Packaging, l’italiana Nordmeccanica tra realtà aumentata e imballaggi flessibili

di Laura Magna ♦︎ L’azienda guidata da Antonio Cerciello ha fatturato nel 2019 110 milioni, di cui il 95% all’estero. La laminatrice Triplex SL One-Shot sviluppata su Mindsphere, che coniuga meccanica, cloud e IoT. Le partnership con Siemens, Dow Chemical, Hp. La parola al presidente

Interno dello stabilimento Nordmeccanica

L’innovazione più recente è un sistema per controllare e settare le macchine da remoto con la realtà aumentata, sviluppato in collaborazione con Siemens. Ma dell’applicazione d’avanguardia della tecnologia, nell’elettronica, nella chimica, nella sensistica Nordmeccanica ha fatto la sua cifra caratteristica. Elemento che le ha consentito di conquistare una quota del 65% del mercato globale delle macchine per la produzione di imballaggi flessibili per l’industria alimentare e per il coating. Ne ha istallate 2500, prodotte nei suoi 30mila mq di capannoni. 

È una delle principali aziende nel settore del packaging, una delle punte di diamante dell’industria italiana: nel 2019 il fatturato si è attestato a 110 milioni in linea con il piano industriale e in leggera crescita anno su anno, nonostante un generale calo della meccanica in Italia. Nordmeccanica d’altronde, dalla provincia piacentina, ha espanso il suo business a tutto il mondo, grazie a un export che pesa per il 95% del fatturato. Le macchine accoppiatrici e metallizzatrici di Nordmeccanica dichiarano di non aver confronto con le altre proposte del mercato. Grazie a investimenti importanti in ricerca e sviluppo (ogni anno circa il 5% dei ricavi) all’essere tailor made e consegnate secondo un modello di business chiavi in mano: dalla progettazione all’installazione, garantendo anche la manutenzione per tutto il ciclo vita. Negli anni l’azienda del packaging ha stretto partnership con colossi dell’elettronica, della chimica, dell’informatica, dalla già citata SiemensDow Chemical a Hp







Ma questa combinazione di fattori vincenti potrebbe non bastare ora a superare il terremoto Coronavirus. E così non contiene la rabbia il presidente Antonio Cerciello«Abbiamo commesse che ci consentono di lavorare fino a fine anno, ma gli impianti già pronti, che potrebbero essere spediti e che i clienti stanno aspettando sono fermi in magazzino. Non possiamo mandare tecnici a montarli in India, Sudamerica, Indonesia. Porremmo essere spazzati via dalla concorrenza estera, perché Francia e Germania non hanno sperimentato lockdown severi come il nostro, e potremmo essere superati pur essendo i primi della classe nella tecnologia delle macchine. Ma la mia preoccupazione è che il vero impatto della crisi lo vedremo nel 2021: se nel 2020 perdiamo l’8% del Pil, l’anno dopo il calo sarà del 15%».

 

Il tonfo della meccanica

Il contraccolpo per la meccanica italiana potrebbe essere tremendo, se non si torna presto a lavorare a regime. Parliamo di un settore su cui, come noto, si sorregge l’interna economia italiana. Nel nostro Paese la meccanica occupa circa 1.600.000 addetti, produce ricchezza (misurata con il valore aggiunto) per oltre 120 miliardi di euro ed esporta beni per oltre 220 miliardi che rappresentano quasi la metà del fatturato comlessivo. L’attivo del suo interscambio (oltre 50 miliardi di euro) contribuisce al totale riequilibrio della bilancia commerciale italiana, strutturalmente deficitaria nei settori energetico ed agro-alimentare.

Produzione metalmeccanica italiana dal 2008 al 2018. Nonostante una ripresa dopo il crollo del 2009, la produzione non ha mai più raggiunto i livelli pre-crisi. Fonte Federmeccanica su elaborazione dati Istat

Un miliardo e settecento milioni al giorno: questa è la perdita accumulata durante il lockdown perché lavorazioni di acciaio, bulloni, valvole, macchine, automazione, componentistica, elettronica non sono state incluse nei codici Ateco essenziali e sono state ferme per il 90% nelle settimane di blocco per contenere la diffusione del Covid-19. Una batosta che si somma all’andamento già non brillante del 2019: quando secondo Federmeccanica aveva evidenziato una flessione media pari al 3% rispetto al 2018 con cali pesanti per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e in particolare per l’automotive che ha perso circa il 10% della produzione. Complessivamente i livelli di produzione risultano inferiori del 27,6% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008) e, nel confronto con i principali paesi dell’area Ue, siamo in ultima posizione superati anche dalla Spagna. Le stime per il 2020 sono tremende: il fatturato è atteso diminuire nell’ordine del 40% al mese. Per l’intera area degli impianti industriali Federmacchine stima un calo medio dei ricavi 2020 del 27%, oltre 13 miliardi di euro. Si attende che i macchinari legati al packaging avranno il decremento più limitato (-15%) perché si tratta di un’industria di servizio ad altre industrie essenziali e dunque non si è del tutto fermata. 

 

Accoppiatrici e metallizzazione hi-tech

Macchina confezionatrice Nordmeccanica

Nordmeccanica potrebbe rientrare proprio tra quelle aziende essenziali, perché i suoi clienti principali sono aziende della filiera alimentare. Fondata nel 1978 a Piacenza, è stata rilevata nel 1998 da Antonio Cerciello, ingegnere meccanico napoletano, classe 1940, con una solida esperienza manageriale sviluppata prima nelle partecipazioni statali e poi come imprenditore. Cerciello ha condotto l’azienda verso la leadership mondiale nella realizzazione di macchine per la produzione di buste per gli alimenti confezionati, blister farmaceutici e tutta una serie di produzioni ad alta tecnologia, come quelle necessarie per riprodurre gli ologrammi sulle carte di credito e le banconote, le pellicole che proteggono i pannelli fotovoltaici, i sistemi di rinforzo di caschi e giubbotti antiproiettile.

«Ma il nostro core business restano le accoppiatrici: macchine che uniscono i diversi materiali che compongono l’imballaggio. I nostri clienti sono dunque i produttori di imballaggi, i cosidetti converter, che realizzano le confezioni per l’azienda finale, che nel nostro caso, per l’80% opera nel mercato del food», spiega Cerciello.

La produzione si è nel tempo arricchita di impianti sottovuoto per la metallizazione di film plastici. «Tra il 2014 e il 2015 abbiamo rilevato dal gruppo Galileo la Vacuum System e le competenze per fare i metallizzatori: abbiamo spostato la produzione da Prato a Piacenza con un investimento di dieci milioni di euro». I metallizzatori andranno a coprire industrie diverse da quella alimentare, in particolare nel fotovoltaico, nel finto legno, nei film protettivi. «Nel tempo, abbiamo provato a rispondere alla crescente domanda di prodotti “tailor-made”, che richiedono una specializzazione particolare e un rinnovamento continuo. Così, abbiamo realizzato, per esempio, soluzioni utilizzate nella produzione di rivestimenti di finto legno per la pavimentazione di grandi superfici, per l’industria dei mobili e per quella dell’automobile, che con il finto legno ricopre i cruscotti delle auto». Nel laboratorio di R&S del gruppo emiliano c’è anche il prototipo di una macchina per fare i test di spalmatura su diversi tipi di lacca per andare incontro alle richieste tecniche di ogni cliente. 

 

Un tablet per governare le macchine da remoto di grandi dimensioni (e le altre innovazioni)

Linear C1737 Nordmeccanica

Per dare vita alle sue macchine perfette sono necessarie competenze diverse, dall’elettronica alla meccanica alla chimica. Per questo l’azienda ha in essere accordi commerciali privilegiati con colossi come il gruppo australiano Amcor e accordi tecnologici esclusivi con Siemens, per lo sviluppo delle tecnologie a realtà aumentata. La più recente e straordinariamente innovativa macchina della gamma si chiama Triplex SL One-Shot, che mette in campo e trasla nella meccanica del packaging Cloud e IoT, grazie allo sviluppo su Mindsphere, la piattaforma cloud di Siemens. Proprio su queste macchine, che hanno grandi dimensioni, è stata creata la dotazione di un tablet per la realtà aumentata. Il tablet consente la visualizzazione e il settaggio dei parametri macchina in tempo reale in loco senza dovere tornare a un pannello operatore e l’identificazione delle varie aree di lavoro, dando all’operatore o al manutentore tutte le informazioni necessarie. Tramite un link a un’applicazione è possibile, inquadrando apposite etichette sulla macchina, visualizzare o lanciare una stampa di un report con i dati dell’oggetto identificato.

