Masmec 2/Riconfigurabilità come paradigma del manifatturiero intelligente

di Rossana Lacala ♦︎ L'azienda delle famiglia Vinci porta il suo contributo alla Roadmap dell'innovazione del Cluster Fabbrica Intelligente su tre linee di Intervento, che rispecchiano perfettamente il suo approccio industriale e strategico: sistemi per le produzioni personalizzate (LI1), valorizzazione delle persone (LI3) e sistemi di produzione evoluti e resilienti (L15). Ed è un contributo alimentato dalla continua osservazione del reale. Proprio la piattaforma Omnia (oggi usata per la cura del Covid) è un’ottima base per comprendere come nella produzione personalizzata si possano introdurre sistemi evoluti e resilienti. Per quanto riguarda la valorizzazione e crescita delle skill, oltre agli investimenti vanno segnalate collaborazioni con i Politecnici di Milano e Bari e con l'ITS Cuccovillo, tra i primi nella graduatoria nazionale. E...

Masmec piattaforma Omnia per Covid. Masmec piattaforma Omnia per Covid. La piattaforma Omnia è un’ottima base per comprendere come nella produzione personalizzata si possano introdurre sistemi evoluti e resilienti

L’approccio di Masmec trova corrispondenza in quanto il Cluster Tecnologico Fabbrica Intelligente va scrivendo nella nuova versione della Roadmap. La storia tra l’azienda dei Vinci e CFI non è di oggi e sposa la visione dell’innovazione indirizzata dalla Roadmap attraverso i tre pilastri della Fabbrica Intelligente del futuro: Tecnologie, Competenze e Sostenibilità.

«Cinque anni fa, quando il CFI era nato da neanche un anno – ricorda Vinci – abbiamo incontrato l’allora Presidente Gianluigi Viscardi e ci siamo associati. Sono stata membro dei Gruppi tematici  tecnico scientifici (GTTS) nella stesura della prima Roadmap; per poi diventare conponente dell’Organo di Coordinamento e Gestione (OCG) attualmente presieduto da Luca Manuelli. Certo l’attività nel GTTS è più stimolante per chi sta sul campo, mentre nell’OCG si fa un’attività più di indirizzo strategico. Detto questo portiamo il nostro contributo su tre Linee di Intervento (LI) della Roadmap dell’Innovazione: sistemi per le produzioni personalizzate (LI1), valorizzazione delle persone (LI3) e sistemi di produzione evoluti e resilienti (L15). Ed è un contributo alimentato dalla continua osservazione del reale».







La piattaforma Omnia è un’ottima base per comprendere come nella produzione personalizzata si possano introdurre sistemi evoluti e resilienti. O come spiega Vinci: «Sistemi flessibili e riadattabili, che vengono concepiti per processare non più un solo prodotto ma intere famiglie. La riconfigurabilità è un po’ un paradigma del manifatturiero intelligente. Si può fare un paragone con i mattoncini Lego e immaginare le macchine come insiemi di unità-base, che possono essere riassemblate e riconfigurate velocemente al variare del tipo e del volume della produzione. Questo vale sia nell’automotive, dove il cliente vuole gestire il proprio investimento in maniera sostenibile nel tempo, sia nel campo medicale. Omnia docet, proprio per la sua capacità di automatizzare un ventaglio di applicazioni, che vanno dalla diagnosi di malattie genetiche alla ricerca di DNA e RNA legati a infezioni batteriche o virali».

Ed ecco che riconfigurabilità diventa tema trasversale: perché se da un lato ‘restituisce’ sostenibilità, dall’altro ‘richiede’ competenze. «Dietro a un prodotto custom-made ci sono sia competenze settoriali molto solide che competenze trasversali: bisogna saper ascoltare e interpretare i bisogni del cliente e lavorare in team multidisciplinari per mettere a punto soluzioni ad hoc dal punto di vista hardware e software». Che si tratti di una piattaforma personalizzabile per il laboratorio o di un sistema di assemblaggio per un componente automotive, tutti i sistemi high-tech richiedono skill di alto profilo.

