Tech e industria trainano Euronext Growth Milan. Le storie di Clabo, Gibus, Officina Stellare…

di Laura Magna ♦︎ L’Egm è diventato il listino per pmi tecnologiche e industriali: rispettivamente il 21% e il 16% delle 180 quotate e il 32% e il 20% della capitalizzazione (10,4 miliardi di euro). Ma vale un decimo del suo omologo inglese e meno di metà del listino equivalente francese. I benefici dei Pir e del credito di imposta sui costi di quotazione. Ne parliamo con Anna Lambiase (IR Top)

I momenti di incertezza, come quello attuale, sono nemici degli investimenti. L’inflazione alle stelle, la speculazione sulle materie prime, i tassi in aumento e lo spettro di una recessione rendono il periodo storico non certamente ideale per quotarsi in Borsa. Eppure c’è un listino, in Italia, che cresce per numero di Ipo e le aziende che vi approdano hanno registrato un aumento del fatturato del 55% e il 31% in più dei dipendenti negli ultimi 12 mesi. Il listino è l’Euronext Growth Milan (Egm), l’ex Aim, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle pmi ad alto potenziale, che possono accedervi con un processo di quotazione semplificato. Ed è diventato, nel tempo, il listino delle pmi tecnologiche e industriali, rispettivamente il 21% e il 16% delle 180 quotate e il 32% e il 20% della capitalizzazione totale pari a 10,4 miliardi di euro.

Le storie di successo industriale sono già diverse: Clabo, che opera nella catena del freddo; Officina Italiana, che costruisce telescopi made in Italy; a Estrima, che prende il know-how nella meccanica delle cabine per i trattori e inventa la più piccola vettura per la mobilità urbana sostenibile. Ci sono le pergole hi-tech di Gibus e anche manifatture con fatturato ben superiore ai 100 milioni di euro: nell’ordine, Comer Industries (608 milioni di euro), Franchi Umberto Marmi (292,2 milioni di euro), Rosetti Marino (136 milioni di euro), Sciuker Frames (123,4 milioni di euro) e Racing Force (101 milioni di euro). Racconteremo le loro storie più avanti. Prima vale la pena fare qualche riflessione. Innanzitutto sul potenziale del listino, che è ancora molto ampio: secondo le stime di Banca d’Italia sono circa 2.800 le pmi non finanziarie con caratteristiche ampiamente idonee alla quotazione. Società che potrebbero aprire il capitale alla Borsa e guadagnarne – non solo per la raccolta finanziaria ma perché si inserirebbero in un percorso di sviluppo importante che le porterebbe a strutturarsi dal punto di vista organizzativo e ad aumentare la propria visibilità anche verso investitori privati internazionali.







Ne abbiamo parlato con Anna Lambiase, ceo e founder di IR Top Consulting, boutique finanziaria specializzata sui Capital Markets e nell’Advisory per la quotazione, che cura l’Osservatorio Euronext Growth Milan, giunto alla sua nona edizione. «Il listino Egm dal 2009 ha raccolto oltre 5,5 miliardi di euro da investitori istituzionali e ha registrato un notevole sviluppo in termini di efficienza, rivelandosi un mercato più dinamico rispetto a quello principale e confermandosi il canale privilegiato di raccolta di capitali per la crescita delle pmi, con una maggiore incidenza del settore Industrial, anche attraverso nuove IPO (+8% rispetto al 2021)».

