Radici Group realizza un nuovo impianto per la produzione di meltblown, materiale usato nelle mascherine

RadiciGroup ha annunciato di aver investito 15 milioni di euro nella realizzazione di una linea di produzione dedicata al meltdown, un materiale indispensabile nella produzione di mascherine chirurgiche. il nuovo impianto, in corso di installazione presenta un’elevata produttività e consente di realizzare prodotti con caratteristiche tecniche particolari, non solo in polipropilene, ma anche a base di altri polimeri come poliestere, poliammide e Tpu. Il macchinario si trova all’interno di Tessiture Pietro Radici, società del Gruppo con sede a Gandino (Bergamo), dove sono stati anche effettuati lavori di adeguamento degli spazi.ù

«In piena pandemia è risultata evidente la mancanza di disponibilità di meltblown. Noi stessi continuavamo a ricevere decine e decine di richieste di potenziali clienti: il meltblown è un materiale prodotto in quantità minima in Europa e sicuramente non sufficiente per fronteggiare le esigenze in emergenza sanitaria», ha dichiarato Maurizio Radici, vicepresidente e Coo di RadiciGroup. «Visto che abbiamo una consolidata esperienza nel mondo dei tessuti non tessuti, ci siamo mossi velocemente per capire come sviluppare una filiera made in Italy per i dpi e, appena si è presentata l’opportunità di fare concretamente qualcosa, non abbiamo avuto esitazioni. Riteniamo fondamentale che l’Italia non si faccia trovare impreparata in futuro di fronte a situazioni di emergenza sanitaria. Il nostro Paese dovrebbe avere una propria autonomia nelle filiere di beni essenziali e l’acquisto della nuova linea di meltblown va in questa direzione. Al tempo stesso, rappresenta un investimento per il nostro Gruppo, in quanto questo materiale può trovare molte altre applicazioni tecniche, ad esempio nel settore della filtrazione, presentando prospettive di sostenibilità economica nel medio periodo».







«Grazie a questa nuova linea, installata in Val Seriana, tra le zone più colpite dalla pandemia RadiciGroup diventerà uno dei pochi produttori europei in grado di offrire sia il non tessuto con tecnologia spunbond, già consolidata da anni presso le Tessiture Pietro Radici e utilizzato nelle mascherine come parte esterna e a contatto con il viso, sia di meltblown, che rappresenta il vero e proprio elemento filtrante e protettivo di tutti i tipi di mascherine, da quelle chirurgiche a quelle di protezione individuale, tipo FFP2 e FFP3», commenta Enrico Buriani, ceo di Tessiture Pietro Radici. «Come ordine di grandezza, in termini di capacità, il nuovo impianto sarà in grado di produrre circa 120 tonnellate/mese di non tessuto meltblown, con cui è possibile realizzare circa 170 milioni di mascherine chirurgiche».














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