Cim 4.0, con il secondo bando si punta a creare un ecosistema tra grandi aziende, pmi e start-up

di Marco Scotti ♦︎ Stampa 3d metallica e digitalizzazione dei processi industriali: sono i due focus principali della nuova call del competence center piemontese. Che mette in campo oltre 3 milioni a fondo perduto. Il massimo erogabile per ogni singolo progetto sarà pari a 200mila euro

Linea Digital HD con pianta Cim 4.0

«Con questo secondo bando del Cim 4.0 vogliamo favorire la creazione di un ecosistema di aggregazione tra grandi e piccole aziende, tra realtà affermate e start-up». Enrico Pisino, ceo del Competence Center di Torino, racconta a Industria Italiana le peculiarità della seconda call lanciata dall’ente piemontese. Avrà una dotazione di 3,04 milioni di euro sotto forma di contributo a fondo perduto fino ad una percentuale massima del 50% dei costi presentati, dando così un aiuto a progetti dal valore complessivo superiore ai 7 milioni di euro.

Il massimo erogabile per ogni singolo progetto sarà pari a 200mila euro. Un bando che sconta, com’è ovvio, i rallentamenti da Coronavirus, ma che non si ferma: se inizialmente la scadenza era stata fissata per il 24 aprile, ora si è stabilito di estendere i tempi di consegna all’8 maggio. «Abbiamo – aggiunge Pisino – esteso di due settimane i termini per la presentazione dei progetti, ma non ci saranno impatti sull’operatività e contiamo di assegnare le risorse non oltre metà giugno».







Il Cim 4.0 in quasi 10 mesi di attività ha dato il via a 16 progetti che hanno coinvolto 18 aziende. Si è concentrato su alcune tecnologie specifiche e continuerà a farlo: additive manufacturing, intelligenza artificiale nei processi industriali; realtà virtuale e aumentata con simulazione 3D immersiva per lo sviluppo prodotto e dei processi industriali. I 25 partner che hanno aderito al competence center, da Fca a Eni, da Siemens a Leonardo, sono bloccati da un patto parasociale per i prossimi tre anni che impedisce l’ingresso di nuove aziende, anche se l’interesse per il Cim 4.0 rimane elevato.

 

Il secondo bando

Enrico Pisino, ceo del Competence Center di Torino Cim 4.0

La seconda edizione della call del competence center piemontese si rivolge a grandi imprese, pmi e start-up per creare un ambiente collaborativo. Come detto, sono stati messi a disposizione poco più di tre milioni di euro da erogare come contributi a fondo perduto per progetti di ricerca applicata ad alto livello di maturazione tecnologica (Technology Readiness Level da livello 6 a livello 9) presentati da grandi player industriali così come da micro, piccole e medie imprese e start-up innovative preferibilmente in raggruppamento tra loro. In occasione della pubblicazione del secondo bando la scelta strategica del Competence Center del Piemonte è stata quella di favorire la collaborazione tra grandi imprese e pmi nell’implementazione delle tecnologie dell’Industria 4.0 finalizzata all’ottimizzazione dei processi produttivi, al miglioramento e all’innovazione di prodotto e dei modelli di business e organizzativi, incrementando pertanto la competitività a livello globale dell’ecosistema industriale italiano.

«Con questo secondo bando – prosegue Pisino – andiamo a mettere a disposizione delle imprese tutto ciò che ci è stato affidato dal Mise con il contratto di costituzione del competence center. Questa call è dedicata al mondo dell’impresa 4.0, dalla grande azienda alle pmi fino alle start-up, cercando di favorire l’aggregazione. Se con il primo bando, infatti, avevamo supportato solo piccole e medie imprese e start-up, oggi puntiamo sulle partnership. Siamo interessati a sviluppare proof of concept  e prototipi per farli diventare realtà. Inizialmente il bando, pubblicato il 2 marzo, sarebbe dovuto scadere il 24 aprile, affidando le risorse alle aziende a partire dai primi di giugno. Con l’epidemia abbiamo valutato quanto lo smart working, con cui tutti stanno facendo i conti in queste settimane, abbia rallentato l’operatività. Quindi abbiamo deciso e comunicato di posticipare la finestra di apertura di un paio di settimane. Ma non ci saranno impatti sull’operatività del bando, le risorse le assegneremo tutte entro metà giugno».