La matrice della roadmap serve da linea guida per la messa a punto di quella che potremmo definire: «Una control tower della supply chain. È una concreta e progressiva messa a terra di una business intelligence adatta a governare meglio i cambiamenti: quelli volontari, di solito in arrivo dal cliente, così come quelli involontari, ovvero determinati da situazioni avverse qual è il Coronavirus. La control tower aiuta a scegliere i cambiamenti anche attraverso simulazioni

A caccia di skill dal Sud al Nord e viceversa

Masmec progettazione linea automotive

In fatto di competenze umane Masmec è onnivora. Il primo vivaio di giovani preparati a cui l’azienda guarda con interesse è rappresentato da Università e Politecnici. Dice Vinci: «Ricordo che mio padre lamentava molto la carenza di quel bagaglio minimo di conoscenze che consentisse a un neolaureato di rispondere alle necessità dell’industria. Oggi posso dire con orgoglio che questo ostacolo mi sembra superato: la collaborazione delle imprese con l’Università e il Politecnico di Bari, per esempio, permette agli studenti di acquisire delle competenze spendibili più facilmente nel mondo del lavoro e di formarli anche attraverso stage in azienda. In Masmec ospitiamo spesso laureandi e neolaureati e offriamo una possibilità di impiego ai più brillanti. È successo per esempio con alcuni dei biologi che sviluppano la piattaforma Omnia, che abbiamo assunto proprio al termine di periodi formativi sul campo».

Un’altra partnership vincente è quella con l’Istituto Tecnico Superiore della Meccatronica “A. Cuccovillo”, tra i primi nella graduatoria nazionale degli ITS, grazie al lavoro della professoressa Lucia Scattarelli. «Abbiamo creduto nella validità di questo istituto fin dalla sua fondazione – racconta l’imprenditrice – e abbiamo voluto esserne soci. Dal 2011 abbiamo offerto agli studenti docenze e tirocini, che permettono loro di acquisire una preparazione teorica e pratica e di osservare tutto il ciclo produttivo, dalla progettazione di una linea alla sua realizzazione. In questi anni abbiamo incontrato molti ragazzi volenterosi e capaci, tanto che circa 40 di loro oggi lavorano in Masmec».

 

La resilienza formato Masmec

Tullio Tolio, docente al Politecnico di Milano e presidente del Comitato Scientifico del Cluster Fabbrica Intelligente, che sta scrivendo la nuova Roadmap dell’Innovazione, a cui Masmec partecipa. La strategia di questa azienda meccatronica rispecchia tre direttrici, della Roadmap dell’Innovazione: sistemi per le produzioni personalizzate (LI1), valorizzazione delle persone (LI3) e sistemi di produzione evoluti e resilienti (L15)

Se la resilienza è la capacità di saper cogliere le occasioni offerte dai momenti difficili, Masmec ha una storia di resilienza a cinque stelle. Nel settore dell’automotive, di fronte al tramonto del diesel e della benzina, sta sviluppando le competenze per giocare ancora da leader tecnologico, stavolta nel campo dell’elettrico. Dice Vinci: «Dobbiamo cavalcare il cambiamento, non esserne sopraffatti. Dobbiamo continuare a imparare e cogliere le opportunità di aggiornamento. Una recente è stata un corso sui temi dell’elettrificazione tenuto da alcuni docenti del Politecnico di Milano appositamente per i nostri tecnici». Un’altra cartina di tornasole per la resilienza è stata la pandemia Covid-19. E non è solo la piattaforma Omnia ad essere la prova. Infatti, oltre al macchinario per i laboratori di diagnostica, il cui primo esemplare è stato donato al Policlinico di Bari dove è stata condotta la messa a punto inziale, Masmec ha allestito anche un sistema per il test delle mascherine.

«Tutto è nato dalla collaborazione con il Politecnico di Bari – spiega Vinci – e dalla voglia di renderci utili durante l’emergenza sfruttando le nostre competenze». L’obiettivo era aiutare le tante aziende tessili del territorio che si stavano riconvertendo per produrre mascherine. «Siamo partiti da un piccolo dispositivo impiegato per le prove di tenuta dei componenti, che consente di rilevare le perdite di aria, acqua o carburante. In una manciata di giorni lo abbiamo adattato ai test di tenuta e filtraggio dei tessuti per le mascherine che abbiamo eseguito per varie imprese desiderose di avviare questo tipo di produzione, una tra tutte Natuzzi. Prossimamente saremo in grado di svolgere tutte e tre le prove necessarie per la certificazione delle mascherine, ma intanto quello che siamo riusciti a fare è stato incredibilmente gratificante per la sua ricaduta sociale. Ci ha guidati il senso di responsabilità e abbiamo rinunciato al compenso per i test, devolvendolo a un’associazione caritatevole». Perché la missione delle Fabbriche Intelligenti nel new normal è anche quella di assolvere alla propria missione di sostenibilità a beneficio della collettività del proprio territorio.














Articolo precedenteRighi Group, la smart factory fra Orogel e Abu Dhabi National Oil comp.
Articolo successivoLa guerra tra Usa e Cina per il predominio economico. L’Europa guarda. E l’Italia…






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui