Lenovo re dei pc (+50%) grazie a grandi imprese e Pa

di Filippo Astone e Marco Scotti ♦︎ La filiale italiana del colosso cinese, guidata da Emanuele Baldi, ha fatto un balzo dimensionale per merito delle vendite al mondo enterprise e Pubblica Amministrazione. In miglioramento anche le attività relative a server e data center, mentre per la controllata Motorola non ci sono ancora progetti nel nostro Paese. Ecco le strategie future e le case history Ducati e Inter

Un tassello importante della trasformazione digitale delle imprese è ancora rappresentato dai pc, che non sono sempre quella “commodity” che qualcuno vuole far sembrare. Lo sanno bene in Lenovo Italia, filiale della multinazionale di origine cinese che ha comprato i pc ThinkPad e poi i server x86 dell’Ibm, e che nello scorso anno fiscale ha fatto crescere del 50% il proprio fatturato soprattutto grazie ai pc venduti al mondo Enterprise, cioé a quelle realtà che superano i mille dipendenti.







Gianfranco Lanci, corporate president e chief operating officer

Il tutto nell’ambito di una multinazionale che cresce senza sosta, che produce un pc su quattro di quelli venduti nel mondo (la quota sale al 26% se si considera la neoacquisita Fujtsu) e, a livello mondiale, ha trasformato il rosso dello scorso bilancio in un utile netto di 597 milioni di dollari. Con un fatturato di ben 51 miliardi di dollari. Il trend di crescita prosegue nel nuovo anno fiscale, con un fatturato di 12,5 miliardi di dollari e un utile netto di 162 milioni di dollari registrati nel primo trimestre fiscale, appena conclusosi. Da quando ha rilevato i ThinkPad da Ibm (ormai quasi 15 anni fa), la multinazionale di origine cinese ha continuato ad accrescere la propria quota di mercato complessiva, superando Hp e Dell e stabilendosi al primo posto. Ha acquistato Motorola – un’azienda incapace di rinnovarsi dopo l’avvento degli smartphone – e l’ha riportata in utile. Ha acquisito i server x86 da Ibm e oggi il gruppo Data Center contribuisce di circa l’11% sul fatturato complessivo, crescendo in modo sostenuto, con un +44% rispetto l’anno scorso. E per il futuro intende far convergere il computing col mondo dell’intelligenza artificiale, dell’IoT e delle soluzioni per Industria 4.0.

Per quanto concerne il nostro paese, Lenovo continua a crescere nel settore delle grandi imprese e della PA, che valgono circa il 70% del suo fatturato e tra le quali ha il 50% di quota di mercato. «Quello su cui stiamo lavorando – ci spiega Emanuele Baldi, amministratore delegato di Lenovo per l’Italia – è il segmento delle pmi, dove al momento siamo intorno al 20%».

Alessandro De Bartolo, Country General Manager di Lenovo Data Center Group per l’Italia, e Emanuele Baldi, amministratore delegato di Lenovo per l’Italia

La strategia di Lenovo in Italia

Nel nostro Paese la principale fonte di business dell’azienda multinazionale di origine cinese rimane il b2b, che vale all’incirca il 70% del fatturato. «L’anno fiscale – prosegue Baldi – si è concluso in utile e con una crescita dei ricavi superiore al 50% grazie alle buone performance del segmento entreprise, dove Lenovo è arrivata ad avere una quota di mercato superiore al 50%. Considerandolo invece nella sua interezza, il 24,5% diventa il 25,6% se si aggiunge la quota di Fujitsu». Da notare, in tutto ciò, come Motorola, che pure sta performando bene a livello mondiale, non abbia ancora avviato una campagna di penetrazione all’interno del settore degli smartphone in Italia (anche se non si esclude che ciò avvenga in futuro).

Come detto, Lenovo ha una quota di mercato intorno al 50% nel mondo enterprise e public. «Va considerato – racconta Baldi – che nella Pa si vendono ancora tantissimi desktop. Non soltanto perché, com’è naturale, ci si aspetta che i dipendenti di un ente lavorino per lo più dalla propria postazione, ma anche per motivi di costo: con i budget sempre più “tirati” e con la necessità di procedere a un refresh tecnologico, il mondo desktop offre soluzioni molto più performanti rispetto ai notebook. E, inoltre, garantisce maggiore sicurezza».

