Edge computing, IIoT e machine learning protagonisti alla Fiera Save 2019

di Laura Magna ♦︎ La manifestazione (23-24 ottobre, Fiera Verona) si rivolge a tutti gli attori dell'automazione e della sensoristica. Attesi oltre 7.500 visitatori per più di 200 espositori. Tante le aziende che parteciperanno alla due giorni, tra cui Cisco, Hpe, Ibm, Siemens, Schneider Electric, Omron e Universal Robots

Si svolgerà a Verona, il 23 e 24 ottobre, Save, Mostra convegno delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione, Sensori. Vi partecipano multinazionali come Cisco, Hpe, Ibm, Siemens, Schneider Electric, Omron e Universal Robots, anche associazioni di categoria e università (Genova e Torino) oltre al Digital Innovation Hub della Lombardia. Un appuntamento imperdibile per le imprese italiane che vogliono essere aggiornate sulle novità più dirompenti del complesso sistema di Industria 4.0 e che avranno anche a disposizione una piattaforma per fare business.

Industria Italiana ne ha parlato con Antonio Rampini, responsabile eventi di Eiom (Ente Italiano Organizzazione Mostre), azienda nata nel 1956, che vanta un ricco portfolio di manifestazioni con Fiera Milano (ha creato e gestito fino ai primi anni duemila manifestazioni come il Bias, RichMac, Milano Energia) e che dal 2006 collabora con Fiera Verona. Eiom è la società che ha inventato il format nuovo della Fiera di settore che tenderà a diventare predominante, «perché è costruito intorno alle esigenze di espositori e visitatori, e abbina la verticalità, l’immediatezza e l’efficacia delle mostre-convegno di una giornata, alle dimensioni e al respiro della grande fiera», spiega Rampini.







Dunque, Save, lanciata per la prima volta nel 2007 e oggi alla sua tredicesima edizione si distingue innanzitutto per il suo format: «una mostra convegno più che una fiera. Save è un evento pensato come un momento di approfondimento di grande importanza per i contenuti tecnici, seminari, convegni, workshop che si affiancano alla normale esposizione portata avanti dalle aziende». Nell’edizione 2019, saranno 20 le sessioni plenarie e 50 i workshop gestiti dalle aziende. Nell’ottica della verticalità, ma anche della formazione e aggiornamento professionale, di trasparenza, semplificazione, costi certi ed equi. «Gli eventi sono molto flessibili, perché siamo noi a curarne tutti gli aspetti organizzativi. Quest’anno abbiamo introdotto alcune novità interessanti anche in termini di fruizione dei contenuti: la possibilità per l’operatore di selezionarli per parola chiave in modo da trovare in maniera immediata l’ambito di suo interesse: tutti gli atti verranno pubblicati online e saranno disponibili anche dopo l’evento. Un’altra caratteristica fondamentale del format è che gli eventi non riguardano solamente la sfera del business, ma vi abbinano un aspetto formativo e di aggiornamento professionale molto importante».

Antonio Rampini, responsabile eventi di Eiom (Ente Italiano Organizzazione Mostre)

Gli operatori a cui Save si rivolge sono le imprese, di qualsiasi dimensione e di tutto il territorio nazionale, con un ovvio predominio del Nord sia per prossimità geografica sia per concentrazione di fabbriche. E in particolare, spiega Rampini, «ben sette delle sessioni forniscono crediti formativi assegnati dall’Ordine degli ingegneri di Verona, dunque ci rivolgiamo a progettisti e ingegneri, ma anche a responsabili acquisti, strumentisti, manutentori, tutti quelli che in un’azienda compongono il parterre che decide delle tecnologie. Anche gli stessi imprenditori che sono coloro che poi gettano le basi dell’innovazione innervando tutta l’organizzazione».

