I.A. – I grandi piani di Bosch

Nel 2025, tutti i prodotti del colosso tedesco conterranno intelligenza artificiale o saranno stati sviluppati o realizzati con l’aiuto dell’I.A. Il gruppo guidato da Volkmar Denner accelera sulla frontiera dei sistemi intelligenti per diventare leader del settore. Grazie a 30mila ingegneri informatici e mille collaboratori. Con 3,7 miliardi di euro destinati allo sviluppo software già da oggi

Michael Bolle, membro del board of management di Bosch e Chief digital officer

Un’intelligenza artificiale antropocentrica e affidabile. Antropocentrica perché complementare all’intelligenza umana. Affidabile perché al servizio del bene comune e garante di “robustezza” tecnologica. Bosch, nel corso dell’edizione 2020 del Consumer Electronics Show (Ces) di Las Vegas ha mostrato al mondo non solo di avere fatta sua la “via europea” all’I.A, ma l’ha rilanciata all’insegna dello slogan L’intelligenza artificiale come vantaggio: costruire insieme la fiducia.

 







Un vantaggio da applicare in ogni attività

Il colosso tedesco dell’innovazione e dei servizi intende coniugare e utilizzare in tutte le sue soluzioni I.A. e Internet delle cose (IoT) per migliorare ogni tipo di attività: dalla mobilità sicura sulla Terra alla ricerca spaziale; dalla produzione industriale alla vita in casa; dalla gestione degli uffici alla diagnostica medica. E molto altro ancora. Solo apparentemente questi ambiti possono sembrare distanti, ma quando ricentriamo lo sguardo, risulta evidente che le soluzioni prospettate da Bosch hanno al centro le donne e gli uomini che ‘abitano’ spazi di vita e di lavoro, singoli e collettivi.

Leader nell’intelligenza artificiale

Il cammino della multinazionale guidata da Volkmar Denner ha innestato dunque un passo deciso e veloce. «Bosch punta a diventare leader di innovazione anche nell’Intelligenza artificiale – ha dichiarato Michael Bolle, membro del board of management di Bosch e Chief digital officer – Nel 2025, tutti i prodotti Bosch conterranno intelligenza artificiale o saranno stati sviluppati o realizzati con l’aiuto dell’I.A.»

Bosch dunque si mette in prima fila per agganciare un trend che prevede, nell’immediato futuro, un volume di mercato globale delle applicazioni I.A. pari a circa 120 miliardi di dollari, dodici volte di più rispetto al 2018 (Fonte: Tractica).

Per beneficiare di questo potenziale Bosch investe già oggi 3,7 miliardi di euro nello sviluppo software, impiega più di 30mila ingegneri informatici e conta mille collaboratori impegnati specificatamente nell’ I.A.

La formazione per il futuro

Ma l’azienda non si fermerà qui. «Prevediamo di arrivare a circa 20mila collaboratori formati sull’I.A nei prossimi due anni – ha spiegato il Chief Digital Officer – Dobbiamo investire sull’intelligenza umana oltre che su quella artificiale

E al Ces, infatti, è stato annunciato un programma che – includendo le linee dettate dalla società e la sua consolidata esperienza in fatto di etica e di sicurezza – comprende tre livelli diversi: per i manager, per gli ingegneri e per gli sviluppatori, tutti all’opera sull’I.A. «Chiunque abbia interiorizzato i principi tecnici ed etici sa quanto siano importanti la sicurezza e la padronanza dei dati. Per certi versi, l’affidabilità è sinonimo di qualità del prodotto nel mondo digitale.», ha dichiarato Bolle.

 

Investire per costruire fiducia

Sicurezza e affidabilità sono dunque le parole d’ordine alla base dei prodotti smart by Bosch. Del resto, il gruppo è pioniere nello sviluppo di sistemi di sicurezza salvavita per i guidatori (Abs, Esp, centraline di controllo degli airbag) e con l’I.A intende far evolvere questa sua specificità creando «tecnologia per la vita» in grado di imparare. 

Non a caso Bosch investe in tutto il mondo sui centri di competenza. L’azienda ha destinato 100 milioni di euro nella costruzione di un nuovo campus per l’I.A. a Tübingen, in Germania. A fine 2022 il centro ricerca offrirà a circa 700 esperti in I.A. le condizioni ottimali per uno scambio creativo e produttivo. Dove gli esperti sono uomini e donne in arrivo dalla stessa Bosch, da start-up esterne e da istituti di ricerca pubblici. Sarà, dunque, nella Cyber Valley, che il concetto di “costruire insieme la fiducia” diventerà realtà.

Bosch è membro fondatore della Cyber Valley, istituita nel 2016, quale consorzio per la ricerca tra partner provenienti dall’industria, dal mondo accademico e dal governo per far progredire la ricerca sull’I.A. e trasferire rapidamente le nuove scoperte nelle applicazioni industriali del mondo reale.

Ma la multinazionale può contare anche sul Center for Artificial Intelligence (Bcai) che opera in sette sedi in tutto il mondo, tra cui due negli Usa: a Sunnyvale, in California e Pittsburgh in Pennsylvania. Al Bcai lavorano attualmente un totale di 250 specialisti in azione su più di 150 progetti nel campo della mobilità, della produzione, della domotica e dell’agricoltura.

Le applicazioni industriali dell’intelligenza artificiale

Bosch ritiene che una delle aree di esperienza principali dell’I.A. sarà l’applicazione industriale. «Vogliamo utilizzare il potenziale dell’intelligenza artificiale non per creare modelli di comportamento umano, ma per migliorare la tecnologia a vantaggio delle persone – ha spiegato Bolle – Per questo motivo, l’I.A. industriale deve essere sicura, affidabile e comprensibile.» Secondo Bosch questo significa che l’uomo deve sempre mantenere il controllo in qualunque campo di applicazione: sulla strada, in casa o nell’industria.

La tecnologia della vita al Ces 2020

Di “tecnologia per la vita” a Las Vegas se ne vede molta. A partire dal portabandiera della prima mondiale dell’A.I, destinata all’industria automobilistica e targata Bosch: Virtual Visor, un sistema parasole intelligente che ha ottenuto il massimo riconoscimento agli Innovation Award del Ces 2020. Ma ancora: il display 3D di Bosch (premiato nella sua categoria) per le auto; un’applicazione per la manutenzione predittiva della Stazione spaziale internazionale (Iss); un sistema per monitorare l’abitacolo del veicolo e, non ultima, Vivascope, una piattaforma smart per la diagnostica medica.

Il nuovo display 3D di Bosch, utilizzando la tecnologia 3D passiva, il display genera un effetto tridimensionale realistico delle immagini e delle informazioni visive che sono recepite più rapidamente rispetto alla visualizzazione sui normali schermi, aumentando la sicurezza sulla strada.

E c’è molta sicurezza con il nuovo sistema di monitoraggio dell’abitacolo dei veicoli. Che rileva se il guidatore è stanco o guarda lo smartphone, analizzando i movimenti delle palpebre, la direzione dello sguardo e la posizione della testa e emette un segnale di avviso se rileva una situazione critica. Il sistema è in grado di monitorare anche l’interno del veicolo per determinare il numero di passeggeri, dove e come sono seduti. In base a questi dati può ottimizzare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza, come gli airbag, in caso di emergenza. In futuro, quando i veicoli percorreranno tratti di strada in modo semi autonomo, come in autostrada, il sistema di monitoraggio del guidatore diventerà un partner indispensabile: in queste situazioni la telecamera si accerterà che il guidatore possa riprendere il volante in sicurezza in qualsiasi momento.

 

Lidar prodotti in serie: la sfida di Bosch per la guida autonoma

Nel 2019, le vendite di Bosch dei sistemi di assistenza alla guida sono cresciute del 12%, raggiungendo due miliardi di euro. Questi sistemi gettano, inoltre, le basi per la diffusione della guida autonoma. Entro il 2022, l’azienda investirà circa quattro miliardi di euro sulla guida autonoma e impiegherà oltre 5mila ingegneri.

Per completare il suo portfolio di soluzioni in questo settore, Bosch lavora per rendere il Lidar (Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging) pronto per la produzione in serie. Dopo i radar e le telecamere, i Lidar sono la terza tecnologia di rilevamento fondamentale per lo sviluppo della guida autonoma.

 

Bolle mostra la soluzione SoundSee mandata nello spazio con Astrobee per la Nasa.
Bosch nello Spazio

La R&D di Bosch non si è sottratta al mondo dell’Aerospace. L’azienda ha progettato e realizzato SoundSee, inviato nello spazio alla fine del 2019 a bordo del robot Astrobee della Nasa. SoundSee isola i rumori anomali sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), analizza l’audio con la tecnologia I.A. e segnala la necessità di manutenzione. A partire dall’inizio del 2020, i dati audio acquisiti da SoundSee saranno inviati a una base di controllo terrestre configurata con le specifiche Nasa e realizzata all’interno del Centro ricerche Bosch di Pittsburgh. Il sistema, di dimensioni ridotte, è stato sviluppato negli Usa in partnership con  Astrobotic Technology – la società privata americana che sviluppa tecnologia di robotica spaziale per le missioni lunari e planetarie- nell’ambito di una collaborazione di ricerca con la Nasa.

L’ambiente al sicuro con l’I.A.

Per Bolle «Non solo Bosch sviluppa soluzioni a basso impatto ambientale, ma si pone anche come modello da imitare. Entro la fine del 2020, tutte le nostre 400 sedi in tutto il mondo raggiungeranno la neutralità climatica e saranno a impatto zero dallo sviluppo alla produzione fino alla gestione. Abbiamo già raggiunto questo obiettivo nelle nostre sedi tedesche.»

L’obiettivo a livello globale, sarà raggiunto anche attraverso l’intelligenza artificiale: per esempio, nelle singole sedi, una piattaforma interna per l’energia utilizza algoritmi intelligenti per identificare gli scostamenti nel consumo di energia. È bastato questo per consentire ad alcuni stabilimenti di ridurre emissioni di CO2 di oltre il 10% negli ultimi due anni. Considerando che Bosch gestisce un totale di 270 stabilimenti di quel tipo, il potenziale di risparmio è enorme. Come spiega Bolle: «Il nostro messaggio al Ces si riassume in poche parole: Bosch ha grandi piani per l’IA sotto molti punti di vista.»

 

 

 

 

 

 














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