Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle aziende manifatturiere venete e non avete mai osato chiedere

di Lara Agostini ♦ Con una storica vocazione all’apertura internazionale, il distretto di Verona coniuga un variegato assortimento di specificità manifatturiere con gli elementi più avanzati della trasformazione digitale in ambito commercio, logistica e distribuzione. A che punto siamo? Trend e prospettive in uno studio che sarà presentato al  convegno “Made in Italy, Made in Digital” organizzato da Sap Italia a Verona il 24 maggio

L’articolo, a cura di Lara Agostini  – Docente di Gestione Aziendale e Sviluppo Prodotto, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei sistemi industriali (DTG)- è una sintesi delle evidenze di un progetto di ricerca condotta dalla stessa università.

Quali sono i trend in atto nella trasformazione di business delle medie e medio-grandi imprese veronesi? Come si contestualizzano nella congiuntura di sviluppo del territorio? E quali sono le prospettive a tendere? Sono questi i temi investigati nella ricerca che l’Università degli Studi di Padova ha condotto nell’ambito del progetto “Made in Italy Made in Digital: viaggio nell’eccellenza italiana” promosso da SAP Italia. La ricerca ha coinvolto 10 imprese tra i 20 e i 500 milioni di Euro di fatturato operanti nel territorio veronese e ha investigato, attraverso studi di caso, il percorso di innovazione del modello di business e il ruolo delle tecnologie in tale trasformazione.







Il distretto veronese: un contesto economico poliedrico e molto caratteristico

Verona è un’area storicamente caratterizzata da un’industria vivace, variegata e con una forte tendenza agli scambi commerciali con l’estero, anche grazie a una piattaforma logistica leader in Europa e un’infrastruttura capace di attirare investimenti delle grandi aziende multinazionali. Tra queste, Aldi, catena di supermarket tedeschi, che ha aperto nel 2018 la sede operativa per l’Italia a Verona presso il Quadrante Europa e un centro di distribuzione a Oppeano, nel basso veronese, e Zalando, gigante dell’eCommerce, che si è insediata a Nogarole Rocca con un hub logistico per velocizzare le spedizioni nel Sud Europa che dovrebbe essere pronto entro la prima metà del 2019.

 

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Aldi, catena di supermarket tedeschi, ha aperto nel 2018 la sede operativa per l’Italia a Verona

Le aziende della distribuzione industriale sono arrivate a pesare il 35% sul fatturato totale delle società di capitale presenti a Verona. In particolare, le aziende che si occupano di distribuzione legata all’automotive e all’agrifood rappresentano rispettivamente il 22% e il 21% del giro d’affari complessivo delle aziende della distribuzione. Del restante 58%, il 18% è rappresentato dalla Gdo e il 34% distribuzione industriale non agrifood. Il terziario e i servizi stanno, quindi, avendo uno sviluppo notevole, e si affiancano allo zoccolo duro della produzione industriale che nell’ultimo trimestre del 2017 cresce del 2,59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che rimane ben diversificata in specializzazioni produttive differenti, quali il meccanico, il chimico, l’alimentare, la moda, il cartario e il legno, per citarne alcuni. Ne deriva, pertanto, un contesto poliedrico e molto caratteristico, anche rispetto al resto del Nord-Est, fatto di un settore agricolo leader in ambito europeo, un settore manifatturiero eterogeneo in cui spiccano molte eccellenze e un terziario specializzato nella logistica e nel commercio all’ingrosso, oltre che nella finanza.

 

Analisi delle esportazioni dei componenti del settore manifatturiero di Verona (Fonte: Confindustria Verona su dati ISTAT)
I plus dell’economia locale

A livello di crescita, logistica, calzaturiero, commercio (all’ingrosso e al dettaglio) e alimentare sono i settori che registrano i dati più significativi; a livello nazionale, il distretto veronese del vino appare particolarmente competitivo, posizionandosi al sesto posto della classifica sull’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali italiane stilata da Intesa Sanpaolo in base alle performance di crescita e reddituale misurata da un indicatore che riassume lo stato di salute dei distretti per evoluzione del fatturato, delle esportazioni e della redditività. In questo caso, l’andamento del fatturato è stato trainato per lo più dalle straordinarie performance conseguite sui mercati esteri. E’ anche interessante notare come il distretto dei dolci e pasta veronesi si trovi al quinto posto per diffusione delle imprese giovanili e femminili.

L’apertura verso l’estero

La tendenza ad essere trainati dalla domanda estera pervade molti settori in area veronese che hanno fatto l’inevitabile scelta di aprirsi ai mercati internazionali per affrontare la ripresa ed elevare la competitività e la capacità innovativa. Tale apertura internazionale ha fatto di Verona la quinta tra le province italiane per interscambio manifatturiero e da sola rappresenta quasi il 20% dell’export regionale. D’altro canto, come anticipato, Verona si distingue nel Veneto e in ambito nazionale anche per l’attrattività dei confronti di flussi di investimenti esteri che arricchiscono il territorio non solo da un punto di vista strettamente economico, ma anche culturale e manageriale. Sul fronte import, Verona è la quarta provincia d’Italia, dopo Milano, Roma, Torino, complice la sua posizione strategica di accesso al mercato italiano. A conferma del desiderio di sfruttare a pieno tali potenzialità, è stato attivato un hub multilingue, Invest in Verona, per supportare le aziende che vogliano localizzarsi con la propria impresa a Verona.

 

Posizionamento tra le province italiane per export (Fonte: Camera di Commercio di Verona e ISTAT)

 

La trasformazione digitale nelle imprese venete

Sulla base di una survey condotta a livello nazionale da parte del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei sistemi industriali dell’Università di Padova (Roberto Filippini e Lara Agostini) in collaborazione con Considi e M31 alla fine del 2017, emerge che il 70% delle aziende venete hanno approcciato con interesse il tema e, di queste, il 20% ha intenzione di adottare le tecnologie che rientrano nell’ambito di Industria 4.0, mentre il 50% l’ha già fatto, anche in modo rilevante (22,4%), come mostra il grafico sottostante.

 

 

Conoscenza e adozione delle tecnologie I4.0 (Fonte: elaborazione propria da survey)

 

 I benefici attesi riguardino in primis l’efficienza dei processi produttivi e la riduzione dei costi interni all’azienda, ma un ruolo importante gioca anche il desiderio di offrire un miglior servizio al cliente. Il 20% delle aziende che hanno indicato il cambiamento del modello di business tra i principali benefici attesi sembra meno rilevante, ma se si considerano la consapevolezza e il livello di cambiamento che il business model innovation richiede, allora il dato diventa molto significativo. Avere benefici fiscali viene indicato da una quota sensibile di aziende, ma non rappresenta il motivo principale che pare spingere le aziende ad adottare tecnologie legate al 4.0.

 

I benefici attesi dalle aziende con l’adozione del 4.0

Entrando nel merito degli studi di caso, emerge con forza che tutte le aziende, a prescindere dalla dimensione, dal settore, dal modello di business, interpretano la trasformazione digitale con l’obiettivo di aumentare l’efficienza interna massimizzando al contempo il servizio al cliente. Pertanto, le aziende vedono nelle tecnologie digitali un supporto fondamentale per aumentare il proprio vantaggio competitivo e, nel corso degli utili anni, hanno avviato dei progetti dedicati che sembrano delineare un percorso coerente con il contesto in cui si trovano ad operare. Ne deriva uno scenario imperniato su 4 principali trend, che andiamo a esaminare.

La digitalizzazione della logistica interna

Dopo l’introduzione del picking con codice a barre, diventato praticamente uno standard, si stanno susseguendo una serie di innovazioni basate sulle tecnologie digitali. Un esempio è l’utilizzo del tag RFID, che, consentendo l’identificazione precisa e rapida dei materiali, facilita operazioni tipicamente onerose, quali quelle inventariali. Inoltre, questi sistemi permettono la geolocalizzazione, contribuendo così alla tracciabilità dei materiali che va assumendo un valore sempre crescente in settori particolari, primo tra tutti l’alimentare. Tornando ai sistemi di picking, gli sviluppi hanno riguardato non solo l’introduzione di terminali per identificare il percorso più breve da seguire all’interno di aree di stoccaggio anche molto estese, ma anche del light-picking, ossia di luci per facilitare gli interventi di prelievo o deposito di oggetti negli scaffali, o, ancora più recente, del voice-picking, basato nella trasformazione delle righe dell’ordine in comandi vocali nella lingua dell’operatore che viene guidato all’interno della zona di stoccaggio.

 

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Esempio di RFID device

 

Soluzioni più radicali riguardano la creazione di magazzini automatizzati che, oltre alla tracciabilità dei prodotti, permettono anche di aumentare lo stoccaggio a parità di spazio a disposizione, mettendosi così nelle condizioni di rispondere alle richieste dei clienti in modo più tempestivo. Infine, guardando al magazzino nella sua totalità, si stanno implementando soluzioni di WMS (Warehouse Management System) in grado di gestire in maniera ottimizzata l’intero processo di magazzino, dall’accettazione del materiale fino alla spedizione. Si basano su piattaforme web che integrano in un unico strumento l’organizzazione di spazi, materiali e operazioni. Permettono di integrare le singole soluzioni tecnologiche descritte sopra e di integrarsi, a sua volta, con i gestionali aziendali, in perfetta ottica 4.0.

 

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Una stazione ergonimica di picking (courtesy Incas)

 

Centralizzazione, sistematizzazione e sicurezza del dato

In un contesto di costante crescita della varietà di prodotto e di ampliamento dei mercati serviti, con conseguente dislocazione e moltiplicazione di filiali e/o centri di distribuzione per migliorare il servizio al cliente, il rischio della proliferazione e dispersione di dati viene menzionato tra le principali criticità. A tal proposito, le aziende hanno avviato progetti mirati a centralizzare i dati provenienti dai diversi dipartimenti interni in data warehouse che puliscono, standardizzano e organizzano i dati. Uno step ulteriore è dato dall’integrazione tra i sistemi di data warehouse e i gestionali aziendali, a formare gli ERP data warehousing. In contesti in cui l’aspetto commerciale è primario, avere un database unico per tutti i prodotti con le relative caratteristiche permette di tenere sempre sotto controllo i consumi, le giacenze, i costi, il margine operativo, avendo così a disposizione una sorta di conto economico statistico a livello di prodotto/articolo.

I benefici di queste soluzioni sono diversi: la possibilità di creare dei livelli di modifica e accesso a dati diversi in base al ruolo ricoperto in azienda; il rispetto normative legate alla privacy che impattano molto sulla gestione del dato e anche la verifica dei requisiti richiesti per ottenere e mantenere fede alle certificazioni; il controllo sull’operato di agenti, commerciali e distributori; lo sviluppo di una logica CRM-oriented. Questi benefici sono perseguiti anche attraverso la progressiva migrazione dell’infrastruttura IT in cloud, con gli obiettivi, tra gli altri, di azzerare i rischi di perdita dei dati, disporre di backup ridondanti, avvalersi di servizi per il Disaster Recovery e la Business Continuity ed eliminare la necessità di aggiornamenti.

Sviluppo di portali a supporto della relazione cliente-fornitore

Una terza tendenza riscontrata nei casi analizzati consiste nella creazione di portali con differenti funzioni. La prima rappresenta portali per dare ai clienti B2B la possibilità di inserire i propri ordini accedendovi con una login. Questa soluzione permette di ricevere gli ordini in formato standard sebbene da più fonti, evitando il data entry manuale e avendo già a sistema gli ordini sulla cui base può partire in automatico la produzione o la preparazione dell’ordine stesso. Per incentivare l’uso delle piattaforme per gli ordini, alcune aziende stanno offrendo dei servizi aggiuntivi ai clienti B2B, quali la possibilità di visualizzare delle statistiche legate agli ordini precedenti, cioè cos’hanno comprato, quando, a che prezzo, condizioni e status dei pagamenti. Lo stesso principio vale per gli agenti o i commerciali che lavorano per l’azienda e si servono del portale per effettuare gli ordini dei propri clienti e possono avere a disposizione una piccola business intelligence a proprio uso. Questo permette di massimizzare l’efficienza dei commerciali dando loro tutte le informazioni necessarie per trovarsi nelle migliori condizioni di lavoro. Inoltre, la disponibilità di un catalogo digitale con tutte le informazioni relative alle diverse varianti di prodotto contribuisce a ottimizzarne l’efficacia; per questo la centralizzazione dei dati menzionata nel punto precedente diventa un antecedente fondamentale per poter disporre di informazioni complete, corrette e sempre aggiornate che si traducono in un miglior servizio al cliente.