 

Il contesto

Linea pilota in realtà aumentata Cim 4.0

Le aree di sviluppo all’interno del nuovo bando del Cim 4.0 sono molteplici. L’unico caposaldo fondamentale è che ci si muova all’interno dell’impresa 4.0, per il resto non ci sono vincoli sulle tecnologie perché il competence center, pur essendo specializzato nell’additive manufacturing e le tecnologie per la digitalizzazione della fabbrica, darà spazio a tutte le imprese che vorranno sviluppare trasferimento tecnologico sul nuovo paradigma industriale. «Tutti i competence center – aggiunge Pisino – potranno essere presi in considerazione e noi non favoriremo il nostro. I progetti che ci sono stati presentati per il primo bando arrivavano da diverse regioni italiane: Puglia, Lombardia, Marche, Emilia Romagna. Abbiamo ottenuto una partecipazione nazionale che ha coinvolto anche atenei e centri di ricerca di tutto il territorio».

 

Le attività del Cim 4.0 e il primo bando

Linea Additive HD con pianta Cim 4.0

Il competence center ha iniziato la sua attività a maggio del 2019 con la costituzione della governance. Sono 16 i progetti che sono stati beneficiari dei primi investimenti a fondo perduto del bando, realizzati da 18 aziende. «Un altro importante risultato, oltre alle imprese coinvolte – chiosa Pisino – è rappresentato dal fatto che abbiamo un’offerta formativa di primo livello. Non abbiamo inventato nulla, sia ben chiaro, né abbiamo creato un catalogo con corsi teorici e universitari tenuti da consulenti. Piuttosto, abbiamo messo a disposizione dei percorsi formativi, anche online e tramite Webinar visto il periodo di “isolamento” che stiamo tutti vivendo, con cui oggi le aziende formano la loro struttura tecnica e tecnico/manageriale. Ma non di sola aula si vive: per questo abbiamo ideato della fasi pratiche che vengono curate sia nel competence center stesso, sia dai nostri consorziati. Inoltre abbiamo intenzione di sviluppare entro l’estate una academy per accelerare la trasformazione digitale».

Ma l’applicazione più corposa in termini economici e di “effort” è la creazione di due linee pilota. La prima dedicata alla stampa 3d metallica, la seconda alla digitalizzazione dei processi industriali. «Con la prima linea – aggiunge Pisino – avremo a disposizione quattro macchine di stampa per oggetti con dimensioni da 4 mm a 1,5 metri, con tecnologie diverse. Nel secondo caso avremo una vera e propria digital factory, con strumenti unici per realtà aumentata e virtuale, oltre a un cave 3d per la simulazione immersiva di una linea di produzione o prodotti importanti».

 

La struttura del competence center

Stand Cim 4.0

Dopo la firma del contratto con il Mise lo scorso anno, il Cim 4.0 ha avuto la possibilità di accedere al 30% del finanziamento complessivo stanziato, ovvero poco più di due milioni sui 7,5 totali. Questa somma è già stata impegnata, così come il contributo da 1,2 milioni all’anno dei 23 partner del competence center. Si tratta di un plafond necessario per poter affrontare i costi operativi o l’acquisto dei macchinari. Una volta terminate le spese, si dovrà passare alla fase di rendicontazione che permetterà di ottenere nel tempo il restante 70% dal Mise. Un capitolo a parte lo meritano gli stipendi del personale: sono già state assunte 10 persone e altre 15 entreranno a far parte del Cim 4.0 nei prossimi mesi. Inoltre ci sono 120 professionisti messi a disposizione dalle aziende partner e già operativi.

«Il ruolo dei partner è fondamentale – prosegue Pisino – in quanto garantiscono l’esperienza senior nel progetto. Il vantaggio per chi ha aderito alla nostra struttura è di far parte di un consorzio che tra un mese diventerà una Scarl (Società consortile a responsabilità limitata, ndr). Tradotto, vuol dire che tutti sono nella stessa percentuale proprietari del competence center e stanno realizzando un investimento per essere parte di una società che eroga servizi alle pmi e supporta lo sviluppo delle filiere produttive e dell’intero ecosistema industriale nazionale. Per colossi come Fca o Leonardo, essere nel Cim 4.0 significa poter creare delle specializzazioni condividendo il rischio con altri soggetti, in un meccanismo di contaminazione positiva. Anche perché queste aziende spesso hanno altre interazioni: con noi per l’additive manufacturing, a Pisa per la robotica, a Roma per la cybersecurity. Hanno un disegno molto più ampio del singolo competence center».

 

I prossimi traguardi

Saracco, Iuliano e Pisino

Le 23 aziende, il Politecnico e l’Università di Torino che hanno costituito il Cim 4.0 sono vincolate da un patto parasociale che impedisce, fino al termine del terzo anno di attività, di ampliare il consorzio. «In realtà – conclude Pisino – sono molte le aziende che ci chiedono di essere parte del competence center. Alla fine del periodo daremo questa opportunità. Per quanto riguarda le pmi, invece, potrebbero venire da subito da noi perché offriamo un supporto a un prezzo più competitivo di altri. L’accessibilità sarà un parametro molto importante, noi non dobbiamo fare utili ma mettere a disposizione gli investimenti dei consorziati e del Mise per ampliare la competenza su industria 4.0 in tutto il territorio nazionale».

Nell’immediato futuro ci sono alcune idee già in rampa di lancio. Prima dell’estate verranno completate le linee pilota che potranno poi essere messe a disposizione dei consorziati e delle aziende del territorio nazionale. Una seconda sfida è quella di riuscire ad accedere alla rete europea dei Digital Innovation Hub per continuare ad avere un supporto da parte dell’Europa nei prossimi sette anni (2021-2027) e per poter accedere ai finanziamenti di Horizon. La gara continentale inizierà in autunno e parteciperanno tutti i competence center italiani.

 

Che cos’è il Cim 4.0

Costituito da Politecnico e Università di Torino unitamente a 23 partner industriali, Cim 4.0 è il polo di riferimento per tutto ciò che riguarda il trasferimento tecnologico, la diffusione di competenze e specializzazioni legate a cicli produttivi tecnologicamente avanzati e la formazione e la cultura 4.0 delle aziende. Compito dell’organizzazione, attraverso l’attivazione di “pilot lines” o linee dimostrative di manifattura, è supportare la maturazione tecnologica di processi e prodotti innovativi, consegnando alle imprese una struttura in grado di semplificare e rendere più competitivo l’approccio ai nuovi mercati. Le tecnologie abilitanti messe a disposizione delle linee pilota sono additive manufacturing metallic (Am) e laser-based manufacturing; smart grid, smart meters ed efficientamento energetico; Industrial IoT, piattaforme Hw-Sw, sensoristica, cloud e connectivity; intelligenza artificiale, data analytics e cybersecurity. Gli ambiti su cui si focalizzeranno le attività del Competence sono soluzioni per manifattura e processi avanzati Industria 4.0, automotive e aerospazio.

Con oltre 70 proposte formative a catalogo, tra corsi base e avanzati, il Competence center si colloca sul mercato con una propria unicità: il coinvolgimento diretto dei consorziati attraverso senior specialist, technical fellow, senior technical fellow unitamente a docenti universitari, per realizzare moduli formativi laboratoriali dall’alto valore applicativo e industriale.

I partner del Cim sono: 4d Engineering, Agilent Technologies Italia, Aizoon Consulting, Avio Aero, Cemas Elettra, Consoft Sistemi, Eni, Fca Italy, Fev Italia, Gm Global Propulsion Systems, Illogic, Iren, Italdesign Giugiaro, Leonardo, Merlo, Michelin Italiana, Politecnico di Torino, Prima Industrie, Reply, Siemens, Skf Industrie, Stmicroelectronics, Thales Alenia Space Italia, Tim, Università Degli Studi di Torino.














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