Acciai speciali: è qui che si gioca il futuro della siderurgia italiana. Le strategie per la crescita di Ori Martin e Abs. Con Siderweb

di Laura Magna ♦︎ Il comparto industriale degli acciai speciali vale 50 mld ed è strategico per l'Italia. Le previsioni? Un 2024 piatto, seguito da una crescista dell'1,5% l'anno successivo. Le strategie dei big. Decarbonizzazione ed M&A per Ori Martin. Flessibilità e affidabilità per Abs (Gruppo Danieli). Se ne è parlato a margine di un webinar di Siderweb con Roberto de Miranda (Ori Martin), Stefano Scolari (Abs ) e Stefano Ferrari (Siderweb)

Bisognerà aspettare il 2025 perché la siderurgia italiana rialzi la testa. Il 2024, invece, sarà un anno interlocutorio: lo si evince dall’andamento atteso dei settori utilizzatori di acciai speciali, ovvero automotive, costruzioni, ferrovie e industria. E gli acciai speciali, focus di aziende come Ori Martin e Abs, sono un termometro importante perché sono la nicchia a elevato valore aggiunto in cui l’Italia può fare ancora la differenza rispetto alle produzioni a basso costo del lontano Oriente. E sugli acciai speciali si gioca il futuro della siderurgia italiana, che vale 50 miliardi di euro ed è ancora fondante per la nostra economia.

Se effettivamente riprenderà quota, molto dipenderà da quanto acciaio speciale servirà alle altre industrie: allora, l’attività dei settori utilizzatori di acciai speciali si stima in lieve aumento nel 2024 (+0,1%) e a un passo superiore l’anno successivo (+1,5%). I dati sono quelli di Eurofer e sono stati rielaborati dal responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, Stefano Ferrari, nel corso di un webinar al quale Industria Italiana ha partecipato e dal quale sono tratti tutti gli interventi di questo articolo, in particolare di Roberto de Miranda membro del cda di Ori Martin e Stefano Scolari, ad di Abs (gruppo Danieli).







Ori Martin e Abs: i campioni italiani degli acciai speciali

Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb

Gli acciai speciali si contraddistinguono per la composizione – perché, oltre al carbonio possono contenere cromo, nichel, silicio, tungsteno, vanadio, cobalto, manganese – o il trattamento termico a cui sono sottoposti. Rispetto a un acciaio comune, quello speciale ha caratteristiche fisiche e meccaniche superiori: per esempio, il silicio ne accresce il limite elastico (che ne misura la fragilità) e le proprietà elettriche magnetiche, rendendo possibile la costruzione di molle. L’addizione di nichel aumenta la resistenza alla corrosione, il cromo esalta durezza e resistenza a usura e si adatta all’impiego in perni e cuscinetti.

L’Italia esprime alcune industrie di rilievo internazionale nella produzione di questi manufatti. Con Ori Martin, per esempio, campione nazionale nell’elettrosiderurgia. Nel 2022 il gruppo bresciano ha generato un valore di 697 milioni di euro e prodotto 559.446 tonnellate di acciaio dal riciclo degli scarti. Negli anni precedenti il gruppo aveva investito per razionalizzare la propria struttura rilevando il 100% delle quote di Sapes, di Ori Martin Deutschland e di Ori Martin France; e il 70% di Trafileria Lariana Drawing Steels e di Lariana Annealing Steels. E poi nell’implementazione di una complessa strategia green, che comprende l’approvvigionamento di elettricità da fonti rinnovabili, il riutilizzo di fumi caldi per la produzione di energia, e la costruzione di un ossigenodotto per evitare emissioni di anidride carbonica. E sui robot per avanzare sul fronte della digitalizzazione e sul tracciamento dei rottami di ferro.

Un altro esempio è quello delle Acciaierie Bertoli Safau, oggi divisione del Gruppo Danieli: gruppo che complessivamente a giugno 2023 ha segnato un fatturato di 4,10 miliardi di euro dai 3,6 miliardi dell’anno precedente, con il margine operativo lordo (Ebitda) salito del 18% a 423,9 milioni. Abs ha trainato questi numeri con una performance eccezionale. Anche grazie all’impianto super tecnologico per la produzione di vergella in acciaio speciale e di qualità, il Quality Wire Rod 4.0 (Qwe)inaugurato nel 2021 negli stabilimenti di Cargnacco, provincia di Udine e con una produttività annua di 500 mila tonnellate a velocità massima di 400km/h. Grazie a questa produzione Abs è tra le poche industrie internazionali in grado di offrire l’intero range dimensionale. Prima di vedere come queste aziende stanno affrontando la congiuntura, diamo uno sguardo ai numeri del mercato degli acciai speciali.

I numeri degli acciai speciali nel prossimo biennio

Secondo gli ultimi dati disponibili di Federacciai la produzione di acciai speciali in Italia è cambiata dal 2010 al 2022. I piani in acciai speciali hanno perso il 22% di output, mentre i lunghi hanno guadagnato il 25% nello stesso periodo, con il 2021 che li ha visti salire sopra la soglia dei 4 milioni di tonnellate. «Per il 2023 le stime sono di un calo produttivo di circa il 5% rispetto all’anno prima», spiega Ferrari. Ma la ricomposizione delle quote all’interno del settore è significativa: i lunghi, barre, rotaie, cavi, angoli, tubi e travi sono usati da automotive e costruzioni; lamiere, nastri e coils ovvero i piani, sono acciai speciali per definizione e sono utilizzati in diverse applicazioni industriali (per esempio nelle macchine industriali).

La produzione di acciai speciali in Italia è cambiata dal 2010 al 2022. I piani in acciai speciali hanno perso il 22% di output, mentre i lunghi hanno guadagnato il 25% nello stesso periodo, con il 2021 che li ha visti salire sopra la soglia dei 4 milioni di tonnellate

Lo scorso anno i prodotti in metallo, costruzioni ed elettrodomestici (che coprono circa la metà del consumo) hanno rallentato tra il 2 e il 3%; mentre è cresciuta tra l’1,6% e l’8,8% (hanno fatto un vero e proprio exploit automotive e altri mezzi di trasporto. Questi ultimi continuano a trainare i consumi di acciaio nei prossimi mesi (le attese sono di un aumento dell’1,2%) insieme agli elettrodomestici (+3,1%). La domanda dei settori utilizzatori resterà stabile nel 2024 per crescere l’anno dopo, come abbiamo detto in apertura: questo è un elemento chiave della ripresa.

Lo scorso anno i prodotti in metallo, costruzioni ed elettrodomestici (che coprono circa la metà del consumo) hanno rallentato tra il 2 e il 3%; mentre è cresciuta tra l’1,6% e l’8,8%.

Un secondo fattore sono i prezzi: ebbene, da inizio 2021 i tondi 18NiCrMo5 ricotti e i tondi laminati C45 hanno avuto un andamento simile, con aumenti fino a primavera 2022, seguiti da una discesa. Il segno meno ha caratterizzato l’andamento di tutti i prodotti analizzati nell’ultima rilevazione di siderweb dello scorso primo febbraio ma resta un differenziale importante tra le due categorie: circa 400 euro la tonnellata a favore dei tondi legati ricotti.

I tondi 18NiCrMo5 (18% di nichel (Ni), circa il 1% di cromo (Cr), circa il 0,5% di molibdeno (Mo)) vengono ottenuti tramite processo di lavorazione a caldo con ricottura, che comporta il riscaldamento dell’acciaio a temperature elevate seguito da deformazione plastica tramite forgiatura o pressatura. Sono utilizzati in ingranaggi, alberi di trasmissione, parti per macchine e altri componenti che richiedono una buona resistenza all’usura e alla fatica.

I Tondi Laminati C45 (lega con circa lo 0,45% di carbonio (C) e altri elementi come il manganese (Mn), il silicio (Si), e il fosforo (P)) vengono prodotti tramite processo di laminazione a caldo, in cui l’acciaio viene riscaldato a temperature elevate e poi passato attraverso rulli per ottenere la forma desiderata. Sono utilizzati in ingranaggi, alberi di trasmissione, elementi per costruzioni meccaniche, e in generale in applicazioni che richiedono una resistenza moderata e una lavorabilità buona. In generale, i tondi 18NiCrMo5 ricotti tendono ad essere più costosi dei tondi laminati C45 perché hanno una composizione chimica più complessa e il processo di produzione è più complesso.

da inizio 2021 i tondi 18NiCrMo5 ricotti e i tondi laminati C45 hanno avuto un andamento simile, con aumenti fino a primavera 2022, seguiti da una discesa. Il segno meno ha caratterizzato l’andamento di tutti i prodotti analizzati nell’ultima rilevazione di siderweb dello scorso primo febbraio ma resta un differenziale importante tra le due categorie: circa 400 euro la tonnellata a favore dei tondi legati ricotti.