 

Innovazione e industria, settori che trainano il listino alternativo di Borsa

Anna Lambiase a.d. IR Top Consulting

I settori più rappresentati, come detto in apertura, sono il tech e l’industria (che a ben vedere sono due facce della stessa medaglia). Le pmi Tech dell’Euronext Growth Milan hanno un giro d’affari complessivo di 1,75 miliardi di euro (+57% rispetto a un anno prima) e occupazione di oltre 7.000 dipendenti (+42% vs 2020). «Le società tecnologiche sono 37 – dice Lambiase – di cui 21 Pmi Innovative, pari al 21% del totale delle società quotate. Le tecnologiche rappresentano il primo settore del mercato, in termini di numero di società appartenenti a 3 macroaree rappresentate da “Electronic Technology”, “Health Technology” e “Technology Services” con una capitalizzazione complessiva di 3,3 miliardi di euro, pari al 32% del totale, per una capitalizzazione media che si attesta a quasi 88 milioni di euro per singola società: per l’anno in corso stimiamo una ulteriore crescita del settore sul mercato Euronext di Borsa Italiana con l’arrivo di circa 10 nuove Ipo Tech». Quanto alle società industriali, esse sono concentrate prevalentemente in Lombardia (34%) e in Emilia-Romagna (24%) e rappresentando il 16% dell’intero mercato in termini numerici (29 società tra cui 8 pmi Innovative), il 20% in termini di capitalizzazione con ricavi medi pari a 59,7 milioni di euro con una crescita media del +58% rispetto al 2020.

«Sulla base dei bilanci 2021, le 29 società industriali quotate al 27 luglio 2022 occupano complessivamente 8.569 dipendenti, +23% rispetto ai 6.226 dipendenti del 2020 – continua Lambiase – Secondo il modello di advisory, le aziende industriali che si avvicinano alla quotazione vengono selezionate sulla base di specifici KPI economico-finanziari, tra cui la dimensione di fatturato e la componente internazionale, la percentuale di innovazione valutata sulla base di brevetti e l’incidenza di R&D sugli investimenti annui, la marginalità relativa, la crescita attesa e la presenza di driver normativi di settore, il track record del management e infine gli obiettivi di funding per lo sviluppo». «Nell’ambito del segmento industriale si segnalano tra i comparti più innovativi il tech Industrial, Electronic Technology e il digital manufacturing. Tra le strategie perseguite dalle società industrial emergono l’internazionalizzazione con l’apertura di siti produttivi, accordi di partnership strategiche, jv con corporate Industriali e M&A con l’obiettivo di creare sinergie di costo e commerciali. Pensiamo che negli anni il settore industriale possa rappresentare uno dei segmenti trainanti del mercato Euronext. La quotazione ha permesso alle imprese industriali di migliorare la propria capacità di reporting e di governance e di raccogliere finanza per la crescita e lo sviluppo».

Al 27 luglio 2022 il mercato Euronext Growth Milan conta 29 società industriali (tra cui 8 PMI Innovative), pari al 16% del totale delle società quotate (181). Rappresentano una capitalizzazione complessiva al 26 luglio pari a 2.067 €M, pari al 20% del totale (10.425 €M), per una capitalizzazione media pari a 71,3 €M

Clabo, Gibus, Officina Stellare, Comer, Rosetti Marino e le altre: storie di industria su Egm

Le presse Costamp

Che sul listino delle società a elevato potenziale approdino storie di eccellenza industriale lo dimostra ampiamente il parterre di quelle che sono già presenti. Società come Costamp Group, con un fatturato di poco superiore ai 50 milioni di euro, è leader nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di stampi per la componentistica nel settore automotive, unico al mondo con un’offerta completa sia in termini di processi che di prodotti (alluminio, magnesio, ghisa, plastica). Il ceo è Marco Corti: con oltre 50 anni di storia, 311 dipendenti e un reparto R&S con 24 ingegneri, è partner di riferimento e fornitore strategico, tramite le fonderie, delle principali case automobilistiche. Presidia l’intera catena del valore, collaborando direttamente con gli OEM nelle fasi di progettazione e design e fornendo al cliente prodotti completamente testati nella fonderia interna e le soluzioni software per il relativo utilizzo.

Franchi Umberto Marmi è un’azienda leader nel distretto del marmo di Carrara, con 292,2 milioni di euro di fatturato. Si tratta di un’azienda che esporta il 90% della sua produzione e rappresenta un segmento di lusso del made in Italy. Guidata dai ceo Alberto e Bernarda Franchi (che sono anche rispettivamente presidente e vice-presidente), ha fatto il suo ingresso in Borsa attraverso il veicolo della Spac.

Sciuker Frames progetta, produce e commercializza finestre in legno alluminio dal design ecosostenibile, a Contrada, nella provincia di Avellino, in uno stabilimento di 13mila mq completamente rinnovato in chiave 4.0. L’azienda è guidata da Marco Cipriano, Presidente e Amministratore Delegato e ha chiuso il 2021 con fatturato a quota 123,4 milioni di euro.

Sopra i 100 milioni di euro di fatturato si colloca anche Racing Force, che opera nel mercato dei dispositivi di sicurezza per il motorsport, con un catalogo completo e avanzato e ha sede a Ronco Scrivia, provincia di Genova. I prodotti di Racing Force Group sono usati dai team e dai costruttori di qualsiasi campionato, dalla Formula 1 al Campionato Mondiale di Rally; dalle serie Gran Turismo e Stockcar al Karting. Piero Paolo Del Prato è presidente e ceo.

Alessio Bellin ceo Gibus

E ancora, sul listino a alto potenziale, trattano le azioni di Gibus, che progetta e realizza schermature per spazi esterni, pergole hi-tech, ed è una fucina di creatività e brevetti. La società padovana guidata dall’amministratore delegato Alessio Bellin ha chiuso il 2021 a quota 72 milioni di euro.

Rosetti Marino è un gruppo industriale di cantieristica navale, composto da 18 società, 9 filiali e 1.200 dipendenti, con fatturato 2021 di 136 milioni di euro. Fondata a Ravenna nel 1925 da Marino Rosetti, la società inizia l’attività di supporto alla zona portuale e industriale locale con lavori di carpenteria metallica e fabbricazione di piccoli serbatoi. Oggi Rosetti Marino, guidata dal ceo Oscar Guerra, è un EPCI Contractor di impianti offshore e onshore per il settore Energy, Shipbuilding e Superyacht, nonché nella fornitura di servizi tecnici specializzati per il settore dei combustibili fossili.

Fondata negli anni ’70 dalla famiglia Storchi, Comer (Costruzioni Meccaniche Riduttori) Industries è oggi player globale nella progettazione e produzione di sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica per la trasmissione di potenza. Opera nei settori delle macchine per l’agricoltura,dell’attrezzatura edile e per la selvicoltura, dell’energia e dell’industria. Con 608 milioni di euro di fatturato è la più grande meccanica quotata su Euronext Growth Milan. La società è guidata dal ceo e presidente Matteo Storchi.

Costruisce telescopi Officina Stellare, nata nel 2009 per iniziativa dei tre soci Gino Bucciol, Riccardo Gianni e Giovanni Dal Lago. E ha di recente potenziato la capacità manifatturiera, producendo totalmente in casa gli strumenti ottici e garantendo quindi un alto livello di personalizzazione ed efficienza.

Maurizio Bertocco, ceo Ilpra

Ilpra, 42 milioni di euro di fatturato, è dal 1955 leader nel settore del packaging con il 71% dei ricavi realizzati all’estero, che dalla quotazione, avvenuta a febbraio 2019 con l’obiettivo di finanziare un importante progetto di crescita per M&A in nicchie di mercato ad alta marginalità, ha realizzato diverse acquisizioni sotto la guida del ceo Maurizio Bertocco.

Clabo, fondata nel 1958 e guidata dal ceo Paolo Bracceschi è leader internazionale nel settore degli arredi per la ristorazione, è specializzata nella produzione e commercializzazione di vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel. Nel 2021 ha realizzato un fatturato di 44 milioni.

E ancora Estrima, creatura del ceo Matteo Maestri, startup con meno di 10 milioni di fatturato che promette di rivoluzionare la mobilità urbana con Birò, il più piccolo veicolo elettrico a 4 ruote sul mercato. Un prodotto che viene costruito a Portogruaro, sfruttando il know-how dell’azienda di famiglia, Brieda&C, che ha alle spalle 50 anni di storia nella progettazione e costruzione di cabine per macchinari agricoli e industriali.

 

Euronext Growth Milano cresce, ma vale un decimo del suo omologo inglese e meno di metà del listino equivalente francese

Il listino rappresenta uno spaccato importante dell’economia nazionale: con una capitalizzazione di 10,4 miliardi di euro, un giro d’affari di 6,9 miliardi di euro e oltre 28mila dipendenti in settori diversificati, dal Tech all’industria, ai servizi, all’healthcare. E la crescita è destinata ad aumentare: «l’outlook 2022 è di 200 società quotate per una capitalizzazione complessiva di 13 miliardi di euro», dice Lambiase. Anche perché il mercato italiano è ancora indietro rispetto agli omologhi esteri. Nonostante Euronext Growth Milan abbia dato un importante contributo al mercato principale, con 21 società che hanno fatto il salto verso il listino principale e che oggi rappresentano una capitalizzazione pari a 7,9 miliardi di euro, dal confronto internazionale si evidenzia ancora un importante gap tra il mercato italiano e l’Euronext Growth Paris (pari a -36% in termini di Emittenti e -45% in termini di capitalizzazione) e nel confronto con Aim Uk pari a -79% in termini di Emittenti e -92% in termini di capitalizzazione.

«L’Equity Gap delle pmi Italiane si traduce in un ridotto livello di patrimonializzazione, una forte dipendenza dal canale bancario e una forte incidenza dell’indebitamento a breve termine – dice Lambiase – La finanza può seguire il ciclo di vita di una società e il suo percorso di crescita, concretizzando una politica efficace per aumentarne la competitività industriale». Per il 2022 IR Top Consulting si aspetta che i settori relativi ai nuovi collocamenti saranno rappresentati dal Tech, Fashion/Luxury e Industrial con una raccolta aggiuntiva di circa 250 milioni di euro. Ovviamente la strada è ancora lunga. «Le variabili sulle quali è basata la stima riguardano l’impatto potenziale del credito di imposta in funzione della misura stanziata di 5 milioni di euro e la dimensione media della capitalizzazione delle nuove IPO, parametrata all’andamento dell’indice di riferimento, anche considerando il mutato contesto geopolitico – spiega Lambiase –  ma è necessario rendere più competitivo e appetibile il mercato italiano facilitando l’accesso alla quotazione, semplificando le regole di accesso ai sistemi multilaterali di negoziazione e intervenendo su alcuni aspetti di diritto societario».

Euronext Growth Milano cresce, ma vale un decimo del suo omologo inglese e meno di metà del listino equivalente francese

Effetto Pir e credito di imposta sui costi di quotazione

Idropulitrice di Comer

D’altronde il mercato ha registrato un notevole sviluppo a partire dal 2016, grazie all’effetto combinato dei Piani Individuali di Risparmio (Pir) e del credito di imposta sui costi di IPO: +132% in termini di società quotate rispetto al 31 dicembre 2016, +259% in termini di capitalizzazione rispetto al 31 dicembre 2016. L’introduzione dei Pir ha avuto anche un altro effetto, quello di migliorare la liquidità. L’analisi storica del controvalore medio giornaliero e dei giorni con scambi lo evidenzia con chiarezza: se nel 2016 il dato si era attestato rispettivamente a 24mila euro e al 62%, nel 2021 il controvalore è stato di 199mila euro e giorni con scambi al 72%, mentre al luglio 2022 il dato si attesta a 105mila euro e all’80%.

Dati che hanno spinto lo stesso Osservatorio Egm a presentare al Mise la richiesta di legare in maniera strutturale il credito d’imposta ai costi di Ipo, «incentivo che ha rappresentato una notevole spinta alla crescita del mercato, con l’obiettivo di far raggiungere al listino Euronext una dimensione in linea con quella delle principali Borse estere. L’auspicio è dunque che la misura diventi strutturale e che l’importo del credito di imposta venga ristabilito in 500mila euro, maggiormente in linea con gli attuali costi di Ipo. La quotazione in Borsa è una leva di competitività per le pmi e genera crescita occupazionale ed è necessario ridurre la complessità e i costi per chi vuole accedere ai mercati e avvicinare gli imprenditori alla Borsa».

 

La crescita di Euronext Growth Milan è il segno di un’evoluzione culturale delle imprese

La produzione all’interno della fabbrica di Gibus

Euronext Growth Milan si conferma il principale canale di raccolta di capitali per la crescita delle pmi: dal 2009 ad oggi ha accolto 254 società e la raccolta in Ipo è stata pari a 5,6 miliardi di euro, segno di una evoluzione culturale a favore dell’Equity che sta interessando tutti i settori. Il 2022 ha registrato, al 6 luglio, 10 IPO per una raccolta di circa 773 milioni. Le Ipo presentano una capitalizzazione pari a 33,5 milioni di euro, flottante pari al 26,1%, raccolta pari a 8,9 milioni di euro, peso della raccolta in aumento di capitale pari al 92%.

 

Il valore di Euronext (società più redditizie e capaci di creare occupazione)

In generale, sulla base dei bilanci 2021, le 179 società quotate al primo luglio 2022 generano un giro d’affari complessivo pari a 6,9 miliardi di euro, il 31% in più rispetto al giro d’affari complessivo generato nel 2020 dalle stesse società (5,2 miliardi). Le società – per il 78% con ricavi inferiori ai 50 milioni – hanno registrato in media una crescita dei ricavi pari a +55%. L’ebitda margin medio è del 17% e la posizione finanziaria netta 3,8 milioni di euro. Ancora, le società quotate su questo listino occupano complessivamente 28.196 dipendenti, +25% rispetto ai 22.507 dipendenti occupati dalle stesse società nel 2020. La crescita media è pari a +31%. I settori che occupano, in media, il maggior numero di risorse sono: Industrial Services (671), Producer Manufacturing (374), Electronic Technology (315).

 

Euronext: il listino della finanza innovativa che piace agli investitori esteri

Ilpra laser cutting

Euronext Growth Milan si è dimostrato particolarmente adatto a ospitare strumenti di finanza innovativa come le Spac (Special Purpose Acquisition Company), veicoli di investimento che, attraverso la quotazione, raccolgono capitali con l’obiettivo di acquisire e successivamente fondersi con una società non quotata (target): a seguito dell’approvazione della Business Combination la società target accede alle negoziazioni. A oggi 26 Spac hanno raccolto capitali sul listino e 17 hanno portato a termine la Business Combination. La raccolta media delle Spac è stata pari a 122 milioni di euro. Un altro dato che salta all’occhio è la presenza di investitori istituzionali nel capitale e di investitori internazionali in particolare. Nell’azionariato delle 175 società quotate su Euronext Growth Milan al 31 maggio 2022 sono presenti 146 Investitori Istituzionali, di cui 21 italiani (pari al 14%) e 125 esteri (86%). La Svizzera supera l’Italia con 22 case di investimento, pari al 15%; anche la Francia, al pari dell’Italia, è presente con 21 case di investimento (14%). L’investimento complessivo è superiore al miliardo, ovvero il 9% della capitalizzazione del mercato, di cui 419 milioni (40%) detenuti da investitori italiani e 638 milioni (60%) detenuto da investitori esteri. È il segnale della grande attrattiva che le nostre imprese esercitano nel mondo. E chiaramente la visibilità che offre la quotazione è un grande valore aggiunto.














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