Masmec: meccatronica made in Bari punta su e-car, idrogeno e biomedicale anti-Covid

di Filippo Astone e Rossana Lacala ♦︎ L’azienda barese, con un fatturato da 35 milioni, ha saputo ricalibrare la sua offerta anche a causa della pandemia da Covid: ha affiancato allo storico business automotive quello del biomedicale tramite la piattaforma di liquid handling Omnia. Piccolo viaggio in un'azienda innovativa nata e cresciuta in un territorio finora mal raccontato. La società guidata da Daniela Vinci fa parte dell'Ocg del Cluster fabbrica intelligente e contribuisce a indirizzarne la nuova Roadmap su tre Linee di Intervento

Masmec linea d'assemblaggio

Investe tra il 15% e il 20% del fatturato in ricerca e sviluppo. È nata a Bari più di 30 anni fa come azienda di progettazione per poi specializzarsi nella realizzazione di macchine automatiche personalizzate per l’assemblaggio e il test di componenti automotive, quali iniettori, cambi, frizioni, motori, pompe e molti altri ancora. E punta a ritagliarsi uno spazio di primo piano nell’area delle tecnologie legate all’elettrico e all’idrogeno.

Ma non basta. Le competenze acquisite nel campo della robotica e delle tecnologie di precisione hanno permesso alla società barese la svolta verso il biomedicale, senza mai abbandonare la vocazione originaria in ambito automotive. Una scelta risultata decisiva nell’era della grande crisi del Covid-19, quando un prodotto decennale, la piattaforma di liquid handling Omnia, è stato riconfigurato per correre in aiuto dei tanti laboratori diagnostici impegnati fino all’inverosimile nell’analisi dei tamponi oro-faringei.







È la carta di identità di Masmec, una media impresa familiare (fondata dall’ingegnere Michele Vinci, oggi guidata dalla figlia Daniela) da 35 milioni di giro d’affari, che dimostra come l’innovazione sia l’unica strada per creare valore sempre, anche nei momenti di crisi, come l’attuale. Masmec quotidianamente è impegnata ad affrontare due sfide: la prima, una produzione personalizzata; la seconda, la valorizzazione delle competenze e la centralità dell’uomo, dentro il perimetro aziendale e all’esterno. Sfide che ne fanno, non da oggi, una protagonista nell’ambito del Cluster Fabbrica Intelligente, e non solo perché siede nel suo Organo di Coordinamento e Gestione (Ocg), ma perché come raccontiamo in questo articolo, contribuisce a indirizzarne la nuova Roadmap su tre Linee di Intervento (LI): sistemi per le produzioni personalizzate (la LI1), valorizzazione delle persone (LI13), sistemi di produzioni evoluti e resilienti (LI 15). Lo abbiamo raccontato più nel dettaglio in un articolo specificamente dedicato al posizionamento e al contributo di Masmec alla Roadmap, articolo che potete leggere QUI.

Investimenti in R&S, partnership con Poli Milano, progetti su elettrificazione

Daniela Vinci, ad Masmec

Una percentuale altissima, dunque, quella investita da Masmec in R&D perché, come dice Daniela Vinci: «La ricerca è una leva strategica centrale per individuare tempestivamente i trend emergenti e anticipare la domanda del mercato globale, aprendo strade nuove». Proprio grazie alla ricerca l’azienda ha potuto diversificare nel settore biomedicale ad esempio e, d’altro canto, accompagnare i cambiamenti dell’industria automotive. «Siamo di fronte a una profonda riconfigurazione dello scenario – racconta l’imprenditrice – e l’elettrificazione è una delle partite più importanti. Avevamo colto già qualche anno fa i primi segnali del declino di benzina e diesel e da allora abbiamo investito nell’acquisizione del know-how che oggi ci permette di affiancare diverse multinazionali che stanno puntando sulla produzione di pacchi batteria».

Tra le altre iniziative, Masmec ha avviato una collaborazione col Politecnico di Milano (altro associato del CFI, ndr) per un banco di prova moduli batterie e delle celle a combustibile. Se si chiede a Daniela Vinci quali siano i progetti aziendali sul fronte dell’idrogeno la risposta è netta: «Stiamo lavorando per essere in grado di offrire soluzioni d’eccellenza per il test nel campo dell’elettrificazione. È l’occasione per conquistare una competenza distintiva in un mercato in cui su altri fronti, penso per esempio all’assemblaggio, paesi come la Cina hanno raggiunto l’Italia e la Germania».

Le prospettive di fatturato di Masmec per il 2020 risentono ovviamente della pandemia Covid-19, che ha avuto anche dei risvolti inaspettati: «Stimiamo la divisione Automotive un po’ in calo a causa della contrazione della domanda – spiega Daniela Vinci – e viceversa la divisione Biomed in crescita più rapida rispetto al piano industriale, con un contributo del 18% al fatturato annuo». Questo perché la minaccia del coronavirus ha fatto esplodere gli ordini per apparecchiature per la diagnostica di laboratorio e Masmec ha messo a punto una versione ad hoc della propria piattaforma Omnia.

La piattaforma Omnia, meccatronica oggi preziosa per l’analisi dei tamponi

Momento di formazione in Masmec. Momento di formazione in Masmec. L’azienda quotidianamente è impegnata ad affrontare due sfide: la prima, una produzione personalizzata; la seconda, la valorizzazione delle competenze e la centralità dell’uomo, dentro il perimetro aziendale e all’esterno. Sfide che ne fanno, non da oggi, una protagonista nell’ambito del Cluster Fabbrica Intelligente

Vinci sottolinea: «Omnia è nata dieci anni fa come sistema per l’estrazione automatica degli acidi nucleici (DNA e RNA) da diverse sostanze organiche. Quando si è iniziato a parlare di Covid, mio padre e il team di specialisti Masmec hanno pensato che si potesse velocizzare il lavoro dei laboratori implementando sulla piattaforma il protocollo per estrarre l’RNA dai tamponi e prepararlo alla fase successiva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2». Il vantaggio è l’abbattimento dei tempi, perché Omnia processa 24 campioni (numero che raddoppierà con i prossimi upgrade) nello stesso tempo in cui un operatore riuscirebbe a processarne solo uno, riducendo inoltre i rischi e la probabilità di errore connessi alla metodica manuale. Dice Vinci: «Da marzo siamo tempestati dalle richieste di acquisto per questa piattaforma, complice il fatto che sia così flessibile da poter operare con diversi kit di reagenti. I luoghi di destinazione vanno dalla Puglia alle regioni settentrionali all’estero, con una produzione che ha ormai superato le cento unità».

Oltre ai macchinari per i laboratori, la divisione biomedicale di Masmec progetta e realizza anche sistemi di navigazione per la radiologia interventistica e la chirurgia, un filone particolarmente sfidante. Sulla scorta dei navigatori delle auto, i ricercatori Masmec sono partiti da una domanda: come arrivare nel corpo umano a raggiungere un target attraverso la via più sicura e breve? La soluzione sta in sistemi basati sull’imaging 3D e su tecniche di realtà virtuale. Questi acquisiscono le immagini TC o di risonanza magnetica e, a seconda dei casi, le fondono anche con le immagini ecografiche in tempo reale. Intanto, il corpo del paziente, su cui sono stati applicati dei sensori, viene ricostruito virtualmente su uno schermo. Dunque il chirurgo può individuare facilmente il punto su cui intervenire e la traiettoria migliore per raggiungerlo con lo strumento operatorio, come un ago per biopsia o per termoablazione. «Con questa guida si può intervenire con più efficacia, minori rischi e minore invasività rispetto alla metodica tradizionale», fa notare Daniela Vinci. Che aggiunge: «Abbiamo cominciato con le applicazioni per la radiologia interventistica per poi arrivare alla neurochirurgia e alla chirurgia spinale e continuiamo a sviluppare nuove funzionalità, anche accogliendo gli spunti di chi opera sul campo, come i medici dell’Istituto Besta di Milano e dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce».

 

Tra competenze meccatroniche del territorio pugliese (ricco ma mal raccontato) e filiere di collaborazione

Masmec produzione Omnia. Omnia processa 24 campioni (numero che raddoppierà con i prossimi upgrade) nello stesso tempo in cui un operatore riuscirebbe a processarne solo uno, riducendo inoltre i rischi e la probabilità di errore connessi alla metodica manuale

Bari, Lecce, Milano… La storia di Masmec incentrata sulla ricerca è anche una storia intessuta di collaborazioni. A partire da quelle con un territorio, quello barese, sicuramente poco e mal narrato dal punto di vista della sua tradizione manifatturiera. «In effetti il rapporto col territorio è stato un fattore decisivo. I primi grandi insediamenti industriali risalgono agli anni ’60 e hanno dato vita a un indotto solido e ramificato, nell’ambito della meccanica prima e della meccatronica dopo. Marelli e Bosch, per esempio, sono stati tra i nostri primi clienti e ci hanno anche spinti a mettere a fuoco una nuova logica di filiera che definirei non verticale», racconta Vinci.

Masmec sembra dimostrare in concreto che la catena globale del valore non è quella che concepisce un rapporto gerarchico tra cliente fornitore, col cliente che distribuisce sempre più a valle il rischio. Tutt’altro, secondo Vinci: «Una volta che si sono maturate delle competenze molto forti in un settore – come ieri in quello degli iniettori nel nostro caso – si viene considerati più un partner che un puro fornitore: il cliente guarda a noi come a un interlocutore che può affiancarlo sin dallo stadio iniziale di ideazione del prodotto e offrirgli quel know-how di cui ha bisogno per definire efficacemente il proprio processo produttivo. Oggi lo stesso fenomeno si ripete nel campo dell’elettrificazione. Sono moltissimi i casi in cui il cliente ci chiede di collaborare in fasi sempre più a monte fino a un vero e proprio co-engineering, riconoscendoci un plus di competenza di cui può beneficiare. Si tratta di mettere a frutto competenze sul prodotto, ma anche sul processo; in questo le tecnologie di I 4.0 ci vengono in aiuto per contribuire a creare ulteriore vantaggio competitivo. Anche per questo insisto sulla ricerca: è un lavoro che dobbiamo portare avanti ogni giorno per poter essere competitivi anche domani».














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