Non solo Confindustria e il suo Centro Studi, lo scorso 31 marzo Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) ha presentato alla ministra delle Infrastrutture e dei TrasportiPaola De Micheli e al premier Giuseppe Conte un documento – intitolato Il Dopoguerra della Logistica rischia di minare la ripresa dell’intera economia nazionale – per sottolineare come nel settore la pandemia economica potrebbe fare più danni di quella sanitaria. La logistica italiana, va sottolineato ancora una volta, è un architrave dell’economia del Paese: 100mila imprese, 1,5 milioni di addetti, 85 miliardi di fatturato nel 2019: il 9% del Pil nazionale.
Contrazione dei volumi
Nel documento ci sono tre proposte concrete ed urgenti da adottare perché su base annua – il Centro Studi della Confederazione – prevede una contrazione dei volumi tra il 20 ed il 25%, a parità dei costi. Se l’interscambio commerciale del Paese con il resto del mondo fletterà di circa 150 miliardi di euro, come da proiezione, in termini di merci movimentate ciò equivarrebbe a circa 90 milioni di tonnellate, tra import ed export: l’equivalente di 18 miliardi di fatturato per l’intero settore della Logistica e del Trasporto merci.
Secondo il Centro Studi gli effetti del lockdown produrrà sulla logistica i suoi effetti economici nelle prossime 6/8 settimane: si registrerà una contrazione ulteriore tra il 40 e il 60% dei volumi residui movimentati, ad aprile e poi a maggio, rispetto al mese di marzo.
«Siamo la rete che regge l’economia reale – osserva il presidente di Confetra Guido Nicolini – e se essa dovesse collassare, non c’è ripresa che tenga. Noi non potevamo ‘restare a casa’, ma ora serve una massiccia iniezione di liquidità attraverso strumenti diretti ed attivabili nel giro di pochi giorni, non settimane, per tenere in piedi il settore».
Proposte da 9 miliardi di euro
Le proposte avanzate dalla Confederazione al Governo sono queste: una riduzione flat del cuneo fiscale del 40% per i prossimi 20 mesi; la possibilità di incassare tramite Cassa depositi e prestiti (Cdp) subito il 50% delle fatture inevase senza oneri; la costituzione di un Fondo nazionale per ristorare le imprese che possano dimostrare un gap di fatturato tra il periodo dell’emergenza e del lockdown 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
«Si tratta di un pacchetto di misure che necessita di coperture per circa 9 miliardi. È chiaro che tutto ciò ha un senso se il Governo, come ci auguriamo, vorrà davvero mettere a punto una politica urgente per la ripresa come quella evocata nei giorni scorsi da Draghi», conclude Nicolini.