Mediobanca: il Covid ha dato una spinta a websoft, gdo e industria alimentare

L'impatto su colossi petroliferi, produttori di mezzi di trasporto e gruppi della moda è stato duro, con riduzione a doppia cifra di ricavi, margini, investimenti e occupazione

L’Area Studi Mediobanca ha preso in esame i bilanci di 200 multinazionali con fatturati superiori ai 3 miliardi di euro per analizzare l’impatto del Covid sui vari settori e nelle diverse aree geografiche. Queste aziende nel 2020 hanno generato ricavi complessivi per 8.300 miliardi, mediamente in calo del 3.1% rispetto al 2019.

Analizzando i dati è però evidente come ci siano evidenti differenze a livello settoriale. Se Gdo, alimentare, websoft ed elettronica crescono, i colossi petroliferi, i produttori di mezzi di trasporto e i gruppi della moda hanno visto dei cali a doppia cifra dei fatturati, fatto che si è riflesso su investimento e occupazione.







Nello specifico, i gruppi del websoft sono quelli che vanno meglio con +19,5%, seguiti a distanza dalla gdo (+8,5%), dall’alimentare (+7,9%), dall’elettronica (+5,4%) e dalle case farmaceutiche (+3,0%). Le telecomunicazioni e l’industria dei pagamenti digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%), mentre sono in sofferenza i colossi dell’Oil&Gas (-32,9%), i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della moda (-17,3%) e dell’automotive (-12,1%).

A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell’area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe; avanzano le cinesi (+11,2%), mentre le impresse europee hanno subito il contraccolpo più pesante (-14,5%), in particolare in Italia (-29,0%) per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’high tech.

Mediamente in calo anche il risultato operativo (Mon), che flette del 14,9% sul 2019, per le forti difficoltà dei produttori di aeromobili (ebit negativo), Oil&Gas (-84,6%), Moda (-47,9%) e Automotive (-41,5%). A doppia cifra l’incremento della redditività per WebSoft (+24,7%), GDO (+18,4%) ed Elettronica (+16,9%).

Calano anche investimenti, con un -2,0% sul 2019), con importanti flessioni per le multinazionali della moda (-30,6%), i produttori di aeromobili (-26,4%) e i colossi dell’Oil&Gas (- 25,3%) che hanno reagito alla crisi posticipando i loro progetti per poterli riproporre in futuro in uno scenario normalizzato. In forte progressione gli investimenti delle WebSoft (+32,3%), seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%) e delle case farmaceutiche (+10,1%). Queste ultime evidenziano anche un incremento del +4,8% nelle spese di ricerca e sviluppo. Aumentano anche gli investimenti dei gruppi dell’elettronica (+6,7%), dell’alimentare (+6,1%) e delle telecomunicazioni (+2,3%).

Nonostante l’importante contrazione nel numero di ore lavorate nel 2020, la generale adozione di misure volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e la ripresa economica in Cina hanno evitato un crollo generale del numero degli occupati a livello mondiale. La forza lavoro delle maggiori multinazionali è in leggero aumento rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all’espansione dei propri volumi d’affari. Escludendo questo settore, dominato dai colossi statunitensi e cinesi, la forza lavoro complessiva diminuirebbe mediamente dell’1,3%. I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al – 0,9%, i gruppi italiani al -4,0%.

Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019. In corsa le multinazionali dell’Elettronica (+41,9%) e le WebSoft (+37,4%). L’annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l’Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta. In calo a doppia cifra le performance di Borsa per i produttori di aeromobili (-25,6%), per i colossi dell’Oil&Gas (-13,9%) e per le multinazionali delle Bevande (-10,1%)














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