Pichetto Fratin, Mase: le rinnovabili sono ancora indietro, puntiamo sul metano, rigassificatori a tutto gas
di Barbara Weisz ♦︎ L'audizione di Gilberto Pichetto Fratin sulle linee guida del dicastero dell'Ambiente e dell'Energia contiene una serie di utili spunti sulla politica energetica del Governo Meloni e sul tema dell'energia riferito alle industrie. Viene riconosciuto che le rinnovabili sono ancora indietro e inadeguate, e si vuole puntare tutto sul metano. L'Italia potrebbe essere un hub europeo del gas e, oltre a Piombino, si vogliono costruire e rivitalizzare più rigassificatori possibili. Il progetto di una filiera industriale del metano. E sul Pnrr...
«Per raggiungere elevati livelli di indipendenza energetica nazionale, è necessario un percorso di crescita esponenziale delle fonti rinnovabili». Ma questa è una strategia che richiede tempi lunghi, e nel frattempo bisogna gestire una fase di transizione caratterizzata, fra le altre cose, dall’emergenza energetica alimentata dalla guerra in Ucraina. La strada individuata: «ricorrere al vettore energetico fossile più pulito, ovvero il gas metano». Sono le parole con cui Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha sintetizzato davanti alle commissioni Ambiente di Camera e Senato le linee guida del suo dicastero in materia di energia. Nel corso delll’audizione Fratin ha toccato anche gli altri temi fondamentali legati all’ambiente, dal dissesto idrogeologico al climate change alla biodiversità, e ha sottolineato la centralità del Pnrr su questi fronti (il Mase gestisce 34,7 miliardi nell’ambito della Missione 2 del Pnrr ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ e deve raggiungere 89 milestone e target europei, la quota più importante del piano italiano). Ci soffermiamo in particolare sui programmi relativi all’energia, senza dimenticare alcune indicazioni fornite anche sull’economia circolare che sono di interesse per le imprese.
Sicurezza energetica
L’Italia, ricorda il ministro, «produce solo il 25% dell’energia di cui necessita, il restante 75% viene importato da Paesi esteri, sotto forma di gas, prodotti petroliferi e carbone». Su questi numeri hanno impatto le politiche degli ultimi 20 anni che sulle rinnovabili hanno raggiunto livelli «apprezzabili» ma «non sufficienti», ma soprattutto hanno portato a una drastica riduzione della produzione nazionale di idrocarburi. La guerra in Ucraina ha indicato con chiarezza i rischi legati alla eccessiva dipendenza da un unico fornitore. L’Italia ha reagito velocemente adottando strategie di diversificazione («nuovi accordi di approvvigionamento di Gnl, per oltre 10 miliardi di mc), l’entrata in esercizio dei rigassificatori di Piombino e Ravenna «è un passo fondamentale per poter affrontare con maggiore serenità l’inverno 2023–2024», bene anche le misure di controllo della domanda e il pinao di riempimento degli stoccaggi di gas, supportato dal contributo di Gse e di Snam.
Il target prioritario della politica di diversificazione resta la «decarbonizzazione del sistema energetico», e questo coinvolge sia il gas sia l’elettricità.
Italia hub europeo del gas
Grazie alla centralità nel Mediterraneo, l’Italia può diventare un Hub europeo del gas, con vantaggi per i consumatori finali e per la competitività del sistema industriale. I passaggi previsti, oltre ai già citati rigassificatori di Piombino e Ravenna:
• incremento della capacità dei rigassificatori esistenti (Panigaglia-La Spezia, Livorno e Porto Viro_Rovigo),
• raddoppio del Tap (Trans adriatic pipeline),
• mantenimento, ammodernamento e ampliamento degli impianti nazionali di stoccaggio di gas:
• ipotesi di due nuovi rigassificatori a Gioia Tauro e Porto Empedocle;
• il completamento della Linea Adriatica (sottolineiamo che sul portale di Snam è in consultazione pubblica fino al prossimo 20 gennaio 2023 il progetto integrativo per questa infrastruttura);
• programma di aumento della produzione di gas nazionale: il decreto Aiuti quater, attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge, contiene misure per aumentare la produzione di 2 miliardi di mc annui da mettere a disposizione del settore industriale, a prezzi più equi rispetto a quelli di mercato, tramite procedure di approvvigionamento di lungo termine gestite dal Gse.
Elettricità e rinnovabili
Per quanto riguarda l’elettrico, «accanto allo sviluppo di nuovi elettrodotti e al potenziamento degli esistenti per garantire l’eliminazione delle strozzature nella rete, è fondamentale, come confermato da Terna, un forte investimento sui sistemi di accumulo (idrico ed elettrochimico), che renderanno possibile lo sfruttamento dell’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, eolici on-shore, le tecnologie con il più basso costo specifico, nonché dell’eolico off-shore e delle altre fonti rinnovabili».
Sul fronte delle rinnovabili, il Governo intende:
accelerare sull’individuazione da parte di Regioni e Province Autonome delle aree idonee all’installazione di impianti,
velocizzare le procedure autorizzative (come previsto dagli accordi UE),
concludere il lavoro sul decreto FER2 «che disciplina gli incentivi alle fonti e alle tecnologie non ancora pienamente mature o con costi elevati di esercizio come la geotermia, il solare termodinamico e il biogas»,
prevedere un nuovo decreto FER «per continuare l’incentivazione delle tecnologie più mature e con costi fissi bassi o comunque suscettibili di sensibile riduzione, come eolico e solare»,
sostenere la tecnologia dell’agrivoltaico;
investire nelle comunità energetiche: qui ci sono 2,2 miliardi di euro nel Pnrr, ed è in consultazione pubblica il decreto di incentivazione.
Innovazione nel settore energia
Un ruolo di primo piano è previsto per la mobilità sostenibile, che si declina attraverso il trasporto elettrico e la capillarità delle stazioni di ricarica, ma anche pensando all’idrogeno e ai biocarburanti. «Sarà data priorità allo sviluppo di tecnologie per l’elettrificazione dei consumi, per l’efficienza energetica dei processi e dei prodotti industriali, per la riqualificazione energetica degli edifici, anche grazie al supporto della ricerca svolta dall’Rse
(Ricerca sistema energetico) e dall’Enea».
Sull’idrogeno, l’obiettivo è di creare una filiera industriale, soprattutto per i settori hard to abate (dove occorre sostituire gas naturale per ridurre le emissioni di CO2): il punto di partenza, ricorda il ministero è «il progetto “Hydrogen Valley”, finanziato con i fondi del Pnrr, e il supporto fornito dal Mase alla ricerca e sviluppo dell’intera filiera (produzione-distribuzione-stoccaggio-utilizzo)».
In generale, l’Italia deve sfruttare al meglio le «consolidate competenze scientifiche e industriali» in ambiti come i sistemi di accumulo, le reti elettriche intelligenti (smart grid), i materiali avanzati. Prosegue la partecipazione a progetti per lo sviluppo delle tecnologie per la fusione nucleare (Programma internazionale Iter e Programma europeo Eurofusion), e per gli impianti nucleari di quarta generazione e dei reattori modulari SMR (Small Modular Reactors).
Economia circolare e trasferimento tecnologico
Sono due argomenti cari alle imprese. C’è un generico impegno a sostenere maggiormente trasferimento tecnologico e innovazione al servizio delle imprese, in particolare per rafforzare le filiere industriali del settore green. Un esempio, sottolinea Pichetto Fratin, è «la Gigafactory di Catania (progetto di Enel Green Power, ndr), per la produzione di moduli fotovoltaici fino ad una capacità nominale di 3 GW/anno, che l’investitore sta pensando di raddoppiare». E ci sono dati e progetti sull’economia circolare, forti dei numeri del Sistema Paese nel settore: l’Italia è «leader per il tasso di utilizzo circolare dei materiali pari 21,6%, a fronte di una media europea del 12,8% ed è al vertice della classifica degli Stati membri dell’Unione europea per tasso di riciclo di tutti i rifiuti, urbani e speciali con il 67,5% a fronte del 40,9% della Germania». La crisi delle materie prime rappresenta uno stimolo a proseguire in questa direzione. Fra le altre cose, il ministro intende assicurae il pieno utilizzo della «regolamentazione End of Waste per lo sviluppo di un mercato circolare con particolare riferimento alle filiere dell’edilizia, del tessile, dei Raee (Rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) e delle plastiche». Sullo sviluppo tecnologico del riciclo meccanico e chimico delle plastiche è prevista una strategia nazinale. «In quest’ottica vanno lette le misure finanziate nella legge di bilancio per il 2023 come il credito d’imposta per l’acquisto di materiali riciclati provenienti dalla raccolta differenziata o il rifinanziamento del Programma sperimentale Mangiaplastica».
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