I piani di Sacmi per digitalizzarsi e crescere nel packaging

di Gaia Fiertler ♦︎ La storica cooperativa di Imola (quasi un miliardo e mezzo di giro d’affari) è leader in packaging, imbottigliamento e macchine per ceramica. Servizi di assistenza remota, manutenzione preventiva e predittiva sono le nuove sfide del Gruppo. L’adesione al competence center Bi-Rex

Sacmi: pressa a iniezione per preforme in Pet (polietilene tereftalato) che, una volta soffiate, diventano bottiglie. Nella macchina entra Pet ed esce una preforma (ovvero una specie di provetta) che, successivamente scaldata e soffiata da un’altra macchina, dà origine alla comune bottiglia in Pet

In Sacmi il digitale si sperimenta e si applica a tutto tondo per stare al passo con il paradigma di Industria 4.0, che sta cambiando i connotati alla manifattura globale. In questo viaggio nella trasformazione digitale vedremo le azioni e le ricerche che questa azienda sta sviluppando nella direzione di un approccio innovativo alla fabbrica, alla supply chain e ai nuovi modelli di business. Ad esempio, con il nuovo Sacmi Innovation Lab, una struttura dedicata allo sviluppo e alla diffusione delle nuove tecnologie abilitanti 4.0; quindi attraverso un nuovo approccio al Customer Service, trasversale rispetto ai clienti e ai mercati e orientato all’offerta di servizi di assistenza remota, manutenzione preventiva e predittiva. Un’azienda manifatturiera, in definitiva, sempre più orientata allo sviluppo di piattaforme di servizi, nella logica smart factory, e non solo all’offerta di macchine e impianti produttivi. Packaging in Sacmi vuol dire macchine e impianti per tappi, preforme, soffiaggio e riempimento, labelling.

Accanto, una divisione che sviluppa e commercializza soluzioni per la lavorazione, il packaging primario e secondario, l’incarto del cioccolato e altri prodotti dell’industria dolciaria. Nel suo complesso, le attività legate al packaging contribuiscono a oltre il 30% del fatturato del Gruppo guidato da Giulio Mengoli1,256 miliardi di euro nel 2019 – che opera con 80 società di produzione e servizio in 30 Paesi del mondo. Insieme a Marchesini, Ima, Nordmeccanica, il Gruppo Sacmi è infatti tra le realtà più rappresentative di questo comparto, che è una colonna portante della manifattura italiana. L’altro core business, che contribuisce al 70% delle vendite di Sacmi, è la fornitura di macchine e impianti completi per ceramica, per i quali è il primo fornitore a livello mondiale.







Con oltre cento anni di storia, fondata nel 1919 come cooperativa di fabbri e meccanici, negli anni Ottanta e Novanta Sacmi, il cui attuale presidente è Paolo Mongardi cambia volto, diversificando il proprio business che, dalle tradizionali forniture per ceramica e dalle macchine per tappi a corona, si estende alla produzione di capsule in plastica e preforme, linee complete di imbottigliamento e labelling e macchine per l’industria cioccolatiera. Negli stessi anni fanno il proprio ingresso in azienda soluzioni innovative dal punto di vista dell’automazione, della robotica e della meccanica di precisione. Ora la sfida è sul digitale.

 

La strategia digitale di Sacmi

Macchina della famiglia CCM (Continuous Compression Moulding) per la stampa di capsule da caffè

«Oggi la leadership si mantiene con un insieme di “prodotto e servizio” al passo con i tempi. Sul fronte del prodotto, nelle nostre macchine la capacità di progettazione meccanica si integra sempre più con un’elettronica che corre alla velocità con cui la vediamo avanzare nel nostro quotidiano», racconta Giuseppe Lesce, direttore Ufficio Brevetti, Finanza Agevolata e Public Affairs di Sacmi Imola, dal 1988 in azienda, attuale presidente di Federmacchine e per sei anni presidente di Ucima, l’associazione di categoria dei produttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio. «Poco più di trent’anni fa si passava dai relè ai Plc», prosegue Lesce, «non c’erano neppure i personal computer: oggi chi non ha uno smartphone in tasca? Nei macchinari per il packaging l’evoluzione è stata simile. Sul fronte del servizio, sono numerose le attività che si svolgono da remoto grazie alla connettività delle macchine, che dispongono già di sistemi di autodiagnostica e supporti per la manutenzione predittiva, grazie a una sensoristica evoluta e a protocolli di comunicazione ad alta capacità di trasporto dati. Un approccio – precisa Lesce -che va tuttavia accompagnato dallo sviluppo di precise competenze e know-how, in sostanza da un vero e proprio governo della trasformazione digitale».

Proprio per indirizzare il profondo cambiamento in corso, il Gruppo Sacmi ha avviato una serie di azioni sia a livello organizzativo sia sul piano degli investimenti, riuniti in un “Pacchetto per l’innovazione”, in modo da promuovere uno sviluppo digitale sistemico. Tra i passaggi più rilevanti degli ultimi anni, la costituzione di una nuova Divisione Customer Service e dell’Innovation Lab, concepiti in modo trasversale a supporto delle Divisioni e delle società Sacmi. Un percorso accompagnato anche dall’acquisizione di società specializzate in simulazione e sviluppo di hardware e software digitali, nonché dal potenziamento della ricerca applicata, sviluppata sia all’interno dell’azienda sia in collaborazione con le Università, in una logica di ecosistema industriale e digitale.

 

Customer Service per i servizi digitali

Sacmi: pressa rotativa continua per tappi in plastica per bevande (velocità massima 1.000/minuto). Nella macchina entra plastica, ad esempio polietilene, ed esce un tappo a vite, come quelli comunemente usati per le bottiglie in Pet (polietilene tereftalato) per acqua

Nel 2018 il Gruppo Sacmi costituisce la nuova divisione Customer Service, con un approccio trasversale ai diversi business e con la volontà di mettere a sistema le competenze e le strutture già presenti nel proprio Global Network. Pacchetti innovativi di assistenza, capaci di estendersi anche oltre la vita utile della macchina e dell’impianto, e nuovi servizi da remoto (ricambi, assistenza e sempre di più, recentemente, servizi completi di avviamento impianti a distanza) sono solo un aspetto di un nuovo modo di intendere la progettazione e l’offerta di macchine e impianti. Già oggi, e ancora di più in futuro, le macchine Sacmi integrano nativamente dispositivi capaci di ricevere ed elaborare la mole di informazioni sullo stato di funzionamento, sulla diagnostica preventiva e predittiva, su un monitoraggio a 360° delle performance dell’impianto e della linea produttiva.

Un approccio che non trascura il parco macchine installato, decine di migliaia di impianti nel mondo ancora perfettamente funzionanti e produttivi, se pure sviluppati ante Industria 4.0. «Per quest’ultimo target», spiega Giuseppe Lesce, «devono essere studiate soluzioni personalizzate, per favorire la competitività e offrendosi come partner per la digitalizzazione». In questa logica integrata e proattiva, Sacmi di recente ha adottato la piattaforma Space (Sacmi Portal for Aftersales and Customer Service Excellence), una nuova interfaccia completa per collegare gli utenti con i centri di assistenza, che forniscono anche formazione e servizi amministrativi, oltre alla ricambistica.

 

Manutenzione da remoto, ma anche preventiva e predittiva

Sacmi: pressa per tappi a corona per la parte metallica e non la guarnizione (6.000/minuto).Nella macchina entra un foglio di lamiera (comunemente tin free steel, verniciato e laccato) che la pressa trancia e sagoma per dare origine alla tipica forma del tappo a corona. Un’altra macchina completa il tappo, stampando la guarnizione

Ai servizi tradizionali oggi si aggiungono teleassistenza, anche nella modalità della realtà aumentata, e altrettante modalità evolute per la formazione tecnica sugli impianti da remoto, in un’ottica di supporto strategico a tutti i business e le società del Gruppo. «La manutenzione preventiva è particolarmente apprezzata dalle aziende che hanno picchi stagionali di produzione, durante i quali non potrebbero permettersi improvvisi fermi macchina. Il controllo da remoto si è inoltre rivelato cruciale nel periodo del lockdown», aggiunge Lesce. Ovviamente, per farsi trovare pronta di fronte a un cambiamento di tale portata, Sacmi lavora su questo tema da molti anni.

«Abbiamo sviluppato i primi studi su questi temi una decina di anni fa con l’Università di Bologna: connettività delle macchine e raccolta dati sul loro funzionamento, per monitorare gli impianti e intervenire sulle macchine anche da remoto. Già alla fine degli anni Novanta alcuni tra i nostri stessi clienti ci facevano notare come, nel futuro, si sarebbe verificata una rivoluzione nel modo di concepire le tradizionali forniture. Il cliente si occupa di design, sviluppo prodotto, commercializzazione. Il fornitore di tecnologia deve pensare a tutto il resto. In quegli anni sembrava fantascienza, eppure, siamo andati esattamente in quella direzione», commenta Lesce.

 

Innovation Lab, open platform dell’innovazione

Giuseppe Lesce, direttore Ufficio Brevetti, Finanza Agevolata e Public Affairs di Sacmi Imola

Sin dal 1989, anno della fondazione ad Imola del Centro Ricerche Sacmi, il Gruppo opera in una logica di collaborazione con le Università e i centri di ricerca del territorio. Con la costituzione di Sacmi Innovation Lab e con l’adesione al consorzio Bi-Rex (competence center nazionale 4.0 con capofila l’Università di Bologna), tale logica è stata messa a sistema, nella direzione dell’innovazione collaborativa, aperta all’ecosistema delle imprese del territorio. Le attività dell’Innovation Lab, in particolare, si concentrano sullo sviluppo di sistemi innovativi per il digital manufacturing per migliorare la qualità dei prodotti e l’efficienza produttiva, sia attraverso simulazioni digitali con i digital twin, sia attraverso tecnologie abilitanti sviluppate anche in collaborazione con laboratori esterni. Primo interlocutore è l’Università di Bologna, cui Sacmi mette a disposizione macchine avanzate per la ricerca applicata e per i test su nuovi materiali anche da parte di aziende esterne. Quindi le collaborazioni con il consorzio Crit e con i laboratori Intermech, Mister, T3 Lab della rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna, per il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese del territorio.

Sacmi è tra le aziende capofila di diversi progetti cofinanziati dall’Unione europea (programma Horizon 2020) e del primo bando finanziato dal Mise sull’utilizzo industriale e strategico dei big data, intelligenza artificiale, deep learning, machine learning, blockchain e sulla cybersecurity. Nell’ambito della partecipazione a Bi-Rex, Sacmi ha anche espresso la presidenza del consorzio con Domenico Bambi, già direttore della Divisione Quality & Process Control del Gruppo e uscito dall’azienda ad aprile 2020 per pensionamento. Due, insieme a Innovation Lab, le ulteriori realtà parte del “Pacchetto per l’innovazione” Sacmi: Protesa, centro di eccellenza sulla simulazione progettuale, e Iprel, società specializzata in hardware e software per il digitale. «Per noi è fondamentale il concetto di innovazione collaborativa. Non si innova da soli, bisogna fare squadra e guardare all’ecosistema industriale, oltre a quello digitale. Abbiamo tante eccellenze in Italia che sui mercati rischiano di disperdersi, rispetto alla forza dimensionale e contrattuale dei competitor, in particolare tedeschi», commenta Lesce

 

Here, il software Sacmi per la supervisione di fabbrica

Le attività dell’Innovation Lab, in particolare, si concentrano sullo sviluppo di sistemi innovativi per il digital manufacturing per migliorare la qualità dei prodotti e l’efficienza produttiva, sia attraverso simulazioni digitali con i digital twin, sia attraverso tecnologie abilitanti sviluppate anche in collaborazione con laboratori esterni

Alcuni anni fa Sacmi ha sviluppato e lanciato sul mercato Here, un “supervisore” di fabbrica evoluto e digitale, che monitora flussi e processi e che, grazie all’attività dell’Innovation Lab e delle società dedicate, si è arricchito di funzioni di diagnostica predittiva, di Warehouse management system (Wms) per la gestione dei magazzini e dei prodotti e di simulazioni con il digital twin. Sono in corso anche le prime iniziative di additive manufacturing per la fase di etichettatura (labelling) nel beverage, con la possibilità di personalizzare in tempo reale l’etichetta. Attività di frontiera che si affiancano, per business specifici, a metodologie di ricerca più tradizionali su stampi industriali, nel rispetto delle vigenti normative di sicurezza e in attesa di un nuovo sviluppo delle potenzialità della stampa 3D.

 

Innovazione continua per mantenere il primato

Senza ricerca applicata e innovazione continua non si va lontano. Un concetto ben noto in Sacmi impegnata, negli ultimi anni, ad accelerare in modo deciso sul paradigma Industria 4.0, che ha ulteriormente rivoluzionato l’approccio alla produzione e al mercato. Ad oggi, sono macchine Sacmi quelle che realizzano la quasi totalità dei tappi a corona nel mondo (90%) e una su due le chiusure delle bottiglie in plastica. Due terzi dei produttori cinesi di beverage hanno installato macchinari Sacmi per la produzione dei loro tappi, e decine di aziende hanno cercato di copiarli, senza successo. ll Gruppo ha una forte presenza anche nel continente africano, con tre filiali dedicate, in modo particolare, all’ambito Closures-Beverage (tappi e imbottigliamento).

