A Cernobbio il grido di dolore de “L’ultimo dei barbari”

di Marco Scotti ♦︎ Geert Wilders, leader sovranista olandese che non ha mai nascosto posizioni vicine a Salvini e lontane dall’europeismo condiviso, si domanda che Europa sia quella di Ursula Von Der Leyen. E rimpiange il leader della Lega

Se lo scorso anno il Forum Ambrosetti a Villa D’Este era stato caratterizzato dall’apertura di credito verso sovranisti, populisti e politici non di professione (da Casaleggio ai leader del defunto governo giallo-verde), quest’anno l’estabilishment sembra aver ripreso il controllo delle operazioni. Nessuna voce anti-europeista, nessuna necessità di attacchi al vetriolo, solo il desiderio di ritrovarsi ancora una volta qui, dove tutto sembra immutato e dove le pacche sulle spalle si sprecano. Per questo, l’invito a Geert Wilders, leader del movimento sovranista olandese “Partito per la libertà” è sembrato quasi un monito di quello che sarebbe potuto essere ma che, almeno per ora, non sarà. Evocare il “babau” e dargli spazio per mostrare che il pericolo è scampato. Per ora.







E Wilders ha capito che il suo ruolo era quello di agnello sacrificale e ha scelto di giocarsi le sue carte senza sparate eccessive, ma con messaggi precisi. Pria di tutto verso l’Europa della neo-eletta presidente Ursula Von der Leyen. «Pagherà l’Olanda per tutti?» si chiede Wilders in maniera provocatoria sapendo che l’intenzione della nuova Commissione è quella di aprire un po’ più i cordoni della borsa. E giù critiche da Mario Monti ed Enrico Letta, che abboccano rapidamente alla trappola del leader della destra olandese. Che incalza chiedendo che legittimità abbia una presidente eletta da altri politici, espressione non di un voto popolare ma di una scelta delle solite élite.

Poi Wilders torna a tessere le lodi di Matteo Salvini, con cui, in verità, non sempre è stato tutto rose e fiori. Nei giorni convulsi della trattativa con l’Ue per aumentare il deficit, la destra nordica si schierò apertamente contro il governo giallo-verde, temendo che l’Italia, già indebitata, mettesse a dura prova la tenuta europea. Tutto è perdonato, però. E Salvini, che dopo la sbornia del Papeete si è riaccomodato tra i banchi dell’opposizione, viene definito «un eroe» che tornerà presto al Governo, forse addirittura come presidente del Consiglio. Sogno di una notte di fine estate? Può darsi, ma il monito lanciato da Wilders è concreto: «Ha fatto un grande lavoro dando un messaggio che non tutti dall’Africa sono i benvenuti in Europa. Penso che tornerà molto forte». Vedremo.














Articolo precedenteAnra: «Soddisfatti che il Governo voglia sostenere export e Made in Italy»
Articolo successivoGli imprenditori apprezzano l’Europa ma temono il populismo






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui