Punch Torino (ex GM) alla guida del consorzio della filiera dell’idrogeno

di Marco de' Francesco ♦︎ Obiettivo del progetto è riunire i componentisti del motore termico – in particolare del diesel - i costruttori di generatori, macchine agricole, autobus, treni, propulsori navali e le grandi società che gestiscono i trasporti. Ne parliamo con il ceo dell’azienda  Pierpaolo Antonioli

Punch Torino

Non ha ancora un nome, ma fra meno di un mese ne avrà uno, quando saranno svelati quelli di chi vi partecipa. Ciò che si sa è che il consorzio della filiera dell’idrogeno sarà guidato da Punch Torino, l’ex GM Global Propulsion Systems di General Motors ceduta  di recente alla multinazionale belga dei sistemi di trasmissione Punch.

L’idea è quella di mettere insieme i componentisti del motore termico ed in particolare quelli del diesel – piegati dal declino delle vendite del veicoli al gasolio, dovuto alle politiche ambientali europee e nazionali –, i costruttori di generatori, macchine agricole, autobus, treni, propulsori navali nonché le grandi società che gestiscono i trasporti. Tutti costoro, come vedremo, non avrebbero interesse a passare all’elettrico.







 

Poche modifiche per trasformare un propulsore termico in uno a idrogeno

Inserendo un nuovo sistema di iniezione e rettificando la camera di combustione, i motori termici questi possono utilizzare l’idrogeno come carburante. Per far ciò, però, occorrono un lungo studio tecnico e tanti test. Questione che non spaventa Punch Torino.  «Gps – afferma il Ceo e presidente di Punch Torino Pierpaolo Antonioli – aveva una responsabilità globale, per General Motors, a proposito della ricerca e sviluppo della tecnologia diesel. Che non riguardava solo il motore, ma anche le centraline di controllo e le Asic (application specific integrated circuit) e cioè software creato per risolvere problemi specifici. Si realizzavano sistemi di propulsione avanzati e innovativi, e abbiamo tutte le competenze per portare avanti la transizione all’idrogeno; un motore del genere, d’altra parte, lo aveva già sviluppato anche Bmw. Inoltre, del gruppo belga al quale adesso apparteniamo fa parte anche Punch Flybrid, società britannica che si occupa di sistemi di accumulo di energia, che viene stoccata grazie ad un volano quando i veicoli frenano e ceduta quando ce n’è la necessità. L’idea è quella di utilizzare anche questa tecnologia per incrementare l’efficienza dei mezzi».

 

Riattivare la filiera della componentistica dei motori termici

Pierpaolo Antonioli, amministratore delegato di Punch Torino

Il vantaggio, per la componentistica automotive ma non solo, è quello di continuare ad utilizzare le competenze accumulate negli anni e gli stabilimenti esistenti, che con l’elettrificazione sarebbero inservibili. «A mio avviso – continua Pierpaolo Antonioli – quello dell’elettrico è un incidente di percorso per l’industria europea. Considerato lo smaltimento della batteria, il ciclo completo produce più anidride carbonica del diesel, e pertanto non è sostenibile dal punto di vista ambientale». Per Antonioli, il castello di carte costruito in nome del green crolla, e bisogna prendere atto della realtà: l’Europa ha sbagliato soluzione.  E ha prodotto danni: i carmaker continentali, per evitare sanzioni imposte da Strasburgo per il superamento dei limiti di emissione di Co2, stanno comprando crediti ambientali da Tesla: hanno aperto il portafoglio per più di un miliardo. Quanto alle vetture elettriche del Vecchio Continente, molte sono in realtà prodotte in Cina, per una questione di costo del lavoro e di sovvenzioni alla spesa di energia. Insomma, la strategia europea è stata un disastro.

 

Il vantaggio degli Oem di propulsori per treni e bus,  e quello delle società che gestiscono i trasporti

«Si pensi ad una flotta di autobus diesel – continua Antonioli -: con l’elettrico, dovrebbe buttarli via, con l’idrogeno, no. E i treni a gasolio? Sono migliaia, in Italia. E le navi? Un propulsore, in questo campo, costa milioni di euro».  Secondo Antonioli, anche i costruttori di propulsori per questi mezzi nonché i gestori pubblici e privati dei trasporti sono i candidati ideali a partecipare al consorzio.

 

La cessione di GM Gps a Punch

GM Gps era il centro di ingegneria e sviluppo di Torino, fondato nel 2005 durante l’alleanza con Fiat ed era responsabile della progettazione di tutti i motori diesel di GM per l’Asia, per l’America del Nord e del Sud. «General Motors, però – termina Antonioli –  dopo la Vendita di Opel e di Vauxhall Motors a Psa, voleva uscire definitivamente dall’Europa, per concentrarsi sull’Asia e sull’America. Eravamo rimasti un’isola in mezzo ad un oceano, e quindi la vendita era nell’aria». Il passaggio a Punch è stato definito lo scorso febbraio. Antonioli afferma di vedere l’accordo «nella maniera più positiva possibile».














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