Plenitude a tutto green! La strategia per la produzione di energia della società Eni che vende luce e gas a retail e b2b

di Marco de' Francesco ♦︎ La controllata di Eni (0,9 miliardi di Ebitda atteso per il 2023), guidata da Stefano Goberti, punta tutto sulle rinnovabili. Con grandi parchi eolici offshore galleggianti. E col fotovoltaico. Opera anche all'estero, in 15 Paesi fra cui Spagna, Francia e Grecia. E sta investendo sugli accumulatori: sta installando una grande batteria da 200 MW/200 MWh in Texas. Il ruolo di big data e IA per prevedere la produzione futura. Le colonnine di ricarica della controllata Be Charge. Ne parliamo con Alessandro Della Zoppa, head of renewables

Grandi parchi eolici offshore, ma di quelli galleggianti, al largo delle coste di Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Lazio e Toscana. Accumulatori in Sardegna, con nuove batterie a litio ferro fosfato, per raccogliere e rilasciare energia rinnovabile sulla scorta delle esigenze di domanda della rete. L’implementazione dell’intelligenza artificiale sia negli impianti di generazione che per i flussi di dati derivanti dai consumi dell’utenza, per ottimizzare il lavoro dei primi e l’utilizzo dei secondi. Sono solo alcuni esempi delle attività che Plenitude (società controllata da Eni: ha cambiato nome nel 2022 da “Eni gas e luce”) azienda guidata dall’amministratore delegato Stefano Goberti, sta portando avanti. Il fatto è che Plenitude, con un Ebitda atteso a circa 0,9 miliardi di euro nel 2023 e 2.500 dipendenti in tutto il mondo, ha un modello operativo e di business particolare. È la società che fa concorrenza a giganti del settore della produzione-distribuzione dell’energia in Italia come Enel, Edison e A2A. Ma cosa fa esattamente Plenitude? In un processo integrato, produce direttamente energia rinnovabile, tramite impianti fotovoltaici ed eolici, che poi viene utilizzata sia per usi domestici, sia dalle aziende e anche per la mobilità elettrica. Le offerte possono essere integrate con la fornitura di gas, di servizi di efficientamento, come l’autoproduzione solare, di software di gestione dell’energia, con il revamping dell’illuminazione e le pompe di calore, nonché con l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Plenitude fornisce energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail con l’obiettivo di raggiungere oltre 11 milioni di clienti entro il 2026. La Società ha l’obiettivo di raggiungere oltre 7 GW di capacità rinnovabile installata al 2026 e oltre 15 GW al 2030. Sono delle mete ambiziose, che Plenitude intende raggiungere anche grazie alle tecnologie innovative, come quelle di cui si accennava: eolico offshore floating, batterie di grande portata e big data & AI. Questo approccio è parte integrante della strategia di crescita dell’azienda.

Nelle sue varie attività, Plenitude dà vita a joint venture (ad esempio, Vårgrønn con HitecVision o GreenIT con Cassa Depositi e Prestiti) o partnership come quella con Simply Blue. Altro punto fondamentale della strategia è quello di aumentare ancor più la “vicinanza” geografica tra i luoghi della produzione di energia rinnovabile e i Paesi dove l’azienda ha una presenza nel mercato retail: Italia, Spagna, Francia e Grecia ad esempio. Si realizza così un’integrazione verde, semplice e diretta.







E proprio in molti di questi Paesi, bagnati dal Mediterraneo, Plenitude punta anche sull’eolico offshore galleggiante. Il Mare Nostrum è infatti caratterizzato (a differenza di certe coste del Mare del Nord o del Baltico) da fondali subito profondi. Pertanto, è possibile solo l’ancoraggio, ma non il fissaggio, delle installazioni per la produzione eolica. I problemi ingegneristici, come vedremo, non mancano. Tuttavia, l’azienda ritiene che dopo il 2030 i costi di implementazione diventeranno più favorevoli.

Di tutto ciò abbiamo parlato con Alessandro Della Zoppa, head of renewables presso Plenitude.

La localizzazione della produzione green

Alessandro Della Zoppa, head of renewables di Plenitude

«L’obiettivo è che il 60% – 70% della nostra energia rinnovabile deve essere prodotta lì in quei Paesi dove abbiamo anche nostri clienti retail. Dal punto di vista delle tecnologie, noi siamo neutrali, e quindi intendiamo implementare impianti per utilizzare un ampio spettro di fonti, purché rinnovabili» – afferma Della Zoppa. «I pannelli fotovoltaici sono caratterizzati da un continuo incremento di efficienza nonché da una costante riduzione dei costi. Se ci pensiamo, a parte il periodo del Covid, che ha comportato l’interruzione delle filiere globali e di conseguenza l’aumento dei costi, già nel 2023 il costo dei pannelli è tornato a diminuire. Poi, i pannelli costituiscono ormai una tecnologia matura e affidabile, che compete con tutte le altre. Secondo tutte le previsioni sarà quella che avrà il maggior incremento di installazioni nel mondo nei prossimi anni».

Ad esempio, a luglio scorso la citata joint venture GreenIT, ha sottoscritto un accordo con la società Hive Energy per lo sviluppo di quattro progetti fotovoltaici che avranno una capacità complessiva fino a 200 MW. Gli impianti sorgeranno in Puglia, Sicilia e Lazio e saranno realizzati adottando la tecnologia agrivoltaica.

Anche l’eolico onshore riveste per Plenitude una grande importanza: a ottobre 2022 per esempio, è stato inaugurato il parco eolico El Monte da 104,5 MW, nella regione Castiglia-La Mancha in Spagna. L’impianto operativo ha queste caratteristiche: l’energia è generata da 19 turbine eoliche GE modello Cypress 158 (5,5 MW), tra le più grandi installate in Spagna. La centrale produrrà circa 300 GWh all’anno. Anche fuori dall’Europa, in Kazakhstan ad esempio, la Società possiede due parchi eolici da 48 MW l’uno, Badamsha 1 e Badamsha 2, nella Regione nord-occidentale di Aktobe.

Le tecnologie: l’eolico offshore

  • La sfida dell’eolico offshore
Parco eolico di Plenitude a San Demetrio (Cosenza)

L’eolico offshore si riferisce alla produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo di turbine eoliche collocate in mare aperto, solitamente al largo delle coste. Queste turbine sfruttano i venti costanti e più intensi che si verificano in mare per generare energia elettrica. L’eolico offshore è considerato un’importante fonte di energia rinnovabile in quanto, grazie alle grandi dimensioni degli impianti, può contribuire in modo significativo alla crescita della produzione di energia rinnovabile. Su questo fronte, Plenitude è già attiva. Infatti, Plenitude ha dato vita insieme a HitecVision (società di private equity  con sede in Norvegia) alla joint venture Vårgrønn, specializzata in energia eolica offshore e coinvolta in progetti come Dogger Bank, il più grande parco eolico in costruzione nel Regno Unito, e in altri progetti in Scozia, Irlanda e Norvegia. «Abbiamo iniziato con l’offshore in Nord Europa, lì dove ci sono le condizioni ideali. Lì c’è vento forte quasi continuo e in fondali bassi che permettono l’installazione di turbine eoliche con fondazioni fisse», dice Della Zoppa.

  • L’offshore galleggiante

«Benché non sia l’oceano, anche il Mediterraneo è molto interessante in termini di generazione di energia eolica offshore. Noi ci crediamo e ci stiamo investendo. Peraltro, i quattro Paesi che maggiormente interessano Plenitude sono tutti bagnati dal Mediterraneo. Le coste del Mediterraneo sono però subito profonde, per cui occorrono delle installazioni galleggianti,  afferma Della Zoppa.

Ci sono poi le citate sfide ingegneristiche. Le strutture galleggianti per l’eolico offshore devono essere progettate per resistere a condizioni marine avverse, garantendo la stabilità delle turbine eoliche e la sicurezza delle installazioni. È fondamentale sviluppare sistemi di ancoraggio affidabili e posizionare accuratamente le turbine per massimizzarne l’efficienza energetica. La trasmissione via cavo dell’energia prodotta in mare alla terraferma richiede sistemi robusti e affidabili, considerando le lunghe distanze e le condizioni marine impegnative. L’accesso alle turbine per la manutenzione in mare aperto è una sfida, richiedendo soluzioni innovative per garantire negli anni un funzionamento efficiente dell’impianto e la sicurezza del personale. Anche se l’eolico galleggiante offre vantaggi in termini di risorse eoliche più abbondanti, le strutture al momento sono più costose da progettare, costruire e installare: servono investimenti e un adeguato quadro regolatorio per far maturare la tecnologia e le filiere di fornitura.

Impianto eolico Plenitude a Collarmele (L’Aquila, Abruzzo)

Su questo fronte, però, Plenitude è già operativa. GreenIT, una partnership tra Plenitude e Cdp Equity (Gruppo Cdp), sta portando avanti insieme a Copenhagen Infrastructure Partners (società danese specializzata in investimenti infrastrutturali) e altre aziende italiane specializzate, due dei progetti offshore più avanzati in Italia, rispettivamente davanti alle coste della Sicilia occidentale e della Sardegna meridionale. Il primo progetto da 250 MW ha già ottenuto il parere positivo del Ministero (Mase) dal punto di vista dell’impatto ambientale e si candida ad essere fra i primi che verranno realizzati nel nostro paese. La stessa joint-venture punta a sviluppare anche tre ulteriori parchi eolici offshore galleggianti nel Lazio e in Sardegna. Questi parchi saranno situati a circa 30 km dalla costa e avranno una capacità totale di quasi 2 GW. Uno sarà al largo di Civitavecchia, nel Lazio, con una capacità fino a 540 MW, mentre gli altri due saranno al largo di Olbia, in Sardegna, con una potenza complessiva di circa 1.500 MW. Si prevede che questi progetti genereranno circa 5 TWh/anno e saranno operativi tra il 2028 e il 2031. Insieme, questi parchi contribuiranno agli obiettivi di decarbonizzazione del paese , sostenendo anche la crescita delle filiere di fornitura e dell’economica locale.

Con gli stessi obiettivi Plenitude, nel gennaio 2023, ha stretto un accordo con Simply Blue Group, società irlandese attiva nel settore della blue economy, per sviluppare ulteriori progetti eolici offshore galleggianti in Italia. Questa collaborazione unisce le competenze tecniche e finanziarie di Plenitude con l’esperienza consolidata di Simply Blue Group nello sviluppo di progetti simili in tutto il mondo. I primi due progetti, “Messapia” in Puglia e “Krimisa” in Calabria, sono già stati presentati alle autorità competenti, mentre un terzo al largo delle coste toscane seguirà a breve. Messapia avrà una capacità di 1,3 GW e potrà fornire energia sufficiente per circa 3,8 TWh all’anno, mentre Krimisa avrà una capacità di 1,1 GW e produrrà fino a 3,5 TWh di energia all’anno.

L’accumulo di energia rinnovabile

Impianto fotovoltaico Plenitude a Corazon, in Texas. nel sud del Texas, presso la città di Laredo, Plenitude sta installando una grande batteria da 200 MW/200 MWh sullo stesso sito della propria centrale solare già operativa da 266 MW.

Gli impianti di accumulo di energia sono sistemi progettati per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come il vento e il sole, quando è disponibile in eccesso e utilizzarla quando c’è una domanda maggiore o quando le fonti non sono attive. Questi impianti svolgono un ruolo chiave nel bilanciare l’offerta e la domanda di energia elettrica, contribuendo a garantire la stabilità della rete elettrica. Possono essere costituiti da batterie al litio, sistemi di pompaggio idroelettrico, sistemi di accumulo termico o altre tecnologie avanzate. L’impiego di questi impianti favorisce l’integrazione su larga scala delle energie rinnovabili nel mix energetico, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e contribuendo alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e resiliente.

«Investiamo in grandi accumulatori, ad esempio in Texas. Negli Usa abbiamo 1,2 GW di potenza installata, prevalentemente fotovoltaico in Texas, dato che lì ci sono grandi estensioni e condizioni molto favorevoli per le rinnovabili, anche sotto il profilo regolamentare. Dato che l’energia rinnovabile è per natura intermittente, le batterie come quelle texane hanno un ruolo fondamentale, assorbono quando c’è troppa energia e la rilasciano quando ce n’è di meno» – dichiara Della Zoppa. Ad esempio, nel sud del Texas, presso la città di Laredo, Plenitude sta installando una grande batteria da 200 MW/200 MWh sullo stesso sito della propria centrale solare già operativa da 266 MW.

