Il bonus del governo apre le porte della Borsa: attese 160 pmi sull’Aim in tre anni

di Stefano Casini ♦ In arrivo un credito d’imposta per ridurre i costi di consulenza che potrebbe favorire la quotazione al listino junior di Piazza Affari. Parlano Francesco Caio, Stefano Firpo, Anna Lambiase

Come dice la saggezza popolare, «se son rose, fioriranno». Per le piccole e medie imprese il nuovo credito di imposta sul 50% dei costi di consulenza per la quotazione promette di allargare le porte di Piazza Affari. Il “bonus” del governo, in dirittura d’arrivo entro un mese, sulla carta ha i numeri per favorire l’ingresso di almeno 160 matricole in un triennio. Probabilmente, a conti fatti, anche qualche decina in più. Una misura che renderà più agevole e in discesa lo sbarco nel mercato dei capitali per molte realtà, di ogni settore, del nostro settore produttivo e imprenditoriale. Le Attese e le aspettative sono molto alte, e anche il clima economico sembra essere più favorevole e beneaugurante rispetto a qualche tempo addietro. E così la campanella della Borsa inizia a suonare come il richiamo di una sirena.

 







RaffaeleJerusalmi
Raffaele Jerusalmi, C.E.O. di Borsa Italiana S.p.A.

Quotazione, quanto mi costi!

Per una piccola o media impresa quotarsi, nel listino Aim dedicato, costa in media circa 900mila euro. Ciò significa che, in pratica, in molti casi questa cifra può anche arrivare e superare quota un milione di euro. E, anche se la raccolta media di capitali che deriva della quotazione risulta pari a 8,7 milioni di euro per ogni Pmi, quindi marcatamente superiore ai costi sostenuti per accedervi, questi ultimi rappresentano comunque un fardello molto pesante per tante imprese che puntano a Piazza Affari.

 

 

In loro aiuto arriva ora il credito di imposta, previsto dalla legge di Bilancio 2018, che per le Pmi prevede sgravi fino al 50% sui costi di consulenza sostenuti per quotarsi. Dato che le risorse disponibili a copertura del provvedimento, spalmate nel triennio 2018-2020, ammontano a un totale di 80 milioni di euro, e visto che ogni azienda può accedere a sgravi fino a un massimo di 500mila euro, il “Bonus quotazione” a conti fatti in tre anni può favorire l’ingresso di 160, o con buone probabilità anche circa 180 matricole. L’emanazione del Decreto attuativo di questo credito di imposta spetta congiuntamente ai Dicasteri dello Sviluppo Economico, e il ministro Carlo Calenda lo ha già firmato nei giorni scorsi, e dell’Economia, con la firma di Pier Carlo Padoan che dovrebbe arrivare a stretto giro. Per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e diventare legge a tutti gli effetti, entro maggio.

 

Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico

Caio: semplificare l’accesso alla quotazione

«Sul tema della quotazione delle Pmi ci sono due aspetti da sottolineare» rimarca Francesco Caio, attualmente consigliere per le Politiche Industriali per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, già ad e dg di Poste Italiane, in passato in Merloni, Lehman Brothers, Avio e indicato come futuro presidente Saipem : «da un lato, l’attenzione del Governo uscente ad assicurare un contesto normativo che aiuti l’impresa a recuperare capitali non solo dal mondo bancario, che è stato in passato un punto di forza nello sviluppo economico del sistema industriale italiano e che oggi incontra dei vincoli oggettivi. Dall’altro lato, la necessità di semplificare l’accesso alla quotazione delle imprese andando ad abbattere uno dei principali vincoli che è il costo relativo all’operazione». Serve però, secondo Francesco Caio, una consapevolezza anche da parte delle imprese «non solo delle possibilità di un processo di quotazione, ma anche dei vincoli che esso comporta in termini di regole di Governance, che possono sembrare delle “gabbie”, mentre invece devono esser considerate delle opportunità».

 

 

Francesco Caio, consigliere per le Politiche Industriali per la Presidenza del Consiglio dei Ministri al XXXVIII Congresso ANDAF nel 2014

Cosa prevede nel dettaglio il “Bonus quotazione”

La misura si rivolge alle piccole e medie imprese di ogni settore di attività. E forse vale la pena ricordare che la definizione di Pmi, secondo l’Unione Europea, prevede il rispetto dei seguenti parametri: fatturato annuo compreso tra 2 e 50 milioni di euro, o totale annuo di Bilancio compreso tra 2 e 43 milioni di euro, con Unità Lavorative per anno comprese tra 10 e 250. E nel calcolo dei parametri occorre valutare eventuali rapporti di controllo o collegamento societario. Fin qui, i potenziali beneficiari.Ed ecco i benefici nel dettaglio: il credito d’imposta può essere riconosciuto fino a un importo massimo di 500mila euro e fino al 50% dei costi di consulenza sostenuti dal primo gennaio 2018 fino alla data in cui si ottiene la quotazione e, comunque, entro il 31 dicembre 2020.

