3D. Readily3D: come stampare mini-oggetti in 30 secondi

Il Lapd dell'Ecole polytechnique fédérale de Lausanne ha inventato un metodo rivoluzionario in fatto di additive manfacturing sfruttando i principi della tomografia. Che potrebbe rivelarsi molto utile nel settore medico

Un ogggeto in 3D dell'Ecole polytechnique fédérale de Lausanne. © 2020 EPFL/ Alain Herzog

Un liquido traslucido in meno di 30 secondi si trasforma in un oggetto. Non è un gioco illusionistico ma l’esito di un rivoluzionario processo di stampa 3D, che consente di produrre parti molto piccole in tempi record, con precisione e risoluzione inedite: Readily3D. La scoperta dei ricercatori dell’Applied Photonic Devices Laboratory (Lapd) all’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne (Epfl) è stato appena pubblicato sulla rivista Nature Communications.

 







Una tecnologia destinata alle medicina e alla biologia

Questa tecnologia potrebbe trovare applicazioni innovative in diversi settori, con medicina e biologia quali ambiti prioritari. Il motivo risiede nella possibilità di produrre un pezzo da un singolo blocco, offrendo il particolare vantaggio di poter stampare diverse texture, inclusi oggetti morbidi come tessuti e organi del corpo, apparecchi acustici o allineatori dentali.

La tecnica individuata dai ricercatori svizzeri utilizza i principi della tomografia, che consiste nel ricostruire il volume di un oggetto da misure prese al di fuori di esso, utilizzate principalmente nel campo dell’imaging medico.

Il fluido traslucido – gel biologico o plastica liquida a seconda dell’applicazione – è attraversato da un laser. La luce solidifica il materiale mediante polimerizzazione. Nello specifico, i raggi raggiungono, proprio nella quantità necessaria e ad angoli precisi, punti molto specifici nel gel, punti meticolosamente calcolati da algoritmi in base all’oggetto da modellare.

Attualmente è possibile creare strutture di 2 cm con una precisione di 80 micrometri, il diametro di un capello. Ma parti più grandi – fino a 15 cm – dovrebbero essere possibili in futuro con lo sviluppo di nuovi dispositivi. «Il processo potrebbe quindi trovare interessanti sbocchi nella produzione istantanea di piccoli oggetti in silicone o acrilico senza doverli ritoccare dopo la stampa», afferma Christophe Moser, a capo del Lapd.

 

Readily3D, la start-up della luce

In una comunicazione dell’Università di Losanna si scopre che la nuova soluzione sarà sviluppata e commercializzata da uno spin-off, che prende appunto il nome dell’invenzione Readily3D.

«Con le più tradizionali tecniche di stampa strato per strato – la cosiddetta produzione additiva – è impossibile realizzare questi tipi di oggetti perché collassano rapidamente», ha affermato Damien Loterie, Ceo di Readily3D. Inoltre, poiché il processo non applica alcuna pressione sul materiale, promuove la creazione di strutture di ponteggi formate da cellule “delicate” che consentono loro di svilupparsi in un ambiente tridimensionale.

Readily3D ha lavoro alla produzione di arterie sintetiche che hanno potuto essere testati con l’aiuto di un chirurgo e «i test hanno avuto molto successo», ha aggiunto il ricercatore.

 

 














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