Impianto fotovoltaico di Enel ad Assemini, in provincia di Cagliari

Ma su questo fronte Plenitude è attiva anche in Italia: «Ad aprile 2023 Plenitude ha messo in funzione un impianto di batterie a Assemini, in Sardegna, anche in questo caso a fianco di un impianto fotovoltaico esistente. Ha una potenza di 15 MW e può immagazzinare 9 MWh di energia. Utilizza batterie al litio ferro fosfato, che sono efficaci ed economiche. L’impianto è collegato alla rete nazionale ed è uno dei primi a fornire il servizio di regolazione ultrarapida della frequenza, per supportare la rete e la penetrazione delle energie rinnovabili», spiega Della Zoppa.

Il ruolo di big data e intelligenza artificiale

«I big data e l’intelligenza artificiale stanno fornendo un valido supporto al settore delle energie rinnovabili: utilizzando dati provenienti da varie fonti, come sensori meteorologici, droni e dati di produzione energetica, è possibile ottimizzare l’efficienza e la gestione degli impianti», dichiara Della Zoppa. L’intelligenza artificiale può analizzare enormi quantità di dati in tempo reale per prevedere la produzione energetica futura, migliorare la distribuzione dell’energia «e soprattutto ottimizzare la sostituzione dei componenti e gli interventi di manutenzione preventiva degli impianti».

In definitiva, queste tecnologie permettono una maggiore affidabilità e una migliore integrazione delle energie rinnovabili nella rete energetica globale, contribuendo così alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

Il business delle colonnine di ricarica

Plenitude ha all’attivo una serie di partnership strategiche attraverso la sua controllata Be Charge. Tra le principali, quella con Bmw Italia

Oltre che nel settore delle energie rinnovabili e nella vendita d servizi energetici, Plenitude è impegnata anche nel campo della mobilità elettrica. La Società possiede una rete di circa 20mila punti di ricarica che sarà ampliata sia in Italia che in Europa con l’obiettivo di raggiungere oltre 30mila punti entro il 2026.

In quest’ambito, Plenitude ha all’attivo una serie di partnership strategiche attraverso la sua controllata Be Charge. Tra le principali, quella con Bmw Italia, destinata allo sviluppo di nuove offerte per la ricarica elettrica per favorire gli spostamenti a zero emissioni su strada. Plenitude e Bmw Italia offrono, tramite l’App Be Charge ai clienti Bmw o Mini con auto elettrica, una tariffa a consumo dedicata su tutta la rete nazionale di ricarica Plenitude e un’ulteriore promozione sui punti di ricarica cobrandizzati. Infine, le due società collaborano all’individuazione di aree in cui installare nuovi hub di ricarica Plenitude, con l’obiettivo di offrire agli e-driver Bmw e Mini una rete sempre più capillare.

Plenitude poi, sempre attraverso Be Charge, ha siglato un accordo con LeasePlan Italia per offrire servizi di ricarica elettrica dedicati. La partnership prevede per i clienti di LeasePlan molteplici opportunità e la fornitura di pacchetti di ricarica con soluzioni specifiche pensate per le esigenze della piccola e media impresa, dei clienti privati e delle grandi aziende. I servizi offerti da Plenitude comprendono anche la fornitura di wallbox, di colonnine di ricarica e la reportistica avanzata dei consumi.

Con lo stesso schema operativo, Plenitude ha dato vita ad altri due accordi. Il primo con Ikea: prevede l’installazione di 250 stazioni di ricarica di ultima generazione all’interno delle aree parcheggio dei negozi e dei centri Ikea di tutto il territorio nazionale. Il secondo con Porsche Italia: i proprietari di una Porsche elettrica potranno ricaricare la loro auto presso i punti Plenitude sparsi in Italia, che saranno parte del servizio Porsche Charging Service.














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