Più rinnovabili, più ambiente, zero carbone. Va bene, ma con la manovra alle porte, a che punto siamo? In realtà si sa ancora poco, non è facile mettere un punto.
Una manovra green
Tutto parte dal Def, che il governo ha appena aggiornato con l’apposita Nota. Il Def stabilisce i saldi di finanza pubblica e dunque lo spazio di manovra per una determinata misura. La maggioranza giallorossa proprio in occasione dell’approvazione del Def ha impegnato il governo a prevedere misure, nella prossima legge di bilancio, “a sostegno degli investimenti, allocando maggiori risorse per gli investimenti pubblici delle amministrazioni centrali e territoriali, con particolare enfasi su quelli volti a favorire l’innovazione, la sostenibilità ambientale, la riduzione del divario tra il sud e il nord e a potenziare le infrastrutture materiali, immateriali e sociali, finanziando le politiche invariate, prorogando e valutando un percorso di stabilizzazione degli incentivi riguardanti industria 4.0, ecobonus, sismabonus e ristrutturazione edilizia”.
Una tassa sugli imballaggi
Sulla scia del tema attualissimo della difesa dell’ambiente, cresce dunque l’elenco delle cosiddette “tasse green” di cui si è fatto un gran parlare negli ultimi giorni: tramontata quella sulle merendine, sembra aver preso il volo anche il balzello sugli aerei, mentre resiste quella sulla plastica, o meglio la cosiddetta “tassa sugli imballaggi“.
Come noto, la plastica è particolarmente dura a morire con relativo impatto sull’ambiente: al vaglio dei tecnici del Ministero dell’Economia e dell’amministrazione finanziaria, c’è dunque l’ipotesi di un prelievo di 0,2 euro per chilogrammo. Una sorta di imposta di consumo, simile a un’accisa, sulla produzione o sull’importazione che si applicherebbe, per fare alcuni esempi, agli imballaggi di plastica, alle bottiglie, ai contenitori e alle confezioni per prodotti alimentari.
Transizione 4.0
D’altronde l’obiettivo dichiarato del governo è ridurre la produzione di plastica, scoraggiando produttori e utenti finali a non utilizzarla. “L’ambiente deve diventare una straordinaria occasione di crescita economica”, ha detto in più occasioni il nuovo ministro M5s dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Una strada da concretizzare in vista della prossima manovra, innanzitutto rendendo “strutturali” per “un periodo minimo di tre anni” gli strumenti che “hanno spinto l’economia reale incontrando il favore delle imprese“. La transizione energetica guiderà la politica industriale italiana dei prossimi anni, tramite la conferma delle misure 4.0 “rimodulate in una visione anche legata al green new deal”. Innovazione, quindi, attraverso un “‘Tavolo Transizione 4.0‘ che sarà la sede di confronto permanente“. E poi “sostenibilità ed economia circolare anche attraverso una maggiore premialità in termini di incentivo fiscale“. Senza trascurare un settore chiave dell’economia italiana, ma in difficoltà, come quello dell’auto.
Oltre la manovra. Il decreto Clima
Quasi a voler introdurre la svolta green, oggi il Consiglio dei ministri discuterà il decreto Clima, che anticipa alcune misure che poi la manovra approfondirà. Le ultime bozze in circolazione riportano alcune novità, come il contributo fino a 5mila euro per gli esercenti che attrezzano green corner per prodotti sfusi o alla spina. C’è poi la conferma del buono mobilità da 1.500 euro – solo per chi abita nelle città oggetto di infrazione Ue per la qualità dell’aria – per la rottamazione delle auto euro 3 ma ne viene introdotto anche uno da 500 euro per motocicli e scooter euro 2 e 3 a due tempi. Anche questo incentivo va usato per l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico. Nelle ultime bozze resta quindi un apposito fondo denominato Programma sperimentale buono mobilità nell’ambito del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria. In base a questa misura, i residenti nei comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria per la qualità dell’aria, solo loro, che rottamino entro il 31 dicembre 2021 autovetture omologate fino alla classe Euro 3 o motocicli omologati fino alla classe euro 2 ed euro 3 a due tempi, ottengono, nel limite di 255 milioni e fino ad esaurimento delle risorse.
Resuscita Industria 4.0
Nella manovra giallorossa ci sarà anche un rafforzamento del Piano Impresa 4.0 (evoluzione del primo Piano Industria 4.0 varato dall’allora ministro Calenda). Nella parte introduttiva del Def, si legge infatti che è intenzione del governo varare una manovra espansiva: “Le linee di politica economica saranno volte a rafforzare la congiuntura così come ad aumentare il potenziale di crescita dell’economia italiana, che da almeno due decenni soffre di una bassa dinamica della produttività e di una altrettanto insoddisfacente crescita demografica. Già nel primo capitolo, nel quale si analizza lo scenario macroeconomico, si fa preciso riferimento agli incentivi con il rinnovo di alcune politiche in scadenza (fra cui gli incentivi Industria 4.0).”, per poi proseguire con una serie di note dedicati ai temi dell’innovazione.