Da Cyberoo a eViso: trend e sfide delle pmi italiane dell’IA. Con Irtop Consulting

di Laura Magna ♦︎ Su Euronext Growth Milan sono 38 le aziende che si occupano di intelligenza artificiale: capitalizzazione complessiva 1,46 miliardi di euro. Osservatorio sull’IA di Egm realizzato da Irtop Consulting: per 8 imprese l’IA è il core business; per 17 è nella value proposition; per 14 rappresenta il miglior supporto al business. Nvidia, Amd, Microsoft e Google: le big tech alla corsa dell’IA. Ne parliamo con Anna Lambiase

Un piccolo esercito, quelle delle pmi italiane dell’Ai, si fa strada a Piazza Affari in Borsa. E il particolare su Euronext Growth Milan: dove sono 38 le aziende che si occupano di intelligenza artificiale, per una capitalizzazione complessiva di 1,46 miliardi di euro e una market cap media di 38,5 milioni e flottante medio del 32%. Le società attive nell’AI si caratterizzano per ricavi medi 2022 pari a 46,4 milioni di euro, in crescita del 58% rispetto all’anno precedente con un Ebitda margin medio che nel 2022 ha raggiunto il 18%. Lo rileva il primo Osservatorio sull’Ai di Egm realizzato da Irtop Consulting, boutique finanziaria che si occupa di Advisory per la quotazione in Borsa delle pmi. L’Osservatorio che verrà presentato il prossimo maggio in partnership con Banca Generali, suddivide le 38 società in tre panel: per 8 imprese, l’Ai è il core business. Parliamo di realtà come Cyberoo, che applica le tecnologie Ai alla cybersecurity delle aziende; di eViso che usa la tecnologia per le commodity fisiche con consegna reale; Neosperience che punta su soluzioni avanzare di Ai empatica. Per 17 imprese, ancora, Ai è inclusa nella value proposition e per 14 rappresenta il miglior supporto al business. L’attenzione degli investitori è su tutta la gamma.

«L’obiettivo – dice a Industria Italiana Anna Lambiase, ceo e founder di Irtop Consulting – è analizzare i dati finanziari e i business model delle italiane dell’AI, monitorare i trend del settore in un contesto in cui l’innovazione tecnologica è diventata una delle leve fondanti per la competitività delle nostre pmi, che in numero crescente adottano le tecnologie digitali che sfruttano l’Ai per ottimizzare i propri processi e migliorare la competitività. Il trend è in forte crescita, ma riguardo al mercato Egm non vi era nessuna analisi scientifica che identificasse i titoli quotati Ai oriented». È un’occasione, questo studio, per fare il punto sul ruolo che l’Italia può avere in un mercato dominato da giganti tecnologici come Microsoft, Nvidia, Amd, Alphabet, Meta. Un contributo che arriva sicuramente dallo sviluppo di tecnologie di nicchia. Mentre il nostro Paese è sicuramente un mercato di sbocco per Ai, la cui applicazione nei processi diventa cruciale per la stessa sopravvivenza delle pmi.







Quella dell’intelligenza artificiale (soprattutto nella sua versione “generativa”) è di fatto una nuova rivoluzione industriale alle porte. È un trend inarrestabile ma che è ancora nella sua fase embrionale: la tecnologia di cui si parla è in grado di trasformare in maniera decisiva l’industria, ridisegnando completamente la logica di comparti come l’automotive (con veicoli sempre più smart e interattivi); ma anche di migliorare e aumentare la produttività delle linee di macchine e componenti; di stravolgere il modo in cui si fa diagnostica; o programmazione software, con applicazioni potenzialmente infinite. In tutti i settori, l’intelligenza artificiale dovrebbe aumentare la produttività dei lavoratori della conoscenza, creare nuova domanda di lavoro (e ridurre però l’ambito delle mansioni a basso valore aggiunto).

 

Nvidia, Amd, Microsoft e Google. Le big tech alla corsa dell’AI

La Bluefield 3 è l’ultima generazione delle Data Processing Unit di Nvidia. Saranno montate anche sui server SR675 V3

A metà del 2023, Nvidia, che controlla l’80% del mercato delle Gpu (unità di elaborazione grafica) ha raggiunto per la prima volta il trilione di dollari di capitalizzazione e la ragione è che i super pc che elaborano i dati e alimentano l’AI generativa funzionano con Gpu, che – almeno fino a quel momento – Nvidia era l’unica in grado di produrre. Amd, il suo diretto concorrente, ha reagito in maniera quasi immediata, anticipando il lancio (previsto per il 2024) di Instinct mi300x, un acceleratore Gpu dedicato all’intelligenza artificiale che promette performance superiori rispetto all’H100 di Nvidia.

E non solo: a gennaio Microsoft ha alzato il tiro su ChatGpt, investendo 10 miliardi di dollari per potenziare il generatore di codici GitHub Copilot, elaborato in collaborazione nel biennio precedente (con un primo miliardo di dollari). Anche in questo caso, gli altri non stanno a guardare: Google ha presentato Gemini, la sua AI capace di comprendere e combinare testo, codice, audio, immagini e video. Insomma, il passo è cambiato. Ed è la testimonianza che a breve nessuna azienda potrà più fare a meno dell’AI.

 

Intelligenza artificiale: le dimensioni del mercato globale

Anna Lambiase ceo Irtop

L’Intelligenza Artificiale (AI) può essere definita come la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico. L’AI generativa – l’hype del 2023 – è spesso associata a sistemi che possono generare contenuti in modo autonomo, come il linguaggio naturale, l’arte o la musica. Si tratta di una forma più avanzata di intelligenza artificiale che può affrontare compiti in modo più generico, avvicinandosi all’intelligenza umana. L’ascesa del fenomeno dell’AI, nell’ultimo decennio, rappresenta uno dei principali driver che hanno influenzato il contesto macroeconomico mondiale. A fine del 2023 il valore globale del mercato dell’AI è stimato raggiunga i 200 miliardi di dollari; tale valore, per effetto del costante rilascio di nuove applicazioni e nuove versioni delle principali piattaforme (in primis ChatGPT) è destinato a crescere notevolmente. Dal 2013 gli investimenti nel settore dell’AI, a livello globale, sono aumentati di 13 volte. Nel 2022 si distinguono 5 principali aree di investimento da parte di investitori privati: ovvero Medical & Healthcare; Data Management, Processing & Cloud; Fintech; Cybersecurity and Data Protection; Retail; e altri settori (Industrial Automation, Marketing, Insurtech, Music Video Content, Agritech, etc.) Secondo il recente report (novembre 2023) di MarketDigits, l’Asset under Management nel settore dell’Artificial Intelligence è visto a quota 11,9 miliardi di dollari nel 2030, crescendo ad un tasso composito annuo del 24,4% rispetto al 2023 (quest’ultimo pari a 2,6 miliardi di dollari).

«Valori che saranno più che quadruplicati nel giro di sette anni – commenta Lambiase – gli investitori, specie istituzionali, sono sempre più attenti a questa tematica. Ormai ci sono fondi specializzati sull’Ai e anche qualche operatore italiano inizia ad avere fondi specializzati su innovazione e intelligenza artificiale». Ma ovviamente è la Silicon Valley, con San Francisco, a rappresentare il centro dell’innovazione della raccolta di capitali per le startup dell’AI con oltre 300 miliardi di dollari fluiti nella casse di oltre 16.000 startup tra il 2013 e il 2023. La società ad aver raccolto in assoluto di più dal lancio è OpenAI (11.300 milioni di dollari) che stacca di molto la seconda, Anthropic, a quota 2.800 milioni. A seguire, Next Insurance (881 milioni); AlphaSense con 623 milioni e Adept AI con 415 milioni. Se dal profondo West arriva la tecnologia, la Vecchia Europa si preoccupa di normarla, con il neonato AI.Act dell’Ue che stabilisce regole rigide per un uso etico dell’Intelligenza Artificiale. La direttiva contiene una serie di divieti che vanno da quello di categorizzare le persone sulla base di convinzioni politiche o religiose, ma anche in base a età e sesso, o disabilità; e di servirsi del riconoscimento delle emozioni in luoghi di lavoro e istituzioni scolastiche. Sono solo due esempi che spiegano qual è l’approccio da questa parte del mondo, dove si predilige l’etica nell’uso dell’IA.

 

I numeri delle pmi dell’AI in Italia

Satya Nadella, ceo di Microsoft

In Italia, secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence (PoliMi, 2022) il mercato dell’Intelligenza Artificiale nel 2022 ha raggiunto un valore di circa 500 milioni di euro, in crescita del 32% rispetto al 2021 (380 milioni di euro). Tale mercato è stato caratterizzato da un trend di crescita costante negli ultimi anni, evidenziando un tasso 2019–2022 del +36%. Nel 2022 il principale ambito applicativo dell’AI è stato l’Intelligent Data Processing, relativo a soluzioni utili a realizzare previsioni in ambito di pianificazione aziendale o per la gestione di investimenti e budgeting seguito da Natural Language Processing & Chatbot con soluzioni dedicate all’interpretazione del linguaggio scritto o parlato; seguono Recommendation Systems, ovvero soluzioni che si basano su algoritmi creati in modo da suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze, Computer Vision per offrire servizi di analisi di contenuti di immagini per contesti di sicurezza o monitoraggio di una linea di produzione e infine Intelligent Robotic Process Automation con soluzioni che consentono l’automazione di fasi di un progetto. I principali settori di impiego dell’AI sono Banking & Finance Payment, Insurance, Energy&Utility, Manufacturing, Telco&Media. Si aggiunge anche il settore dell’Healthcare & Pharmaceuticals soprattutto nelle fasi di diagnostica e research.

Le 38 aziende analizzate dall’Ufficio Studi di Irtop rappresentano il 19% del totale. Le società attive nell’AI si caratterizzano per ricavi medi 2022 pari a 46,4 milioni di euro, in crescita del 58% rispetto all’anno precedente con un Ebitda margin medio che nel 2022 ha raggiunto il 18%. Le società quotate con “core business AI” su Egm presentano un flottante in IPO pari al 41% superiore alla media del mercato (33%) e hanno segnato nel 2023 una performance positiva in controtendenza rispetto alla performance negativa dell’indice FTSE Italia Growth (-17%). «L’AI è ormai una componente imprescindibile e strategica del business aziendale – dice Lambiase – e lo è anche per le pmi italiane, che in effetti dimostrano grande lungimiranza nello sviluppo del proprio business e delle proprie direttive strategiche. Anche gli investitori guardano al settore con grande interesse strategico: l’AUM nel mercato dell’AI è previsto quadruplicare passando da 2,6 miliardi di dollari nel 2023 a 11,9 miliardi di dollari nel 2030, crescendo con un tasso composito medio del 24,4%».

Le società quotate su Egm operanti nell’AI, sono suddivise in 3 panel in relazione al differente utilizzo dell’AI nel proprio business model.

  • Il primo gruppo è quello delle aziende che fanno dell’AI il proprio core business (Almawave, Creatives Group, Cyberoo, Datrix, eViso, Expert.ai, Neosperience e Spindox);

  • il secondo gruppo contiene Ai nella value proposition (Circle, Digital Magics, Doxee, E-novia, Fae Technology, Growens, Maps, Prismi, Relatech, Reti, SIAV, Softec, Solid World Group, Star7, Tecma Solutions, Vantea Smart, Websolute);

  • il terzo gruppo utilizza la tecnologia come supporto fondante al proprio business (Allcore, Casta Diva Group, Deodato Gallery, DigiTouch, Execus, Farmacosmo, Finanza.Tech, Giglio.com, Idntt, Promotica, Riba Mundo Tecnologia, Saccheria F.lli Franceschetti, SosTravel.com).














Articolo precedenteAl Ces 2024 debutta il nuovo cockpit virtuale di Stellantis, BlackBerry e Aws
Articolo successivoAnno zero per Honda. Al Ces 2024 svelata la nuova gamma di veicoli elettrici






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui