Il manifatturiero traina le imprese brianzole: 2022 da record! E per il 2024…

di Chiara Volontè ♦︎ Le maggiori 800 imprese della Brianza hanno registrato un primato dei loro fatturati nel 2022: 70,8 miliardi. La produzione manifatturiera è aumentata del 7,5% ed è diminuita la disoccupazione. Timori per la fine del 2023 e il 2024: criticità di approvvigionamento, costo di materiali ed energia, insufficienza di domanda. Top500+: sul podio Esprinet, Mediamarket, STMicroelectronics. La ricerca di Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm

La sede di Esprinet

Nel corso del 2022, l’economia di Monza e della Brianza ha sperimentato un notevole sviluppo, caratterizzato da una crescita della produzione manifatturiera del +7,5%, superiore alla media della regione Lombardia (+6,3%). Le esportazioni hanno segnato un record, raggiungendo la cifra di 12,9 miliardi di euro, registrando un aumento del +21% rispetto al 2021 e un notevole +33,3% rispetto al 2019. In tale contesto, tutti i settori economici hanno superato i livelli pre-Covid, con particolare eccellenza nei settori farmaceutico (+60,3%), chimico (+26,2%), metallurgico (+17,8%), elettronico (+20,1%), e mobili con altro manifatturiero (+17,8%), i quali hanno fornito un contributo significativo alla crescita complessiva.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel corso del 2022 si è assistito a un aumento degli occupati di 11.471 persone, riducendo il divario rispetto al 2019, con un anticipo temporale rispetto alle previsioni del 2023 per la Lombardia. Il tasso di occupazione ha toccato il 69,7%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al minimo degli ultimi quattro anni, attestandosi al 4,3%. Questi dati riflettono una solida dinamica economica e un mercato del lavoro in crescita costante. Sempre nel 2022, le maggiori 800 imprese della Brianza hanno registrato un nuovo record dei loro fatturati a 70,8 miliardi euro complessivi, con una redditività straordinaria al 14% in termini di Roe e con il 91% delle aziende in utile. Sono queste le principali evidenze dell’edizione 2023 di Top500+, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 800 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e promosso in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco Bpm.







«La ricerca ‘fotografa’ i trend significativi di un territorio che ha la performance economica nel suo Dna – ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada – Il merito è delle imprese, le stesse che permettono alla Lombardia di essere la prima regione industriale in Italia, all’Italia di essere la seconda manifattura d’Europa e all’Europa di essere, a sua volta, la seconda realtà manifatturiera del mondo. Si tratta di un patrimonio che non possiamo disperdere: occorre, in tal senso, una sempre più stringente alleanza pubblico-privato per sostenere i progressi e la crescita di questi anni e accendere i riflettori su alcuni temi che consideriamo strategici: contrasto ai provvedimenti della Commissione europea fortemente ideologici o improntati ad una eccessiva austerità; sostegno alle nuove tecnologie, in particolare al nucleare, per garantire sostenere la sicurezza e l’indipendenza energetica; realizzazione delle infrastrutture necessarie per rafforzare la competitività delle industrie e l’attrattività del territorio e di tutto il Paese. Penso, in particolare, alla necessità di affrontare la grave situazione dei valichi alpini, al completamento della Pedemontana e ai prolungamenti delle linee metropolitane 1 e 5 verso Monza e la Metropolitana 2 verso Vimercate».

Nel 2022, le maggiori 800 imprese della Brianza hanno registrato un nuovo record dei loro fatturati a 70,8 miliardi euro complessivi, con una redditività straordinaria al 14% in termini di Roe e con il 91% delle aziende in utile. Fonte Centro Studi di Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm

Il contesto economico del 2023

Nel corso dei primi sei mesi del 2023, nonostante una graduale decelerazione della crescita globale e un calo della domanda, le imprese industriali di Monza hanno mostrato un rallentamento più moderato rispetto alla media regionale. Nei primi due trimestri dell’anno, la produzione manifatturiera ha continuato a progredire, registrando un aumento tendenziale del +3,3% da gennaio a marzo e del +2,3% da aprile a giugno. Questo è in netto contrasto con la situazione dell’industria lombarda nel suo complesso, che ha quasi stagnato con incrementi del +2,5% e +0,5% nei due trimestri corrispondenti. Le esportazioni delle imprese brianzole nel primo semestre del 2023 hanno raggiunto un nuovo picco con 7 miliardi di euro, evidenziando una crescita del +11,3% rispetto all’anno precedente (contro il +3,8% a livello regionale). Considerando la specializzazione produttiva del territorio, i settori trainanti per l’incremento delle esportazioni sono stati la meccanica (+28,3% tendenziale a gennaio-giugno 2023), la farmaceutica (+28,1%), l’elettronica (+21,5%), i metalli (+5,9%) e gli apparecchi elettrici (+20,5%). In controtendenza, si sono registrate contrazioni nel settore del legno (-22%), della gommaplastica (-1,4%) e della chimica (-0,4%), tutti settori che stanno subendo le conseguenze delle brillanti performance del 2022.

«I numeri analizzati dal Centro studi – afferma Giovanni Caimi, presidente della Sede di Monza e Brianza di Assolombarda – ci mostrano una Brianza reattiva nonostante il rallentamento globale. L’industria continua a cresce più della media lombarda e questo significa anche che le imprese, per stare sui mercati non hanno smesso di cogliere la forte spinta all’innovazione tecnologica e digitale, la transizione verso un’economia sostenibile e la rivoluzione Esg.. Fattori che hanno un ruolo sempre più determinante per la crescita. In questo contesto il concetto di “capitale umano” è un tema fondamentale su cui occorre investire in termini di risorse e progettualità. Assolombarda, da sempre impegnata nel rafforzare le sinergie tra imprese e mondo della scuola, ha dato il via al primo Liceo Steam in Lombardia, un percorso di studi coerente e sinergico con il mondo delle aziende che hanno sempre più bisogno di talenti e di professionalità altamente specializzate. Un risultato importante non solo per le nostre imprese ma anche per i ragazzi e le ragazze che hanno l’opportunità di rendere più concreto il loro futuro».

Per quanto riguarda la fine del 2023, il sentiment delle imprese è peggiorato nei mesi autunnali, aggravato dal ulteriore deterioramento della domanda a livello internazionale. Nel complesso, si stima che il Pil di Monza e Brianza crescerà solo dello 0,2%, in contrasto con il +0,9% previsto per la Lombardia. A livello annuale, l’industria registrerà un calo del -1%, mentre il settore agricolo segnerà un significativo -8,2%. Le costruzioni mostreranno una modesta crescita del +1,1%, mentre i servizi e il commercio cresceranno a un ritmo più contenuto del +0,7%. In generale, la manifattura a Monza e Brianza subirà una contrazione meno pronunciata del -1% rispetto alla media lombarda (-1,9%), evidenziando una maggiore resilienza, come già osservato nel 2022. Le stime sull’occupazione provinciale rimarranno sostanzialmente stazionarie, registrando un modesto aumento dell’0,2%.

La classifica delle aziende per macro settore: è l’industria a fare da traino. Fonte Centro Studi di Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm

 

Cosa aspettarsi per il 2023 e le prospettive per il 2024

Le imprese situate nella Brianza proiettano uno sguardo preoccupato verso il futuro. Le indicazioni emerse nel mese di ottobre, ottenute attraverso un sondaggio condotto dal Centro Studi di Assolombarda su un campione di 107 aziende operanti nell’industria e nei servizi del territorio, evidenziano un indebolimento delle prospettive di crescita nel 2023 e una prudente cautela nelle previsioni per il 2024. Per quanto riguarda il 2023, il 45% delle imprese brianzole segnala, nei rapporti di bilancio di ottobre, un aumento del fatturato rispetto al 2022, mentre il 18% prevede un bilancio in linea con l’anno precedente e il 37% prevede una diminuzione. Per quanto concerne l’Ebit, il 39% delle aziende si aspetta una crescita, il 38% prevede una stabilità e il 23% prevede un’erosione, evidenziando l’attenzione delle imprese ai costi per contrastare la diminuzione del fatturato. Una fonte di preoccupazione predominante, influenzando le attività produttive, è la difficoltà nel reperire le competenze professionali necessarie, una situazione già emersa in precedenti rilevazioni e quindi motivo di seria preoccupazione. Segue l’insufficienza di domanda, che rappresenta attualmente un ostacolo “alto” per il 41% delle aziende (e addirittura il 64% se si considerano anche coloro per i quali è un rischio “medio”). Per il 28% delle imprese, i vincoli finanziari risultano essere una problematica emergente ad alto impatto. Al contrario, le criticità legate all’approvvigionamento e ai costi di materiali, componentistica e prezzi dell’energia sono rientrate rispetto all’anno precedente, quando erano il principale fattore di rischio per la maggior parte delle imprese.

«Banco Bpm è orgogliosa di essere al fianco di Top500 anche quest’anno. È per noi una manifestazione prestigiosa che premia le migliori aziende di Monza e della Brianza, un importante momento di dialogo e di confronto con il tessuto economico locale – dichiara Marco Aldeghi, Responsabile Direzione Territoriale Milano e Lombardia Nord di Banco Bpm – Questo rimane uno dei territori più dinamici d’Italia, dove abbiamo una quota di mercato del 12%, dato che conferma la nostra leadership, frutto sia di un rapporto privilegiato con la clientela sia della capacità delle nostre strutture di venire incontro alle sue necessità. Le due aree di Monza e della Brianza, comprendono, infatti, 3 centri imprese e un centro corporate, con circa 50 professionisti dedicati esclusivamente alla gestione delle aziende corporate e delle Pmi, insieme a ben 45 filiali per un totale di oltre 700 risorse impiegate in questo importante territorio».

Le imprese brianzole mostrano un maggiore ottimismo per il 2024, con il 51% che prevede un aumento del fatturato e il 16% una diminuzione. Tuttavia, il 33% indica la stabilità, evidenziando una prudenza significativa nel prevedere l’evoluzione del contesto locale e internazionale. Nel sondaggio sulle sfide previste dalle imprese per il 2024, spicca il raffreddamento della domanda, indicato come un “rischio alto” dal 54% delle imprese e addirittura dall’86% se si considera anche chi lo considera un “rischio medio”. Crescono ulteriormente le preoccupazioni legate ai vincoli finanziari, indicati come fattore di elevata criticità per il 2024 dal 38% delle aziende. La difficoltà nel reperire figure professionali adeguate rimane una problematica molto sentita dal 47% degli intervistati per il prossimo anno. Le tensioni sui prezzi dell’energia rimangono un fattore di rischio primario per il 28%, mentre le preoccupazioni sull’approvvigionamento di input produttivi si attenuano, con il 20% dei rispondenti che indica un rischio “alto”.

Cosa aspettarsi per il 2023 e le prospettive per il 2024. Fonte Centro Studi di Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm

La classifica Top500+

Performance: a confronto 2022 e 2021

Dall’analisi del campione chiuso di 707 società per le quali è possibile svolgere un confronto tra i risultati conseguiti nel 2022 e quelli dell’anno precedente, emerge che il 2022, esercizio cui si riferiscono i bilanci analizzati, è stato un anno di crescita ancora sostenuta e il fatturato complessivo delle aziende analizzate è aumentato del +14,3% dopo il brillante rimbalzo pari al +16,4% conseguito nel 2021 post-pandemico. La redditività si conferma straordinaria e in lieve aumento: considerando le 800 imprese in classifica, l’Ebit mediano sui ricavi è passato dal 4,9% nel 2021 al 5,2% nel 2022, il ROE mediano dal 13,3% al 14%. La quota di aziende in utile è diminuita solo leggermente dal record del 92% nel 2021 al 91% nel 2022.

Le prime 15 imprese per fatturato: 9 oltre il miliardo di euro

Nel dettaglio della classifica le prime 15 aziende superano la soglia molto elevata degli 800 milioni di euro di fatturato e di queste ben 9 totalizzano ricavi maggiori al miliardo di euro annuo: prima Esprinet (Vimercate), seconda Mediamarket (Verano Brianza), terza STMicroelectronics (Agrate Brianza), quarta Basf Italia (Cesano Maderno), quinta G.A.I.A. Holding (Desio), sesta Candy (Brugherio), settima Decathlon Italia (Lissone), ottava Sol (Monza), nona Prenatal Retail Group (Cogliate). Seguono decima DS Smith Holding Italia (Vimercate), undicesima Roche (Monza), dodicesima Sacchi Giuseppe (Desio), tredicesima Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano), quattordicesima Gruppo Sapio (Monza), quindicesima Intercos (Agrate Brianza).

Le prime 15 imprese per fatturato: 9 oltre il miliardo di euro. Fonte Centro Studi di Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm

Le top 50: concentrano quasi il 60% del fatturato complessivo

Nelle prime 50 posizioni si trovano le imprese che da sole sommano il 58% del fatturato complessivo del ranking. Più della metà delle aziende, 34, appartengono al manifatturiero, a conferma della spiccata vocazione produttiva che storicamente caratterizza il territorio di Monza e della Brianza. «Il territorio di Monza e Brianza è da sempre florido e laborioso- sottolinea Francesco Ferrara, Partner PwC Italia, Esg Leader- È nei fatti che per uno sviluppo sostenibile, l’innovazione può davvero essere la chiave. In questi 11 anni di Top500 tanto è stato già fatto ma c è ancora tanto da fare per accompagnare le aziende sul reporting delle proprie attività secondo logiche di sostenibilità, imprescindibili oramai nelle strategie di impresa e per assicurarne la crescita».

Classifica primi 5 comuni. Fonte Assolombarda con PwC Italia e Banco Bpm













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