Ologrammi e altre tecnologie avanzatissime di Cisco: a Cernobbio reso possibile il primo meeting interattivo e virtuale con i potenti della Terra

di Renzo Zonin ♦︎ Le tecnologie dietro gli Avatar di Hillary Clinton ed Emmanuel Macron. Viaggio nell’infrastruttura tecnologica messa in campo al Forum Ambrosetti dalla multinazionale guidata in Italia da Agostino Santoni. Non solo Webex. In particolare, è stata usata per ogni relatore in remoto una stazione Dx80. Si tratta di un dispositivo da scrivania (basato su processore Arm Cortex A9) studiato appositamente per la comunicazione audio video in teleconferenza, dall’aspetto simile a quello di un comune Pc all-in-one. Ma non solo...

Chi era venerdì sera al Forum Ambrosetti, in corso a Villa D’Este, ha potuto vedere Hillary Rodham Clinton salire sul palco, tenere uno speech e rispondere alle domande dei presenti. Ma in realtà, la signora Clinton si trovava in quel momento nel suo studio negli Stati Uniti, e quella che si muoveva e parlava sul palco era la sua immagine olografica tridimensionale, trasmessa in diretta da una videocamera Cisco Dx80 tramite il sistema di videoconferenza Webex, ed elaborata da uno speciale software messo a punto dalla società italiana Naumachia. E come la Clinton, hanno fatto la loro comparsa sul palco del Forum in forma olografica personalità come l’ex Segretario dell’Onu Ban Ki-moon, la virologa Ilaria Capua, il presidente di Microsoft Brad Smith e Yi Gang, governatore della Bpol (Popular Bank of China, la banca centrale cinese). Tutti relatori che, a causa della pandemia, quest’anno non avrebbero potuto raggiungere fisicamente la location dell’evento. Ma che grazie alla tecnologia apparivano sul palco e conversavano come se niente fosse sia con relatori presenti fisicamente, sia con altri presenti anch’essi in ologramma, oltre che con il pubblico presente e connesso da remoto.

L’infrastruttura tecnologica messa in campo al Forum da Cisco ha di fatto consentito, per la prima volta al mondo, di creare un vero e proprio evento “ibrido”, in cui coloro che sono fisicamente presenti e coloro che sono collegati in videoconferenza possono interagire in modo decisamente più completo di quanto non sia mai stato possibile fare utilizzando semplici streaming video diffusi su canali YouTube o similari. «Stiamo facendo una cosa assolutamente innovativa – ci dice Angelo Fienga, il Business Architect di Cisco, che insieme a Davide Grandis, Cisco Collaboration Specialist, sta coordinando e sovrintendendo l’infrastruttura tecnologica impiegata nell’evento – certamente complicata ma anche molto soddisfacente. L’obiettivo era di avere un evento in parte fisico e in parte remoto, e di dare alle persone in remoto un’esperienza quanto più possibile simile a quella della presenza fisica, in termini di interattività. Il tutto contando sulla qualità consentita dalle tecnologie Cisco».







 

Dallo streaming all’evento ibrido

Angelo Fienga, Business Architect di Cisco

Si potrebbe pensare che la strada verso la smaterializzazione fosse già segnata: molti eventi venivano già trasmessi in diretta su Internet, e ultimamente qualcuno sperimentava l’uso dei social network come “canale di ritorno”, per consentire una qualche interattività con gli spettatori in remoto. Tuttavia, chiunque abbia partecipato a un convegno o a una fiera sa che c’è una grande differenza fra essere lì di persona e assistere all’evento in collegamento audiovideo. Come diceva recentemente Hugh Jones (Ceo di Reed Exhibitions, che organizza 500 eventi l’anno), esplicitando una convinzione diffusa, per stipulare un accordo d’affari bisogna potersi incontrare faccia a faccia.

Quindi, visto che la semplice videotrasmissione digitale non è un sostituto efficace dell’evento in presenza, bisogna battere altre strade. Ed è ciò che ha fatto quest’anno The European House-Ambrosetti, per l’edizione numero 46 del suo Forum. Il Forum Ambrosetti, o Forum di Cernobbio dalla location “storica” dove si tiene, è uno degli eventi mondiali top e riunisce ogni anno importanti esponenti della politica, della finanza e dell’industria. Ne abbiamo recentemente parlato qui. All’edizione di quest’anno sono presenti fra l’altro vari esponenti del nostro governo, a partire da Di Maio e Conte, per proseguire con i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Paola Pisano, Luciana Lamorgese, Alfonso Bonafede, Paola De Micheli e Nunzia Catalfo. La prima giornata, centrata sui grandi temi globali del post-pandemia, ha visto interventi di personalità come Ban Ki-moon, Yi- Gang (governatore della banca centrale cinese), Emmanuel Macron, il presidente libico Fayez al-Serraj, Hillary Clinton, la scienziata Ilaria Capua, la direttrice del Cern Fabiola Gianotti e il presidente di Microsoft Brad Smith, quasi tutti presenti in forma di ologramma virtuale sul palco.

La seconda giornata, con l’attenzione puntata sul come cambiare l’Europa, comprende fra gli altri interventi del Presidente Sergio Mattarella, di Mario Monti, di Paolo Gentiloni e di Giuseppe Sala, mentre domenica, per la giornata di chiusura sul tema “L’agenda per l’Italia”, il programma prevede soprattutto interventi in presenza di vari ministri in carica (Gualtieri, Patuanelli, Lamorgese, Bonafede, Catalfo, De Micheli…) ed ex-ministri (Salvini, Maroni, Severino, Passera, Fornero…), oltre ad altre personalità come l’ex Commissario Europeo Viviane Reding e il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Carlo Cottarelli. Durante i tre giorni di lavori, agli interventi degli speaker famosi si alternano le presentazioni di varie ricerche e analisi condotte dall’ente organizzatore. Si va da un’analisi comparativa sui principali indicatori macroeconomici delle maggiori economie, basata sulle previsioni di 20 istituti finanziari internazionali, a una serie di ricerche che puntano a indicare possibili direzioni e progetti di rilancio per il nostro Paese. In generale, l’intero evento è permeato dalla questione del dopo pandemia: cosa cambierà, come evolverà l’economia globale, quali saranno le sfide da vincere, quali strumenti utilizzare, cosa deve fare l’Europa, quale sarà il ruolo della ricerca scientifica e della tecnologia. Il tutto, sottinteso ma nemmeno troppo, per far sì che il “new normal” non sia troppo diverso dalla vecchia normalità, fatte salve quelle poche cose che, “grazie” alla pandemia, abbiamo scoperto di poter fare meglio di prima operando in modo diverso.

 

Let’s go Phygital

Tutti relatori del Forum Ambrosetti 2020 che, a causa della pandemia, quest’anno non avrebbero potuto raggiungere fisicamente la location dell’evento, grazie alla tecnologia per ologrammi apparivano sul palco e conversavano come se niente fosse sia con relatori presenti fisicamente, sia con altri presenti anch’essi in ologramma, oltre che con il pubblico presente e connesso da remoto

L’evento di Cernobbio quest’anno si svolge a porte chiuse, ma con la partecipazione di circa 200 top manager di tutto il mondo che verranno riuniti in modo assolutamente innovativo: si è adottato infatti un format “ibrido”, con alcuni partecipanti fisicamente presenti a Villa D’Este, e altri connessi da remoto tramite un sofisticato sistema di videocomunicazione basato essenzialmente su tecnologie Cisco, in particolare sulla soluzione di videoconferenza Webex.

Attenzione però, non stiamo parlando di una semplice trasmissione televisiva di una sala, magari con un canale di ritorno via social per far arrivare domande dal pubblico remoto. La soluzione realizzata da Cisco a tempo di record è sofisticata e davvero innovativa, tanto che qualcuno ha coniato l’orrido neologismo “phygital” (da physical + digital) per descrivere un evento ibrido a metà fra il fisico e il digitale, fra la presenza e la virtualizzazione.

 

Come è organizzato il Forum 2020

Per rispettare le regole di distanziamento sociale, a Villa D’Este è presente fisicamente solo la metà degli spettatori dell’evento. Anche il numero di relatori fisicamente presenti è stato dimezzato per poter mantenere la distanza, con ben 24 speaker che intervengono da remoto. Dei giornalisti accreditati, in genere dai 300 ai 400, solo una sessantina sono fisicamente presenti quest’anno, gli altri stanno seguendo l’evento da remoto. A parte i pochi presenti di persona dunque, tutti gli altri partecipano al Forum in videoconferenza, ma il livello di coinvolgimento è nettamente diverso da quello del classico streaming video. Per prima cosa, chi segue l’evento da casa, tramite l’applicazione Webex installata su un normale Pc o smartphone, ha la possibilità di scegliere fra quattro stanze virtuali, che differiscono per la traccia audio: ci sono infatti tre lingue in traduzione simultanea, più l’audio originale.

Dx80 è un dispositivo da scrivania (basato su processore Arm Cortex A9) studiato appositamente per la comunicazione audio video in teleconferenza, dall’aspetto simile a quello di un comune Pc all-in-one

Anche il canale di ritorno, per garantire la massima interattività, è stato realizzato in modo da consentire al pubblico di fare domande ai relatori in una qualsiasi delle tre lingue supportate, con traduzione simultanea nella lingua del relatore. «Abbiamo implementato la cosa a livello architetturale, con la collaborazione del service audiovideo Naumachia, in modo da poter mixare l’audio in traduzione simultanea in uscita ma anche in entrata, per far arrivare a ogni relatore le domande del pubblico nella sua lingua» spiega Fienga.

Seconda cosa, a dimostrare quanto l’evento sia un “ibrido” tra virtuale e fisico, c’è l’utilizzo della connessione in videoconferenza olografica cui avevamo accennato all’inizio, grazie alla quale il relatore in remoto appare agli spettatori in sala come se fosse fisicamente presente sul palco. Per quanto questa funzionalità ci ricordi i film di fantascienza, essa è ottenuta a partire da componenti standard. In particolare, è stata usata per ogni relatore in remoto una stazione Dx80. Si tratta di un dispositivo da scrivania (basato su processore Arm Cortex A9) studiato appositamente per la comunicazione audio video in teleconferenza, dall’aspetto simile a quello di un comune Pc all-in-one. In realtà, si tratta di un sofisticato videotelefono Ip che incorpora una videocamera FullHd di alta qualità, un sistema audio ottimizzato per l’utilizzo come telefono in viva voce, e uno schermo da 23” di tipo multitouch capacitivo per consentire il whiteboarding. La parte software fornisce le funzionalità necessarie a farne un dispositivo always on, installabile in pochi minuti e capace di connettersi a conferenze Webex al semplice tocco di un pulsante, gestibile da remoto e in grado di sfruttare Cisco Expressway per stabilire connessioni sicure.

Lo stream video catturato dalle Dx80 viaggia su Internet come qualsiasi sessione di videoconferenza standard di Webex, e solo una volta arrivato nella location dell’evento viene inviato a un computer che lo elabora e lo trasforma in una rappresentazione olografica, grazie al software sviluppato da Naumachia. L’accoppiata fra l’immagine olografica e il sistema audiovideo bidirezionale multilingue gestito da Webex consente agli spettatori presenti di interagire con i relatori remoti esattamente come se fossero presenti fisicamente in sala. Non siamo ancora al Ponte Olografico di Star Trek, ma la direzione è quella.

 

Il momento del “networking”

Agostino Santoni, ad Cisco Italia

Meno fantascientifica, ma estremamente interessante è la gestione del “post-conferenza”, ovvero dei momenti che seguono un intervento a un convegno, finora forzatamente trascurati (se non assenti) nelle trasposizioni digitali di eventi fisici. Tipicamente, questa è la  fase in cui si fa networking, è il momento in cui gli speaker schedulano incontri individuali con alcuni partecipanti al convegno per approfondire specifici temi, prendere accordi, rilasciare interviste, dare consulenze, fare business.

Ebbene, tutto ciò non era gestibile con le classiche trasmissioni in videostreaming, ma il sistema pensato da Cisco consente proprio questo: di programmare incontri individuali fra relatori presenti fisicamente e spettatori in remoto, oppure fra speaker in remoto e spettatori presenti a Villa D’Este. O anche fra persone tutte in remoto. Insomma, per la prima volta si riesce a riprodurre virtualmente quella parte di un evento fisico che sembrava impossibile da ricreare in remoto, con una previsione di circa 50 meeting individuali al giorno per i tre giorni della manifestazione. Il tutto grazie a una serie di terminali Cisco Dx80 strategicamente piazzati a Villa D’Este e nelle location remote dei vari relatori.

 

Ma cos’è Webex?

Cuore di tutta la sofisticata infrastruttura tecnologica che ha permesso a Cisco di creare un nuovo paradigma per gli eventi convegnistici è il sistema Webex, che abbiamo ripetutamente citato. La maggior parte dei non addetti ai lavori pensa che si tratti solo di un software che permette di fare videoconferenza, alla stregua dei vari Zoom, Skype o Hangout. In realtà, Webex è un sistema di comunicazione audiovideo molto sofisticato, pensato prima di tutto per l’utilizzo in ambito business, a differenza di molti concorrenti che, nati in ambito consumer, mancano di molte funzioni necessarie per chi da remoto si collega per lavorare. In effetti, Webex più che un prodotto è un gruppo di soluzioni e servizi di comunicazione, ciascuna mirata a svolgere specifiche funzioni per determinate tipologie di utenza. Si va dal Webex Meetings, che fornisce semplici strumenti per organizzare una riunione online, pianificandola in anticipo o avviandola immediatamente, a Webex Events, ottimizzato per facilitare l’organizzazione di eventi, che si tratti del lancio di un prodotto o una riunione generale dell’azienda. Events consente di mostrare presentazioni professionali con elementi multimediali, tenere sessioni di Q&A e lanciare sondaggi per coinvolgere i partecipanti all’evento. Altri moduli, come Teams, sono ottimizzati per far lavorare insieme gruppi di persone che interagiscono fra loro da remoto, e rendono semplice l’uso di strumenti sofisticati per la condivisione di file, video e lavagne. Non mancano moduli dedicati al training, al supporto tecnico, alla gestione del sistema da parte degli amministratori, ed è presente anche una linea di hardware dedicato per i servizi di comunicazione e videoconferenza.

Tutte le componenti del sistema fanno capo a un engine comune, di fatto una piattaforma cloud sicura dedicata alla collaborazione. Essendo il motore in cloud, ogni azienda utilizzatrice può facilmente tenere sotto controllo la propria configurazione tramite un Control Hub che fornisce le metriche sull’attività degli utenti, sull’utilizzo dei dispositivi e sulla qualità delle connessioni. Dall’Hub è possibile gestire gli utilizzatori, definire le policy, attivare servizi e configurare rapidamente i dispositivi client Cisco. Tutti i flussi di dati che la piattaforma fa viaggiare sono criptati end-to-end per evitare i problemi di sicurezza che, anche recentemente, hanno afflitto altre piattaforme di comunicazione.

Aumento del traffico su Cisco Webex con il Covid-19 (dal blog di webex)

Per le aziende che desiderano integrare Webex con le proprie soluzioni software, Cisco mette a disposizione delle Api, un Sdk (sistema di sviluppo) e strumenti che permettono di portare le funzionalità di chiamata, meeting e collaborazione in team all’interno di ogni tipo di applicazione, sia essa nativa o Web-based. E usando i Cisco Webex Hybrid Services è anche possibile per le aziende integrare il sistema di comunicazione e collaborazione cloud-based con eventuali apparecchiature già esistenti on premise, salvaguardando gli investimenti effettuati in passato. Oltre a realizzare funzionalità mirate all’utilizzo business, e semplici da usare per l’utente finale, un altro punto fondamentale nello sviluppo di Webex è stato l’ottenimento di una elevata qualità nella connessione audiovideo. E chi ha avuto modo di usare vari sistemi di videoconferenza avrà notato che, a parità di condizioni di rete, Webex di solito fornisce prestazioni migliori di altre piattaforme, soprattutto di quelle consumer, in particolare per quanto riguarda il minor numero di dropout e la latenza più contenuta. Questi due parametri sono in conflitto fra loro: se vogliamo ridurre i dropout, tipicamente dobbiamo aumentare il “buffer” usato per ricevere il flusso audiovideo, in modo che eventuali pacchetti ritardatari possano raggiungere gli altri ed allinearsi; questo però provoca un aumento della latenza, che è estremamente fastidioso già a partire da pochi decimi di secondo. Gli sviluppatori di Webex sono riusciti a ottimizzare entrambi i valori, ottenendo in questo modo connessioni di elevata qualità. Ci saremmo stupiti del contrario, visto che buona parte dei nodi Internet mondiali sono equipaggiati con apparecchiature di rete Cisco, e che presumibilmente i suoi ingegneri conosceranno approfonditamente le tecniche da usare per ottimizzare il transito dei dati time-sensitive sui loro switch e router.

 

Sarà questo il futuro?

Ambrosetti the european house

Quanto hanno fatto Cisco e i suoi partner tecnologici per il Forum Ambrosetti è una possibile soluzione per continuare a far incontrare le persone in un mondo in cui gli incontri fisici saranno  difficili ancora per molti mesi. Il livello tecnologico espresso è, del resto, molto più avanzato di quello fino a oggi visto in eventi di questo tipo. «Una cosa così completa, sia per la trasmissione multilingue, sia per la costruzione e gestione di meeting ad hoc per i giornalisti, ma anche per l’utilizzo dell’olografia con trasmissione via WebEx, non si è mai vista prima» afferma Fienga. Ma si tratta di un “proof of concept”, una dimostrazione tecnologica di fattibilità, o questo tipo di servizio potrebbe un giorno essere offerto alle aziende? «Su questo non posso sbilanciarmi, ma posso dirle che è prevedibile che in futuro gli eventi saranno sempre più ibridi, e ci sarà sicuramente la necessità di soluzioni che permettano di partecipare rendendo la partecipazione interessante e appetibile. Soluzioni come quella da noi realizzata».

 

Un settore in grave crisi

Quello delle fiere & convegni è stato il settore che più di tutti ha sofferto le conseguenze della pandemia, che lo ha pressoché azzerato. Oltretutto, potrebbe essere quello che recupererà più lentamente, perché le aziende non mandano in missione i propri dipendenti se c’è un forte rischio di contagio. Un documento della Commissione Europea parlava di 220 eventi cancellati o rimandati nel continente a causa del Coronavirus solo nel primo trimestre del 2020, a pandemia appena iniziata, e la situazione in seguito è peggiorata ancora. Il danno economico da mancato business è estremamente rilevante a livello globale: nei soli Usa, il comparto pesa qualcosa come 450 miliardi di dollari l’anno, fra eventi e relativo indotto (viaggi, alberghi, ristorazione eccetera), e permette di siglare affari per circa 845 miliardi.

È chiaro che questa situazione non si risolverà a breve, ed è per questo che soluzioni come quella proposta da Cisco potrebbero portare un po’ di ossigeno al settore, anche se i fatturati legati agli eventi “virtuali” o ibridi non saranno minimamente comparabili con quelli registrati da eventi tradizionali in presenza. L’alternativa però è il fermo totale del settore fino al cessato pericolo. E molte organizzazioni potrebbero non avere le risorse per aspettare così a lungo.














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