Customizzazione e modularità delle soluzioni digitali

Non si può pensare che tutte le soluzioni siano appropriate per qualsiasi realtà, anzi, le aziende evidenziano come i fattori contingenti determinino la soluzione più appropriata e non il viceversa, cioè non può essere la tecnologia a comportare dei cambiamenti nella natura dell’azienda o nel modo di fare business, a meno che non sia voluto. Questo è il motivo per cui il punto di partenza dovrebbe sempre essere un’attenta riflessione sulla visione aziendale e sulla strategia a medio-lungo termine, per evitare investimenti incauti e cambiamenti nel modello di business non ponderati. Una volta tracciate le linee guida strategiche, una roadmap evolutiva delle tecnologie digitali può supportare in modo efficace il perseguimento degli obiettivi di business, valutando gli impatti dell’adozione di determinate tecnologie e la capacità di presidiarle.

Su tale base, è prassi comune adattare le soluzioni standard disponibili sul mercato alle specifiche esigenze con il supporto di sviluppatori interni o società esterne. Ciò che ne deriva sono soluzioni sviluppate su misura per seguire le caratteristiche distintive delle aziende, come ad esempio l’organizzazione del marketing (single-level vs multi-level), la rotazione del personale, il tipo di logistica, per citarne alcune. Generalmente, le imprese abbracciano una soluzione di base, nella maggior parte dei casi un gestionale, per poi sviluppare dei progetti satellite calati sulle singole realtà in base alle priorità strategiche, con l’intento finale di giungere ad una completa integrazione. Tale approccio risulta sicuramente più congeniale ad aziende anche medio-piccole che hanno la necessità di frazionare gli investimenti e quindi di pianificare ancor meglio tutti gli step del processo di trasformazione digitale. Come si è detto questi trend e gli scenari evolutivi che ne scaturiscono saranno discussi il 24 maggio a Verona nell’ ambito dell’iniziativa SAP.

 

Lara Agostini, curatrice della ricerca, sarà tra i relatori dell’evento Sap di Verona

 

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“Made in Italy, Made in Digital” a Verona

A Verona il 24 maggio l’evento SAP Italia si svolgerà a Rocca Sveva di Cantina di Soave, un borgo medievale che Cantina di Soave ha trasformato in un centro di eccellenza vinicola. Parteciperanno Giorgio Adami, Vicepresidente di Confindustria Verona per la competitività territoriale, Vicepresidente Speedhub, Presidente Adami Autostrasporti Spa; Lara Agostini, Docente di Gestione Aziendale e Sviluppo Prodotto, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei sistemi Industriali dell’Università di Padova; Michele Bauli, Presidente Confindustria Verona, Presidente Speedhub, Presidente Bauli Spa; Lucio Lamberti, Professore di Marketing Multicanaleal Politecnico di Milano, School of Management; Jacopo Pertile, Co-founder di Azzurro Digitale; Andrea Pernigo, CFO Just Italia; Salvatore Bellomo, Docente di Strategia CUOA Business School – Università di Padova; Vincenzo Bua, ICT Manager Morato Pane; Adriano Ceccherini, General Business Sales Director di SAP Italia; Gianni Potti, Presidente CNCT Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici Delegato Industria 4.0 Confindustria Veneto e Presidente della Fondazione Comunica. L’appuntamento avrà inizio alle 09.00. Per informazioni fare riferimento alla segreteria organizzativa SAP Made in Italy, Made in Digital: segreteria.madeinitaly@hi-comm.it ,Tel. 02 7002533. Per registrarsi per l’appuntamento di Verona, cliccare qui. Per informazioni sui successivi appuntamenti, a Bologna e Napoli, del roadshow di Sap, si può vedere l’articolo di  Industria Italiana qui.

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