 

I costi che l’Emittente sostiene per il processo di quotazione sul listino Aim possono essere raggruppati in due macro categorie: costi di consulenza e costi variabili di collocamento. I primi sono espressi in funzione della dimensione e della complessità aziendale e, a prescindere dall’esito dell’operazione, includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di Ipo e supportare la società nel processo di quotazione, tra cui: studio di fattibilità della Ipo; costi di Advisory finanziario per il supporto all’imprenditore nel processo di Ipo; Due diligence (finanziaria e di Business); gestione della Comunicazione finanziaria e delle Investor Relations, Due diligence legale e fiscale. Per il riconoscimento del credito d’imposta, le PMI possono inoltrare, per via telematica, nel periodo compreso tra il primo ottobre dell’anno in cui è stata ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo, un’apposita istanza (l’ndirizzo di posta elettronica certificata a cui inviare la richiesta è dgpicpmi.div05@pec.mise.gov.it).

 

Firpo: un meccanismo premiale per favorire l’entrata in Borsa

«Il Ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico hanno insediato da tempo un gruppo di lavoro sui vari temi di finanza, come i Pir, il Crowdfunding, i mini-bond. In questo contesto si è riusciti a costruire questo provvedimento» sottolinea Stefano Firpo, direttore generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Pmi del ministero dello Sviluppo Economico, con l’idea di «creare un meccanismo premiale per favorire l’accesso alla Borsa delle imprese, anche se per ora abbiamo potuto applicare questa norma solo per le Pmi. Abbiamo cercato di cogliere tutti i costi legati alla quotazione, che per una Pmi su Aim possono raggiungere il milione di euro, per dare un beneficio fiscale che fosse adeguato e tale da rendere effettivamente incentivante questa misura, e da qui è derivato il tetto massimo di 500mila euro».

 

Anna Lambiase a.d. IR Top (2)
Anna Lambiase a.d. IR Top

Lambiase: potranno beneficiarne 180 Ipo in tre anni

Secondo Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top Consulting, Partner Equity Markets di Borsa Italiana e Advisor finanziario per la quotazione delle Pmi sul listino Aim, «ci aspettiamo che il credito di imposta possa stimolare un’ulteriore domanda di quotazione da parte delle piccole e medie imprese italiane che, dal 2009, ha procurato oltre 3 miliardi di euro di capitale alle società. E considerando che ci attendiamo un importo medio sotto la soglia prevista dei 500mila euro, si stima che potranno beneficiare dell’incentivo circa 180 Ipo nel triennio compreso tra 2018 e 2020».

L’economia Made in Italy ha, per tradizione, un fortissimo tessuto di micro-imprese, che contano da uno a nove addetti in totale, mentre «è dai cinquanta dipendenti in su che si riescono a fare economie di scala» rileva Lambiase, per cui «facilitare la quotazione delle piccole e medie imprese ha il più grande obiettivo di aumentare la dimensione media delle nostre aziende. Una crescita e un rafforzamento del tessuto produttivo che porterebbero dei benefici al nostro intero sistema economico».

Ora la palla è nel campo degli imprenditori

Il dado è tratto. Il Decreto attuativo di Mef e Mise dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro maggio. Poi toccherà agli imprenditori e manager delle nostre aziende cogliere queste nuove opportunità e questi vantaggi, compiendo un passo importante: quello di aprire l’azienda a nuovi capitali, nuovi soci, nuove prospettive. Come ha fatto Kolinpharma, ultima matricola in ordine di tempo sbarcata sul listino Aim di Piazza Affari, il 9 marzo scorso. Il suo amministratore delegato, Rita Paola Petrelli, rileva: «la decisione di quotarsi è anche ma non solo una nuova fonte di finanziamento per l’impresa. Significa anche crescere in visibilità sul mercato, in credibilità agli occhi del mondo bancario e finanziario. È il presupposto per uno sviluppo su più vasta scala». Naturalmente, implica regole da seguire diverse rispetto a prima, e maggiori impegni anche in tema di comunicazione e trasparenza verso l’esterno. «Per questo occorre valutare attentamente la qualità degli Advisor che accompagnano nel percorso» fa notare l’amministratore delegato di Kolinpharma, «è questo che può fare la differenza».














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