L’economia delle esperienze di Dassault Systèmes è anche sostenibile

di Renzo Zonin ♦︎ La piattaforma 3DExperience del Gruppo francese - 3,5 miliardi di fatturato per 17mila dipendenti – permette una visione unitaria del prodotto a tutti i comparti dell’azienda, promuovendone l’interazione. Grazie alla descrizione digitale del modello, si eliminano gli sprechi e si ottimizza l’impiego dei materiali

Gianluca Gonella, Ad per l’Italia e Managing Director per l’area mediterranea di Dassault Systèmes

Cosa c’entra il Cad tridimensionale con la sostenibilità ambientale? Molto più di quanto possiate pensare: una piattaforma di progettazione integrata costruita attorno a software capaci di aiutare i progettisti in tutte le fasi di sviluppo e produzione di un prodotto consente in primo luogo di ridurre o eliminare una serie di sprechi nelle prime fasi di progetto e prototipazione, e poi di ottimizzare l’impiego di materiali, di individuare le migliori soluzioni produttive e, persino – utilizzando tecniche Plm, Product Lifecycle Management – di predisporre le migliori tecniche di smaltimento e riciclaggio del prodotto a fine vita. L’azienda che per prima si è impegnata nello sviluppo di una piattaforma di progettazione 3D integrata di questo tipo è stata Dassault Systèmes, e i suoi numeri stanno a dimostrare che l’approccio centrato sulla sostenibilità paga.

 







Chi è Dassault Systèmes

Dassault Systèmes, nata nel 1981 da uno spin-off del gigante francese Dassault Aviation, allo scopo di portare sul mercato Catia, uno dei primissimi programmi Cad 3D, nei suoi primi (quasi) quarant’anni è cresciuta fino a diventare la seconda software house europea, con un fatturato che viaggia sui 3,5 miliardi di euro e oltre 17.000 dipendenti a disposizione di circa 250.000 clienti, raggiunti tramite quasi 13.000 partner. «Una caratteristica importante di Dassault Systèmes è che ci possediamo – ha dichiarato Gianluca Gonella, Ad per l’Italia e Managing Director per l’area mediterranea, durante un recente evento tenutosi a Milano – L’azienda è ancora posseduta dalla famiglia Dassault e da nostri investitori, quindi non dipendiamo nelle nostre strategie di lungo periodo dai fondi d’investimento. Noi possiamo decidere cosa fare nei prossimi 5 anni, siamo padroni del nostro destino. E questo è importante per i nostri clienti perché possiamo pubblicare delle roadmap e possiamo impegnarci su queste, a prescindere dalle turbolenze di mercato». Forse proprio questa indipendenza dalle logiche dei maggiori fondi d’investimento, votati al profitto a breve termine, ha permesso a Dassault Systèmes di essere fra le prime aziende a incamminarsi sulla difficile strada che punta a conciliare crescita, innovazione e sostenibilità.

Gianluca Gonella, Ad per l’Italia e Managing Director per l’area mediterranea di Dassault Systèmes

Diversi anni fa, in tempi non sospetti, Dassault Systèmes si diede uno scopo – non un obiettivo di fatturato o un motto, ma qualcosa che somiglia più a un principio etico. Esso recita così: “Dassault Systèmes, tramite la 3DExperience vuole dare ad aziende e clienti qualcosa, un universo che li aiuti a immaginare innovazione sostenibile capace di armonizzare prodotti, natura e vita”. «Allora sembrava una cosa visionaria – spiega Gonella – ma se la guardiamo oggi, nella logica della sostenibilità, è stata una giusta intuizione: i prodotti di oggi non possono più essere sviluppati con le tecnologie di ieri, perché un prodotto deve essere pensato per essere riciclabile e sostenibile – product, nature, life – e questo ci ha portato a sviluppare la 3Dexperience platform come un oggetto software che consenta ai nostri clienti di creare prodotti nella logica della sostenibilità». Questa impostazione ha fatto sì che nel 2018 Dassault Systèmes arrivasse prima nella classifica delle corporation più sostenibili al mondo, compilata dall’istituto di ricerca Corporate Knights.

Nel 2018 Dassault Systèmes è arrivata prima nella classifica delle corporation più sostenibili al mondo, compilata dall’istituto di ricerca Corporate Knights

Negli anni, quella che era una visione si è trasformata in qualcosa di molto concreto. L’anno prossimo, si calcola che la sola Germania svilupperà un fatturato di circa 100 miliardi di euro nel comparto della sostenibilità. E l’Italia, di cui la Germania è il primo partner commerciale, deve agire rapidamente se non vuole perdere il treno. E si badi bene, non stiamo parlando di una sostenibilità intesa come mito bucolico della decrescita felice e altre stupidaggini new-age. Stiamo parlando di sostenibilità tramite l’innovazione e la ricerca. Stiamo parlando di un nuovo business, magari più etico negli obiettivi, ma capace di generare ingenti fatturati. Detto in altre parole: fare innovazione sostenibile conviene.

Dassault Systèmes Headquarter 2 I quartieri generali di Vélizy Villacoublay
Il quartier generale di Dassault Systèmes a Vélizy Villacoublay

Innovazione e sostenibilità

L’innovazione, nell’azienda francese, ha tenuto un passo spedito: Cad 3D negli anni ‘80, digital mock-up negli anni ‘90, Plm (Product Life Management, ovvero gestione integrata di progetto, design, produzione, l’intero ciclo di vita di un prodotto) alla fine del millennio. Negli ultimi sei anni, poi, è stata sviluppata una piattaforma, la 3D Experience Platform, che mette il prodotto al centro dell’azienda consentendo a ogni reparto, che sia produzione, ingegneria, acquisti, marketing, di avere simultaneamente una vista del prodotto stesso durante il suo ciclo di vita, pensato in modo circolare per consentirne un continuo miglioramento. «Siamo in un’economia che è sempre più economia delle esperienze – puntualizza Gonella – e quindi coinvolgere i clienti in quello che un’azienda fa, attraverso la 3D Experience Platform, è sempre più importante per fare prodotti vincenti sul mercato».

Gianluca Gonella, Ad per l’Italia e Managing Director per l’area mediterranea di Dassault Systèmes, e Olivier Ribet, evp Europe Middle East Africa Russia & Cross-Industry di Dassault Systèmes

Ma, all’interno di quest’ottica di sostenibilità, quali saranno in concreto i settori nei quali Dassault Systèmes conta di impegnarsi maggiormente? Gonella, durante il suo intervento al 3DExperience Forum di Milano, ha citato tre settori prevalenti. «Sappiamo che la popolazione italiana sta invecchiando e in futuro saremo una società con molti anziani e malati – quindi ci stiamo impegnando a fondo nelle life sciences. Altro punto è la ricerca e sviluppo: l’Italia è fra i Paesi europei che investono meno, siamo a livello di Romania e Cipro. Noi, attraverso la piattaforma 3DExperience e la piattaforma in cloud cerchiamo di favorire questo segmento che per il 60% dipende dal privato, non dal pubblico. Il terzo e ultimo è quello dell’urbanizzazione, abbiamo sempre più problemi legati al pendolarismo e alle città in genere, ogni palazzo è un prototipo, non c’è nulla che aiuti a gestirlo come un prodotto nel suo ciclo di vita, ma ci dobbiamo arrivare se vogliamo realizzare palazzi e città sostenibili».

Quindi Industry renaissance, ovvero sviluppo di prodotti sostenibili; Life sciences, con l’utilizzo di tecnologie 3D per fare target medicine; e 3DExperience City, ovvero come fare città migliori per abitarvi.  saranno i settori che vedranno i maggiori investimenti da parte di Dassault. Che non si tratti di ipotesi astratte è provato da diversi case study illustrati al 3DExperience forum, dove si sono potute vedere aziende come Beghelli o Dallara Automobili, che sfruttano le tecnologie Dassault nello sviluppo e simulazione dei prodotti, ma anche modelli digitali di un cuore umano (realizzato per studiare in anticipo le fasi di un’operazione) o di un’intera città (che consente di modellizzare flussi di traffico, persone, impiego dell’energia e delle acque e via discorrendo).

La tavola rotonda dell’evento tenuto da Dassault Systèmes a Milano, durante il quale si è parlato . lungo di sostenibilità. Presenti anche il cio di Beghelli e il ceo di Dallara

Una piattaforma per una visione unitaria

In tutti i casi di studio emergeva la poliedricità della piattaforma 3DExperience, creata per consentire la gestione Plc del prodotto. Essa è infatti una piattaforma di know-how che funziona sia come sistema di operazioni, sia come business model, integrando le diverse componenti dei sistemi 3D del produttore con un vero e proprio marketplace, un ecosistema online di fornitori esteso a tutto il mondo. È proprio la visione unificata del prodotto permessa dalla piattaforma che consente l’interazione con tutte le componenti dell’azienda interessate allo sviluppo, permettendo quindi di accorciare i tempi morti e riducendo gli errori di progettazione. Per chi non fosse pratico di Cad, l’idea alla base del sistema è di avere un’unica descrizione digitale del prodotto, alla quale fanno riferimento i vari moduli deputati alla progettazione meccanica, alla finitura estetica, alla produzione, ai materiali e così via.

Dassault
Un esempio delle virtualizzazioni di 3DExperience

Ogni funzione aziendale “vedrà” il modello nel modo più adatto ai propri scopi: per l’ufficio stile sarà magari un telaio da rivestire, per l’amministrazione sarà un elenco di parti da ordinare, eccetera. Ma tutti faranno riferimento a un’unico “record”, un solo gruppo di dati nel database che descrive il prodotto in tempo reale, sempre aggiornato dal suo concepimento alla produzione e oltre. La piattaforma software è poi affiancata da una serie di servizi che aiutano le aziende a trarre il massimo beneficio dalla piattaforma stessa: servizi di consulenza, di implementazione, di ingegnerizzazione, di training e certificazione. Per chi vuole seguire le orme di Dassault verso una società sostenibile, la strada adesso non è più in salita.














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