Tra software e macchine connesse: che cosa c’è nel futuro di Ficep? E sull’as a service…

di Piero Macrì ♦︎ Espansione, Industrial IoT, green energy: sono i tre pillar di crescita del produttore di impianti automatici per la lavorazione dell’acciaio e di soluzioni integrate per forgiatura e stampaggio. Che punta tutto sull’integrazione di processo e sull’ibridazione hardware/software. E sulla Borsa... Intervista a Christian Colombo

Kronos di Ficep è dedicata alla lavorazione della lamiera pesante. E’ capace di trattare pezzi larghi 3,2 mt e lunghi oltre 40

Macchine per la costruzione di torri elettriche ed eoliche, grattacieli, ponti, infrastrutture civili e industriali, piattaforme per l’oil & gas. Dove c’è acciaio c’è Ficep. «Siamo diventati il più grande produttore al mondo di impianti automatici per la lavorazione dell’acciaio ed il più grande produttore di soluzioni integrate per il settore della forgiatura e stampaggio. La progettazione è basata su un’automazione sempre più spinta e su sensoristica avanzata per una manutenzione preventiva e predittiva». E’ quanto afferma Christian Colombo, l’amministratore delegato della multinazionale varesina che vanta un export superiore al 90% e che investe in ricerca e sviluppo oltre il 5% del fatturato. Punto di forza di Ficep è l’integrazione di processo. «Su una stessa unità produttiva vengono eseguite più operazioni, dalla foratura alla fresatura, dal taglio all’ossitaglio. L’asservimento macchina, sia del materiale grezzo che dei pezzi finiti è completamente automatizzato. Ci siamo specializzati per soddisfare l’intero processo per la lavorazione dell’acciaio. In un impianto c’è tutto quanto serve per finalizzare la consegna», afferma il manager.

Sede a Gazzada Schianno, in provincia di Varese, il gruppo Ficep è una società d’ingegneria meccanica da 150 milioni di euro di fatturato, ma con un cuore software. Dei 600 dipendenti nel mondo, oltre 70 si occupano di programmazione. Software come componente di sviluppo strategico. Steel Project, Mitrol e Axel sono le aziende del gruppo che elaborano una manifattura in logica industrial Iot, offrendo servizi anche a terzi. Tra i progetti più ambiziosi, quello di un software plc per una programmazione multipiattaforma, indipendente dai singoli controlli numerici. Per quanto riguarda la gestione degli asset in fabbrica e dei Cnc, l’ammiraglia è Polaris. Come dice Colombo, «E’ la stella software che traccia la rotta dell’intera flotta di macchine Ficep. Fare una macchina utensile è come fare un aeroplano, c’è dentro di tutto, meccanica, idraulica, elettronica, software. E’ complesso, ma, come dire, riusciamo sempre a farla volare». Il 2022 si chiuderà con il migliore fatturato di sempre: 150 milioni di euro, un record storico. «Certo, causa aumento dei costi delle materie prime, i margini percentuali sono scesi, ma la domanda continua a essere sostenuta e non abbiamo problemi a soddisfare gli ordinativi, dice Colombo. Quando abbiamo visto le difficoltà di approvvigionamento abbiamo fatto stock di magazzino. Ci siamo portati a casa tutto il materiale che serve a coprire due anni interi di lavoro. Stiamo consegnando e fatturando».







Per il 2023, bene il primo semestre. Per il secondo, l’augurio è che la nuova domanda innescata dall’eolico, dell’industria navale e dall’oil & gas, compensi la possibile flessione del mercato più tradizionale, quello delle costruzioni, che potrebbe risentire gli effetti di una recessione. Software e macchine connesse per un’automazione Industrial Iot abilitante modelli di business as a service. Gli analisti del settore sono convinti che la sostenibilità futura dei costruttori di macchine dipenda dalla capacità di evolvere in questa direzione. Insomma, se lei oggi dovesse creare una nuova azienda che profilo avrebbe, software o hardware? «In presenza di un’idea innovativa, irripetibile, che potesse garantire un vantaggio competitivo per un certo numero di anni, non avrei dubbi, punterei sull’hardware, afferma Colombo. Certo, una dimensione software sarebbe altrettanto attraente, soprattutto perché è più facile trovare giovani disponibili a lavorare in questo settore piuttosto che in quello meccanico-ingegneristico. Detto questo, credo che l’idea vincente sia quella di una società ibrida, hardware e software, di fatto quello che stiamo facendo in Ficep». Nuovi mercati trainati dalla green energy, modelli di business basati sulla servitizzazione e progetti software per un’automazione sempre più efficiente in grado di assicurare qualità e zero fermi macchina. Ecco quanto emerso dall’incontro di Industria italiana con l’amministratore delegato di Ficep nonché presidente di Afil (l’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) per il biennio 2022-2024.

 

Espansione produttiva, Industrial IoT e green energy. L’emergente mercato delle torri eoliche e la nuova domanda che arriva dall’Africa

Christian Colombo, ad Ficep

5 stabilimenti in Italia e uno in Francia, a Bordeaux, che si occupa di assemblaggio. «Presto raddoppieremo la capacità produttiva dell’area dedicata alla foratura e taglio delle macchine per la carpenteria, afferma Colombo. Non solo, nella sede centrale del gruppo verrà creata una zona completamente dedicata alla sperimentazione di soluzioni Industrial Iot e alla prototipazione di nuove macchine. Gli investimenti più importanti dell’ultimo periodo sono stati fatti per realizzare macchine per la produzione delle torri eoliche, un mercato in piena espansione. Stiamo parlando di strutture che ormai raggiungono anche i 100 metri di altezza, spiega Colombo. Le macchine per realizzare queste strutture non sono complesse. In questo caso conta la capacità di gestire pezzi di grandi dimensioni che integrano più frese e lavorano lamiere lunghe oltre 40 metri e larghe 9. Sono macchine che devono lavorare a ciclo continuo, non devono fermarsi mai e avere, quindi, un’altissima affidabilità». Tra i più importanti impianti consegnati nel 2022, quello realizzato in Quebec per un grandissimo carpentiere che fa grattacieli in tutto il Nord-America. Altrettanto importante l’impianto consegnato a Cimolai, grandissimo player mondiale che esporta in tutto il mondo. Ma il più grosso ordine è arrivato dall’Africa. Si tratta di macchine per fare torri elettriche, ponti e carpenteria per le costruzioni in generale. E’ l’ordine con il valore più alto registrato negli ultimi 10 anni.

 

Macchine singole e impianti che vengono installati in tutte le aree del mondo

Segatrice serie S di Ficep

Da una parte macchine completamente integrate composte da più stazioni di lavoro per gestire le tute le fasi di lavorazione dell’acciaio, dall’altra macchine singole che servono per le stesse funzioni ma che non sono collegate tra loro. Dagli impianti integrati deriva circa il 40% circa del fatturato mentre il restante 60% è generato dalla vendita di macchine singole. Più del 90% del giro d’affari associato alla carpenteria è realizzato all’estero e per il 65% è trainato dalla domanda di paesi extraeuropei. Tra le aree geografiche più importanti: l’America, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Corea, la Tailandia, il Vietnam. E poi Africa, un mercato che diventa sempre più promettente. «In Italia si è sempre preferito costruire in cemento armato, racconta Colombo. Le strutture in acciaio continuano invece a essere utilizzate in altre aree del mondo. Negli Stati Uniti, innanzitutto, da sempre nostro mercato di riferimento e poi in Giappone, dove tutto viene praticamente costruito in acciaio». Insomma, il mercato di Ficep è il mondo. Anche per la forgiatura, sebbene rappresenti solo il 20% del volume export complessivo. «Le macchine dedicate a questo segmento continuano ad essere richieste da clienti italiani, dice Colombo. E’ un mercato più piccolo ma molto diversificato. Sono macchine che vengono utilizzate per lo stampaggio di componenti in alluminio nel mondo dell’automotive o per realizzare flange e tool joint di impianti petroliferi o, ancora, per fare protesi di titanio in ambito medicale».

 

Polaris, il software per la gestione della produzione e digitalizzazione d’impresa

Polaris è la stella software che traccia la rotta dell’intera flotta di macchine Ficep

«Crediamo fermamente nella creazione di un nuovo modello di business per fare servitizzazione, aggiunge Colombo. Al momento vendiamo contratti di manutenzione preventiva nella modalità classica che prevede 3, 4 controlli all’anno della macchina o dell’impianto. Un buon business, perché legato alla vendita di ricambi, ma nel giro di qualche anno il service cambierà completamente. Con la sensoristica e gli algoritmi intelligenti, supportati da tecnologia edge e cloud, si avrà un’informazione che supporterà servizi predittivi». Un’evoluzione trainata dal software. Delle circa 70 persone che fanno programmazione 40 lavorano in Steel Project, società fondata da Ficep trent’anni fa che si occupa di Mes e Mis ovvero di manufacturing execution system e manufacturing information system. Steel Projects Plm, questo il nome della soluzione Steel Project semplifica l’intero processo, dalla pianificazione e produzione al monitoraggio e all’analisi delle prestazioni. «La soluzione punta sul miglioramento della produttività in modo da garantire la piena operatività delle prestazioni anche ad utenti inesperti su più turni, uno scenario critico nel settore delle costruzioni in acciaio, spiega Colombo. Insomma, chi compra le nostre macchine compra anche il software per gestire la fabbrica».