Da notare come l’Italia, pur essendo un Paese non eccessivamente significativo per quanto riguarda i volumi, è la sede del quartier generale di tutta l’area Emea, che comprende Europa, Medio Oriente e Africa. Questo, forse, anche perché il Corporate President della multinazionale è un italiano, Gianfranco Lanci (corporate president e chief operating officer) già al vertice di Acer. Nella sede milanese lavorano quindi 80 persone afferenti all’area Emea e altre 90, divise tra client e datacenter. «Nel mercato italiano – spiega l’amministratore delegato di Lenovo Italia –,sull’area consumer c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Avendo sott’occhio tutto il Vecchio Continente noto delle enormi differenze dal punto di vista della spesa. Nel Nord Europa, infatti, il prezzo medio di un pc venduto all’utente finale è superiore ai 1.000 euro, mentre in Italia è di circa 400 euro. Non solo: il nostro è un Paese con 60 milioni di abitanti dove si vendono due terzi dei pc rispetto al mercato spagnolo, che pure ha meno cittadini. E perché? Perché in Italia si preferiscono gli smartphone mentre si tengono a casa computer vecchissimi e poco performanti».

Yoga, l’ultimo pc di Lenovo

Il mercato dei pc in Italia e in Europa

Il mercato dei pc, in effetti, segna diversi punti contradditori, con un incremento molto significativo delle vendite nella parte b2b e una costante contrazione del segmento consumer, a causa della progressiva diffusione di smartphone sempre più performanti, che finiscono col fare le veci, in tanti casi, dei personal computer per uso privato. Per quanto concerne l’Europa occidentale, il primo trimestre di quest’anno si è chiuso con un incremento del 2,8% su base annua, come riportato dall’ultimo studio di Idc. A trainare il mercato, il segmento commerciale, che ha fatto registrare un +10,7%, mentre la parte consumer ha registrato un calo dell’8,9%. Considerando, invece, tutta l’area Emea – cioè Europa, Medio Oriente e Africa – le consegne di pc nel primo trimestre sono diminuite del 2,7% a quota 17 milioni di unità. Il segmento commerciale ha riportato un incremento del 6%, mentre quello consumer ha accusato una flessione del 12,6%. Tra i costruttori, Hp ha mantenuto il primo posto con 4,9 milioni di pc consegnati nella regione Emea tra gennaio e marzo. Seguono Lenovo con 4,2 milioni di unità e Dell con 2,5 milioni. Fuori dal podio Acer (1,2 milioni) e Asus (1,1 milioni).

Secondo un’analisi di mercato di Context, poi, il fatturato del mercato dei pc ha registrato un valore in Europa occidentale di circa due miliardi di dollari. A spiegare la crescita è l’aumento dei prezzi medi, che ha compensato una sostanziale stagnazione dei volumi di vendita nel 2018 e un lieve calo a inizio 2019.  Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, il prezzo medio di vendita per i pc in Europa occidentale è stato di 622 euro, con un +7% rispetto allo stesso periodo del 2018, quando si era fermato a 582 euro, con un +4% in confronto al 2017. I Paesi che hanno fatto registrare le migliori performance sono Belgio, Italia a Portogallo, che hanno totalizzato, rispettivamente, un +31,8%, +16,6% e +16,4%, mentre Svizzera Olanda e Spagna segnano risultati negativi, seppur di poco.

Le revenue del Gruppo Lenovo. Fonte Lenovo al 31 giugno 2019

La rete di partner

Tornando alla strategia di Lenovo nel nostro Paese, la multinazionale di origine cinese ha scelto di concentrarsi su un ecosistema di partner, lavorando quasi il 100% in modalità indiretta. «Questo – aggiunge Baldi – ci consente di essere presenti sui business partner, su cui investiamo molto in termini di formazione. In questo modo siamo anche molto più partecipi sugli utenti finali senza dover prevedere un lavoro capillare e complicato. Abbiamo 120 top partner, con un meccanismo piramidale che ci consente oltretutto di poter spiegare i nostri prodotti in maniera eccellente. Facciamo moltissima formazione anche perché altrimenti il rischio è di “vendere ferro”, invece che prodotti che offrono tantissime soluzioni a seconda delle diverse esigenze. Questo meccanismo funziona bene, abbiamo una rete estremamente reale che ci ha permesso di realizzare risultati molto significativi. Certo, dobbiamo invece lavorare ancora moltissimo sulla parte consumer perché non siamo ancora riusciti a mostrare appieno il valore dei prodotti premium che sono tali perché hanno una capacità computazionale e delle prestazioni di un altro livello. ».

Le revenue del Gruppo Lenovo divise per zone geografiche. Fonte Lenovo al 31 giugno 2019

Oltre il pc: le case history di Ducati e Inter

Quello che appare sempre più evidente, inoltre, è che da solo il mercato dei pc classici sta giungendo a naturale maturazione. Per questo motivo bisogna puntare su due segmenti: quello dei cosiddetti “core growth”, ovvero computer che abbiano funzioni all’avanguardia e siano innovativi dal punto di vista del design e della portabilità. Il secondo comparto di crescita è quello di investire al di fuori dei settori tradizionali per concentrarsi su altre tecnologie come la realtà virtuale, l’IoT e le soluzioni per il nuovo paradigma manifatturiero.

Ducati Multistrada 1260

«Stiamo lavorando – aggiunge Baldi – su quei device che sono parte integrante di Industria 4.0. Per questo ci stiamo concentrando sui dati e sull’intelligenza artificiale. Per fare due esempi di eccellenza, che vedono Lenovo affiancarsi all’azienda come vero e proprio partner tecnologico, possiamo citare Ducati, a cui dalla prima metà del 2018 forniamo pc, tablet e server da utilizzare sia sui circuiti dove è impegnata la squadra corse, sia in fabbrica. La partnership prevede inoltre lo sviluppo congiunto e la collaborazione nella ricerca e nello sviluppo di prodotto, che fanno parte integrante di un programma per accelerare i progressi e il successo del team. Più recente è la partnership con Fc Internazionale Milano, che vede Lenovo Global Technology Partner del Club. L’accordo prevede la fornitura di tecnologie intelligenti che comprendono server e soluzioni di storage e software-defined di Lenovo, oltre a pc, laptop e tablet, per gestire la grande quantità di dati generati nelle interazioni fra il Club, i tifosi e gli appassionati di calcio. La partnership consente a Inter di digitalizzare e immagazzinare gli archivi storici e i documenti correnti per un accesso più semplice ai dati da parte dei tifosi, in qualsiasi momento e ovunque desiderino farlo. Il team Lenovo Professional Services assicurerà che i sistemi di Inter funzionino al massimo delle prestazioni per i prossimi cinque anni».

L’Amministratore Delegato Corporate dell’Inter Alessandro Antonello

Robotica e automazione

Nel corso di Accelerate, l’evento annuale di Lenovo sulla tecnologia business che si tiene ad Orlando, lo scorso aprile l’azienda di origine cinese ha presentato il nuovo brand ThinkReality nel contesto del percorso Smart Business dedicato alla proposta di soluzioni aziendali comprendenti software e hardware. I dispositivi ThinkRreality sono progettati per aiutare i professionisti e operatori a utilizzare applicazioni di realtà aumentata per fornire e ricevere assistenza, ridurre i tempi delle riparazioni, eliminare gli errori, snellire i flussi di lavoro complessi, migliorare le qualità dei corsi di aggiornamento, collaborare e contenere i costi.

«La piattaforma ThinkReality – spiega ancora Baldi – consente infatti di evidenziare, interagire e collaborare con contenuti e informazioni in 3D nel mondo reale, migliorando l’efficienza e la consapevolezza del contesto. La piattaforma è indipendente dal dispositivo e dal cloud, e in questo modo è facile per gli utenti professionali adottare e gestire applicazioni software di Ar e Vr su molteplici sistemi operativi, servizi cloud e dispositivi quali il nuovo visore ThinkReality A6 – rivolto al mercato business, dove aziende quali Airbus lo stanno già utilizzando con successo. Si tratta di un visore mobile, leggero, con uno schermo heads-up che ne consente l’utilizzo a mani libere; può essere utilizzato per installare soluzioni Ar dalle più semplici alle più complesse».

Yang Yuanqing, Lenovo Chairman and ceo

Il bilancio di Lenovo

L’anno fiscale 18/19 (concluso a marzo) è stato il migliore nella storia di Lenovo. I ricavi sono aumentati a livelli record, con una crescita del 9.9% rispetto all’anno precedente per la divisione Intelligent Devices Group. Questo risultato deriva dall’efficace esecuzione della strategia di Intelligent Trasformation messa in atto da Lenovo e declinata secondo quelle che definiamo le 3S: Smart IoT, Smart Infrastructure, Smart Vertical. Intelligent Trasformation è il modo in cui Lenovo intende i principi della Quarta Rivoluzione industriale, facilitando una trasformazione guidata da Big Data, Cloud e Intelligenza Artificiale.

«La trasformazione – conclude Baldi – riguarda anche la stessa Lenovo: infatti, negli ultimi quattro anni abbiamo rinnovato quasi completamente la nostra offerta e dato maggiore autonomia alle diverse business unit, portando sempre di più la nostra attenzione verso le esigenze del cliente. La nostra è una azienda che basa i propri risultati su tre componenti: i pc, che valgono 38 miliardi di dollari; Motorola, ovvero il brand dei telefonini rilevato nel 2014; e il Data Center Group. Lo scorso anno ci sono stati due eventi consecutivi che ci hanno dato una grande spinta: da una parte, parlando solo di numeri, Motorola ha fatto registrare profitti per la prima volta da quando è entrata in Lenovo e il Data Center Group si sta avviando al break even. Dall’altra, abbiamo avviato a livello mondiale una profonda differenziazione in modo che il pc, da mera commodity, diventasse un prodotto con valore aggiunto. Abbiamo ereditato il ThinkPad, un’icona, nato in Ibm oltre 25 anni fa,  e l’abbiamo rilanciato. Stiamo puntando su prodotti che ci permettono di vendere la nostra tecnologia più smart al maggior numero di persone».

 

I Data Center di Lenovo 
A livello globale, Lenovo Data Center Group ha registrato una crescita del 37% rispetto al precedente anno fiscale. La parte data center in Italia è in utile già da qualche trimestre e il 2018 è stato un anno di crescita.
«Oggi – ci spiega Alessandro de Bartolo, Country General Manager di Lenovo Data Center Group per l’Italia – circa il 10% dei dati generati dalle aziende nasce e viene elaborato al di fuori di un tradizionale data center o anche del cloud. Entro il 2022, Gartner prevede che questa cifra raggiungerà il 75%. Questa migrazione sta generando attenzione per quanto riguarda la salvaguardia dei dati, la sicurezza e il rispetto delle normative. Inoltre è prevedibile che nascano problemi legati ai tempi di latenza, all’ampiezza di banda e al time di fermo macchina. Lenovo sta affrontando queste sfide proponendo un ampio portfolio di prodotti di edge computing. Inoltre, lo scorso anno la multinazionale ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei Top500 Supercomputer a livello globale; un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi, considerando che ben 117 dei 500 più potenti supercomputer al mondo sono di Lenovo e soprattutto che abbiamo ottenuto questo risultato due anni prima di quanto avessimo pianificato. Un caso di eccellenza che mi piace citare è Dallara, che utilizza la modellazione 3D, l’analisi strutturale, la fluidodinamica computazionale, l’analisi a elementi finiti e simulatori di guida, oltre a un centro di ricerca e a una galleria del vento per creare vetture sportive. Lavorando con il nostro team Lenovo Professional Services e con due partner tecnologici locali, Dallara ha implementato un cluster NeXtScale con nodi Lenovo nx360 M5 e una soluzione di storage software-defined implementata su server Lenovo System x3650 M5».

 

Il quartier generale di Lenovo

 

I dati di sul mercato mondiale dei computer 
Nel secondo trimestre del 2019, secondo Gartner, il mercato dei pc è tornato a crescere dopo sei mesi di contrazione. Da aprile a giugno sono stati consegnati 63 milioni di pezzi, con un incremento dell’1,7% su base annua. Sul podio ci sono Lenovo (15,8 milioni di pc), Hp (14 milioni) e Dell (13,6 milioni), che insieme detengono circa i due terzi del mercato (64,1%). A seguire Apple con 3,7 milioni di Mac e Acer con 3,4 milioni di unità.
Diversi, invece, i dati di Idc, secondo cui il secondo trimestre si è chiuso in crescita del 4,7%, sfiorando i 65 milioni di pc venduti. Nelle prime tre posizioni si confermano Lenovo (16,2 milioni di computer), Hp (15,3 milioni) e Dell (11,6 milioni). Al quarto posto, stando a Idc, c’è però Acer, a quota 4,3 milioni di dispisitivi, seguita da Apple a poco meno di 4,1 milioni.













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