Unesco: 18 mesi per sviluppare un quadro normativo sull’intelligenza artificiale

L'organizzazione delle Nazioni unite è stata incaricata di sviluppare uno "strumento globale di definizione degli standard" per inquadrare l'intelligenza artificiale.  

Signe_de_l'ONU,_Genève

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) è stata incaricata di lavorare sull’etica dell’intelligenza artificiale (A.I). La decisione è stata presa all’unanimità dai 193 Paesi membri delle Nazioni unite (Onu).
Gli esperti internazionali avranno 18 mesi per creare uno “strumento normativo globale” per inquadrare l’intelligenza artificiale senza frenare l’innovazione in questo campo. Affronteranno questioni relative alla diversità culturale o di genere o alla diffusione di conoscenze e tecnologie.

Contro i oregiudizi algoritmici

Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, lo scorso 12 novembre 2019 ha chiesto: “la costruzione di una visione condivisa delle questioni etiche legate all’intelligenza artificiale” perché costituisce “una grande rottura antropologica“. Questa non è la prima volta che un organo sovranazionale è interessato a regolare l’A.I. Nell’agosto 2019, la Commissione europea ha annunciato di lavorare attorno a un testo che avrebbe esteso i diritti dei cittadini europei ai loro dati relativi ad essa.







L’iniziativa è lodevole ed estremamente rara perché presa all’unanimità. Ma, se questo lavoro avrà il vantaggio di avviare una discussione tra stati con posizioni molto diverse, sarà difficile giungere a linee regolatorie condivise.

 














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