Clabo scalda il business con il freddo che piace in Cina

di Laura Magna«Arriviamo buoni ultimi a Pechino e dintorni», spiga l’ad di Clabo, Pierluigi Bocchini, «per rispondere alla domanda della classe media». Con prodotti personalizzati e a elevato contenuto di tecnologia.

Frigoriferi per il gelato artigianale italiano, che piace sempre più anche alla Cina. Ed è proprio a partire dalla Cina, nell’era dello spauracchio di un hard landing dell’economia, che Clabo scrive l’incipit della sua storia futura. “Andiamo in Cina adesso perché è il momento giusto. Ovvero il momento in cui c’è un mercato di sbocco per prodotti di qualità e una classe media abbastanza ricca ed evoluta per poterli accogliere”, spiega a industriaitaliana.it Pierluigi Bocchini, l’amministratore delegato dell’azienda anconetana. La classe media cinese ha iniziato ad apprezzare gli abiti di Valentino e il buon cibo italiano, stimolando la domanda anche della tecnologia che vi sta attorno. E in questo filone si inserisce a buon diritto Clabo, nata nel 2001 come eredità industriale della Orion, unita nel 2002 al gruppo Artic di Montellabate e, nel dicembre 2004, al marchio FB.







“Produciamo banchi per l’esposizione di gelati e pasticceria artigianali, 1.100 modelli declinabili in più versioni. Si tratta di strutture ad alto contenuto di tecnologia perché necessitano di un forte controllo della temperatura interna”, spiega Bocchini.”Tutto è realizzato a Jesi, dove abbiamo il quartier generale, ma nel corso del 2016 avvieremo, entro l’estate, una seconda unità produttiva a Shanghai e abbiamo invece già un piccolo stabilimento di assemblaggio nel nord della California al servizio del mercato americano e canadese, oltre a una filiale a San Paolo del Brasile”. La piccola azienda marchigiana serve già 90 Paesi consumatori delle dolcezze artigianali italiane nel mondo: tutta l’Europa, Usa e Canada, Messico, Sud America e i mercati asiatici che sono i più promettenti. L’estero vale il 60% dei ricavi complessivi.”Nel 2015 i ricavi hanno superato i 34 milioni e abbiamo rivisto al rialzo, a 37,5 milioni, quelli del 2016. La crescita è distribuita, ma ci sono mercati crescono di più: direi, oltre all’Oriente, Germania e Regno Unito”, continua il manager.

Contenitore per gelati Clabo
Contenitore per gelati Clabo

Futuro a mandorla

“In molti ci rimproveravano di non andare in Cina quando esplodeva, ma quella esplosione era legata allo sviluppo del manifatturiero per export nell’industria di base e largo consumo. Oggi, invece, c’è una classe media importante, il 20-25% della popolazione, e il consumo di cibo occidentale si sta diffondendo. Per noi adesso è un mercato importante, non lo era quando un cinese viveva con 120 dollari al mese. Oggi lo stipendio medio è sopra i 500 dollari e una larga fetta della popolazione guarda a Ovest e a uno stile di vita e consumi luxury: prima nessuno avrebbe pensato di comprare una pizza, la pasta, il gelato così come una borsa di Chanel”, aggiunge Bocchini.

A qualcuno piace freddo

Il prodotto core di Clabo, che conta per il 40% del giro d’affari dell’azienda, è legato al mondo del gelato artigianale, la cui filiera è tipicamente italiana. “Man mano che la cultura del gelato italiano si sta diffondendo nei Paesi in via di sviluppo, stanno nascendo anche produttori locali di macchine per la conservazione, ciò non toglie che il business sia italiano e l’italianità costituisca un vantaggio competitivo anche per le attrezzature”, continua l’executive. «Il gelato italiano è un prodotto diverso dall’ice americano o dal gelato sciolto perché viene prodotto nel punto vendita e perché le caratteristiche organolettiche fanno sì che lo producessi in un luogo lontano perderebbe gran parte delle sue qualità. Un altro vantaggio competitivo che offriamo è che realizziamo prodotti di design: il banco esposizione è l’arredo principale della pasticceria. L’elemento design è importante perché l’acquisto del banco ha le stesse motivazioni all’acquisto che ha il mobile domestico. Ultimo, ma non ultimo il contenuto tecnologico”. La temperatura deve essere mantenuta costante a 14 gradi sotto lo zero per il gelato e per la pasticceria a +4 gradi ma con umidità controllata.”L’impianto di raffreddamento è molto sofisticato, i vetri sono molto particolari: se ho un ambiente interno a -14 gradi e fuori ce ne sono 30, il vetro deve coibentare e mantenere la sua trasparenza, evitando l’appannamento procurato dalla differenza di temperatura. Non posso mettere un filo elettrico che è esteticamente ingombrante. Usiamo una tecnologia dentro al vetro che lo scalda senza farsi vedere”.

Pierluigi Bocchini, ad di Clabo
Pierluigi Bocchini, ad di Clabo

Tutto a casa

La ricerca viene svolta tutta a Jesi con un investimento minimo di un milione di euro all’anno, tipicamente dal 3 al 5% dei ricavi. La concorrenza è praticamente inesistente, almeno in Europa e almeno nel prodotto core, gli altri costruttori emergenti, in Turchia e Cina, si affacciano sul mercato ma non hanno le capacità di personalizzazione e innovazione delle italiane.”Le caratteristiche dei banchi variano in base alla latitudine: una caratteristica importante è l’ergonomia, l’altezza media cinese è più bassa e a quella dobbiamo adattare i prodotti realizzati per il mercato occidentale. Poi ci sono le abitudini di consumo: la Cina prende quelle europee sul gelato e quelle Usa sulla pasticceria”. La pasticceria europea ha momenti di consumo limitati nel corso della settimana, con picchi nel week end e tempi morti negli altri giorni e necessita dunque di banchi che abbiano «nel corso della settimana una superficie espositiva minore, simili a banconi di gioielleria, con la parte vetrata del banco più bassa, senza ripiani, con flussi di ventilazione delicati perché panna e crema sono molto presenti. Negli Usa e in Cina, invece, il modello è mass market, con pasticceria per lo più secca o confezionata ed esposta in grande quantità: quindi volumi più ampi, tutti refrigerati, dove non è tanto importante il controllo dell’umidità, quanto invece la possibilità di tenerli accesi per non rovinare la pasticceria per lunghi periodi di tempo. Design e volumetria sono diversi», conclude il manager. Italianità, design e personalizzazione sono vantaggi competitivi indiscutibili che hanno consentito a Clabo di passare con nonchalance dal laboratorio del gelato mononegozio ai McCaffè. O alle esigenze di nomi come Nestlè, Häagen-Dazs, Puro Gusto, Venchi, Eataly, campus Apple e parchi Walt Disney.

Organigamma del gruppo Clabo
Organigamma del gruppo Clabo













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