Primavera anticipata per la produzione industriale italiana

Dopo un dicembre con il segno meno, il 2020 inizia con un +1%. Merito soprattutto dalla domanda interna dei consumi, più vigorosa

palazzo confindustria
Sede di Confindustria, Viale dell' Astronomia, Roma

Un inizio anno con il segno più davanti per la produzione industriale italiana che, dopo aver chiuso il 2019 con un dicembre a -1,1%, ha recuperato, segnando un timido +1% in questo mese di gennaio (ma -1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). In particolare il sostegno verrebbe soprattutto dalla componente interna della domanda, specie dai consumi.

Sicuramente non sono numeri da capogiro quelli rilasciata dal Centro Studi Confindustria, ma lasciano comunque intravedere un miglioramento, soprattutto se paragonati a quelli del quarto trimestre 2019, quando l’attività era diminuita dello 0,8% congiunturale, in peggioramento dal -0,6% rilevato dall’Istat nel terzo. La variazione acquisita nel primo trimestre è di +0,3%, e gli ordini in volume aumentano in gennaio dello 0,5% su dicembre (-0,2% su gennaio 2019).







Produzione industriale. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Indagine Rapida

«La dinamica dell’attività nei due mesi di rilevazione è stata estremamente volatile, come frequentemente accade a causa della particolare distribuzione delle giornate festive tra dicembre e gennaio – sottolineano dal Centro Studi Confindustria – In periodi di domanda bassa (come quello attuale) sono frequenti le chiusure aziendali per “ponte”, che non vengono colte dai programmi di destagionalizzazione, che invece fanno riferimento ai giorni lavorativi ufficiali».

Atteggiamento positivo da parte degli imprenditori manifatturieri: secondo le indagini compiute da Viale dell’Astronomia, l’indice di fiducia è salito a 99,9, massimo da agosto – da 99,3 – grazie a migliori prospettive sugli ordini, sull’andamento dell’economia italiana e sulla produzione. Inoltre, per il secondo mese consecutivo è aumentata anche la fiducia dei consumatori (indice a 111,8 da 110,8). In particolare sono migliorati gli indicatori legati alle decisioni di spesa (giudizi sui bilanci familiari, opportunità all’acquisto di beni durevoli).

 

Produzione industriale. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Indagine Rapida

Sono invece ancora deboli gli investimenti, soprattutto a causa dell’incertezza sul fronte estero. Nonostante il rimbalzo di gennaio, nella media degli ultimi due mesi l’attività comunque è rimasta sostanzialmente stabile. La diminuzione nel quarto trimestre (-0,8%), più marcata rispetto a quella rilevata nei mesi estivi (-0,6%), pone dei rischi al ribasso sull’andamento del Pil a fine 2019, rispetto alla stagnazione precedentemente prevista. Il trimestre in corso, invece, parte con un acquisito positivo (+0,3%) e, stando agli indicatori anticipatori, potrebbe registrare il primo incremento trimestrale dall’inizio del 2019. Non è escluso che si sia superato il punto di minimo.














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