Sul fronte degli espositori, invece, i nomi sono i più disparati: compaiono dalle multinazionali dell’automazione ad aziende nel mondo della sensoristica, della strumentazione, della manutenzione per coprire nella presenza delle due giornate quello che è uno spaccato importante della realtà produttiva italiana. E gli ambiti su cui ci si focalizza sono smart manufacturing, sistemi di controllo, manutenzione 4.0, strumentazione, sensoristica e tutto quello che «può essere utile per la transizione digitale delle imprese. Ci saranno alcun focus che guardano agli sviluppi di domani, per esempio sull’efficienza energetica e sul tema della tracciabilità dell’industria alimentare. Insomma, in Fiera a Verona vogliamo rappresentare un momento di aggiornamento e condivisione di informazioni utile a fare business».

Stand alla fiera Save 2018. Foto credits www.exposave.com

I numeri della scorsa edizione aiutano a farsi un’idea dell’evento: oltre 7.400 gli operatori in visita alla due giorni di Verona, 213 gli espositori partecipanti, 175 i relatori che hanno partecipato a convegni, workshop, seminari e dibattiti, approfondimenti dal taglio tecnico-applicativo. La scelta di Verona come punto di incontro di tutto il 4.0 non è causale: «Verona è assolutamente un centro adatto. Un partner perfetto per la logistica, anche per gli operatori che provengono dalla Lombardia: è il fulcro del Nord-est, raggiungibile anche via Modena arrivando dal centro Italia, dotato di un aeroporto, il Catullo, in città, come l’ente Fiera che è molto vicino al centro. Una scelta felice», dice Rampini, che continua:«La manifestazione di Verona si è affermata negli anni quale appuntamento fisso nell’agenda degli operatori, un’occasione unica di aggiornamento e confronto con esperti, aziende, enti, istituzioni, per avviare progetti con le eccellenze del settore e avere una panoramica completa sulle tendenze e offrire la più completa rassegna di tecnologie e soluzioni per l’industria, oltre che quale punto d’incontro per sviluppare business».

Stand alla fiera Save 2018. Foto credits www.exposave.com

Tra le novità dell’edizione 2019 anche un leit motiv che la irradierà completamente: l’edge computing, destinato a sostituire il cloud per processare i dati nell’era del 5G. «Entro il 2020 ci saranno nel mondo 50 miliardi di dispositivi IoT. Diviene difficile pensare che ci possa essere un’infrastruttura cloud in grado di processare in tempo reale la quantità di dati che tali dispositivi genererebbero, a causa sia delle imitazioni di banda che del tempo di latenza, dove in futuro la tecnologia 5G verrà in aiuto. Da qui la necessità di spostare quanta più intelligenza possibile dal cloud verso la parte periferica dell’infrastruttura IoT, vale a dire l’Edge». Che consente di accelerare i flussi di dati che vengono elaborati in tempo reale dal dispositivo stesso o dal computer o dal server locale, invece di essere trasmessi al data center. Permette alle applicazioni e ai dispositivi smart di rispondere ai dati quasi istantaneamente, eliminando i ritardi, il che è fondamentale in settori come l’automotive, o altri settori del manifatturiero, dove la capacità delle macchine di agire autonomamente in base alle circostanze è uno degli aspetti principali di Industria 4.0. «Ne parleremo nel corso della smart conference organizzata in collaborazione con i Gruppi HMI-IPC-Scada, PLC-I/O e Wireless-Networking di Anie Automazione. La sessione, che vedrà la partecipazione dei player più importanti del settore, intende evidenziare i benefici derivanti dall’implementazione delle funzionalità Edge dell’IoT, con particolare riguardo alle sue applicazioni nell’Industria 4.0», racconta il responsabile di Eiom.

Il mercato dell’automazione industriale in Italia al 31 giugno 2019. Fonte Anie

«Ma l’Edge non è l’unico fulcro tematico attorno a cui si snoderanno le due giornate», spiega Rampini. «Industria 4.0 è qualcosa che sta cambiando il panorama della produzione del nostro modo di rapportarci al lavoro e alla produzione: tenteremo di tracciarne lo stato dell’arte, parlando di sensoristica avanzata, 5G, IIoT, AI, Machine e deep learning, sistemi di visione, digital manufacturing, smart data, Robotica collaborativa, industria 5.0 e incentivi fiscali: per fare il punto sulla trasformazione digitale in att, partiremo dalla proposta di opinion maker e big player dell’Ict come Cisco e Ibm e dell’industria come Schneider Electric, Omron e Universal Robots (Alumotion). Non mancherà la voce dell’Università e dei centri di ricerca con autorevoli interventi a cura del Politecnico di Torino e del Digital Innovation Hub Lombardia. Non ultimo l’intervento di Warrant Hub sulle principali criticità in termini di incentivi e sugli strumenti in grado di aiutare le imprese ad approfondire le recenti modifiche introdotte nella legge di bilancio 2019».

che hanno intrapreso un percorso di trasformazione digitale. Fonte EY
Le competenze digitali nell’industria manifatturiera secondo l’indagine di EY. Fonte EY

Ancora, il terzo focus sarà sull’analisi predittiva per ottimizzare la manutenzione, finalizzata a conservare e migliorare l’integrità dei beni fisici, impianti, macchine, attrezzature, infrastrutture. «La manutenzione predittiva serve ad aumentare la “disponibilità operativa”, che misura per quanto tempo il bene è utilizzabile in condizioni di integrità sostenibile, tali da conseguire i migliori risultati di competitività: sicurezza, economicità, qualità, quantità, produttività, efficacia», spiega Rampini: «si avvale dei criteri e metodi delle competenze ed esperienze di campo e della ingegneria di manutenzione per i ridurre i guasti, tempi di fuori servizio, tempi di rimpiazzo, le perdite di produzione effettuando misure, analisi, revisioni e sostituzioni preventive di componenti e parti in via di degrado. In questa sessione si parlerà di tecnologie Predittive, Controlli e Prove non distruttive, Tecniche di Condition monitoring ed interventi su condizione, Machine Learning 4.0».

Saranno molti i workshop e i momenti di confronto e formazione durante l’evento. Qui un convegno durante Save 2018. Foto credits www.exposave.com

Ma si parlerà, nel corso della fiera anche di smart bulding, «in quanto ci sono connessioni tra l’automazione degli edifici e quella della fabbrica: le aziende che producono in un settore producono anche nell’altro. E, ancora, anche di sicurezza e di identità digitale e in prospettiva 4.0», di tracciabilità, di efficientamento energetico, di visione integrata, software di progettazione, sostenibilità. Insomma, davvero una panoramica a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle trasformazioni della quarta rivoluzione industriale. Non a caso, per massimizzare le opportunità Save si svolgerà in concomitanza con Mcm (Manutenzione Industriale e Asset Management), Home & Building (building automation e automazione edificio), Acquaria (Trattamento acqua e aria), mcT Alimentare/ Visione e Tracciabilità (Food & Beverage, logistica e tracciabilità industriale), a comporre un grande evento sinergico ricco di soluzioni per tutti i professionisti che parteciperanno alla manifestazione.

Diffusione delle tecnologie 4.0, dettaglio per classe dimensionale. Valori percentuali. Fonte Mise

Resta da capire quanto siano avanti nel 4.0 le aziende italiane. «Dipende dalla taglia dell’azienda. Il comparto è dinamico, l’interesse c’è. Se la partecipazione a una giornata a un convegno può essere sintomatica dell’attenzione, direi che l’attenzione è massima», risponde Rampini. Certamente non si può ignorare il dato del Mise, secondo cui solo il 15% delle aziende e in particolare le più grandi avevano iniziato, circa un anno fa, un percorso verso il 4.0. «Per questo la formazione è fondamentale, gli operatori devono essere consapevoli delle opportunità e delle evoluzioni, per stimolare questo cambiamento. Io vedo fermento, è chiaro che tutto si deve scontrare con la possibilità reale di operare questi cambiamenti».














Articolo precedenteBosch: per l’elettromobilità in arrivo microchip in carburo di silicio
Articolo successivoL’economia delle esperienze di Dassault Systèmes è anche sostenibile






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui