Dotare ogni istituto tecnico di un robot: i segreti del nuovo programma di formazione di Abb

di Laura Magna ♦︎ La fabbrica? Non attira più i giovani. Ma la multinazionale ha escogitato un modo per renderla più attraente. Portare robot e cobot nelle scuole e formare i docenti, che a loro volta trasferiranno le competenze agli studenti. Scopo del progetto, ridurre il mismatch fra domanda e offerta. Perché se non si investe in formazione, l'industria italiana è a rischio. La collaborazione con BM Group Polytec. I centri di formazione in Austria, UK, Brasile. Ne parliamo con Maurizio Lepori e Claudia Magli

Abb ambisce a dotare ogni istituti tecnico italiano (e non solo) di un robot

Portare i robot tra i banchi delle scuole superiori: ecco l’ambizioso obiettivo per rendere possibile l’addestramento sul campo, in ogni istituto tecnico, di futuri “progettisti di isole robotizzate” e “programmatori di robot/cobot industriali”, figure professionali che saranno sempre più richieste dall’industria in generale e da quella italiana in particolare.

Questo rappresenta il fulcro del progetto in ambito Educational del colosso dell’automazione Abb, un servizio che la multinazionale svizzero-svedese fornisce alle scuole italiane a costo zero.







«Noi formiamo i docenti che a loro volta somministreranno agli studenti le competenze chiave per lavorare nella robotica», dice a Industria Italiana Maurizio Lepori, educational manager di Abb Robotics Italia. «Difficilmente la Gen Z sogna di lavorare in fabbrica, ma se facciamo vedere che tipo di lavoro si fa oggi in questo ambiente, un lavoro pulito, hi-tech, che richiede competenza, possiamo attrarli. Oltre a portarli verso il futuro già preparati e consapevoli di cosa significhi stare su una linea robotica. Diffondere la cultura dell’automazione tra i ragazzi delle superiori serve a dare a loro, ma anche al Paese, nuove prospettive». E in effetti è proprio questa la strada ed è proprio quello che serve per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in un Paese come il nostro con i tassi di disoccupazione giovanile più elevati d’Europa e cervelli perennemente in fuga. «Portare i robot a scuola ha il valore di offrire ai ragazzi un angolo visuale nuovo e concreto – aggiunge Claudia Magli, communication manager di Abb Robotics Italia – ma anche di avvicinare sempre più ragazze verso l’industria 4.0, mostrando loro che è un ambiente a cui possono ambire, che richiede più testa che muscoli. In questo modo potremmo recuperare forza lavoro fondamentale per una società che invecchia e dove non si fanno figli. Avvicinare le donne alle materie Stem può fare realmente la differenza».

Investire nella formazione: il progetto di Abb nelle scuole italiane

Maurizio Lepori, educational manager di Abb Robotics Italia.

Investire nella formazione è dunque cruciale. «L’automazione – aggiunge Lepori – è sottovalutata, ma è essenziale per il futuro della nostra industria perché permette di aumentare la produttività senza aumentare i costi. L’Italia deve correre ai ripari, perché altri Paesi come la Germania e i Paesi scandinavi sono avanti. La scuola ha un ruolo fondamentale, ma spesso i docenti si sentono soli. È necessario riconoscere l’importanza dell’automazione e della robotica per lo sviluppo del Paese e incentivare a prendere a cuore la questione chi fa formazione a qualsiasi livello».

L’impegno di Abb in questo senso è concreto. Il gruppo svizzero-svedese mette a disposizione delle scuole una gamma di prodotti e servizi, dando la possibilità agli studenti di acquisire le competenze idonee spendibili nel mondo del lavoro riguardo due figure professionali molto ricercate: progettista di isole robotizzate e programmatore robot/cobot industriali. Per maggiori informazioni sui corsi è possibile cliccare qui.

«Dal 2019, Abb ha attivato il progetto educativo mettendo a disposizione delle scuole prodotti e servizi, tra cui il software di simulazione RobotStudio, videolezioni di formazione per i docenti e libri di testo di Hoepli – spiega Lepori – La piattaforma quale piattaforma? permette di caricare progetti e offre attestati per ore Pcto. Il tutto viene suggellato da un contest, la Abb RoboCup, a fine anno scolastico per i ragazzi del corso di robotica base; nel 2024 celebreremo la sesta edizione. Abbiamo instaurato un legame con le scuole e i docenti per tenerli aggiornati tramite un canale dedicato. Ci sono 120 contatti di scuole che hanno avviato percorsi software e circa un centinaio di istituti tecnici e licei scientifici che hanno acquistato il robot».

Il mismatch tra domanda e offerta

L’obiettivo di Abb è quello di formare gli esperti della robotica di domani, al fine di ridimensionare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che assume dimensioni sempre maggiori anno dopo anno. Secondo le previsioni a medio termine (23-27) del Bollettino Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal fino al 2027 il 34,3% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale con un livello di formazione terziaria (universitaria o professionalizzante) e il 48,1% profili con un livello di formazione secondaria superiore di tipo tecnico-professionale.

Le professioni a elevata specializzazione e tecniche hanno un peso che varia notevolmente a seconda che si tratti dei settori privati o del comparto pubblico: nel primo la quota si attesta intorno al 32%, mentre per la PA si arriva quasi al 65% del fabbisogno di dipendenti pubblici.

Confrontando domanda e offerta di lavoratori con una formazione terziaria emerge, nel complesso, un’offerta insufficiente a coprire le necessità del sistema economico per 9mila unità all’anno, con differenze significative tra i diversi ambiti di studio. Nel dettaglio, si prevede che risulterà più marcata la carenza di offerta di laureati nell’ambito medico-sanitario (mancheranno 12mila laureati ogni anno), in quello economico-statistico (8mila unità annue) e di lavoratori con un titolo terziario nelle discipline Stem (6mila unità annue). Considerando nell’insieme gli indirizzi della formazione secondaria di II grado tecnico-professionale, si stima che l’attuale offerta formativa complessiva potrebbe riuscire a soddisfare solo il 60% della domanda potenziale nel prossimo quinquennio, con livelli di mismatch più critici per gli ambiti relativi a trasporti e logistica, costruzioni, sistema moda, meccatronica, meccanica ed energia. Anzi, si stima che potrebbero crescere ulteriormente nel prossimo quinquennio i costi del mismatch domanda-offerta di lavoro: il ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari provoca rallentamenti nella creazione di valore aggiunto nei diversi settori economici. Per il solo 2022 Unioncamere ha calcolato una perdita di valore aggiunto pari a circa 38 miliardi di euro, stima effettuata considerando una tempistica di difficoltà di reperimento compresa tra 2 e 12 mesi, sulla base di quanto rilevato mensilmente con l’indagine campionaria del Sistema informativo Excelsior.

Se non si investe in formazione l’industria (non solo italiana) è a rischio

Le competenze nel segmento della robotica sono tra le più richieste e tra le più difficili da trovare. E sarà sempre peggio perché il numero di robot impiegati in produzione tende ad aumentare mentre le persone che lavorano sono sempre meno per via di dinamiche demografiche (invecchiamento medio e scarsa natalità). I robot installati globalmente hanno segnato un aumento del +31% nel 2021 e del +10% nel 2022, con previsioni di un tasso di incremento medio annuo del 7% da qui al 2025. Sono 3,5 milioni di unità operative in tutto il mondo, di cui 90mila solo in Italia, e si fa ancora fatica a trovare ingegneri robotici (i numeri sono quelli del World Robotics 2022 Ifr). L’Europa è l’area del mondo dove l’installato è inferiore: dunque è la regione dove gli ingegneri robotici saranno sempre più richiesti.

Un’indagine di Abb rivela che la reindustrializzazione è a rischio a causa del “gap educativo” globale nell’automazione: l’indagine condotta nel 2022 tra i leader delle aziende statunitensi ed europee rileva che il 74% delle aziende europee e il 70% di quelle statunitensi stanno pianificando operazioni di riallocazione o di nearshore per aumentare la resilienza della propria supply chain in risposta alla carenza di manodopera, alla necessità di un’impronta globale più sostenibile e all’incertezza globale. La maggior parte di queste aziende considera l’automazione come il fattore abilitante di questi cambiamenti, con il 75% delle aziende europee e il 62% di quelle statunitensi intervistate che prevedono di investire in robotica e automazione nei prossimi tre anni per facilitare questo spostamento delle operazioni.

Tuttavia, l’indagine di Abb sulla formazione globale 2022 fa emergere un divario significativo nell’istruzione e nella formazione circa le competenze necessarie per lavorare nei luoghi di lavoro del futuro, sempre più connessi e automatizzati. L’80% dei professionisti della formazione intervistati a livello globale ritiene che la robotica e l’automazione influenzeranno il futuro dell’occupazione nei prossimi dieci anni, mentre solo un istituto di formazione su quattro utilizza attualmente i robot come parte dei propri programmi di insegnamento.

«Le imprese usano la robotica – spiega Lepori – anche per cambiare modello e affrontare le sfide e le incertezze del futuro. Ma c’è bisogno di investimenti significativi nella formazione continua per preparare la nostra forza lavoro attuale e futura a prosperare in un’epoca di robotica e automazione».

I progetti di Abb Robotics per la formazione

Claudia Magli, communication manager di Abb Robotics Italia.

«Grazie ai finanziamenti del Pnrr, c’è stato un boom esponenziale di acquisti delle nostre macchine negli ultimi due anni – dice Lepori – Abb è ora riconosciuta come fornitore di strumenti professionali per la robotica nelle scuole. Il robot più richiesto è YuMi, un robot collaborativo usato per applicazioni di pick and place con montaggio di piccoli componenti, che non richiede gabbie ed è intrinsecamente sicuro. La programmazione è simile a quella dei robot industriali».

Un secondo prodotto molto richiesto è l’Irb 1100, «uno dei più piccoli robot industriali, che va chiuso in un box su ruote. Inoltre, il GoFa Cobot è un robot collaborativo più grande che porta fino a 12 chili al polso ed è altrettanto utile per l’addestramento dei ragazzi».

L’obiettivo è che ogni istituto tecnico in Italia abbia in dotazione un robot e possa proporre ai suoi studenti un percorso formativo, «mentre nei licei scientifici vorremmo coinvolgere anche più ragazze – aggiunge Magli. Con i fondi del Pnrr, abbiamo cercato di fornire alle scuole capitale per acquistare attrezzature vicine al mondo del lavoro, ma non tutte hanno sfruttato questa possibilità. È importante motivare e incentivare i docenti affinché la robotica si diffonda e si rinnovi nelle scuole». Allo zenith di questa iniziativa Abb organizza la RoboCup, lo scorso anno scolastico riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione come competizione ufficiale nel mondo della scuola per la robotica. «Un contest della robotica di cui andiamo particolarmente fieri – spiega Magli – Nell’edizione 2024 ci saranno 50 scuole coinvolte, con una prima fase da remoto e una finale in presenza che si terrà il prossimo 22 maggio. L’obiettivo è dare a tutti gli studenti la possibilità di avere a che fare con la robotica toccandola con mano».

Dal 2019, Abb ha attivato il progetto educativo mettendo a disposizione delle scuole prodotti e servizi, tra cui il software di simulazione RobotStudio, videolezioni di formazione per i docenti e libri di testo di Hoepli.

In questi quattro anni di vita del contest sono stati coinvolti più di 2000 studenti provenienti da Istituti Superiori di tutta Italia. Il format è semplice: una sfida tra istituti a colpi di quiz ed esercitazioni pratiche di programmazione Rapid e utilizzo del software Abb RobotStudio. Il soggetto promotore dell’iniziativa, insieme ad Abb, è stato l’Istituto di Istruzione Secondaria “E. Majorana” di Seriate (BG), dal 2019 assiduo partecipante al contest RoboCup e partner nella preparazione delle diverse edizioni del contest. «Come ho detto in altre occasioni – commenta Lepori – con RoboCup siamo riusciti innanzitutto a far appassionare e divertire gli studenti “giocando” con la robotica e, contemporaneamente, ad avvicinare il mondo dell’istruzione a quello del lavoro».

Per estendere il più possibile le opportunità, sono stati istituiti premi in collaborazione con altre aziende. Un esempio è quello in cui BM Group Polytec, system integrator che ha costruito il suo percorso ingegnerizzando e sviluppando sistemi robotizzati automatici che andassero a sostituire l’uomo nelle operazioni più pericolose nelle aree calde delle aziende siderurgiche. Oggi l’azienda è diventata leader globale nel settore dell’acciaio, con oltre 200 robot installati e costanti richieste da parte dei grandi player dell’acciaio come ArcelorMittal, Gerdau, Tenaris. Oltre al siderurgico, l’azienda guarda oggi a mercati come alluminio, carta, ceramica, farmaceutico e all’intralogistica. E ha voluto mettere a disposizione le proprie competenze per diffondere una vera e propria cultura della robotica e dell’automazione. Impegno che si è concretizzato nella donazione all’Istituto Tecnico Tecnologico Marconi di Rovereto (TN) di un’isola robotizzata Abb Irb 120 e al recente acquisto di YuMi, il robot collaborativo di Abb. Un kit school che consente agli studenti di sperimentare in scala ridotta tutte le problematiche dal punto di vista della programmazione, della gestione software e del design delle isole.

Robot a sei assi Abb Irb 120.

Last but not least, il programma globale di formazione sulla robotica e l’automazione di Abb non si limita solo ai pacchetti software e hardware per le scuole secondarie e all’Italia. Consta infatti di 40 centri di formazione, tra cui il nuovissimo campus globale di innovazione e formazione in Austria, e di altri centri regionali nel Regno Unito, a Berlino e in Brasile, in cui vengono formati ogni anno più di 30.000 studenti di scuole, college e università, nonché apprendisti e lavoratori. «Il cambiamento deve avvenire ora – conclude Magli – le aziende usano i robot per compensare la carenza di manodopera, migliorare l’efficienza e aumentare la resilienza e i lavoratori devono avere sempre più competenze per svolgere il proprio lavoro in collaborazione con questi robot.  Le aziende devono unire le forze, collaborando con gli istituti di istruzione e i governi per garantire che la società sia preparata ai lavori del futuro».














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