Produzione metalmeccanica 2019 in calo del 3%. Italia ultima in Europa

La flessione più pesante si riscontra per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e in particolare per l’automotive che ha perso circa il 10%

Il 2019 appena concluso è stato l’annus horribilis per l’industria metalmeccanica italiana: con la produzione in flessione del 3% rispetto all’anno precedente, il nostro Paese è il peggiore in Europa, subito dopo la Spagna. Questi sono alcuni dei dati più allarmanti emersi dell’Indagine congiunturale sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 153ª edizione, condotta da Federmeccanica e Amma. E l’effetto Coronavirus, con le conseguenti misure restrittive e di contenimento sanitario adottate, fa sfumare le prospettive di un 2020 in ripresa.

«Questa nuova indagine congiunturale –commenta Alberto Dal Poz, Presidente Federmeccanica – cade in un momento estremamente critico per l’economia italiana. Alla debolezza congiunturale si è sommata un’emergenza inaspettata, che può avere effetti devastanti. Alle conseguenze produttive ed economiche immediate derivanti dal blocco di moltissime attività dirette e indirette per gestire l’emergenza, si aggiunge un grave danno reputazionale per l’Italia e le sue imprese. Alcuni paesi esteri stanno bloccando i flussi di prodotti, cancellano incontri con commerciali o chiedono improbabili certificazioni virus-free solo perché siamo italiani. Per evitare conseguenze irreversibili è indispensabile ritornare subito alla normalità. Al momento è difficile quantificare gli effetti negativi che comunque, inevitabilmente, ci saranno nell’intera economia e in particolare per il settore metalmeccanico»







Le informazioni che derivano dall’indagine, condotta presso le imprese metalmeccaniche prima della diffusione del Covid-19, già non lasciavano prevedere un miglioramento a breve della congiuntura settoriale. Le scorte di materie prime e di prodotti finiti risultavano in eccesso rispetto alle esigenze aziendali, il portafoglio ordini evidenziava un peggioramento così come le attese occupazionali a sei mesi prevedevano un ridimensionamento del numero di occupati. Alla luce della diffusione del Coronavirus, è sempre più difficile quantificare gli effetti negativi che inevitabilmente ci saranno per l’intero comparto.

La produzione metalmeccanica in Italia 2018-2018. Fonte Confindustria su dati Istat

Nello specifico, per il 2019 i cali più pesanti si sono registrati per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e per l’automotive che ha perso circa dieci punti di produzione. In particolare, è stato l’ultimo trimestre dello scorso anno che ha visto una maggiore contrazione, con i volumi di produzione diminuiti dell’1,3% rispetto al precedente trimestre e del 4,6% nel confronto con l’analogo periodo del 2018.

«La situazione che sta vivendo il settore metalmeccanico a Torino come in tutta Italia – sottolinea Giorgio Marsiaj, Presidente Amma – richiede da parte di tutti noi grande senso di responsabilità. Dobbiamo innanzitutto mantenere i nervi saldi per superare questa grave 2 emergenza e intanto continuare a lavorare con impegno e serietà per rafforzare le nostre imprese, in modo da renderle in grado di affrontare con successo la transizione tecnologica che stiamo attraversando. Se essa è, da un lato, tra le maggiori cause della crisi del nostro settore anche prima della diffusione dell’epidemia, dall’altro può rivelarsi una grande opportunità di sviluppo. Tutta l’Italia oggi soffre. Dobbiamo essere e dimostrarci più che mai uniti e far fronte comune. Noi metalmeccanici possiamo reagire stringendo ulteriormente i legami di filiera, grazie ai quali anche le aziende più piccole possono diventare più resilienti dal punto di vista produttivo e finanziario».

Portafoglio ordini produzione metalmeccanica. Fonte Confindustria

Una situazione particolarmente grave, considerando anche le difficoltà dell’industria metalmeccanica europea dove la maggiore economia, la Germania, ha ridotto, sempre con riferimento al quarto trimestre 2019, i volumi di produzione dell’8,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Complessivamente gli attuali livelli di produzione in Italia risultano inferiori del 27,6% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008) e, nel confronto con i principali paesi dell’area Ue, risultano in ultima posizione, superati anche dalla Spagna.

Le dinamiche produttive emerse dall’analisi sono state determinate oltre non solo dall’andamento della domanda interna, ma anche da una diminuzione delle esportazioni, che nell’ultimo trimestre dell’anno passto hanno registrato una contrazione in valore dell’1,0% rispetto allo stesso periodo del 2018 con cali maggiori verso la Germania (-2,6%) e la Francia (-1,8%) e, tra i Paesi extra comunitari, verso la Cina (-5,2%) e la Turchia (-8,6%). Con riferimento al fattore lavoro si evidenzia, nel 2019, una diminuzione degli occupati nella grande industria dell’1,3% e un incremento delle ore autorizzate di Cig del 64,1%.














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