I vantaggi sono evidenti: il personale che opera sulla macchina dotata di tablet ha la possibilità di lavorare lungo tutta la macchina e non è vincolato alle aree dove si trovano gli Hmi (Human Machine Interface). Questo permette di evitare di spostarsi continuamente lungo una macchina a tre piani; di identificare rapidamente il punto o il gruppo della macchina interessato e agire immediatamente; di ridurre gli errori, perché l’identificazione è certa. Grazie a questo sistema operativo si possono analizzare i dati che, oggi, sono considerati il tesoro dell’industria 4.0 e che, grazie alle tecnologie digitali, le imprese possono utilizzare al meglio. «Noi facciamo parte delle società che hanno fondato l’associazione Mindsphere World Italia – spiega Cerciello– per gestire i dati attraverso un cloud sicuro e un partner importante come Siemens. Dati che ci permettono di mettere in rete le macchine ed informare i clienti se stanno performando come loro si aspettano».

 

Le partnership con i colossi

Nordmeccanica trasla nella meccanica del packaging Cloud e IoT, grazie allo sviluppo su Mindsphere, la piattaforma cloud di Siemens.

A febbraio, poco prima dell’ufficializzazione del lockdown italiano, Nordmeccanica ha presentato l’ultima macchina ultratecnologica sviluppata in collaborazione con Hp Indigo: si tratta di una soluzione per accoppiamenti solventless che sostanzialmente può stampare on-demand virtualmente qualsiasi misura e varietà di imballaggi flessibili per supportare la sempre crescente domanda di mercato di consegne in tempi rapidi. L’abilità, attraverso l’accoppiamento, di proteggere la stampa ed aumentarne le proprietà meccaniche e chimiche, aumenta il valore del prodotto finito ed amplia la possibilità di crescita per i converter al servizio dei loro clienti. La nuova accoppiatrice è già operativa presso gli stabilimenti del converter Usa e Pac Flexible Packaging.

«Non solo elettronica e meccanica: la chimica è fondamentale, dal momento che ci occupiamo anche di adesivi. Per sviluppare le macchine abbiamo rapporti con i colossi mondiali che sono i maggiori produttori di adesivo come DowDuPont Henkel, portando le nostre stesse macchine nei loro laboratori in modo da testare macchina e adesivo insieme. Grazie a questo modello le nostre macchine restano all’avanguardia per almeno un quinquennio». Con Dow Chemical in particolare, Normeccanica ha realizzato una macchina che elimina i tempi tecnici di raffreddamento degli adesivi, abolendo lo stoccaggio del materiale a magazzino per il raffreddamento: il coverter può inviare gli imballi direttamente alla produzione, riducendo i tempi di impiego da 3-4 giorni a soli 90 minuti.

 

 

Un’azienda del made in Italy

Antonio Cerciello, presidente di Nordmeccanica Spa

Nordmeccanica è una produzione interamente italiana, e ne va fiera «il know how è tutto italiano e dipendiamo da una filiera regionale. In Italia ci sono 260 dipendenti (dei 340 totali) e un indotto di 130 persone a Piacenza, fatto per lo più da titolari di officine meccaniche che lavorano quasi esclusivamente per noi su nostro disegno. Siamo un punto di riferimento per l’economia piacentina. Facciamo la progettazione meccanica ed elettronica in casa, supportati da Siemens: tutta l’ingegnerizzazione è nostra, e alla fine ci occupiamo dell’assemblaggio e del testing, oltre che dell’istallazione presso l’azienda cliente. Il servizio che forniamo è chiavi in mano: lasciamo il cliente quando la macchina funziona a regime e poi forniamo l’assistenza successiva per tutto il ciclo di vita del prodotto». Un modello consolidato che è stato traslato anche nello stabilimento di Shanghai, dove «abbiamo insegnato alle officine meccaniche della zona i nostri metodi e le nostre tecnologie e oggi sono in grado di fornirci i componenti necessari per le nostre macchine con la medesima qualità». 

 

… con l’obiettivo di conquistare il mondo

Nordmeccanica dispone di cinque stabilimenti produttivi, di cui tre in Italia, uno in Cina e uno negli Stati Uniti (a New York) e una rete di rappresentanze che copre 87 paesi del mondo, fra cui l’India. In particolare Nordmeccanica è presente in Cina dal 2006 e con uno stabilimento aperto a Shanghai dal 2009 di 1.500 mq, e successivamente ampliato nel 2012 per far fronte alle esigenze sempre crescenti del mercato. I dipendenti sono passati da 6 nel 2009, saliti a 28 nel 2013, fino alle 50 unità odierne. Nordmeccanica in Cina copre oggi il 65% del market share del settore. 

Un miracolo che è stato possibile puntando sulla qualità e inserendosi nella domanda crescente di sicurezza alimentare, trainata Safety Food Law del 2015, che ha coinvolto anche gli imballaggi, che devono essere privi, per esempio, di solvente potenzialmente contaminanti. «I diversi materiali accoppiati negli imballaggi alimentari hanno funzioni diverse: uno protegge il prodotto da luce o umidità, uno porta stampata la marca all’esterno. Questi materiali si uniscono attraverso adesivi, che possono essere a solvente o senza. Ovviamente i secondi sono più sicuri e noi in questi siamo leader», spiega Cerciello.

L’espansione è andata di pari passo anche nel resto del mondo: l’azienda è il primo esportatore del settore anche in Nord America, con uno stabilimento a New York, India e America Latina, con due sedi dirette per il supporto tecnico ai clienti a Mumbai e a Buenos Aires. «Oggi esportiamo Il 15% negli Usa, il 50% nel Sud Est asiatico, siamo in tutto il mondo compreso il Giappone. L’Italia rappresenta solo una parte residuale in termini di mercato di sbocco». 

 

Il mondo post Covid-19

Sede di Nordmeccanica a Piacenza

Per un imprenditore abituato a stare nel mondo è stato singolare vedersi chiudere le linee per il Coronavirus. Ma nonostante ciò Nordmeccanica si è impegnata massicciamente per adeguarsi alle norme per la salvaguardia della salute dei propri dipendenti. «Siamo pronti a rispettare al 100% le norme di sicurezza a pieno organico, con l’utilizzo dei necessari dispositivi, il distanziamento e lo smart working dove possibile. C’è anche la disponibilità ad effettuare gli esami sierologici ai dipendenti a carico dell’azienda, per poter consentire il lavoro alle maestranze nella massima sicurezza possibile. Siamo attrezzati dal primo giorno e abbiamo ampliato uffici, spostato le linee in modo da garantire la distanza minima di due metri tra i tecnici e abbiamo sanificato completamente l’ambiente. Tante aziende hanno fatto la stessa cosa. Vogliamo rassicurare l’opinione pubblica sul fatto che teniamo alla salvaguardia delle nostre persone più di chiunque altro e ci siamo attrezzati per far lavorare le persone in sicurezza», conclude Cerciello che accusa il governo di aver messo a rischio l’industria italiana e la sua reputazione nel mondo. «È paradossale: si è fermato tutto ma non la burocrazia che non è stata influenzata neppure dalla pandemia. È assurdo che un artigiano per avere 25mila euro debba presentare 19 documenti. In Francia e in Svizzera la procedura è molto più snella e cifre molto più ingenti arrivano sul conto in pochi giorni». Ed è assurdo che non ci siano certezze. 

«Abbiamo comunicato a tutti i nostri clienti e agenti di aver messo in atto tutte le azioni richieste dal Governo italiano per prevenire e controllare la diffusione del virus, garantendo comunque la corretta assistenza e consegna di parti di ricambio. Ma siamo comunque penalizzati dal clima di sospetto che c’è all’estero: fra revoche di incontri, rifiuti ad accogliere i tecnici che arrivano da Piacenza, consegne posticipate, abbiamo 4-5 milioni di euro di valore fermi, in attesa di qualcosa che viene rimandato senza una data certa per recuperare i collaudi».














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