 

Software, software, software. Cantieri aperti per la creazione dell’Industrial IoT

Fondata nel 1983, Mitrol studia e produce tutti le unità di controllo delle macchine Ficep. «Sia l’hardware che il software vengono sviluppati internamente per soddisfare tutte le esigenze dei nostri clienti con soluzioni ad hoc de scrittura di codice di automazione, di sviluppo del controllo numerico e delle interfacce operatore Hmi», afferma l’ad di Ficep. Mitrol si occupa anche di tutta la sensoristica bordo macchina per rilevare vibrazioni e acquisire misure di temperatura e pressione, o per eseguire campionamenti di segnali sonori che servono ad individuare alterazioni di funzionamento di parti critiche della macchina. «La dimensione applicativa legata all’Industrial IoT è in pieno sviluppo. Abbiamo già i primi prototipi e li stiamo iniziando a usare in via sperimentale».

 

Nuovi mercati, software, cloud: dove sta andando Ficep, big delle macchine utensili?

 

Service management 4.0 e il progetto per un software di automazione multipiattaforma

Ficep: Tecnologia mandrino ad azionamento diretto “Direct Drive”

Sensori, tecnologia edge e cloud supportata da software algoritmico per fare manutenzione predittiva in una logica di service management 4.0, la strada è ormai tracciata. Con soluzioni di questo tipo si ricevono in automatico, messaggi e allarmi con previsioni di rottura di componenti macchina, in modo da evitare fermi macchina. Sono attività sinergiche ad Axel, la società del gruppo fondata nel 1998 che si occupa di software di automazione industriale conforme allo standard Iec 61131-3. «La nostra ambizione è aver un software Plc multipiattaforma che si possa interfacciare con i più diversi controlli numerici, dice Colombo. Penso che Ficep sia tra le poche aziende europee, se non l’unica a sviluppare codice di questo tipo. Con Axel democratizziamo l’uso di sensoristica e componenti, uno standard industriale per rendere più accessibile e scalabile l’automazione, per noi e per i nostri partner».

 

Uno scenario mondiale più competitivo. Per fare innovazione servono investimenti sempre più importanti

La sede di Ficeo a Gazzada Schianno

Andare in borsa? «Per il momento non vi è nessuna intenzione, dice Colombo. Ma lo scenario competitivo sta cambiando rapidamente. Vi sono private equity e grandi gruppi industriali che stanno iniziando a valutare con sempre maggior interesse investimenti in questo settore. I primi perché vedono delle ovvie opportunità di business, i secondi per diversificare le attività o avere una maggior integrazione verticale. Tutto questo alza l’asticella della competitività e chi vuole rimanere indipendente deve fare piani di sviluppo sempre più aggressivi. Per stare sul mercato occorre avere le spalle belle grosse. Credo comunque che chiunque voglia investire in questo settore debba valutare piani industriali a lungo termine. Difficile pensare a un ritorno di investimento a breve, a meno che non si abbia in mano una tecnologia talmente dirompente e unica da garantire almeno 5/7 anni di boom. Diventa senz’altro importante avere un business strutturato sui dati. Il modello as a service, pay per use, basato su ricavi ricorrenti mette al riparo dalle fluttuazioni e ciclicità degli investimenti industriali, rendendo più stabile e prevedibile la redditività».

 

Kronos, il punto di forza di Ficep è l’integrazione di più lavorazioni all’interno di una stessa macchina

Ficep

Un esempio di macchina Ficep è Kronos, dedicata alla lavorazione della lamiera pesante. E’ capace di trattare pezzi larghi 3,2 mt e lunghi oltre 40. Esegue contemporaneamente operazioni di foratura, fresatura, marcatura e taglio al plasma tridimensionale di lamiere di spessore fino a 80 mm. Target di questa macchina sono centri di servizio per la lavorazione della lamiera e job shop che fanno lavorazione di carpenteria meccanica. L’innovazione per Ficep è sinonimo di multi-operatività «Normalmente si fa il taglio in una macchina, poi si prendono i pezzi e li si mettono sotto a un centro di lavoro che fa la foratura, spiega Colombo. Più passaggi, insomma. Noi siamo invece un vero e proprio centro di lavoro della meccanica: integriamo più operazioni sulla stessa macchina. Metto dentro la lamiera grezza e tiro fuori il pezzo finito. E, come detto in precedenza, massima attenzione all’interfaccia uomo-macchina e alla sensoristica per una comunicazione edge-cloud abilitante il monitoraggio remoto. Il controllo numerico è stato riprogettato completamente sia come interfaccia hardware ma soprattutto software: un’applicazione web che si interfaccia nativamente con il cloud per generare servizi che servono per fare manutenzione preventiva e predittiva».

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 28 ottobre 2022)














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