Top 500+ di Assolombarda: la crisi picchia duro a Monza e Lodi ma le aziende non si arrendono. Ben il 30% conferma gli investimenti pianificati

L'occasione, come di consueto, ha consentito di fare il punto sulla realtà di Monza e Brianza (tra le prime provincie manifatturiere d'Europa) e di Lodi. A Monza il fatturato complessivo (record anche quest’anno) è di 53,7 miliardi euro e il risultato di esercizio in somma algebrica è pari a 1,5 miliardi. Sei aziende superano il miliardo di euro di fatturato: Esprinet, Mediamarket, StMicroelectronics, Basf Italia, Candy-Haier, Decathlon Italia. Seguono altre quattro aziende, che completano la top 10, con fatturati superiori ai 700 milioni di euro: Roche, Sol, Gruppo Fontana, Vender

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda

Durate il Top500+, l’appuntamento annuale di Assolombarda, si sono tirate le somme sullo stato delle imprese delle province di Monza Brianza e Lodi. Un quadro che mostra un clima di incertezza, con valori a novembre comparabili ai minimi della crisi del 2009 per i servizi e a quella del 2012 per il manifatturiero. Questo settore è il principale traino economico dell’economia delle due province.

Nei primi 9 mesi del 2020, la pandemia ha fatto registrare un -10% per l’export della zona di Monza e -8% per Lodi. Un crollo che inizia a farsi sentire a febbraio, ma raggiunge il picco negativo ad aprile, con un –43% a Monza, che registra una forte caduta per gomma-plastica, chimica, e soprattutto meccanica e arredo design; stabili farmaceutica ed elettronica. A Lodi il calo è del 31%, un risultato comunque superiore alla media lombarda, grazie alle filiere dell’alimentare e della farmaceutica che hanno intensificato l’attività durante la pandemia. Crollano invece altre specializzazioni, come elettronica e meccanica e soprattutto chimica.







Tra luglio e settembre si è osservato un aumento della domande e dell’offerta, tuttavia non sufficiente a recuperare il terreno perso: considerando la flessione del primo trimestre (-5,5%) e il crollo del secondo (-13%), la variazione acquisita per il 2020 è del -8,3%. Le nuove restrizioni hanno però bloccato questa ripresa: da fine ottobre torna a flettere in modo consistente il traffico di veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi (-9% a fine novembre rispetto allo stesso periodo del 2019), così come la mobilità delle persone sia a Lodi, sia a Monza. Le difficoltà sul fronte del lavoro sono ben visibili dai dati locali di Cassa Integrazione: tra aprile e ottobre 2020 il totale è di oltre 54 milioni di ore a Monza e di 11 milioni di ore a Lodi. Sulla base di recenti dati Istat, nel terzo trimestre 2020 si registra un calo di 107.000 occupati in Lombardia rispetto a un anno fa.

Secondo un sondaggio del Centro Studi di Assolombarda sulle imprese del territorio, il 18% delle imprese registrerà un aumento dei ricavi, contro un 69% che invece vedrà una flessione negativa, con un calo superiore al 20% per 1 azienda su 4. Nonostante i dati non suggeriscano ottimismo, il 30% delle imprese continua a mantenere i progetti di crescita e investimento, con un 60% che invece li rivedrà per quanto riguarda tempi o entità. La metà delle imprese si aspetta un aumento del fatturato nel 2021, anche se il 13% a Monza e Brianza e il 20% a Lodi valuta la perdita cumulata quest’anno come strutturale e non colmabile nel medio periodo.

«Oggi più che mai, mentre torna a scendere il clima di fiducia di imprese e consumatori, occorre tracciare in modo chiaro una direzione Paese. Invece, in questi mesi abbiamo solo assistito a una successione di provvedimenti di emergenza», ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. «La stessa Legge di Bilancio non sembra prevedere fondi nazionali diretti agli investimenti nelle linee strategiche del futuro del Paese, se non attraverso Next Generation EU. Quindi subordinando a dinamiche sovranazionali le principali misure di interesse delle imprese, come Transizione 4.0. Dobbiamo, inoltre, accelerare sul Recovery Fund, che sta mettendo in luce una preoccupante incapacità del Paese di predisporre piani di investimento puntuali e progetti dettagliati. Dobbiamo sapere come verranno impiegate le risorse e come verranno coinvolte le imprese. Non dimentichiamo che nella crisi del 2009 quasi il 20% della capacità manifatturiera italiana è andata persa. E oggi sono di nuovo a rischio sopravvivenza importanti pezzi della nostra economia: a Monza e Lodi il 13% e il 20% delle aziende ritiene irrecuperabile il fatturato perso a causa della pandemia. Non possiamo permetterlo. Perché le imprese sono un pilastro essenziale per la tenuta e la crescita economica e sociale di un territorio. E senza crescita non può esserci né lavoro e né futuro».

«Le imprese brianzole hanno dimostrato di saper reagire durante la crisi economica del 2009 e anche ora, nonostante il lockdown dei primi mesi di quest’anno e l’attuale situazione d’incertezza, stanno dimostrando che, rafforzando i loro punti di forza, come la ricerca e l’innovazione, possono guardare al futuro», ha dichiarato Andrea Dell’Orto presidente della Sede di Monza e Brianza di Assolombarda. «Questa spinta in particolare verso la digitalizzazione deve essere sostenuta dal rafforzamento della promozione di Transizione 4.0 oltre che da una politica economica che supporti il percorso di crescita delle imprese. Inoltre, vanno ripensate le politiche attive a sostegno del mondo del lavoro, solo così le nostre imprese supereranno l’attuale situazione e la ripresa sarà reale».

«I numeri ci dicono che le nostre imprese hanno tenuto, nonostante l’emergenza Covid all’inizio di quest’anno ci abbia messo alla prova in modo inaspettato e violento. Il territorio lodigiano è stato tra i più performanti della Lombardia», ha sottolineato Francesco Monteverdi, presidente della sede di Lodi di Assolombarda. «Questo ha una ragione profonda, i nostri pilastri e le nostre specializzazioni, che più ci hanno permesso di resistere allo shock pandemico, sono nelle radici del sistema produttivo del lodigiano, nelle nostre vocazioni, in particolare quella agroalimentare e quella farmaceutica. Ma non solo. In questi ultimi anni le nostre imprese hanno compreso molto bene che l’internazionalizzazione è una delle leve per la crescita. Su questo si deve fondare la nostra fiducia per rendere solide le opportunità di sviluppo per le imprese e per il territorio».

Le 800 migliori realtà imprenditoriali della provincia di Monza e Brianza che rientrano nella classifica 2020 del Top500+ hanno ricavi che vanno da 8,9 milioni a 3,9 miliardi di euro: il fatturato complessivo (record anche quest’anno) è di 53,7 miliardi euro e il risultato di esercizio in somma algebrica è pari a 1,5 miliardi. In cima alla classifica, le prime 6 aziende superano il miliardo di euro di fatturato: prima Esprinet, seconda Mediamarket, terza StMicroelectronics, quarta Basf Italia, quinta Candy, sesta Decathlon Italia. Seguono altre quattro aziende, che completano la top 10, con fatturati superiori ai 700 milioni di euro: settima Roche , ottava Sol, nona Gruppo Fontana, decima Vender.

Passando alla provincia di Lodi, sul podio della classifica si trovano Zucchetti Group, Sodalis e Aperam Stainless Services & Solutions Italy. Completano la top ten A.F. Logistics, Ibsa Farmaceutici Italia, Unilever Italia Manufacturing, Mta, Inovyn Produzione Italia, Itelyum Regeneration e Ferrari Giovanni Industria Casearia.

«Il Digital Economy Social Index 2020 vede l’Italia, in quartultima posizione solo prima di Romania, Grecia e Bulgaria. Scomponendo l’indice però emerge che il forte ritardo è sul Capitale Umano», commenta Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia. «Questo, valido per l’intero Paese, può essere un punto di attenzione anche in aree più avanzate come Monza e Brianza dove le imprese per continuare ad eccellere devono investire per rendere più veloce l’evoluzione digitale del Capitale umano. Considerando inoltre che, nelle aziende con meno di 50 addetti più dell’80% ha un livello basso o molto basso di digitalizzazione, quota che scende a meno del 45% tra le grandi, è evidente la necessità di colmare questo “gap digitale”. L’occasione del Recovery Plan, che assegna quasi 50 miliardi di euro per interventi di digitalizzazione ed innovazione, può essere fattore di evoluzione del capitale umano e di riduzione del gap digitale tra imprese grandi e pmi. Occorre, nel contempo, evitare il rischio che la possibile complessità di accesso ai fondi penalizzi le aziende più piccole».

«Banco Bpm, anche quest’anno conferma la presenza a fianco di Top500+, una manifestazione prestigiosa che mette in luce le migliori aziende del territorio, consapevole dell’importante momento di dialogo e di confronto con il tessuto economico locale, ancora di più in un momento difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia», spiega Luca Manzoni, responsabile corporate di Banco Bpm. «Nell’area di Monza e Brianza abbiamo una presenza del 14,7%, che a Lodi sale al 22,2%, dati che confermano la nostra leadership, frutto di un rapporto privilegiato con i territori e della capacità delle nostre strutture di rispondere alle necessità della clientela. Oltre ai fondamentali servizi tradizionali di commercial banking, Banco Bpm offre infatti anche quelli più sofisticati di investment banking, di supporto all’internazionalizzazione, di finanza strutturata per la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende ed eccellenze».














Articolo precedenteAdvantech: applicazioni IIoT più facili e rapide con Hitachi Vantara Lumada Edge
Articolo successivoTutto quello che avreste sempre voluto sapere sul digital twin ve lo dicono Sap, Saipem, Bouygues, Gkn Aerospace, EnginSoft






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui