Snam con Zero Coalition per decarbonizzare lo shipping globale

La utility guidata da Marco Alverà e impegnata nella transizione energetica globale. E nel nuovo club, destinato a ridurre del 50% le emissioni annue globali di gas a effetto serra nel trasporto marittimo entro il 2050, punta sul biometano, il bioLNG nonché sugli sviluppi sull’idrogeno

È nata Zero Coalition. La Coalizione di oltre 60 aziende nei settori marittimo, energetico, infrastrutturale e finanziario, supportata da governi è impegnata a mettere in servizio navi a zero emissioni commercialmente praticabili a basse profondità alimentate da carburanti a zero emissioni entro il 2030. Snam – unica azienda italiana – ha aderito a Zero Coalition nel giorno in cui ne è stato dato annuncio all’Onu nell’ambito del Climate Action Summit.

La transizione energetica in mare secondo Snam

L’amministratore delegato, Marco Alverà,  ha dichiarato: «Siamo molto orgogliosi di unirci alla Zero Coalition per dare un contributo alla decarbonizzazione del settore marittimo…Snam è fortemente impegnata in iniziative concrete per il trasporto sostenibile su strada, su rotaia e via mare, promuovendo l’uso del biometano e del bioLNG nonché gli sviluppi sull’idrogeno».







Snam è la principale utility regolata del gas in Europa. Da oltre 75 anni realizza e gestisce infrastrutture sostenibili e tecnologicamente avanzate che garantiscono la sicurezza energetica. Opera in Italia e, tramite partecipate, Austria (TAG e GCA), Francia (Teréga) e Regno Unito (Interconnector UK). È tra i principali azionisti di TAP (Trans Adriatic Pipeline) ed è la società maggiormente coinvolta nei progetti per la realizzazione dell’Energy Union.
Dal 2001 è quotata sul mercato azionario italiano nell’ indice FTSE MIB della Borsa Italiana.

Le emissioni delle navi: i dati Ue

Per la Ue, sono 940 milioni le tonnellate di Co2 prodotte dallo shipping commerciale ed incidono per il 2,5% sulle emissioni totale di gas serra. Certo, il contributo al riscaldamento globale e di molto inferiore a quello del trasporto su auto e camion privati, ma – e sono in pochi a saperlo – le grandi navi emettono altri inquinanti come l’Ossido d’azoto e di zolfo che rappresentano per porti e città portuali una considerevole fonte di inquinamento.

Zero Coalition vuole dare seguito con azioni concrete alle intenzioni dell’International Maritime Organization (IMO): ridurre di almeno il 50% le emissioni annue globali di gas a effetto serra nel trasporto marittimo entro il 2050, nell’ottica di arrivare il prima possibile nel corso di questo secolo, a una totale eliminazione delle emissioni. I membri della coalizione si impegnano a promuovere il varo di navi a zero emissioni entro il 2030 e a favorire lo sviluppo di fonti di energia pulite secondo un principio di neutralità tecnologica.

In Zero Coalition il gotha del marittimo

Nata su iniziativa dell’organizzazione non profit Global Maritime Forum, Zero Coalition include importanti aziende dell’intera catena del valore del trasporto marittimo, oltre che associazioni come Friends of OceansWorld Economic Forum. Tra i soggetti firmatari, oltre a Snam, figurano Moller Maersk, Vestas, Lloyds, Siemens Gamesa, Unilever, i porti di Anversa, Rotterdam,  Vancouver, China Navigation Company. L’iniziativa è supportata, tra gli altri, anche dall’UNCTAD, l’organizzazione dell’Onu per il commercio e lo sviluppo, e da Irena, l’agenzia internazionale per le energie rinnovabili.

 














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