Tutte le innovazioni del manifatturiero in scena ad Automation & Testing 2019

La Fiera A&T

di Piero Macrì ♦ A Torino all’ Oval Lingotto la fiera A&T, una full immersion nella digital transformation del manifatturiero. Quattro temi: progettazione; sviluppo prodotti e processi;  produzione e logistica. Ci saranno anche Tenaris, Leonardo, Thales Alenia Space, FCA Group, Italdesign, Iren, Centro Ricerche Fiat, Microsoft, Magneti Marelli, Prima Industrie, Lazzaroni Biscotti e Acqua Sant’Anna. E il roadshow dei competence center

Un’area espositiva di 20.000 metri quadri dove fare esperienza 4.0 e confrontarsi con startup, pmi e grandi aziende sui temi dell’innovazione e della digitalizzazione dei processi industriali. Dal 13 al 15 febbraio va in scena all’Oval Lingotto di Torino la 13ma edizione di A&T, evento focalizzato su quattro grandi temi della produzione manifatturiera: progettazione; sviluppo prodotti e processi industriali; produzione; logistica integrata. La fiera accoglierà anche il roadshow nazionale dei competence center, con la partecipazione di tutte le strutture presenti sul territorio nazionale. Particolare rilievo verrà dato alle testimonianze delle imprese che hanno già investito in 4.0 con il supporto dei centri. Tra le società di rilevanza nazionale che hanno confermato la propria presenza: Tenaris, Leonardo, Thales Alenia Space, FCA Group, Italdesign, Iren, Centro Ricerche Fiat, Microsoft, Magneti Marelli, Prima Industrie, Lazzaroni Biscotti e Acqua Sant’Anna.

 







Luciano Malgaroli, generale manager di A&T

Un evento per creare un mindset centrato sulla cultura del dato

«Sarà il giusto mix tra esposizione di tecnologie e percorsi informativi per lo sviluppo delle competenze», dice Luciano Malgaroli, generale manager di A&T. «Nel 2016 abbiamo avuto 250 espositori e 8 mila visitatori. Nel 2018 siamo passati a 400 espositori e 14 mila visitatori. Sono risultati che confermano l’interesse da parte delle aziende a confrontarsi in prima persona con la tecnologia abilitante la trasformazione digitale e poter trarre ispirazione per nuovi modelli di produzione e di business».

Marco Taisch, docente del Politecnico di Milano e presidente del comitato scientifico di A&T aggiunge: «Credo che eventi come questo possano contribuire a dare alle aziende un mindset centrato sulla cultura del dato. Il che significa predisporre un’infrastruttura tecnologica che consenta di raccogliere i dati, elaborarli e analizzarli per ottenere informazioni quando e dove servono. Occorre comprendere che Industria 4.0 non vuol dire automazione industriale e non vuol dire nemmeno robot in sostituzione di persone umane. Trasformazione digitale vuol dire piuttosto dati, informazioni, vuol dire mettere le persone nelle condizioni di prendere decisioni più velocemente in merito ai processi che, a vari livelli d’impresa, si devono gestire e presidiare e che coinvolgono sia l’operatore che sta a bordo macchina sia il management. Se si è investito in tecnologia, in macchine e sistemi predisposti ad essere integrati in un processo digitale, si devono ora mettere le persone nelle condizioni di usare i dati».

Per una full immersion industriale e additiva

La manifestazione prevede 8 convegni e 12 grandi eventi, con settanta testimonianze fornite da imprese eccellenti selezionate dal comitato scientifico. Le testimonianze, alcune delle quali sono candidate al Premio Innovazione 4.0, riguarderanno casi applicativi di successo sviluppati in ambito industriale o progetti di ricerca. Un focus particolare sarà dedicato ai progetti di formazione risorse umane coerenti con il modello Industria 4.0. L’area Innovation Point sarà poi il luogo di contaminazione tecnologica che proporrà progetti e prodotti frutto di eccellenza e creatività industriale quali realtà virtuale, veicoli a guida autonoma.

A&T consentirà di confrontarsi con testimonianze che spaziano dalle tecnologie di fabbricazione additiva all’automazione industriale, dallo sviluppo prodotto basato sulla simulazione alla robotica collaborativa. Nei competence point si svolgeranno sessioni specialistiche legate anche a tecnologie emergenti nell’ambito dell’additive manufacturing. «Quando si parla di manifattura additiva si pensa che si possa fare tutto, che basti comprare una macchina e iniziare a stampare, – commenta Malgaroli.-  Nulla di più lontano dalla realtà. Ecco, questa è un’occasione per chi vuole capire limiti e opportunità della tecnologia. Vi saranno testimonianze da parte di grandi aziende come Fca Group e Leonardo, ma anche pmi, che aiuteranno a comprendere le problematiche che devono essere risolte per valorizzare adeguatamente le tecnologie abilitanti».

 

Stampante 3d
Nei competence point si svolgeranno sessioni specialistiche legate anche a tecnologie emergenti nell’ambito dell’additive manufacturing

 

Industria 4.0, dall’iperammortamento alla digitalizzazione

Secondo il general manager di A&T, la vera sfida è superare la logica dell’iperammortamento. Passare dall’acquisto all’integrazione di tecnologie 4.0 per avviare una concreta digitalizzazione trasversale a tutta l’organizzazione in modo tale che i dati fruibili nell’ambiente di produzione possano essere valorizzati per creare nuovo valore aggiunto. E’ un percorso sul quale si sono avviate con determinazione grandi e medie aziende che operano nei settori automotive, aerospace e alimentare e che stanno compiendo un passaggio da un modello tradizionale a uno più competitivo. «Fino a oggi le imprese hanno operato con un livello di incertezza riguardo ai processi produttivi e aziendali perché le informazioni erano parziali o non acquisibili», aggiunge Taisch. «Ci sono ancora direttori di stabilimento che i dati di produzione li conoscono a posteriori: una settimana per sapere quanto si è prodotto, quanti sono stati i pezzi scartati e i pezzi venduti, e poi ancora giorni per elaborare le decisioni. Ecco, tutto questo oggi può cambiare poiché con Industria 4.0 l’impresa può diventare un ecosistema di risorse real-time».

 

Marco Taisch
Marco Taisch, docente del Politecnico di Milano e presidente del comitato scientifico di A&T

 

Con la trasformazione digitale i margini di miglioramento sono elevati

«Nostro compito è cercare di allargare il processo di innovazione a tutti coloro, soprattutto pmi, che magari hanno sì sfruttato la leva degli incentivi fiscali per rinnovare il parco macchine, ma non hanno compreso ancora compiutamente quali possano essere le modalità attraverso le quali capitalizzare gli investimenti per ottenere un vantaggio competitivo», aggiunge Malgaroli. «I margini di miglioramento sono elevati. Anche le aziende con 10, 15 dipendenti iniziano a capire che è arrivato il punto di svolta: o si cambia o si sopravvive. Serve comprendere il cosa, come e perché della digitalizzazione. In quest’ottica abbiamo valutato di massima importanza dare ai visitatori la possibilità di confrontarsi con un numero ampio di esperienze di cui si sono rese protagoniste grandi, medie e piccole aziende».

Esperienze che dimostrano come sia possibile semplificare senza dovere necessariamente affrontare investimenti iperbolici. Come ricorda Taisch, «Se analizziamo il lavoro di molti decisori ci rendiamo conto che una parte significativa del tempo è dedicata ad attività di tipo cognitivo che sono ripetitive e che possono essere affidate ad algoritimi. Capire questo porta a focalizzare le attività sulla parte più creativa e intuitiva demandando invece ai computer la parte più stupida. Il controllo di qualità, per esempio. Chi l’ha detto che debba essere fatto da un operatore? Con una telecamera e un algoritmo di intelligenza artificiale sono attività che si possono fare in modo molto più preciso e continuo nel tempo».

 

La conferenza stampa di presentazione di A&T 2019

 

Paura del cambiamento? Procedere a piccoli passi, imparare, e poi estendere e ampliare

Spiega Taisch: «Molte aziende, memori di quello che ha significato l’introduzione dei grandi sistemi Erp, sono spaventate dai possibili effetti di una trasformazione digitale. “Oddio cambia tutto, si mette in discussione l’organizzazione, dobbiamo rivedere processi e scontrarci con mille e più problemi. No grazie, abbiamo già dato”. In realtà le tecnologie 4.0 da questo punto di vista hanno un grandissimo vantaggio: possono essere implementate in maniera modulare, a macchia di leopardo. Per esempio, come accennato prima, una telecamera per il controllo qualità ha costi più che abbordali da parte di una pmi ed un’attività che non sconvolge alcunché. Il mio consiglio? Interventi a piccoli passi, imparare, e poi estendere e ampliare».

 

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Robotica, arrivano i cobot, ma la vera frontiera è quella dell’automazione cognitiva

Nella classica dimensione di fabbrica di stampo tayloristico automazione ha significato robotica; sostituire il movimento fisico della persona con una macchina, che voleva dire aumento di produttività, precisione, meno errori.«E’ un trend che prosegue anche oggi,- dice Taisch- ma con l’avvento della robotica collaborativa si entra in una nuova fase dove il cobot è elemento funzionale allo svolgimento alle azioni. Ma c’è anche una terza tendenza che si sta affermando e che ritengo ancora più importante: l’automazione cognitiva. Significa rendere i dati fruibili in contesti operativi di fabbrica attraverso dispositivi wearable.  In questo modo la produttività – lo dimostrano esperienze reali – può aumentare fino al 20%. Tutto ciò si traduce in un doppio vantaggio: costi di investimento ridotti e mantenimento dei posti di lavoro. Tecnologie di realtà aumentata, occhiali con visore, cuffie per ricevere informazioni, microfoni per consentire comandi vocali, tutto concorre ad abilitare le persone a svolgere meglio con maggiore rapidità i propri compiti».














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