Dopo due anni di lavoro, Intel ha parlato, per la prima volta esplicitamente, dei processori Core per notebook compatti di undicesima generazione, ovvero i Tiger Lake. Le informazioni ufficiali sono minime, si sa che saranno basati sul processo produttivo a 10 nm+ e che i primi dispositivi a incorporarli dovrebbero uscire in estate. Gregory Bryant, capo della divisione Client Computing di Intel, è salito sul palco per dire che si tratta di una percentuale a doppia cifra e che è “molto più del 10%“ . In particolare, ci si possono aspettare significativi guadagni per i calcoli relativi all’intelligenza artificiale. Intel ha accennato anche a DG1, uno dei modelli (si parla di quattro) di Gpu di prima generazione prossimi al rilascio.
Un concept di portatile pieghevole
Intel ha in serbo il futuro dei personal computer: da un lato la compagnia ha spiegato di aver aggiornato le linee guida di Project Athena – che certifica i computer portatili più prestigiosi sottili, leggeri e con ampia autonomia – e di averne certificati ad oggi oltre 25 (puntando a 50), tra cui i primi due chromebook (Samsung Galaxy Chromebook e l’Asus Flip C436). Dall’altro ha svelato il suo prototipo di laptop con display Oled flessibile, nome in codice Horseshoe Bend che sfrutta Tiger Lake. Il laptop è dotato di schermo pieghevole, da 17,3 pollici, nel corpo di un laptop da 12 pollici. Il suo nome fa riferimento alla forma di un ferro di cavallo. Se aperto, può essere utilizzato come un grande tablet per guardare film o beneficiare di un ampio spazio di lavoro. Se piegato a metà, sostiene Intel, come un laptop tradizionale, la tastiera virtuale di Windows 10 apparirà automaticamente. Il prototipo è inoltre accompagnato da una tastiera fisica wireless opzionale che può essere anche utilizzata in remoto.
I progetti con Croce Rossa e Netflix
Intel al Ces ha parlato a lungo degli avanzamenti I.A. nei datacenter grazie ai processori Xeon Scalable di seconda generazione. Un utilizzo è il progetto con la Croce Rossa americana per realizzare automaticamente mappe precise delle aree più remote del pianeta, e poter intervenire con maggiore tempestività in caso di emergenze. Con Netflix si lavora per realizzare un software open-source capace di comprimere i flussi video con lo standard AV1, il più avanzato ed efficiente attualmente sul mercato.