipo di prodotto, oltre piattine e profili, è quello costituito dai nastri «che vengono tagliati su misura a seconda delle esigenze del cliente utilizzati in molti settori dall’automotive all’architettura», sottolinea Chiara Cormanni. Fondata nel 1979 da Claudio Cormanni, a cui è seguito l’ingresso del fratello Massimo, PPInox – in cui le due P del nome segnalano il core business ovvero Piattine e Profili – era rivolta inizialmente al solo mercato italiano (oggi invece la metà del fatturato deriva dall’estero) e operava nel settore dei casalinghi. «Alla base c’era e c’è la lavorazione dell’acciaio inossidabile», dice Cormanni. La maggior parte di questi prodotti vengono realizzati in stretta collaborazione con gli uffici tecnici dei clienti, con la massima flessibilità e reattività.

Nel 1998, per completare il ciclo produttivo, la famiglia Cormanni ha fondato con altri soci una nuova azienda, la ITC Srl, che produce fili trafilati e si integra con PPInox nella produzione dei semilavorati per i profili speciali avendo così il controllo dalla materia prima al prodotto finito in completa autonomia. ITC, partecipata al 51%, produce un fatturato di 13 milioni che si sommano ai 25 della capogruppo, i dipendenti sono in tutto 65, di cui 45 di pertinenza di PPInox ma in crescita visto che, come precisa Cormanni:«Abbiamo completato proprio in questi giorni la formazione dell’ultima delle prime quattro risorse che impiegheremo nel nuovo capannone».

Un nuovo capannone per lavorazioni miniaturizzate

Impianti Ppinox

Il capannone a cui l’imprenditrice fa riferimento è stato acquistato nel 2017: un’area di 24mila mq adiacente al primo per realizzare il progetto di «ampliarci con tre nuove linee. Là saranno prodotti profili speciali e nastri di spessori più piccoli, che potranno essere impiegato in settori diversi da quelli attuali, come il chimico, il farmaceutico e l’alimentare, e che ci consentiranno in cinque anni di raddoppiare il fatturato».

«Le persone in PPInox sono un valore fondamentale. Il tratto distintivo è, certo, l’impiantistica tecnologicamente avanzata che, però, non esclude il controllo e l’esperienza dei tecnici e degli operatori, elementi fondamentali della filosofia PPInox: essi sono i primi artefici del prodotto e della qualità», tiene a specificare Cormanni che per i suoi dipendenti ha strutturato un programma di welfare con svariati benefici e un’attenzione particolare alla diversity. «Fortunatamente il nostro è un settore che si sta aprendo molto alle donne, anche se siamo in netta minoranza. Non vedo una discriminazione forte, sicuramente bisogna dimostrare di più all’inizio, ma superato il primo momento, il genere torna quasi un vantaggio. Noi stiamo assumendo nuovo personale femminile per il nuovo stabilimento e abbiamo previsto anche spazi dedicati alle donne.»

 

La meccatronica per crescere

Impianti Ppinox

Se il fattore umano è il principale plus, Cormanni non sottovaluta la componente tecnologica. «Abbiamo investito massicciamente in macchine evolute con processi elettronici per il controllo in linea: siamo partiti 15 anni fa in maniera soft e adesso questo genere di tecnologia è presente su tutte le linee. Sostanzialmente abbiamo migliorato il controllo del processo, con l’ausilio di sofisticati strumenti elettronici, che ci ha permesso di raggiungere un grado di affidabilità tale da creare delle partnership prioritarie con i nostri clienti. Inoltre abbiamo migliorato la sicurezza degli operatori garantendo un controllo real time di ogni singola lavorazione.»

Questo impiego della tecnologia ha avuto come effetto evidente l’aumento della produzione, oltre che il miglioramento qualitativo. «L’investimento ci ha portato ad ampliare la capacità produttiva del 30%, ma anche di fornire prodotti molto più accurati». Pur operando su mercati internazionali questa aziende dell’estremo Nord non ha sedi né uffici all’estero, ma «lavoriamo con stock presso i nostri clienti per agevolarli e abbiamo una rete di agenti distribuita. Il modello funziona perché il tipo di prodotto è speciale e non abbiamo bisogno di presidiare il territorio ma facciamo tutto su commessa e disegno del committente».














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