Così, dal laboratorio Closures di Sacmi, costituito da 40 persone altamente specializzate, escono uno o due tappi nuovi a settimana, realizzati su misura per il cliente, per un totale di oltre mille tipologie di chiusure realizzate fino a oggi e una gamma completa di macchine (le presse a compressione Ccm) capaci di realizzare oltre 2mila capsule al minuto. Fondamentale è inoltre l’attività di “validazione” offerta dal laboratorio, certificato dai principali player globali del settore: i clienti hanno così la possibilità di testare i propri campioni di tappi direttamente in Sacmi, personalizzando le soluzioni e testandone in anticipo la validità, prima dell’industrializzazione.

 

Il mercato non è ancora maturo per la servitizzazione dell’industria

Area Sacmi Imola

Sebbene si parli di integrazione di filiera e di “servitizzazione” dell’industria, di fatto sul mercato si riscontra ancora una certa reticenza a condividere i propri dati di produzione con la filiera e, a monte, con il fornitore delle macchine. Un quadro che non sfugge ai responsabili Sacmi: «Anche se c’è un rapporto di grande fiducia e una precisa contrattualistica, i clienti mostrano giustamente cautela nel mettere a disposizione i propri dati sensibili. Un conto, infatti, è programmare interventi di assistenza e manutenzione da remoto, anche preventiva o predittiva, quando questo è richiesto dal cliente che mantiene il pieno controllo delle proprie reti aziendali e dei flussi di informazioni; altro conto è pensare a uno scambio continuo di dati, dalle macchine connesse del cliente al cruscotto del fornitore del servizio. I vantaggi sarebbero enormi per il cliente in termini di costi, tempi e competenze e il fornitore darebbe un servizio ad alto valore aggiunto, ma ci sono ancora tutta una serie di variabili da considerare e soppesare. Siamo solo all’inizio di questo percorso», precisa Lesce.

Ad ogni modo, la direzione di marcia pare tracciata e, nel tempo, si andrà sempre più verso la fornitura di servizi digitali completi e complessi anche da parte dei costruttori di macchine. Da qui gli investimenti di Sacmi anche nell’uso strategico dei big data e per integrare nell’offerta di macchine sistemi di visione sempre più precisi e accurati, insieme a una sensoristica ad hoc per le diverse tipologie di impianti, settori ed esigenze produttive.

 

Due core business e una doppia diversificazione

Giulio Mengoli, direttore generale Gruppo Sacmi

La ceramica rappresenta da sempre il core business di Sacmi, che ha diversificato già dalla fine degli anni Ottanta con le macchine per i sanitari. Anche in questo settore l’azienda ha anticipato l’innovazione introducendo le prime soluzioni robotizzate, sia per la smaltatura sia per la produzione di articoli sanitari e di stoviglieria. In ambito ceramico, Sacmi realizza i propri forni, stampi, presse per ceramica, decoratrici digitali tra Sassuolo e Imola, ma unità produttive sono anche in Cina, per ragioni logistiche e di mercato. La produzione delle macchine per tappi (Closures) resta l’altro core business, che Sacmi mantiene saldamente in Italia sia a livello produttivo, sia di Ricerca&Sviluppo: «Le nostre macchine sono gioielli di meccanica, di cui custodiamo gelosamente in Italia la produzione. I due terzi dei produttori cinesi di chiusure comprano da noi le macchine dalla fine degli anni Novanta, quando la distribuzione di bevande è entrata in Cina», racconta Lesce. L’intero processo del packaging, che negli anni Duemila ha aggiunto il beverage e il chocolate a seguito di alcune acquisizioni importanti (fra tutte Carle&Montanari, Opm e Fima), si svolge in Italia.

A Imola, dove c’è l’headquarter, si realizzano le macchine per i tappi e preforme; a Parma si producono quelle per il beverage (soffiatrici e riempimento); a Verona quelle per l’etichettaggio e a Piacenza vengono assemblati i bracci robotici per l’automazione avanzata del Gruppo (con la società Gaiotto che, da produttore di robot, nel tempo si è evoluta in system integrator che opera anche sul mercato). In tutto Sacmi ha oltre 4.600 dipendenti nel mondo, di cui 1.100 nella sola sede produttiva di Imola. Di questi, quasi 400 sono soci della cooperativa, che è la forma societaria del Gruppo, mai cambiata sin dalla sua fondazione, nel lontano 1919. «Nasciamo come cooperativa di fabbri che lavoravano il metallo e le lavorazioni meccaniche sono rimaste una nostra passione», osserva Giuseppe Lesce. «Negli anni migliorare il modo di produrre ci ha permesso di guadagnare in competitività e, quindi, in quote di mercato e innescare dei circoli virtuosi in particolare in quei settori dove abbiamo il primato mondiale, come il vasto mondo dei prodotti in ceramica (piastrelle e sanitari) e quella nicchia del variegato mondo del packaging che è rappresentato dalle chiusure per bevande».














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