La novità del contesto attuale è che «la connessione tra andamento delle quotazioni del rottame e dei C45 è stata labile negli ultimi due anni: infatti il prezzo del C45 negli ultimi 6-7 mesi è stato in continuo calo; quello del rottame tra lo stabile e il lieve rialzo – spiega Ferrari – Sulla formazione del prezzo hanno influito più la domanda o altri produttivi».

De Miranda (Ori Martin): sull’auto la produzione non torna indietro, è necessario verticalizzare e decarbonizzare

Roberto de Miranda, membro del cda di Ori Martin

Decarbonizzazione ed M&A nella strategia di Ori Martin per restare in piedi con i venti contrari. «Non ci saranno aumenti di produzione in vista, per cui vogliamo completare la gamma con l’acquisto di due aziende a valle della filiera che, utilizzando direttamente il nostro prodotto, ci permettano di esplorare nuovi mercati. Poi, continueremo con un piano di decarbonizzazione massiccio, per ridurre le nostre già basse emissioni e centrare gli obiettivi Ue». A dirlo è Roberto de Miranda, membro del cda del gruppo bresciano, che non si aspetta un ritorno al passato ma cerca di innovare e pensare in termini di nuova normalità, a partire dalla metamorfosi che sta subendo il mercato dell’auto europea che del prodotto della bresciana è forte utilizzatore. Metamorfosi iniziata alla fine del periodo pandemico con una crisi profonda: «Siamo passati dai 15 milioni di vetture prodotte nel Vecchio Continente nel 2018 agli 11 milioni scarsi del 2022, dato simile a quello del 2023 – dice de Miranda – parliamo di 4,5 milioni di auto in meno, un calo che ha avuto effetti negativi su tutta la filiera. Per quanto riguarda noi, il calo più importante c’è stato nel segmento delle passenger cars, che abbiamo compensato grazie alle performance positive di truck, del movimento terra e dell’agricoltura».

Un altro elemento che ha generato un impoverimento per il settore degli acciai speciali nell’ultimo trienno è stato l’ingresso a gamba testa di una serie di competitor che prima si occupavano di altro. «Per alcuni prodotti, che prima rappresentavano una nicchia con alte barriere all’ingresso – spiega il manager – c’è stata una tendenza alla “commoditizzazione”».

Cosa accadrà nei prossimi mesi è difficile dirlo. E lo è perché la visibilità è sempre più scarsa e le previsioni diventano volatili. «Per lo stampaggio a freddo, ovvero oggetti come la vergella impiegata nella componentistica delle auto, le attese erano di un aumento che però non si sta verificando: siamo stabili in termini di produzione e se vogliamo questo può essere comunque interpretato come un dato positivo – dice de Miranda – lo stampaggio a caldo, ovvero i prodotti come le barre, la situazione è anche più complessa. Il settore agricolo è in crisi, dopo le performance eccezionali del recente passato e segna cali anche del 30%, reggono invece l’industrial, i truck e le costruzioni, con ordini sostenuti». Un discorso a parte, sempre per quanto riguarda i prodotti a caldo, vale per le passenger cars. «Siamo in una fase di stabilità, ma ci aspettiamo che non si torni più ai livelli del 2018 e quindi ci stiamo adattando alla nuova normalità. Le previsioni di vendita anche delle auto elettriche non corrispondono a quello che sta effettivamente accadendo». E il settore automotive per Ori Martin è cruciale: «quando parlo di nuova normalità, mi baso sui numeri – dice de Miranda – tramite un cliente abbiamo lavorato indirettamente alla fornitura di componentistica per Volkswagen: ebbene ci sono stati tagli del 50-60% rispetto ai programmi originali. Un chiaro segnale che sull’auto elettrica si stia rallentando». Non ci sarà, per dirla in altre parole, la transizione completa al 2030. Nell’eolico la situazione è simile: a fronte di grandi previsioni di crescita, i numeri non corrispondono alle aspettative. «A pesare è il fatto che tanta della componentistica arriva dalla Cina e questo, a causa delle regole Ue, mette in crisi i produttori europei che trainano anche noi».

Il primo ottobre scorso è entrato in vigore il Cbam (Carbon border adjustment mechanism), il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere: l’obiettivo è arrivare a fissare un prezzo equo del carbonio contenuto in un bene o prodotto importato da un Paese terzo, in modo da equipararlo a quello dei prodotti europei. Un principio corretto che però, dice de Miranda «in base a come verrà applicato rischia di bloccare l’acciaio, ma non i prodotti lavorati in acciaio. È un rischio che riguarda soprattutto la siderurgia europea e ci auguriamo che la prossima Commissione attui la transizione ecologica non con l’ideologia, ma tenendo conto delle esigenze delle aziende».

Al di là dei singoli settori utilizzatori, è il modello dell’acciaio speciale a essere già cambiato. Perché se prima le aziende produttrici erano abituate a lavorare con portafogli ordini superiori a quelli di produttori a basso valore aggiunto, «di recente abbiamo una visibilità più a breve termine rispetto a quella del 2021-2022: le aziende investono meno e cancellano ordini dalla sera alla mattina. Inoltre ci sono competitor nuovi e molto più aggressivi – dice de Miranda – e non aiutano i prezzi, che difficilmente scenderanno sotto i livelli attuali; né il consumo apparente che resta debole». Così Ori Martin in particolare, per tenere i livelli di produttività allineati al passato, diversifica e amplia la gamma.

Stefano Scolari (Abs): puntiamo tutto su flessibilità, servizio, affidabilità. E su certificazioni verdi e R&S

Stefano Scolari, ad di Abs

Il settore automobilistico rappresenta una parte significativa (35-40%) anche del business di Abs, la costola di Danieli focalizzata sugli acciai speciali. «Nel 2020, abbiamo registrato una riduzione del 19% rispetto all’anno precedente. Sebbene ci sia stato un lieve miglioramento, siamo ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici», così l’ad Stefano Scolari. Eurofer indica una domanda apparente stabile nel 2023 rispetto al 2020, mentre si attende un rialzo del 5-6% per il 2024. «Ci auguriamo che lo stesso aumento riguardi anche gli acciaio speciali – dice Scolari – nel frattempo abbiamo usato la mancanza di visibilità sugli ordini per migliorare le performance interne e soddisfare le richieste dei clienti; lavorando quindi fortemente su flessibilità, servizio, affidabilità. Questo approccio ci ha permesso di minimizzare le interruzioni produttive, nonostante le sfide del mercato». E ha permesso di schiacciare l’acceleratore sulla sostenibilità con un piano di investimenti da 572 milioni di euro presentato recentemente e focalizzato su progetti «per ridurre i consumi e per utilizzare energia solare per i nostri impianti», dice Scolari. Un importante investimento riguarderà il “digital green plant” a Cargnacco, che includerà un nuovo forno digitale alimentato dal sistema Q-One della capogruppo Danieli. In programma anche l’installazione di un elettrolizzatore per produrre e utilizzare idrogeno verde nei processi. Abs è “green” per natura, partendo dal riciclo dei rottami ma non basta: «Nella maratona della transizione green partiamo dal 30esimo km – dice Scolari – ma dobbiamo fare di più: come molte altre aziende, notiamo che i clienti richiedono sempre più certificazioni verdi per i nostri prodotti in acciaio». E la domanda dei clienti è un elemento a cui Abs presta molta attenzione: dal rottame al post vendita, Abs ha inaugurato un anno fa un centro servizi che serve a «fornire i nostri prodotti in modo veloce e capillare alle officine meccaniche, cercando di capire i loro bisogni e dando loro la possibilità di usufruire di un servizio tecnico, anche grazie al supporto del nostro centro di R&S in Francia». La ricerca&sviluppo per Abs è cruciale ed è un elemento costante della verticalizzazione.

«Stiamo evolvendo le sfere di acciaio che produciamo e che servono a macinare il minerale nei mulini di tutto il mondo», conclude Scolati. «Lo spirito è cercare valore su direttrice diversi e sempre più ampie». Fare cioè il made in Italy dell’acciaio.














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1 commento

  1. Arvedi e’ da anni che lavora acciai speciali: laminati fino ad un decimo di millimetro di spessore, di certo non siete voi la novità. A parte l’anno 2023 la produzione Arvedi ha superato sempre i valori che si era prefissato con lauti guadagni x l’azienda ma anche con ricchi bonus x i subalterni.
    Il successo di Arvedi non e’ solo nell’ ammodernamento delle sue imprese ma anche nel coccolare i propri dipendenti con ogni sorta di incentivi, cosa molto rara nellimprenditoria nostrana che solitamente tende a sfruttare e spolpare e poi buttare via i collaboratori.
    Lunga vita al nostro Cav. Giovanni Arvedi erede della filosofia del grande Olivetti ove prima vengono i lavoratori e poi tutto il resto.

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