Tutti i piani di Leonardo nel mondo dei droni

di Andrea Ballocchi ♦︎ L'ex Finmeccanica ha creato una divisione ad hoc (Unmanned Systems, letteralmente sistemi senza pilota) con la quale punta su questo promettente mercato. Già attiva da tempo in campo militare, per esempio con Falco Xplorer (il modello più grande mai realizzato dall'azienda) ora lavora anche sul settore civile e sull'integrazione tra manned e unmanned system. Parla Laurent Sissman, il capo della divisione

Ruas Leonardo Ocean2020

I droni sono strategici per Leonardo. Costituiscono un settore ad ampie potenzialità di crescita non solo in ambito militare, ma anche in quello civile. Le previsioni e le potenzialità di mercato sono note: questa tecnologia già oggi significativa (Goldman Sachs stima il mercato globale 2016-2020 100 miliardi di dollari) è attesa a un’ulteriore forte crescita, anche grazie al prossimo avvento del 5G, che permetterà di contare su nuovi standard di comunicazione mobili e su collegamenti ad alta velocità.

La tredicesima più grande impresa di difesa del mondo sta lavorando su vari progetti e soluzioni, potendo vantare di essere “l’unica società in ambito europeo in grado di fornire soluzioni a pilotaggio remoto complete”, progettando e sviluppando tutti gli elementi di un sistema drone based compresi piattaforme, sensori e sistemi di controllo remoto.







Leonardo produce sistemi ad ala fissa e ad ala rotante, elicotteri con o senza pilota, radio bersagli, realizza sensori e sistemi integrati di gestione capaci di equipaggiare più di 12 tipi di sistemi senza pilota. Inoltre ha progettato e realizzato vari sistemi per scopi civili e militari.

Laurent Sissmann, responsabile dell’unità organizzativa Unmanned Systems di Leonardo

«Stiamo investendo in ricerca e sviluppo decine di milioni di euro l’anno, numeri questi in continua crescita. Sui ricavi complessivi ci aspettiamo che il segmento droni diventi sempre più importante, sviluppandosi in linea – se non di più – con un mercato che già oggi cresce a due cifre ogni anno». A dirlo è Laurent Sissmann, l’uomo scelto da Alessandro Profumo quale responsabile dell’unità organizzativa Unmanned Systems (sistemi senza pilota), nata un anno e mezzo fa per mettere a fattor comune le competenze e le soluzioni di Leonardo nei sistemi autonomi e senza pilota.

I piani dell’azienda contemplano più soluzioni, persino l’avvio di un prossimo progetto per il trasporto merci in Italia. Intanto Leonardo è già impegnata, con Enav, gestore del traffico aereo civile italiano, in una società dedicata alla gestione del traffico aereo di droni negli spazi aerei civili sotto i 150 metri: un tema delicato, dato che da qui al 2035 ne sono attesi in volo nei cieli europei 7 milioni.

 

 

Droni militari e civili: i numeri della crescita e l’esigenza del controllo del traffico aereo

ad Leonardo
Alessandro Profumo, ad Leonardo

L’interesse di Leonardo si focalizza su più fronti, in quanto saranno vari gli ambiti d’impiego dei droni o, più precisamente, Unmanned Aerial Vehicles (Uav), aeromobili a pilotaggio remoto. Nel complesso, per indicare i sistemi associati all’applicazione di Uav si adotta il termine Unmanned Aerial Systems (Uas) riferito a: piattaforma, sensori di bordo, stazione di terra, pilota, sistema di gestione dati. Qualsiasi nome con cui si indicano, sono comunque un ambito tecnologico a forte crescita, a partire dai droni militari il cui mercato avrà uno sviluppo ancora più spiccato di quanto già ha oggi: secondo Global Insight arriverà a valere 24 miliardi di dollari nel 2024. Dall’agricoltura alla logistica, dall’entertainment all’energia, tutti i settori conteranno su soluzioni e vantaggi portati da questi velivoli comandati a distanza. I droni Amazon pronti a recapitare l’ultimo acquisto online sono uno degli esempi più evidenti di una tendenza in rapida crescita: entro il 2026 si prevede che il settore dei droni commerciali e ricreativi negli Stati Uniti avrà un impatto annuale compreso tra i 31 e i 46 miliardi di dollari sul Pil del Paese.

C’è poi il caso dei droni taxi: report di settore stimano che il mercato dello sky taxi potrebbe raggiungere gli 80.000 passeggeri/giorno e il mercato annuale 2.5 miliardi di dollari nei primi anni.

Drone consegna merci

Ma è necessario creare condizioni di regolamentazione e accettazione sociale del nuovo ‘ecosistema del volo’. «L’approccio di Leonardo non si focalizza solo sul mezzo (drone o elicottero o convertiplano – sui quali l’azienda ha comunque un’esperienza consolidata), ma implica una visione strategica globale, per valorizzare le capacità acquisite nell’air traffic control, nelle comunicazioni, nell’intelligenza artificiale e nel big data analytics, nei servizi satellitari, che porterà a creare le condizioni necessarie per l’affermazione e la crescita di questo mercato», evidenzia Sissmann.

D-Flight, la società creata con Enav, conferma l’attenzione alla gestione del traffico aereo dei droni: l’obiettivo è lo sviluppo di una piattaforma di Unmanned Aerial Vehicles Traffic Management (Utm) che permetterà di integrare molteplici tecnologie per la movimentazione sicura nello spazio aereo civile dei velivoli a pilotaggio remoto cooperanti – ossia registrati, autenticati e identificati, nonché per la loro sorveglianza in fase di pre-volo e durante il volo. Il servizio Utm è il presupposto per garantire la sicurezza del volo dei droni fuori dalla linea di vista e rappresenta un punto di svolta per l’apertura di nuovi mercati basati sul loro utilizzo. Leonardo avrà il compito di coordinare il team industriale e la responsabilità della progettazione del sistema in qualità di system integrator e dello sviluppo di buona parte dei servizi software, assicurando adeguati livelli di cyber protection.

«Siamo impegnati nel progetto D-Flight con Enav come soci industriali insieme a Telespazio, azienda controllata da Leonardo, perché siamo convinti che esso costituisca l’ossatura infrastrutturale con la quale si possa abilitare l’economia dei droni. È un’evoluzione della nostra presenza industriale nel segmento dell’air traffic management», afferma Sissmann.

 

Droni civili e militari: l’attività di Leonardo

Falco Xplorer di Leonardo

In ambito militare saranno approfondite sempre più le capacità di teaming tra velivoli convenzionali (come caccia, elicotteri) e mezzi senza pilota a bordo. «Uno dei campi più studiati in generale riguarda il potenziamento del collegamento tra mezzi con e senza pilota, che consente di rafforzare le capacità delle missioni militari. L’unione tra sfera manned e unmanned richiede una sfida tecnologica importante che va affrontata non solo in termini di comunicazioni fra i due sistemi, ma anche per l’impegno che richiede ai piloti che devono gestire il proprio mezzo e quello che li affianca in remoto». Questa applicazione ha risvolti importanti anche in ambito civile: «contare su un mezzo senza pilota in grado di avvicinarsi a contesti pericolosi quali un incendio, per esempio, permette di ridurre drasticamente i rischi e diventa un’opportunità assai interessante» specifica Sissmann.

L’interesse alla creazione di soluzioni utili sia nel campo civile che in quello militare è ben esemplificato da Falco Xplorer. È il drone più grande mai realizzato da Leonardo, interamente progettato e prodotto in Europa. Costruito sulla base di quanto già sviluppato sui precedenti sistemi tattici, ha una capacità di carico di 350 kg e un peso massimo al decollo di 1,3 tonnellate, oltre 24 ore di autonomia e dispone di un collegamento dati satellitare per operazioni fuori dalla copertura radio terrestre.

Totalmente progettato e sviluppato dalla società italiana, dal velivolo alla suite di sensori, compreso il sistema di gestione della missione e la stazione di controllo di terra, Falco Xplorer potrà essere proposto per contratti di servizio per missioni “senza pilota”. Il modello originario era “stato scelto da cinque clienti internazionali, mentre la versione evoluta, Falco Evo, è stato adottato dalle Nazioni Unite per la missione umanitaria Monusco nella Repubblica Democratica del Congo ed è stato selezionato nell’ambito del programma Frontex, finalizzato alla sperimentazione di droni per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea”, specifica l’azienda. «Leonardo è tra i primi operatori ad aver sperimentato contratti di servizio per operazioni “unmanned”, ossia missioni di pattugliamento effettuato con droni operando con propri velivoli e fornendo al cliente dati di sorveglianza». Dopo essere stato presentato lo scorso anno per la prima volta al Salone aerospaziale di Parigi, il Falco Xplorer a gennaio ha effettuato con successo il primo volo di prova.

 

Droni civili: il progetto solare Skydweller

Il progetto solare Skydweller

Il segmento civile è quello più nuovo per Leonardo, ma anche quello che fornisce spunti d’interesse e opportunità crescenti. Uno dei progetti di maggiore interesse è il drone solare con capacità di volo perpetuo, utile sia per finalità di sorveglianza che di telecomunicazioni e molto altro. È il frutto della partecipazione nella start-up statunitense/spagnola Skydweller Aero, specializzata nello sviluppo di una nuova generazione di velivoli senza pilota. Ora si sta lavorando alla realizzazione del primo aereo pilotato a distanza a energia solare al mondo in grado di trasportare grandi carichi utili con capacità di persistenza in volo illimitata. È un progetto basato sull’idea di Bertrand Picard concretizzatasi in Solar Impulse, l’aereo solare che riuscì a fare il giro del mondo.

«Skydweller Aero potrà rivelarsi molto utile, nel caso di eventi estremi o in aree remote, per erogare servizi di telecomunicazioni in modo immediato, continuativo o per rafforzarli in caso di necessità. La forza di soluzioni come un drone solare è la sua capacità di stazionare in aria senza necessitare di rifornimenti, caricandosi autonomamente col sole», spiega Sissmann. Rispetto ai sistemi esistenti, Skydweller combina caratteristiche uniche di persistenza e raggio d’azione con la flessibilità tipica di un velivolo. Una volta pronto, sarà in grado di operare da basi aeree dislocate in tutto il mondo, coprendo distanze illimitate in aree caratterizzate da qualsiasi condizione ambientale. Inoltre, potrà essere rapidamente dispiegato per fornire comunicazioni a supporto degli operatori in situazioni di emergenza e calamità. Questa piattaforma innovativa verrà impiegata per scopi che vanno dalla sorveglianza terrestre e marittima al monitoraggio ambientale e delle infrastrutture, dai servizi di geo-informazione alle telecomunicazioni e alla navigazione di precisione.

A una prima fase di sviluppo del progetto, focalizzata sulla conversione dell’aeromobile da una piattaforma a pilotaggio convenzionale in un veicolo a pilotaggio opzionale (OPV), integrando algoritmi e sistemi di autonomia e gestione avanzati, la seconda culminerà nel primo velivolo di produzione concepito esclusivamente per operazioni senza pilota in condizioni ambientali estreme. I primi voli si terranno quest’anno, mentre il primo esemplare di produzione senza pilota vedrà la luce nel 2021. La realizzazione dell’aeromobile sarà effettuata presso lo stabilimento Skydweller nella regione spagnola di Castilla-La Mancha e Leonardoparteciperà alle attività di sviluppo e ingegneria con un team dedicato. Skydweller avrà ripercussioni positive a lungo termine: «le tecnologie e competenze acquisite con questo progetto potranno essere nel futuro traslate in altri ambiti: propulsione e alimentazione elettrica, aerostrutture innovative, materiali ultra leggeri, tecnologie eco-friendly, che rappresentano fattori competitivi in grado di fare la differenza del business aeronautico dei prossimi 20 anni».

 

Droni e sistema di difesa: Ocean2020 e il supporto alla Raf

Il progetto Ocean2020

L’attività di Leonardo non è solo sui mezzi, ma anche su tecnologie capaci di scongiurare attacchi o minacce portate dagli stessi droni. A questo riguardo è coinvolta, nel ruolo di coordinatore di Ocean2020, “il più importante progetto relativo al bando di gara del Fondo Europeo per la Difesa sulle tecnologie per la sicurezza marittima, finanziato dall’Unione Europea e implementato dall’Agenzia Europea per la Difesa”, segnala la stessa società. Esso permetterà di potenziare e integrare piattaforme a pilotaggio remoto di diverso tipo (ala fissa, ala rotante, di superficie e subacquee) con il centro di comando e controllo delle unità navali, prevedendo lo scambio dati via satellite con centri di comando e controllo a terra. Nell’ambito del progetto sarà anche dimostrato l’impiego congiunto e cooperativo di piattaforme con e senza pilota. Leonardo guida un team di 42 partner di 15 Paesi europei, attivi in un’iniziativa di ricerca finanziata dall’Unione Europea. La prima fase progettuale, culminata con una dimostrazione in mare nel Golfo di Taranto a fine 2019, ha visto l’impiego di nove sistemi a pilotaggio remoto e di sensori radar avanzati a bordo dei velivoli unmanned.

Progetto drone europeo

Sempre in tema di Difesa, Leonardo è stata scelta dalla Royal Air Force per l’attività di analisi dei requisiti necessari per rispondere in maniera efficace alle crescenti minacce provenienti dai droni ostili. Il programma triennale inizia quest’anno e intende studiare in che modo gli operatori potranno rilevarli, tracciarli, identificarli e neutralizzarli. Leonardo ha già sviluppato sistemi anti-drone (Counter-Unmanned Aerial Systems), impiegati presso la stessa aeronautica militare del Regno Unito e in dotazione all’Esercito e all’Aeronautica Militare italiani. Leonardo supporterà la fase successiva del programma di ricerca anti-drone del Ministero della Difesa britannico con uno studio che analizzerà la minaccia attuale e le possibili future evoluzioni. Inoltre fornirà una valutazione di una vasta gamma di tecnologie in grado di costituire una completa capacità anti-drone a disposizione della Raf.

“Negli ultimi mesi la minaccia di droni ostili è diventata un tema prioritario, collegata all’aumento di velivoli piccoli, economici e facilmente reperibili sul mercato. L’elemento più preoccupante è rappresentato dal fatto che le tecnologie unmanned si stanno evolvendo rapidamente, costituendo una sfida per le organizzazioni che devono proteggersi dall’uso improprio di tali velivoli”, spiega la stessa società. Nel 2018 e nel 2019, in seguito agli avvistamenti di droni negli aeroporti di Gatwick e Heathrow, la Raf ha dispiegato sistemi anti-drone Leonardo per consentire il ripristino delle operazioni aeroportuali.














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